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Autore: Sel Dolce    18/07/2015    1 recensioni
[Stalia | Post 4 season | Un po' di Stiles/Scott!BestFriend non guasta mai | Rating giallo ]
Nessun ragazzo vuole ritrovarsi ad affrontare un padre geloso, soprattutto se codesto ha un porto d'armi e la casa piena di fucili e simili.
Semplicemente Stiles doveva presentarsi a quell'incontro o si sarebbe scordato per sempre la libertà di uscire di casa senza aver paura di ricevere un colpo da parte del signor Tate.
Dal testo:
« O- oh! » scattò il ragazzo cadendo dalla sedia dopo aver tentato di rimanere in equilibrio su di essa muovendo le braccia come a voler spiccare il volo. Si rimise in piedi facendo leva sul tavolo e guardò Malia che tranquillamente continuava a sorseggiare la sua bevanda.
"Grazie, veramente." pensò l'umano spostando lo sguardo sull'uomo che si era allontanato per andare a posare il fucile vicino agli altri, gli sorrideva, più precisamente ghignava.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Malia Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Love is like a shot gun

 

La prima volta che aveva messo piede in quella casa non era stato certamente invitato, stava commettendo una violazione di domicilio per ordine di suo padre, lo sceriffo! Fortunatamente non era stato solo dato che Scott l'aveva accompagnato anche in quell'ardua avventura e sarebbe potuta finire molto male.

Respirò profondamente prima di uscire dalla sua Jeep e tenne ben stretto tra le mani il pacchetto della pasticceria dove si era fermato una ventina di minuti prima, non doveva preoccuparsi tanto, era solo un incontro amichevole.

Mosse il primo passo verso l'abitazione raccogliendo tutto il coraggio che aveva a disposizione, ma il cellulare che prese a vibrare nella tasca gli diede un motivo per rimandare quella che sembrava la camminata verso il patibolo.

« Stiles cosa diavolo stai combinando? Sento il tuo cuore battere in maniera assordante. » come aveva predetto era arrivata la chiamata di Scott che sicuramente in quel momento si trovava alla clinica con Deaton a occuparsi di poveri cuccioli feriti.

« Adesso ti metti a controllare il mio battito cardiaco? Non è il mio, il cuore del sottoscritto è calmo. » mentì cercando di darsi un contegno perché nemmeno quando doveva affrontare un temibile mostro aveva duecento battiti al minuto, non superava nemmeno la soglia dei novanta in quelle occasioni!

« Stiles » disse Scott con il tono che il ragazzo odiava tanto « pensi che non sappia riconoscere il battito cardiaco del mio migliore amico? E poi fai parte del mio branco, vi tengo tutti sotto controllo. » domandò trattenendo una risata in quanto stava immaginando la faccia scocciata del ragazzo.

« Buon per te, anzi, anche per me. » esordì Stiles prendendo a camminare molto lentamente, non aveva alcuna fretta e poi non gli avevano dato alcun orario « Quando inizi a sentire che sto morendo vienimi a cercare, subito, potresti salvarmi da ferita da arma da fuoco. » disse guardando con attenzione dove stava mettendo i piedi, conoscendo il soggetto a cui stava recando visita poteva ritrovarsi senza un metà gamba in un batter d'occhio.

« Mio Dio, Stiles, cosa diavolo stai combinando? » domandò assumendo un tono seriamente preoccupato, conosceva bene l'indole del suo amico nel cacciarsi nei guai ed era ovvio che si stesse preccupando.

«Suicidio, ecco cosa sto combinando. » rispose e attaccò senza dargli il tempo di rispondergli o non avrebbe mai raggiunto la soglia di quella casa che sembrava trabboccare di pericoli.

Con il cellulare ancora in mano decise di mandare un messaggio a suo padre che in quel momento si trovava alla centrale chiedendogli di mangiare sempre sano, anche quando lui non ci sarebbe stato.

« Coraggio, Stiles, coraggio. » borbottò scrollando le spalle come per voler far scivolare via la paura, ma il guaito di Apollo gli fece saltare letteralmente il cuore in gola.

