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Autore: bookslikedrug    20/07/2015    3 recensioni
Alfred F. Jones è uno dei ragazzi più popolari della Hetalia Accademy,
perciò non trova strano che moltissimi ragazzi e ragazze gli chiedano ogni giorno di uscire.
Nonostante all’inizio fosse divertente avere tutta quell’attenzione,
Alfred si ritroverà presto a desiderare di non averla.
Cosa succederebbe se il suddetto americano chiedesse al suo migliore amico inglese
di fingersi il suo ragazzo per allontanare le altre persone?
L’inglese accetterà?
***
Principalmente usuk ma ci saranno altre coppie, High School!AU, nomi umani.
Ispirata (e si capiva) a Faking It.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO UNO: Pulivo le stelle








Davanti al portone principale della Hetalia Accademy si staglia potente e maestoso un albero di magnolia. Questo per molti lettori può sembrare un albero qualunque, uno dei tanti che coprono quella forma sferica coperta da acque e monti comunemente denominata Terra, ma dovete sapere che l’anno in cui era stato piantato era il 1800 e il luogo era l’Inghilterra. Per questi motivi -e per altri che comprendono una festa, un circo e un tendone andato a fuoco- la gente del posto si sorprese non poco vedendo quell’albero esotico comparire da un giorno all’altro. Oggi sappiamo che a portarlo erano stati due mercanti provenienti da un viaggio in sud Europa, Augusto e Bartholomäus, i quali avevano arrecato molti altri danni a quella cittadina, ma questa, signori, è un’altra storia.
La nostra magnolia, dunque, poteva ben dire di aver vissuto a lungo in quella città e di aver visto moltissime vicissitudini nella sua vita. L’Hetalia Accademy, ad esempio, non era sempre stata una rinomata accademia. L’albero aveva visto la costruzione di quello stesso edificio già nell’800; e, inizialmente battezzato come convento cristiano, ottenne poi il permesso di essere trasformato in ospedale, poi in carcere, e per finire lo ritroviamo adesso come scuola. Nonostante i cambiamenti fossero molti, questo edificio vantava di avere per ogni trasformazione almeno una persona illustre: prima era qualche santo, poi i medici più bravi di tutta Europa e anche i criminali più ricercati al mondo avevano varcato la soglia di quella dimora. Oggi, nel 2015, quell’edificio vantava di avere piccoli prodigi tra le sue aule: solamente pochi tra i migliori ragazzi del mondo potevano essere ammessi a studiare fra quei imponenti corridoi.
Per quanto tutte le vicende di quei singolari alunni ci stiano a cuore, questa storia narra le peripezie di due soli giovani: Alfred F. Jones e Arthur Kirkland. Bene signori, i miei oneri da narratrice sono conclusi. Ora vi posso solo augurare buona lettura e posso avvertirvi di stare lontano dai troll, fanno molta paura.

 

“Quindi come potete vedere se raccolgo questo numero posso semplificarlo con quello.” Il professore tracciò due linee sulla lavagna, inizialmente nera come il cielo di una notte senza stelle.
“In questo modo posso trovare la soluzione più facilmente.” I ragazzi annuirono all’unisono, come cagnolini ammaestrati. Solo un ragazzo si astenne dall’esibirsi al pubblico.
Alfred Franklin Jones nemmeno vide il domatore matematico trovare la soluzione a quel guazzabuglio di numeri: i suoi occhi verde smeraldo erano puntati da un’altra parte e la sua mente vagava in un punto imprecisato tra l’uccidere un drago e cosa avrebbe fatto quel giorno. Lo sguardo perso era rivolto alla finestra, era una delle poche giornate di sole inglesi e sarebbe stato un peccato sprecarla. Forse avrebbe potuto convincere uno dei suoi amici a rimanere sotto l’ombra dell’Albero, o potevano andare al lago, o anche...
“Signor Jones!”
Il domatore matematico aveva scovato il cagnolino che non seguiva la coreografia, Alfred poteva aspettarsi il peggio.
“Cerchi di prestare attenzione.”
Fortunatamente il domatore non desiderava dare punizioni oggi, forse il bel tempo stava influenzando un po’ tutti in quella scuola. Alfred continuò a perdersi nei suoi pensieri, questa volta, però, mantendo il viso rivolto alla lavagna.
 

Arthur purtroppo non aveva avuto la sua giornata perfetta. La sveglia non aveva suonato e sia lui che i suoi fratelli ora correvano per arrivare a scuola. Sebbene la prima lezione ormai fosse impossibile da recuperare, potevano provare ad entrare alla seconda. E sarà stato il destino, la dea protettrice di ogni studente o semplicemente la loro corsa sfrenata ma arrivarono in orario per la seconda ora, anzi avevano anche un po’ di tempo per fare colazione!
La dea Fortuna già sorrideva: aveva trovato qualcuno su cui riversare una parte della sua cornucopia per quel giorno.
 

