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Autore: Blue_Diamond9    18/07/2015    1 recensioni
Una di loro fugge dal suo passato per trovare rifugio in un catastrofico presente. L'altra, confusa da questo presente, cerca risposte nel suo difficile passato.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ada Wong, Carla Radames
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi presenti in questa storia e parte delle vicende narrate sono proprietà di Capcom, a cui vanno tutti i diritti. L'intreccio principale, compresi alcuni episodi, citazioni o pensieri mai narrati o descritti nella storia principale narrata da Capcom, sono di mia invenzione e pertanto si prega di non riprodurli senza la mia autorizzazione (Blue_Diamond9). La storia non è stata inoltre composta a fine di lucro.

Continuò a correre, a sfuggire ai suoi inseguitori, senza essere mai completamente stanca. Il virus e il duro addestramento l'avevano resa più forte, più resistente, quasi come una macchina indistruttibile, ma non le avevano restituito i suoi sentimenti : da molto tempo ormai, non era più stata in grado di amare, ma solo di odiare e di provare rancore. Il suo corpo era diventato bello, sensuale e snello, ma la sua anima era diventata fredda come il ghiaccio, proprio come quella di Ada, ma ad un livello superiore.
Ma cosa stava pensando?
Era lei la vera Ada Wong, la sola e l'unica, da quando si era svegliata a terra, stordita e frastornata, sul quel freddo pavimento della sala esperimenti fino a quel giorno. Le cose non sarebbero cambiate, mai più, nessuno le avrebbe potuto restituire il suo doloroso passato, la sua giovinezza, i suoi capelli dorati e i suoi occhi color nocciola, nemmeno la sua geniale quanto letale creazione. Ormai non credeva neppure in se stessa, non si fidava più di nessuno a causa del suo passato, dai cui aveva imparato un'importante lezione.
Incantevole quanto pericolosa come una rosa con le sue spine: questa era la nuova Ada Wong, la regina di quel nuovo mondo, un tempo chiamata Carla Radames.

Rallentò e, non appena notò di non essere più inseguita, riprese a camminare lentamente lungo il corridoio dello sconosciuto edificio in cui si era rifugiata, che le dava l'idea di avere un'aria davvero familiare: al posto di muri e finestre, il lato sinistro del corridoio era costituito da enormi vetrate trasparenti, che riflettevano la sua immagine e, al contempo, le fiamme all'esterno che divampavano inghiottendo un altro piccolo pezzo di quel miserabile mondo che doveva cessare di esistere. Osservò meglio il suo riflesso: era una donna affascinante, giovane, ma dal cuore di ghiaccio, con un'identità perduta intrappolata nel corpo sbagliato. Presto si rese conto che l'ultima volta che si era guardata così intensamente davanti allo specchio era stato molto tempo prima, forse un anno, nel momento in cui Derek le aveva detto che la sua vita apparteneva soltanto a lui. Ora era libera, lontana da quel mostro, ma disprezzava ugualmente quel suo nuovo corpo, che non aveva mai desiderato.
Distolse lo sguardo dal suo riflesso, per guardare il caos che si stava impadronendo di quella città dove, dieci anni prima, avevano avuto inizio gli esperimenti del Progetto Ada. Il fuoco era ovunque, gli scoppi molteplici, non c'erano più segni di vita, solo crisalidi e bozzoli che sembravano ricordarle il suo tremendo passato. Ogni volta che le rivedeva, le sembrava di rivivere quel momento un'altra volta sulla propria pelle: l'ago che le penetrava il collo, il virus diffondersi lentamente nel suo corpo, le lacrime dissolversi nell'aria, il gusto amaro delle labbra di quell'uomo che le aveva promesso tutto e niente. Se solo fosse potuta tornare indietro, poco prima di quegli attimi, sarebbe scappata per sempre e forse sarebbe sfuggita al suo destino, ma già da molto tempo era arrivata alla conclusione che prima o poi, lui l'avrebbe ritrovata e le cose sarebbero andate esattamente com'erano andate. Il suo fato era già stato segnato nel momento in cui aveva cominciato a provare qualcosa per lui.
Aveva tentato il suicidio prima della sua clonazione, ma la morte non l'aveva raggiunta in tempo, così decise che sarebbe andata avanti, che avrebbe affrontato anche quella prova pur di sopravvivere ed essere al suo fianco. La sua vita era stata così infernale, che aveva dimenticato i momenti felici che aveva passato e l'essenza della felicità stessa.

L'unica parola che riconosceva ora era vendetta. Più la pronunciava, più la pensava e più aveva un suono soave quando usciva dalle sua labbra. Il mondo sarebbe bruciato e infine crollato e, a quel punto, lui sarebbe morto e lei subito dopo di lui. Era un piano geniale, come lo era la sua mente del resto, e non sarebbe mai fallito: aveva programmato tutto alla perfezione, anche nei casi più estremi. Quasi dimenticava che sarebbe morta anche l'altra Ada, che le aveva solo causato altri dolori come quelli che aveva dovuto subire per mano di Derek.
La morte era l'unica via d'uscita dal suo incubo peggiore e da quell'amore di cui portava ancora le ferite profonde e i lividi.
-Non... provi davvero nulla nel vedere una città che va in fiamme, Carla?-
Il battito del suo cuore si alterò lievemente, ma lei rimase immobile, seria, con la valigetta che conteneva tre fiale di virus C potenziato salda in mano. Riconosceva quella voce per un semplice motivo: era uguale alla sua.
-Non pensavo saresti riuscita a raggiungermi. Gesto rischioso da parte tua cercare di venire al mio cospetto.-
Era alle sue spalle, la sua acerrima nemica.
Doveva essere piuttosto lontana da lei, dato che sentiva la sua voce riecheggiare, ma una cosa era certa: la stava osservando e non vedeva l'ora di vedere il suo volto.

