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Autore: Lady_Pendragon    19/07/2015    2 recensioni
« Mh . . . ❝ La leggenda di Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda ❞ . Bel libro, l'ho letto anch'io. Anzi; me lo facevo leggere ogni notte quand'ero bambino. Sognavo di essere Artù, mi ha sempre affascinato la sua figura. »
Fu con questa frase che il biondo irruppe nella vita del moro, sconvolgendola totalmente.
Merlin non aveva molti amici, non sapeva bene come comportarsi con gli altri, ma con lui era come se venisse tutto spontaneo.
Tutto con Arthur era d i v e r s o ; perfino il sapore dell'acqua salata sulle labbra, cosa che il moro assaggiò ben presto su quelle del biondo.
Perché quel fuoco non cessava mai di bruciare, incorniciandoli con lingue fiammeggianti che danzavano un ballo colmo di passione, che loro consumarono affianco ad esse.
Genere: Angst, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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❝ ━Oh darling;
Are you gonna  l e a v e  me?
I'll watch you If you  c a n . ❞



Era stata un estate diversa, quella che aveva vissuto Merlino nel suo paese sul mare.
Di solito i giorni passavano tutti uguali gli anni scorsi, insieme ad un libro e al rumore delle onde che s'infrangono sugli scogli, ma quest'anno un tornado aveva scosso il suo monotono equilibrio, portandolo alla disperazione.
Quel turbine aveva il nome di Arthur Pendragon; capelli biondi e lucenti quanto i raggi di sole, occhi chiari e limpidi quanto il cielo, e un sorriso luminoso come una cometa.
Merlino credeva raramente agli amori sbocciati nelle vacanze, anzi; non credeva per niente all'amore.
Avendo sempre avuto sotto gli occhi la figura della madre Hunith sofferente, a causa dell'abbandono causato da colui che doveva essere il padre del ragazzo dai capelli scuri, riteneva l'amore solo una  s o f f e r e n z a .
E non si sbagliava.
Perché se ora stava piangendo era merito suo.
Si era lasciato andare a quella tempesta dai capelli dorati, cedendo completamente alle sue parole ed ai suoi gesti. 
Cominciò tutto come un falò che si accende lentamente, ma che brucia ad un intensità disumana.

« Mh . . . ❝ La leggenda di Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda ❞ . Bel libro, l'ho letto anch'io. Anzi; me lo facevo leggere ogni notte quand'ero bambino. Sognavo di essere Artù, mi ha sempre affascinato la sua figura. »

Fu con questa frase che il biondo irruppe nella vita del moro, sconvolgendola totalmente.
Merlin non aveva molti amici, non sapeva bene come comportarsi con gli altri, ma con lui era come se venisse tutto spontaneo.
Tutto con Arthur era  d i v e r s o ; perfino il sapore dell'acqua salata sulle labbra, cosa che il moro assaggiò ben presto su quelle del biondo.
Perché quel fuoco non cessava mai di bruciare, incorniciandoli con lingue fiammeggianti che danzavano un ballo colmo di passione, che loro consumarono affianco ad esse.

« Sai Arthur, penso che noi siamo le due facce della stessa medaglia. Insomma . . . Tu ci credi al  d e s t i n o ; Arthur? »

Chiese una notte Merlin, avvolto solo dal braccio forte e muscoloso di Arthur che lo cingeva dalla vita. 
I suoi occhi risplendevano come due pozzi profondi, in cui ci si specchiava la luna bianca e splendente.
Le sue labbra possedevano ancora le sfumature del rosso a causa dei baci ardenti e dei morsi che si erano scambiati poco prima, mentre i capelli scuri ricadevano scompigliati sul suo capo.
Il biondo sorrise e scosse appena il capo, guardando le stelle su di loro, mentre la melodia delle onde li cullava dolcemente.

« Non lo so, Merlin . . . non ho mai creduto a questo tipo di cose. Ci siamo incontrati perché io ho voluto passare le mie vacanze qui e non a Dubai con mio padre e la mia sorellastra. A proposito di mio padre . . . »

Esclamò il biondo, lasciando la frase appesa ad un filo, facendo così  alzare con la schiena il moro che dipinse sul proprio volto un espressione preoccupata.

« Gli è successo qualcosa? Dio; spero nulla di grave. »

«No, nono Merlin, sta meglio di me e di te quel vecchio! E' solo che oggi mi ha ricordato che domani devo tornare a casa. Insomma, il mio lavoro mi attende.... »

In quel preciso istante il moro si accorse che avevano talmente corso e soprattutto  v i s s u t o  quel mese così intensamente che non si era nemmeno preoccupato di sapere cosa lo aspettasse dall'altra parte del mare.
Forse perché lui dava ormai per scontato che Arthur rimanesse lì, con lui, per sempre.
Calò lo sguardo verso la sabbia, mentre disegnava forme senza un filo logico su di essa con le dita affusolate.

« Quindi . . . mi sta  l a s c i a n d o ? »

Mormorò Merlin senza guardarlo negli occhi, perché se egli avrebbe risposto di si sarebbe stato dieci volte più doloroso. 
Arthur dal canto suo spalancò la bocca svariate volte, ma senza riuscire ad emettere alcun suono. 
Doveva tornare a Los Angeles, questo lo sapeva benissimo, ma se avesse potuto scegliere sarebbe rimasto lì.
Ma con tutte le responsabilità che il padre Uther gli poggiava sulle spalle, non poteva permettersi di fare scelte.
Scosse appena il capo, guardando il mare dinnanzi a loro e cercò di non far trapelare l'insicurezza che celava dietro quella maschera da combattente impavido.

« Devo tornare a Los--- »

Ma non fu in grado di completare la sua frase, perché il moro lo zittì interrompendolo.

« Ti  g u a r d e r ò  se riuscirai a farlo. »

Disse semplicemente Merlin, alzando lo sguardo che ormai era velato da uno strato lucido e bagnato; lacrime.
Arthur lo guardò, non sapendo più cosa rispondere.
Per la prima volta si sentiva in colpa per ciò che stava - e che soprattutto doveva - fare; rinunciare a qualcosa per volere altrui.
In silenzio il biondo si rivestì, sentendo lo sguardo del moro fisso su di lui.
Arthur non metteva in dubbio il fatto che sarebbe riuscito ad andarsene, ma era certo che sarebbe stato difficile affrontare i giorni a venire senza di lui.
Una volta vestito, raccolse tutto il suo coraggio e lo guardò negli occhi, trovandoli ormai sgorganti di lacrime.
Avrebbe voluto chinarsi e asciugarle una ad una, ma aveva paura che il moro l'avrebbe respinto.

« Se tu credi al  d e s t i n o ; allora ci rincontreremo. »

Disse solamente prima di voltarsi e camminare lungo la spiaggia, fino a scomparire nella notte.
Merlin rimase in silenzio, scosso da un leggero pianto che se fosse stato a casa avrebbe mutato in qualcosa di molto più simile ad una crisi isterica.
Guardò il posto ormai vuoto accanto a lui, e lì ci trovò un anello da pollice in argento.
Il  s u o  anello.
Lo prese fra le esili dita e se lo rigirò più volte, guardandolo.
Ecco cosa rimaneva di quel turbine estivo che l'aveva sconvolto:
un anello, i baci sulla pelle, la sua voce nella mente e le cicatrici nel cuore. 

|| Song: https://www.youtube.com/watch?v=H4A9BLPJ3U8 || 
   
 
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