Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |       
Autore: kamy    21/01/2009    5 recensioni
Per cambiare il passato per evitare che si trasformi in un incubo come il suo tempo un giovane coraggioso ha intrapreso un difficile viaggio. Non immagina che così aprirà una porta che farà entrare terribili orrori in quel mondo di pace. E' il seguito di Nameck, ma non bisogna averlo letto per capirlo. Come sempre made Kamy con qualche aiuto da un amica.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Goku, Trunks, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
bbbb

Ed eccomi di nuovo qui, per i vostri incubi peggiori. Come all’inizio di Nameck abbiamo visto l’elemento che generò scompiglio cambiando la storia (il volatile ndA), qui comincerò dall’evento che rese diverso questo periodo Cyborg. (Come se non fosse già abbastanza diverso NdZarbon) (Zitto. Su Nameck ti ho risparmiato, ma se non porti rispetto ti lancio in pasto ai cyborg NdA) (Chiedo umilmente perdono NdZarbon). Abbiamo già iniziato con la mia follia, ma ora passiamo alla storia. Scusate per il prologo sdolcinato, ma non ho potuto farci niente, in compenso però la parte successiva potrebbe benissimo essere di rating rosso. Avverto nei primi capitoli salteremo dal futuro possibile al nostro tempo, per distinguerli perciò ho deciso di mettere due scritture diverse. In corsivo il futuro. Annotazione. Non affezionatevi troppo ai personaggi della dimensione Mirai, tranne Bulma, Yuma e una bimba di cui non faccio ancora nome. Capirete il tragico motivo alla fine. Mirai Trunk è partito perciò è salvo. Se non capite un pezzo sono qui per spiegarlo. Per la serie sempre sondaggi, Nappa e Radisch li volete? (Io si NdVegeta) (No, non devi decidere tu, ma i lettori NdA) Ringrazio anche solo chi legge.

 

The cyborg

 

Cap. 1 The new start

Vedo il riflesso mio e di mio fratello sul vetro di questa grossa ampolla. Apparentemente siamo due comuni gemelli, dai tratti ingentiliti. Potrei definirmi bella, ma la cosa non mi darebbe alcun piacere. Sono una macchina, l’unica cosa che amo è il distruggere, esattamente come mio fratello. Questa fredda furia omicida si riflette nei nostri occhi. Sono freddi, glaciali, gli uomini che abbiamo eliminato sono andati all’altro mondo con l’immagine impressa vividamente dalla paura di questo sguardo gelido. Mi sfugge un sorriso, mentre nella mia mente risuonano le loro urla di terrore. Eppure in questo momento non mi sento soddisfatta, forse non lo sarò mai, perché una cosa che mi avrebbe reso particolarmente felice, un bisogno che volevo urgentemente appagare non potrà mai essere saziato. Mio fratello non può saperlo. Gli nascondo sempre più informazioni, mi stacco sempre più da lui, perché lui non può capire cosa provo. No, non è debolezza, è un desiderio, come può esserlo rubare macchine rosse da corsa per lui o provare infiniti vestiti per me. Di fronte a noi l’ultima creazione del dottor. Gero. Sembra una specie di girino dalla testa grossa, ha un colore che da sul grigiastro. Mio fratello continua a ripetere che è un fallimento e che dovrebbe solo essere distrutto. Noi siamo la perfezione, non ci può essere un “essere perfetto” che ci possa superare. Eppure un sesto senso mi dice che si sbaglia. Questa piccola creatura mi affascina, anche se non so il motivo. Una parte di me mi dice che potrebbe darmi la possibilità di riavere quello che ho perduto. “Direi che ce ne possiamo andare anche senza distruggere quello sgorbio, non potrà mai essere un pericolo”dice C17 annoiato. Lo annoia tutto, forse l’unica cosa che gli sia mia piaciuta, oltre lo sfidare quel ragazzo sfregiato e senza un braccio di Gohan, e stato uccidere il nostro creatore, il dottor Gero. “Certo fratello, ma dammi il tempo di rifarmi il trucco. Tu vai pure avanti e trova qualche bella città in cui portare scompiglio”dico io, allungando la mia bocca fino a renderla a cuore. Lui, che non sospetta nemmeno che lo sto raggirando, fa cenno positivo del capo e allontanandomi mi dice: “Fai in fretta sorellina, ho voglia di giocare stasera”. Percorre l’ultimo tratto in corsa e poi vola via a tutta velocità. Io ho realmente intenzione di distruggere stasera, ma prima devo fare altre cose. Prendo le carte che spiegano in che modo la creatura è stata formata e quale sarà la sua evoluzione. E’ una fortuna perché scopro che questa creatura in futuro ci avrebbe assorbito. Che grave leggerezza il volerlo lasciare in vita. Eppure non riesco a distruggerlo subito. Dalle carte ho capito perché quella creaturina mi affascina. In fondo ha anche le “sue” cellule. Decido di modificarla. In fondo anche lui è un cyborg, può essere riprogrammato. Gli passo le mie informazioni in un modo così diretto da renderlo quasi un “mio figlio”. Adesso non è più una creatura del dottor Gero, è una mia creatura. E’ una fortuna che mio fratello non lo abbia voluto distruggere. Non sarà difficile non farlo tornare più in questo posto, come non sarà difficile per me tornarci sola e di nascosto. Cresci mia creatura, insieme faremo grandi cose e riavremo quello che più desidero.

