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Autore: Zanexd22    20/07/2015    4 recensioni
“T-ti prego Vermouth… aiutami… Cosa devo fare? Cosa devo fare quando…il mondo intorno a me collassa?” Gli tremava la voce.
“Bene Shinichi…quando il mondo collassa e i giorni si riempiono di oscurità, hai due possibilità: o cerchi di scappare, o altrimenti impari a vivere in questa oscurità. Ebbene, Cool Guy? Nel tuo cuore è già arrivato l’odio? Riuscirai a controllarlo…o verrai sopraffatto? Il tuo cuore puro è stato rovinato per sempre…che cosa pensi di fare?”
[Tratto dal cap. 3]
Gin disse, con tono freddo e distaccato:
“Allora, fottuto detective da quattro soldi, ora ci dirai cosa vogliamo sapere, in un modo o nell’altro: chi è Sherry, che aspetto ha e perché non ricordiamo assolutamente nulla di lei!!”
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In un futuro dove l'amicizia non conta più nulla e dove è l'odio a dominare nei cuori. In un futuro dove un detective ha subito troppo per poter ancora amare. In un mondo dove il tuo nemico più grande è costituito da te stesso. In un mondo collassato, dove ciò che avevi imparato a conoscere non c'è più. Questo è When the world collapses.
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti, Vermouth | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Capitolo 2: Cerimonia

 

Gli schermi colorati dei negozi, la gente che camminava veloce sugli affollatissimi marciapiedi di Tokyo, le macchine che sfrecciavano veloci sull’asfalto piombarono nella mente del giovane ex-detective Kudo come un fulmine a ciel sereno. Erano passati cinque lunghissimi anni dall’ultima volta che era venuto a Tokyo, e tornarci senza alcun preavviso lo fece star male da una parte e bene dall’altra. Se si sentiva distrutto per ciò che era successo, era anche felice di rivedere la sua città e coloro che non era riuscito, ahimè, a dimenticare. Mentre Shinichi e la sua giovane amica passeggiavano per le strade della capitale del Giappone, si ritrovarono a passare davanti all’Haido Hotel, uno dei tanti luoghi che la mente del giovane Kudo aveva sigillato nel profondo del suo cuore. Shinichi si fermò di colpo, ritrovandosi in ginocchio a versare delle lacrime pesanti, che arrivavano direttamente dal suo cuore, o da quello che ne rimaneva. Aveva ancora negli occhi quelle terribili scene, d’amicizia e di odio allo stesso tempo, le sue mani impugnare quell’arma fatale e premere il grilletto. Proiettile d’argento? No, lui si definiva più una bomba, un arma a doppio taglio: per sconfiggere l’organizzazione nera, era stato costretto ad annientare anche dei poveri innocenti, in questo caso i suoi amici e la sua vita. I primi mesi aveva pensato che anche se il suo corpo fosse sopravvissuto, dentro non vi era più niente: si considerava un involucro vuoto, senza la possibilità di provare più qualsiasi sentimento. Shiho era stata provvidenziale, gli aveva mostrato che si poteva vivere anche avendo perso tutto, cosa che lei si era già ritrovata a fare, quando erano ancora intrappolati nel corpo di due bambini di sette anni. In quel caso, era lei quella fragile, lui era invece quello che la aiutava a rialzarsi. Ora la situazione era completamente diversa, si era capovolta. Ma lui sa che non potrà mai ringraziarla abbastanza, anzi, ora che ci pensava, non l’aveva mai ringraziata. Si sentiva uno stupido, e decise che lo avrebbe fatto al più presto. Anche se un “grazie” non sarebbe bastato per far capire a lei quanto era importante.
I suoi pensieri furono interrotti da una graziosa voce che chiamava il suo nome: “Shin, stai bene? Mi senti, stai bene?”
 
Lo aveva visto più volte fare così all’improvviso e sapeva che dopo qualche minuto tutto sarebbe tornato alla normalità, eppure non riusciva a non preoccuparsi ogni volta. Si chiedeva spesso cosa pensasse quando faceva così, ma si rispondeva quasi subito, dicendosi che probabilmente ricordava ciò che aveva passato. Fatto ancora più evidente, visto che stavano passando davanti all’Haido Hotel, un posto che era stato per entrambi sinonimo di terrore e tristezza. Ricordava ancora benissimo la prima volta che visitò quel posto insieme a lui, in occasione dell’assassinio proprio per mano dell’Organizzazione di un politico corrotto. In quella occasione era stata anche catturata da Pisco, un sicario agli ordini di Gin, ma salvata da Shinichi, al tempo Conan Edogawa. E si ricorda che fu in quel momento che cominciò ad interessarsi a lui, quando gli prestò i suoi occhiali per nascondere il volto, un momento che considerava, in qualche strana maniera, romantico. Non riusciva ad usare ancora la parola “amore”, credeva che per lei non ce ne fosse, ma si stava quasi abituando all’idea di poterlo fare. Di potersi definire “innamorata”. Altrimenti non lo avrebbe seguito fino ad Okinawa. Aveva avuto la possibilità di lasciarsi tutto alle spalle e di partire per l’Europa, ma alla fine non c’era riuscita: aveva preferito rimanere con lui, perché voleva stare con lui. Per un secondo si chiese se Shinichi qualche volta pensasse a tutto ciò che aveva fatto per lui, ma si rispose dicendo che aveva altre cose di cui pensare. Ma chissà, magari un giorno lo avrebbe fatto. E lei avrebbe potuto chiamare il suo sentimento “amore”.
 