“No guarda Lisa... Scusa, Ginevra? Beh capita di sbagliarsi... Senti, sei una ragazza davvero carina ma non ho proprio voglia di uscire oggi. Mi dispiace.”
Arthur vide una ragazza allontanarsi singhiozzando e un’altra che le si avvicinava. L’inglese si avvicinò al ragazzo che aveva provocato quel trambusto.
“Certo che non ti smentisci mai Alfred.” Gli disse ridendo sommessamente. L’americano tuttavia sembrava essersi intristito e guardava dalla parte dove le due ragazze erano sparite con sguardo vacuo.
“Non è divertente.” Rispose distogliendo gli occhi dal muro e puntandoli verso il suo armadietto per prendere dei libri.
“Lo so però cosa vuoi fare? Tornare a dire di sì ad ogni ragazza carina? Sai com'è finita.” Arthur ripensò con amarezza agli avvenimenti dell’anno passato.
“No ma non mi piace vedere tutte quelle ragazze andarsene piangendo dal mio armadietto! Cosa potrei fare? Aiutami Arti! Tu sei il più intelligente qua!” Dicendo questo l’americano posò le sue mani sulle spalle dell’inglese e lo guardò implorante.
“Solo perché ho voti poco più alti non vuol dire che sia più intelligente. Siamo stati ammessi entrambi alla HA, un motivo ci sarà...” Rispose l’inglese distogliendo lo sguardo dagli occhi verdi di Alfred, arrossendo un poco. Ma, visto che l’americano continuava a guardarlo supplicante, pur nonostante il suo discorso emozionante, Arthur fu costretto a continuare.
“Va bene penserò a qualcosa! Ehi! Smettila di abbracciarmi si stanno voltando tutti! Sì sì non serve che mi ringrazi, lasciami pensare... Mhh, hai mai provato a dire che sei gay? Allontanerebbe le ragazze.”
“Ma non sono gay!” Disse Alfred aggiungendo alla frase un’espressione che Arthur non seppe cogliere. “E non voglio mentire riguardo alla mia sessualità. Inoltre attirerebbe solo più maschi, e no, non fingerò nemmeno di essere bisessuale!” Aggiunse in fretta l’americano intuendo ciò che l’inglese stava pensando. Erano migliori amici da molti anni ormai, e spesso succedeva che riuscissero a leggere i pensieri dell’altro solamente guardandosi negli occhi.
“Okay, okay... Che ne pensi del fingere di avere già una ragazza?”
“Ma con chi potrei dire di essere fidanzato? Miley Cyrus? E non mi hanno mai visto con lei perché vuole tenermi lontano dai paparazzi? Dai!”
“Non intendevo quello stupido! Pensavo... Potresti chiedere a una delle tue pretendenti di essere la tua ragazza.”
“Non penso sia una buona idea... Sai, lei potrebbe essere innamorata di me ma io no, sarebbe come usarla. Non mi piace questa idea, prossima!”
“Non sono mica un pozzo senza fondo di idee, uff! Va bene... E se invece di chiedere a una tua pretendente chiedessi a una tua amica?”
“Beh sarebbe la stessa cosa...”
“Ma se le chiedessi di fingere già prima non sarebbe un problema.” Arthur sorrise tra sé e sé per la genialità del suo piano. E l’americano sembrava pensarla allo stesso modo perché gli si illuminò il viso e disse:
“Artie, sei un genio!” L’americano si chinò sul più piccolo e gli stampò un bacio in fronte, cosa che fece arrossire moltissimo l’inglese, il quale non riuscì nemmeno ad arrabbiarsi per il nomignolo dell’americano. Tuttavia Alfred sembrò non accorgersene.
“Ora devo solo trovare una ragazza adatta!”
In quel momento la campanella suonò, segnando l’inizio di un’altra ora di lezione. L’americano si voltò verso l’inglese chiudendo intanto l’armadietto.
“Bye bye, Artie! Grazie ancora!”
“A dopo Alfred, e guarda dove vai!”
L’inglese seguì l’americano con lo sguardo finché non lo perse di vista, si girò verso il suo armadietto e lo chiuse. Nonostante avesse saltato la prima lezione, si presentavano davanti a lui molte altre ore da passare in quella scuola, e voleva riuscire ad arrivare in tempo almeno alle altre!
 

Intanto Alfred si stava dirigendo verso la sua classe, aveva scienze ora, una delle sue materie preferite. In realtà, la parte sulla biologia e gli animali era orribile. No, lui amava soprattutto l’astronomia. Adorava conoscere i nomi di più stelle possibili e voleva sapere tutto sui misteri dell’universo. Si sedette al suo solito posto, con i suoi libri e pronto ad ascoltare la lezione, in testa pensieri solo su galassie e stelle.

 


-AA:Angolo Autrice-
Eccomi qua con una nuova storia yay! Prometto che aggiornerò presto anche le altre, solo che avevo questa idea da un po' così ho buttato giù qualcosa. Come ho già detto questa storia è ispirata a Faking It, una serie tv americana, se non la conosceste ve la consiglio, è stupenda! Non ho molto da dire, spero vi sia piaciuta, a presto!
Più recensioni ricevo, prima aggiorno, quindi recensite! Ciao!

 

 

 

 

 

   
 
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