 

 

 

 

“Ecciù!”. Sorrido vedendo mio marito starnutire forte. “Che c’è?”chiedo con dolcezza guadagnandomi una sua occhiataccia. Quanto amo il suo carattere scontroso. “C’è che qualcuno mi pensa, ecco che c’è”mi risponde lui sbuffando. Per sbaglio ha alzato il tono della voce, grave errore. Il piccolo Vegeta jr. ricomincia a piangere dal suo lettino, in fondo non ha ancora un anno, è molto piccolo. Vegeta mi guarda implorante. Io mi sistemo meglio nel letto, facendo in modo che veda il mio pancione.  “Non è colpa mia se aspetto un altro figlio”dico con tono di sfida. Lui si alza e va a prendere il nostro primogenito. Vegeta sta morendo di sonno, in fondo la luna è ancora alta. C’eravamo appena coricati perché fino a ora il nostro frugoletto non ha mai smesso di piangere. Vegeta, sbadigliando e camminando come uno zombie, lo prende in braccio e cullandolo comincia ad andare avanti e indietro per la stanza. “Dovresti cantargli una ninna nanna”propongo io. Sbaglio o gli occhi di Vegeta brillano in maniera sinistra?  Mi sa che sto esagerando. Poi mi viene un idea. “Se la cantassi io? Però ti devi coricare qui vicino a me con il piccolo”gli dico. Lui è titubante, ma alla fine accetta. Ha sempre paura a coricarsi con il bambino in braccio, per paura di schiacciarlo. Ed eccoli qui gli uomini della mia vita, anche se uno è ancora nella pancia. Il dottore ha detto che è maschio e quando nascerà lo chiameremo Trunks. Comincio a cantare dolcemente e gli effetti si cominciano a vedere sin da subito. Il piccolo Trunks ha smesso di calciare, mentre Vegeta jr ha smesso di piangere. Vado avanti per un po’. “Vegeta, il piccolo adesso sicuramente dorme. Puoi rimetterlo nella culla”dico dolcemente, ma non sento alcuna risposta. Mi volto pronta a dirgliene quattro per la sua maleducazione, ma resto bloccata. Vegeta si è addormentato con un sorriso beato sul volto, tenendo stretto nostro figlio che nel sonno si ciuccia il piccolo indice. E’ la scena più toccante e dolce che io abbia mai visto. Non ho il coraggio di svegliare nessuno dei due. Alla fin fine anche il mio uomo alle volte non è altro che un bambino un po’ cresciuto. Gli sfilo delicatamente dalle braccia jr. e lo corico nella culletta coprendolo con la copertina azzurra che mia madre ha cucito per lui. Ogni mio movimento è rallentato dal pancione, ma fortunatamente non sono di quelle donne che a causa della gravidanza restano inchiodate a un letto.