Erano passati ben quaranta minuti da quando erano arrivati a Tokyo, e ora erano davanti alla Chiesa (piccola nota Zane: non so come si sposino in Giappone, quindi mi adatterò al modello occidentale, ma se qualcuno di voi lo sa mi piacerebbe saperlo, così da poterlo inserire nei prossimi capitoli), in ritardo, perché si erano dovuti fermare a comprare un regalo per gli sposi, ovvero Ran e…già, chi? Shinichi ignorava completamente chi fosse lo sposo, e non aveva la minima intenzione di chiederlo a Shiho, la vedeva sorridere e camminare spensierata, non l’avrebbe di certo disturbata per una sciocchezza. Sembrava come se non avesse mai avuto una vita terribile: il detective sperava veramente che un giorno sarebbe potuto “guarire”, tornare a vivere una vita normale, come lei.
 
“Iniziamo il giuramento”.
Il prete della Chiesa dava ufficialmente inizio al matrimonio della giovane donna Ran Mori. La famiglia, gli amici, i conoscenti, erano tutti lì, per assistere a quello che doveva essere il giorno più bello della sua vita. Emozionata e bellissima nel suo vestito da sposa, accanto all’uomo che amava. Stava andando tutto benissimo, era un giorno speciale, eppure aveva un brutto presentimento. Aveva notato che Shiho non era venuta, e questo la metteva in ansia… probabilmente era rimasta a Okinawa con Shinichi, ma c’era una vocina nella sua mente che gli diceva che non era così.
“Strano non siano ancora arrivati, né che non si siano presentati all’appuntamento che gli avevamo dato”. Aveva commentato così il Dottor Agasa il fatto che Shiho e Shinichi mancassero, mentre parlava con Goro. Il loro piano per incontrarli per primi e spiegarli un po’ la situazione (vi ricordate la prima conversazione misteriosa dello scorso capitolo? nd Zane) a Tokyo era andato a rotoli, perché non si erano presentati all’appuntamento fissato con la stessa Shiho.
“E se fosse accaduto qualcosa?” domandò un preoccupato Detective Goro, che aveva provato più volte ad “limare” il dolore della figlia e a restaurare i rapporti fra i due giovani.
“Impossibile. Ora li chiamo e sento cosa è successo.”
Velocemente, il Dottor Agasa digitò il numero del cellulare di Shiho (Shinichi lo aveva cambiato). La ragazza rispose subito.
“Pronto, Dottor Agasa? Volevo avvisarla prima, ma non c’era segnale. Io e Shinichi abbiamo fatto tardi perché siamo passati a comprare un regalo per gli sposi.”
“Ah, è per questo che non vi siete presentati all’appuntamento davanti casa mia.”
“Cosa? Mi scusi Dottore, ma lei non mi ha dato nessun appuntamento!!”
Il simpatico inventore fu leggermente sorpreso da questa affermazione, ma decise di non preoccuparsene, pensando che poteva essere stato uno scherzo dei Giovani (un po’ meno rispetto al manga, cinque anni passano per tutti!) Detective, che possedevano un congegno simile al farfallino di Conan per alterare la voce. Piuttosto, chiese dove si trovassero adesso i due.
“Stiamo per entrare nella Chiesa.”
“Che cosa? Ferma Shinichi, se Ran lo vedesse potrebbe essere un guaio!!”
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“Tu, Ran Mori, vuoi prendere come sposo questo giovane?”
Era il momento. Bastava un semplice “Si”, che la portasse a vivere una nuova vita, lontana dalle ombre che la angosciavano.
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Nello stesso preciso istante, il grande portone della Chiesa si aprì, portando con sé la figura di un giovane venticinquenne.
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“La prossima settimana non riuscirò ad aggiornare, quindi dovrete attendere il prossimo fine settimana o quello dopo ancora!”
Questo ero io 2 mesi fa. Scusate Ciò che doveva arrivare il 20 maggio è arrivato il 20 luglio. Non so quanti di voi continuino a seguire la fic, ma vi ringrazio in anticipo casomai buttaste l’occhio su questa roba. Il capitolo era quasi finito da un pezzo ma, sia problemi di salute, che una partenza improvvisa mi hanno fatto arrivare a pubblicare oggi.
Il 1 agosto andrò in vacanza e ci resterò per tutto il mese, quindi cercherò di farvi avere un altro capitolo prima della mia partenza.
Inoltre, volevo comunicarvi che sono riuscito a scritturare Ai per la presentazione dei capitoli! Contenta?
Ai: No, per niente! Mi aveva promesso per email l’eliminazione di tutti i Mib e l’amore di Conan firmandosi Gosho, mi ha fatto firmare un contratto, e poi mi sono accorta che non era Gosho!
Io: Lo so, però ora sei costretta a commentare le mie prossime 258 fan fic!
Ai: Un giorno ti ucciderò con le mie stesse mani… Comunque, mi spieghi perché, se sei uno ShinXShiho, fai incontrare il tonno (o Conan, fate voi) con Ran??
Io: Ecco… per divertirmi un po’!
Ai: Conan, che ne pensi tu di questo scrittore da quattro soldi?
Io: Quattro soldi?? Vorrei vedere te!
Ai: Guarda Laix…o Dudi_Mouri…loro sì che sanno scrivere!! E comunque, perché Conan non risponde??
Io: Ecco…non sono riuscito a scritturarlo…eheheh!
Ai: E allora io a che servo?? Vai subito a scritturarlo, stupido di uno scrittore!
Ciao a tutti!!
   
 
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