« Brutto cagnaccio. » biascicò passandosi esausto una mano sulla faccia, non avrebbe mai pensato di ritrovarsi in una situazione del genere, era pronto alla signora Martin dalla terza elementare e lei era una donna indifesa, ma il signor Tate era iracondo e armato: fucili, pistole, tenaglie, trappole.

Apollo gli azzannò una gamba iniziando a tirare verso il portico e Stiles ebbe l'impressione che ci fosse lo zampino di Malia. Afferrò il segnale e decise di darsi una mossa e stampandosi il miglior sorriso in viso bussò tenendo davanti al petto il pacco di dolci.

Henry Tate aveva la solita aria minacciosa e un sopracciglio inarcato, teneva nella mano sinistra il suo fucile preferito. Non sembrava contento di vederlo, probabilmente desiderava sparargli un colpo dritto in mezzo alla fronte.

« Entra. » ordinò burbero aprendo maggiormente la porta per lasciargli lo spazio per passare e Stiles lo trovò stretto in quanto la spalla andò a scontrarsi con il petto del signor Tate che continuava a guardarlo minaccioso.

Malia lo stava aspettando seduta sul bordo del grande tavolo in legno con un libro tra le mani, indossava dei pantaloncini di jeans e una sua camicia a quadri bianca e nera e Stiles pensò che stava facendo un grande errore: non poteva indossare una sua camicia ad un incontro ufficiale tra lui e suo padre, gli aveva praticamente formato la condanna a morte.

La situazione peggiorò drasticamente quando la ragazza si avvicinò per baciarlo sotto lo sguardo assassino di Henry. Crescere in un bosco sotto forma di coyote le aveva tolto tutto il pudore che una persona poteva provare. Quasi cadde a terra nel tentativo di allontanarsi e scusarsi con il signor Tate che taciturno lustrava le canne del fucile.

« Stiles, che nome strano. » esordì guardandolo dritto negli occhi, lo sguardo di un padre geloso era l'unica cosa che riusciva a paragonarsi a cinquanta coltellate in pieno addome. Automaticamente si domandò se anche suo padre riusciva ad intimorire le ragazze con un solo sguardo, ma poi ragionò e si disse che no, suo padre non avrebbe mai fatto nulla del genere.

« Non è il mio vero nome. » precisò il ragazzo posando le mani sopra le ginocchia, Malia lo aveva fatto accomodare per poi scomparire oltre la soglia che dava alla cucina.

« In realtà non mi interessa. » rispose l'uomo facendo scattare con una mossa il fucile, lo posò pesantemente sul tavolo senza però togliere la mano da sopra l'arma. Paura, aveva un sacco di paura.

« La cosa che più mi interessa è l'incolumità di mia figlia. » specificò posando i gomiti sul tavolo, sempre pericolosamente vicino a l'oggetto che poteva mettere fine alla sua vita in cinque secondi perchè lui non aveva dei fighissimi poteri di guarigione come tutti i suoi amici, era un semplice umano fidanzato con una werecoyote che aveva per padre un pazzo con il porto d'armi.

« Ovviamente. » sussurrò Stiles chiedendosi dove fosse finita Malia, la sua unica fonte di salvezza, perfino Apollo sembrava intenzionato a sbranarlo vivo al primo passo falso. Faceva caldo, sentiva il bisogno di togliersi la leggera giacca blu che Scott gli aveva regalato per il suo compleanno.

« Se farai piangere mia figlia... » la minaccia venne stroncata dall'arrivo della ragazza che teneva in mano una brocca di limonata fresca e tre bicchieri nell'altra. L'uomo si aprì in un sorriso e posò la mano sulla spalla della figlia la quale ricambiò per poi concentrarsi su Stiles che diventava ogni minuto più pallido, riusciva a sentire l'odore della paura e per un attimo guardò dubbiosa il padre.

« Di cosa parlavate? » chiese sedendosi a capotavola, tra i due, togliendo il fucile dal tavolo cercando di far riacquistare colorito al fidanzato. Sapeva dei modi un po' bruschi dell'uomo, ma si fidava ciecamente di lui che non aveva nemmeno usato il suo udito da coyote per sentire di cosa parlavano.