 

 

 

 

Il moccioso mi guarda. Mi guarda fisso. Non fa niente oltre che a guardarmi. Con quei suoi occhioni azzurri. Ha il mio sguardo. Se non fosse per quel colore direi che è la mia fotocopia in piccolo. Perché mi fissa? “Che vuoi allora?”gli chiedo con sguardo duro. Ma lui, tutto sua madre, invece di spaventarsi comincia a ridere. Ride come un forsennato, tanto da cadere all’indietro. “Sei un birbante”dico io ancora più serio. Lo prendo in braccio e lo guardo diritto negli occhi. “Pa…pà”. No, non ci credo. Sono la sua prima parola. No, fermi tutti. Non devo cominciare a fare come ogni padre. Ossia urlare, commuovermi o chissà che, in fondo sono sempre l’orgoglioso principe dei saiyan. Il piccolo continua a ridacchiare con quella sua boccuccia sdentata. Ogni tanto gli scappano delle bolle di saliva. Dovrebbe farmi ribrezzo, invece mi fanno sorridere. Con un fazzoletto gli pulisco la bocca e lui mi nomina nuovamente. Si, è veramente tutto sua madre. Ora che parla, non starà più zitto un attimo. Eppure adesso mi guarda confuso. Si aspetta qualcosa. No, o no. Adesso mi sembra pure triste. Mi sto suggestionando. Un moccioso così piccolo non può capire, non può rimanere deluso perché non gli do soddisfazione. Ora muove il piccolo labbro inferiore come se volesse mettersi a piangere. Ok, devo farlo. Per amore della mia famiglia devo sacrificarmi. “Chi è il bello di papà? Chi è?”chiedo facendogli pian piano il solletichino nella pancia. Ecco scoppia nuovamente a ridere ripetendo a raffica la sua prima parolina conquistata. E’ vergognoso, ma lo ammetto. Anche io mi sto divertendo. “Ora mocciosetto ti riporto da tua madre. Devo allenarmi”dico tornando serio. Lui intanto si accoccola tra le mie braccia e si addormenta. Come può una creaturina così insignificante cambiare così la tua vita? A parte i pannolini, orrida visione, i biberon continui e le notti insonni, sento che c’è dell’altro. Come posso essere un buon padre, io che non ne ho mai avuto uno?

 

 

 

 

Si era scatenato un vero inferno. I palazzi bruciavano, grida di donne in preda al panico e rantolii di uomini prossimi alla morte. La gente scappava, ma non c’era luogo dove potessero trovare riparo. I cyborg hanno attaccato. Poco più in là un ragazzo piange sul corpo del suo unico amico, della persona a lui più cara. Non è ancora morto, ma la ferita che gli squarcia il petto si sta portando via con il sangue il suo soffio vitale. “Dai Veg. Starai bene”dice il ragazzo color glicine in lacrime. “Che c’è fratellino, piangi? Se il principe dei saiyan, papà non vorrebbe”mormora debolmente il ragazzo dai neri capelli, mentre i suoi vivaci occhi azzurri si fanno opachi e spenti. Comincia a tossire e quel poco di sangue che gli è rimasto in corpo esce pure da lì. “Avevi detto, dopo la morte del nostro maestro Gohan, che non ci saremmo mai separati”dice Trunks in un pigolio. Non può scordare che in una notte di pioggia come quella otto anni prima (15 meno 7 fa otto? NdA) (Uno dei miei figli sta morendo e tu interrompi per una fesseria simile NdMiraiVegeta) hanno trovato il cadavere del nostro maestro in mezzo a un lago di acqua e sangue. Il figlio del grande sig. Goku, grande amico di loro padre, entrambi ricordati come grandi eroi che non possono ricordare per la loro prematura scomparsa, gli aveva insegnato a combattere. Durante un attacco dei cyborg a un luna park per salvarli aveva sprecato l’ultimo senzu dividendolo a metà per loro e aveva perso un braccio sfregiandosi il volto. I due brief avevano allora deciso di diventare ssj, ma i loro sforzi erano stati vani. L’ultima volta che il Son aveva sfidato le due macchine di distruzione, aveva messo k.o. i due ragazzi che al loro risveglio avevano già trovato il triste epilogo. Vegeta jr. si era allora tramutato in ssj, urlando di dolore e tirando due pugni così forti al terreno da creare profonde crepe. Trunks invece ancora non c’era riuscito, forse perché tra i due era sempre stato il più timido, vivendo un po’ nell’ombra del fratello maggiore. Nonostante fossero così diversi, erano inseparabili. Nel frattempo anche Vegeta jr. ricordava, in fondo prima di morire si rivede tutta la propria vita. Non ricordava molto di suo padre, ma la madre gli diceva che per rivederlo gli bastava specchiarsi per quando si assomigliavano. L’unica differenza erano quegli occhi così azzurri da parere innaturali in tutto il suo essere nero, ma che lo avevano sempre reso ancora più affascinante agli occhi delle tante ragazze che lo avevano corteggiato. Anche Trunks non se la cava male, ma era aiutato dal suo carattere dolce che lo rendeva un perfetto principe azzurro. Una delle poche cose che si ricordava di suo padre era la voce. Così seria, regale. Non ricordava il suo viso, aveva solo due anni, era così piccolo da arrivargli alle ginocchia. Prima di andare a combattere coi cyborg, alla sua ultima battaglia senza ritorno, gli aveva accarezzato la testolina dicendogli di proteggere sua madre e suo fratello appena nato. Goku non era nemmeno mai riuscito a combattere coi cyborg invece, ucciso da una malattia cardiaca, allora senza cura. La medicina era stata creata troppo tardi. (Vi chiederete come fa ad esserci la malattia cardiaca. Ricordo che avendo debellato il veleno nella coda di Freezer e i suoi effetti non ce ne dovrebbe essere più traccia. Lo scopriremo con i tempo NdA). “Trunks proteggila tu la mamma”mormorò con la voce spezzata Vegeta jr.. Furono le sue ultime parole, mentre gli si chiudevano gli occhi e perdeva la vita. “Veg.. Veg! Non scherzare, dai Veg.!! Fratellone apri gli occhi, dai!!!”mormorò Trunks sull’orlo della follia, mentre scuoteva il corpo ormai senza vita del fratello maggiore. “Vegeta!!!!!!”urlò allora il glicine e il suo grido prese via via sempre più forza. I capelli lilla si alzarono come quelli di un saiyan puro, mentre lo strano colore scompariva lasciando il posto all’oro del ssj. I cyborg avrebbero pagato quell’ultima vittima dall’ultimo uomo in cui scorreva ancora il sangue dell’antica razza perduta.