-Ehm, in effetti ci ho messo un po' a trovarti. Forse dovresti smettere di correre continuamente e scappare dal tuo destino.-
-Pff... parli di destino come se sapessi tutto di me, ma..- disse voltandosi verso di lei, facendo una breve pausa - …in realtà non mi conosci minimamente.-
-Credo di riconoscere me stessa, quando la vedo.-
Quando si girò, le venne quasi d'istinto osservarla: erano davvero simili, se non identiche fisicamente. Stessi capelli corvini, stessi occhi misteriosi, stesso corpo, ma abiti e caratteri diversi.
-Non paragonarti a me. Io non sono uguale a te, non sono te.-
-Hai detto bene, non sei me. Eppure te ne vai in giro definendoti Ada Wong, non è forse vero, Carla?-
"Carla".
Era già la seconda volta che Ada ripeteva quel nome, di cui lei non ricordava quasi l'esistenza. Da quando Derek l'aveva raccolta da quel pavimento dopo essere uscita dalla crisalide, tutti, lui compreso, l'avevano chiamata Ada, Ada Wong, così spesso da farle dimenticare il suo vecchio nome. Lo stesso era accaduto alle sue memorie riguardanti la sua vita precedente: spazzate via come sabbia nel deserto, e sostituite con altre che le vennero impresse dalla mente malsana di quell'uomo.
"Ricordati chi sei, mia cara Ada."
"Il tuo compito è quello di obbedire ai miei ordini."
“Non dovrai mai e poi mai abbandonarmi.”

"Tu appartieni a me, ogni parte di te mi appartiene."
"Io sono il tuo creatore."

Le sue parole le davano il tormento; Derek gliele ripeteva ogni giorno, poiché voleva essere sicuro che lei non le dimenticasse mai.
Era diventato impossibile dimenticarle.
"Tu sei l'unica Ada Wong."
-Non osare pronunciare quel nome. Io sono la sola Ada Wong.- insistette furiosa.
-Immagino sia stato lui ad inculcarti quest'idea. Tipico di Simmons. Ha creato un piccolo doppione, pretendendo che questo si comportasse come me e soddisfacesse tutte i suoi desideri. Ti ha fatto proprio perdere il contatto con la realtà.-
Scoppiò in una risata malvagia. Ada non poteva comprendere nulla di ciò che le era accaduto nella sua vita, si sarebbe limitata solo a criticare le sue scelte e avrebbe creduto fino in fondo che quello che desiderava era distruggere il mondo fingendo di essere lei, ma non era affatto così. Lei si comportava seguendo il suo istinto e il suo carattere, creatosi dall'incontro delle sue due identità e plasmato da Derek.
Non era lei. Era Ada Wong, l'essere supremo, superiore all'originale.
-È così strano... sei venuta fin qui per parlare, quando io non aspettavo altro che incontrarti per poi... ucciderti.- commentò compiaciuta estraendo la sua pistola già caricata con un'iniezione letale di virus C.
-E così vuoi affrontarmi, eh? Non ti consiglio di metterti contro di me... in fondo agiamo allo stesso modo, nessuno ne uscirebbe vincitore.-
-Ti ostini ancora a credere di essere alla mia altezza? Non ti consiglio di scherzare con il virus C. Un colpo e cadrai a terra, trasformandoti in una piccola deforme creatura.-
La pistola era già puntata su di lei, dritta sul suo collo. Il suo più grande sogno stava per avverarsi: la donna che aveva stravolto la sua vita sarebbe morta e la sua esistenza cancellata dalla faccia della terra. Doveva solo premere il grilletto e sarebbe rimasta solo lei, per sempre.
-Mi dispiace, piccolo doppelgänger, non mi lasci altra scelta. - rispose con una punta di ironia Ada, estraendo la sua balestra.
Una freccia dritta al petto l'avrebbe potuta uccidere prematuramente, impedendole di concludere la sua più grande opera; ma non era certo questo il momento di giungere a conclusioni affrettate, sapeva che l'avrebbe uccisa prima lei. Stava per premere il grilletto, quando sentì delle voci che gridavano il suo nome, le voci di Chris e Piers.
-Uno contro tre non sarebbe leale. Meglio che vada, ho cose urgenti da sbrigare. In più, c'è la speranza che loro si sbarazzino di te per me, risparmiandomi così una bella seccatura.- rise lanciando a terra una granata accecante per distrarla mentre fuggiva con il suo rampino verso un nuovo rifugio. Ada gridò qualcosa a lei incomprensibile, ma poco le importava: sapeva che la spia asiatica sarebbe sfuggita ai due agenti della BSAA e che si sarebbero riviste ancora, questa volta per uno scontro finale.

Non avrebbe smesso di fuggire, finché non fosse arrivato quel momento, dove lei avrebbe trionfato su tutto.

 

 

   
 
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