« Lacrosse, tesoro, Stiles mi stava raccontano che fa parte della squadra della scuola. » mentì Henry guardando in modo minaccioso il ragazzo intimandogli di reggergli il gioco e Stiles non ci pensò due volte ad assecondarlo.

« Sì, del lacrosse. » disse con voce strozzata cercando di non alterare il battito cardiaco o sarebbe stato Malia ad ucciderlo per averle raccontato una bugia.

« Papà, Stiles è molto bravo. Lui e Scott fanno un lavoro di squadra spettacolare! » esclamò la ragazza fiera, aveva visto un paio di allenamenti e nonostante come attaccante non fosse il massimo riusciva a cavarsela come difensore.

« Allora vuol dire che verrò alla prossima partita. » sorrise amabile l'uomo, amabile quanto il professor Harris che sulla scala dell'amabilità valeva meno di zero. Cercò di non imprecare perchè lui sapeva perfettamente di fare schifo e ciò equivaleva al fatto che avrebbe fatto una pessima figura davanti a quello che per il momento considerava come futuro suocero.

« Certo, se lo desidera. » rispose tentando a non far uscire la sua parte sarcastica che aveva già la battuta pronta, solitamente riusciva a far innervosire ancora di più la gente in quel modo. Si portò una mano davanti alla bocca imponendosi di stare zitto per non peggiorare ancora di più la situazione.

Il cellulare vibrò e Stiles buttò un'occhiata allo schermo vedendo che era un messaggio da parte di suo padre.

Stiles cosa diavolo vai scrivendo? Devo attivare una pattuglia per cercarti o sei semplicemente idiota? Sai perfettamente che l'unica cosa che mi dà la forza di mangiare quelle cose sane sei tu, appena mi libero di te riempiò il frigo di schifezze.

Veramente amabile, lo sceriffo, lui gli chiedeva solo un ultimo desiderio e questo gli rispondeva che era un idiota. Probabilmente al suo ritorno a casa lo avrebbe ucciso per la preoccupazione da lui procurategli e nemmeno Scott sarebbe riuscito a fermarlo.

Non rispose sorridendo verso il signor Tate che però non ricambiò, stroncandoglielo. Stava andando malissimo, peggio di quanto avevo immaginato e Liam glielo aveva detto che non sarebbe uscito vivo da quella casa.

Afferrò la limonata con mano tremante, Henry faceva più paura di un nogitsune o qualsiasi altro mostro avesse messo piede a Beacon Hills. Malia continuava a sorridere ignara delle minacce di morte che il suo fidanzato aveva ricevuto e sembrava non sentirmi più a disagio a guardare il padre nascondendogli che era lei la causa della morte di sua moglie e dell'altra figlia.

« Stilinski, sei il figlio dello sceriffo quindi immagino che tu voglia seguire le sue orme. » brutto, pessimo segnale. Quando un padre metteva in gioco la carte del "lavoro" o quella del "futuro" voleva dire che erano in modalità di attacco. Quale padre sano di mente avrebbe dato la propria principessa in mano ad un uomo che non aveva un lavoro adeguato per mantenerla?

« Io... ecco... » Stiles barcollò, non aveva mai pensato seriamente al suo futuro, non che ne avesse avuto il tempo dato che prima di tutto doveva impegnarsi a sopravvivere con tutti quei nemici che piombavano in città. Sarebbe arrivato a domani? Non lo sapeva, ma era tra i suoi obbiettivi principali.

Malia lo guardò dubbiosa, nemmeno lei gli aveva mai posto quella domanda, aveva sempre considerato che il lavoro di Stiles fosse quello di stratega all'interno del branco.