 

 

 

 

“Allora hai preso tutto?”chiede con il tono di una madre preoccupata. “Si, ho preso tutto. Mamma è la trecentesima volta”risponde il glicine sistemando meglio la spada sulla schiena. “Scusa”mormora la donna, alzando le braccia in segno di arresa. Trunks sbuffa. Quando poi vede che la madre sta nuovamente per parlare, la precede. “Si, ho anche la medicina per il signor. Goku”dice Trunks e la madre sorride conta in fallo. Si sfrega le mani guantate di bianco e si sistema i lunghi capelli legati in una coda. Li sente sfibrati sotto le sue dita callose. Si, la sua bellezza ha avuto tempi migliori, ma è da tanto che non gli interessa minimamente. Adesso capisce Chichi. Sono donne d’azione, non hanno tempo da perdere in cose futili, anche perché se si fermassero rimarrebbero schiacciate dal peso del loro passato. (Ricordate la Mirai Chichi dell’oav su Mirai Trunks? Quella vecchia derelitta, cancellatela. Qui si è alzata le maniche e va avanti nonostante tutto, presto capirete perché NdA). Ed ecco arrivare Chichi in spalla della nuora Videl. Ha preso in casa la povera orfana, perché era arrivata a casa sua in lacrime con un pancione enorme. Nessuno sapeva che lei e Gohan erano fidanzati. Il ragazzo lo aveva tenuto segreto per evitare di mettere in pericolo. Soltanto che la giovane donna aveva scoperto di essere in cinta solo dopo. Chichi aveva sperato che nel piccolo ci potesse essere qualcosa dei due suoi uomini perduti, ma Videl aspettava una bambina, che da poco era venuta alla luce. Chichi però non si era demoralizzata ancora una volta. In quel preciso momento la piccola e monella Pan era nelle sicure e grandi mani di Yuma, il vecchio padre ormai con barba e capelli grigi. Chichi riponeva in Videl, ormai con una figlia, e nella nipotina Pan la speranza di un nuovo futuro. Fatto sta che la piccola, per quanto potesse nascere guerriera, aveva ricordato a Chichi una promessa verso quello che Gohan aveva considerato sempre un fratello minore. Chichi si avvicino a Trunks e gli porse un bastone magico, che vantava una storia incredibile. “Goku lo aveva regalato a Gohan, ma credo che lui volesse darlo a te”disse mettendolo sulle spalle di Trunks, legato alla spada. Trunks si commosse e abbracciò la donna. Aveva sempre tenuto la mora, ma gli aveva appena concesso l’onore di tenere qualcosa che era appartenuta al suo adorato maestro Gohan, che ben si accordava con la spada che era stata di suo fratello maggiore Veg.. Dopo essersi allontanato, aver abbracciato la mano e fatto un cenno di saluto a Videl, salì all’interno della macchina del tempo. L’aveva chiamato “Hope”, speranza, perché era quella di cui aveva bisogno. Proprio mentre lui lasciava il suo mondo, il suo tempo, mentre la sua macchina volava via, due nere figure si avvicinavano al gruppetto.