« Non sono un cuor di leone per assumermi la responsabilità di una città, signor Tate, sinceramente in questo momento sono terrorizzato da lei che per quanto non sembri vuole uccidermi, se mai dovessi ritrovarmi in uno scontro a fuoco morirei per primo e non a causa di una pallottola o che altro, semplicemente verrei sorpreso da un attacco di cuore. » buttò giù tutto d'un fiato strizzando gli occhi, incredulo di essere riuscito a dire la cosa peggiore nel momento peggiore della sua vita. Si era autodefinito un codardo, un essere incapace di difendere Malia, non che lei ne avesse bisogno con le zanne e gli artigli che si ritrovava.

Henry Tate si alzò impugnando il fucile e Stiles sentì l'impulso di darsela a gambe e raggiungere la sua amata Jeep che l'aspettava a meno di cento metri. L'uomo sorrise malignamente puntandogli contro l'arma.

« O- oh! » scattò il ragazzo cadendo dalla sedia dopo aver tentato di rimanere in equilibrio su di essa muovendo le braccia come a voler spiccare il volo. Si rimise in piedi facendo leva sul tavolo e guardò Malia che tranquillamente continuava a sorseggiare la sua bevanda.

"Grazie, veramente." pensò l'umano spostando lo sguardo sull'uomo che si era allontanato per andare a posare il fucile vicino agli altri, gli sorrideva, più precisamente ghignava.

« Penso di aver messo le cose in chiaro, tu che dici? » domandò tornando a sedersi, questa volta giocando con un coltello a farfalla, Stiles ebbe il forte desiderio di non aver mai accettato l'invito da parte di Malia perché in quel momento stava mettendo in gioco la sua vita. Pensò alla dolce signora Martin che non si sarebbe mai messa a minacciarlo.

« Chiaro, chiarissimo. Oserei dire esaustivo. » rispose tornando a posare il sedere sulla sedia chiedendosi perché Malia non lo stesse aiutando, era in difficoltà e lei poteva mettere fine a tutte le sue agonie.

« Allora puoi andare. » esordì alzandosi dal tavolo per poi dirigersi verso la cucina, lasciandolo a bocca aperta. Avevano parlato solo venti minuti, solitamente un interrogatorio durava ore! Non sapeva se sentirsi fortunato o offeso per tale affronto, non lo stava considerando un ragazzo degno di subirsi un'intera conversazione padre geloso - fidanzato.

« Lui mi ha appena cacciato via di casa? » domandò per conferma a Malia, la quale si limitò ad annuire. Infondo, tra i due, era lui quello logorroico, che faceva scendere un fiume di parole capace di far annegare l'intera popolazione di Beacon Hills.

« Ci vediamo domani a scuola. » sorrise Malia prima di sporgersi per baciarlo e non un semplice bacio a stampo, ma uno che avrebbe fatto tirare fuori il fucile al signor Tate.

Stiles si incamminò verso la Jeep CJ5, il cuore più calmo di quando era arrivato e sorrise nel vedere Scott seduto sulla sua moto che lo aspettava perché aveva semplicemente capito che aveva bisogno di lui in quel momento.

Lo guardò sorridendo, contento della sua presenza in quel frangente della sua vita « Amico, se tu sei sopravvissuto agli Argent ce la posso fare anch'io con il signor Tate. » esordì semplicemente prima di abbracciarlo.

Amava Malia ed era disposto a vivere con la costante paura di essere fucilato pur di stare con lei e renderla felice.

 

 

 

Angolo autrice:

Salve popolo di Teen Wolf!

Questa è la prima storia che pubblico in questo Fandom e ne sono molto sorpresa anch'io, soprattutto per la scelta del tema: sono una Stydia shipper fino al midollo, ma la Stalia mi ha dato la forza di entrare qui cercando di deliziarvi con questa storia.

Spero di essere riuscita nell'intento, altrimenti... niente, semplicemente niente.

Ho molto aprezzato il ritorno del padre di Malia nella prima puntata della quinta stagione e il fatto che stesse praticamente minacciando Stiles con quella semplice frase mi ha dato l'ispirazione, il merito va anche a mio padre però, che io considero l'esemplare perfetto di padre geloso e che potrebbe vestire perfettamente le parti di Henry Tate!

E niente, chiudo qui, grazie di aver letto e buon proseguimento,

Sel

 

 

 

 

   
 
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