 

 

 

 

 

Avrei potuto ucciderla, come in fondo io e mio fratello facevamo con tutti, ma anche quella volta non ne ho avuto il coraggio. C17 non ha capito il mio gesto, ma ormai mio fratello capiva sempre di meno le mie azioni. Mi scrutava con quegli occhi azzurri pieni di malvagità quando i miei, ma che nel loro ghiaccio rimanevano sempre più umani dei miei che ormai sembravano spiritati. “Se la uccidiamo perderemo il nostro gioco. Suo figlio è un valido guerriero, perché fargli fare qualche sciocchezza che ci costringerebbe a eliminarlo?”dissi io con la voce dolce e seduttrice di una bimba che desidera ardentemente un giocattolo. C17 sorrise. Anche lui si divertiva a massacrare quel terrestre color glicine, in fondo era l’unico vero guerriero rimasto, aveva finito per “romperli” tutti i nostri giocattoli. Però, appena mio fratello sghignazzando volo via, mi girai. La vidi lì, a terra in quel lago di sangue, in lacrime mentre cercava di dare aiuto ai suoi amici ormai privi di vita. Le invidiai i capelli azzurri, invidiai quelle labbra perfette, invidiai quel suo corpo “vivo” con cui il mio di freddo metallo non poteva competere. Nonostante io potessi spazzare via la sua insulsa vita con un unico gesto, nonostante io avessi un grande potere e lei fosse la terrestre in lacrime. La invidiavo. Cercavo di portarle via tutto perché la invidiavo. Lei aveva avuto, anche se per poco, quello che io più di tutto desideravo. Però lo avrei avuto. Avevo visto quella sfavillante macchina del tempo, mentre mio fratello stupidamente non se n’era neanche accorto. Mi bastava poco, qualche altro cip, un ancor più approfondito studio della scienza meccanica, qualche vittima, un po’ della mia centenaria energia e la “mia” creatura sarebbe stata perfetta. Mi serviva un cyborg, ma io non volevo morire e di uccidere mio fratello non se ne parlava, anche se può sembrare strano io e lui siamo legati da qualcosa di grande  abbastanza per essere paragonato all’insulso affetto degli umani. Dovevo trovare qualche prototipo del dottor. Gero.

 

 

 

 

Ringraziamenti:

 

 

Thebest90 Mi dispiace di non averti aspettato. Spero che nella tua vita frenetica riesca a trovare il tempo di leggerla e farmi sapere. Specchi e ricordi invece non lo sblocco il più possibile, cercando di aspettarti.

 

Vale_93 Ed eccoti i seguito. Illuminazione improvvisa che sottolinea la mancanza di fantasia che possiedo. Vendetta compiuta. Grazie per il peluche di Cooler, ma dopo averlo distrutto mi è rimasto un vuoto. Penso che nella storia devo far eliminare almeno un'altra lucertola, per la mia personale felicità. Vegeta che ride da solo come un pazzo, idealmente mi fa tenerezza, ma diciamolo per quanto io lo ami penso che sia al limite del patetico. Soprattutto nel vero db. In fondo però penso che se venissi eliminata e poi tornassi in vita sarei ancora peggio. Comincerei a piagnucolare, abbracciando forte forte la coda di Sherron che mi guarderebbe sconvolto. Meno male che almeno tu dovevi leggere. La fine è così telegrafica proprio perché l’idea di Goku perduto nello spazio, che guarda dall’oblò con una faccia da ebete, che dice : “Mi sarò perso”mi ha fatto ridere così tanto da bloccare la mia capacità di scrivere. Però dovevo farlo. Il teletrasporto è sempre il teletrasporto. Già Mirai c’è, ma finalmente la storia ha un titolo, anche se una parte di me avrebbe voluto chiamarla Nameck2. Per evitare di essere uccisa da lettori sconvolti, ho evitato. Speriamo che il capitolo ti sia piaciuto, ciao.

 

 

Ladydarkprincess  No, no ti rattristare, o mi rattristo anch’io. Ecco il seguito. Trunks nasce adesso. Avrai capito dalla storia perché non poteva e non doveva essere il primogenito in questo caso. Non è cambiato tutto tutto, ho voluto lasciar nascere Trunks al momento giusto, ossia nel periodo cyborg. Spero che il capitolo ti sia piaciuto, ciao.

 

 

Ka93  Non disperarti tanto per la fine di Nameck, qui c’è il seguito. Si, il Big Bang Attack; a cui nella storia avevo inserito il nome sbagliato apposta per sottolineare la strana descrizione che ne avevo fatto, errore che non si ripeterà più; ha fatto la sua comparsa in anticipo. Veggy *ççç* sei bellissimo! Cooler in fondo è fatto così. Buon per noi. Goku si doveva perdere o addio teletrasporto. Certo che sei di parola. Però non credi che legarmi a una sedia davanti al pc e minacciarmi con un mitra si un po’ troppo per obbligarmi a fare il seguito? xD Questo però non vuol dire di non rileggere ogni tanto il povero Nameck, che credo sarà sempre il massimo, anche perché è riuscito ad arrivare alla fine senza perdere la sua lunghezza proverbiale. Spero che mi seguirai in questa nuova folle avventura. Fammi sapere cosa pensi del capitolo. Kiss kiss, mega kiss

 

Nitrovtesta Sono contenta che la storia ti abbia appassionato. Si, era finita, ma sotto pressioni varie ho deciso di fare il seguito. Stavo appunto parlando di pressione. Me inginocchiata disperata. “Ti prego non fare una strage. Non eliminarmi, sono ancora giovane e non possiedo sfere del drago”. Goku e Vegeta, sperando che tu mi abbia finalmente eliminata, stappano lo champagne. “Finalmente non ci succederà più niente”dice Goku malefico. “Vero. A causa di quella rischiavo la vita tre volte su tre”risponde Vegeta scolandosi mezza bottiglia. “Mi dispiace, ma nitrovtesta dice che non arriva a tanto e inoltre siamo già al seguito. Perciò non vi siete liberati di me Mwuauauaua”Ndme completamente folle. xD se dopo tutto questo sei ancora qui, ti faccio i miei complimenti. Io continuo a ribadire quanto sono felice che ti sia piaciuta. Spero ti piacerà anche questo nuovo capitolo. Kisses

 

 

Giusiemo291 Sono contenta che la mia storia ti sia piaciuta e che tu sia riuscita in un impresa titanica come riuscire a leggerla. Non preoccuparti, se non eri registrata non potevi certo recensire, ma l’importante è che ti piacesse leggere la storia, per me conta quello. Poi le recensioni sono cose superflue, anche se sempre ben accette. Mi piacerebbe aiutarti. Io, per paura di perderlo, del mio html ne ho fatte trecento copie e ne ho una versione vecchia sul computer di un mio amico e uno salvato in una penna. Perciò renditi conto quanto lo consideri importante. Anche perché per un periodo non l’ho avuto e i miei lettori erano entrati in sciopero. Ho riletto la tua storia. Ossia l’ho presa, l’ho messa su Microsoft Word. Ho staccato dove serviva, ho ingigantito la scrittura e ho sistemato alcune cose grammaticali (Non farci caso. Se veramente hai letto la mia storia ti sarai accorta dei mega errori ortografici che faccio NdA) e adesso posso dirti che è bellissima. Però non puoi pretendere che tutti i lettori siano teste dure come me, che se si impuntano a leggere una storia ci riescono. Mi piace molto quello che hai voluto esprimere ed è bella la canzone. Anche io ascolto Evanescence. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e che ora che sei registrata tu trovi il tempo di recensirmi ancora. ciao

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: kamy