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Autore: wearesotogether    20/07/2015    3 recensioni
Si guardano, ed è quello il momento in cui Darren capisce che non importa quante persone incontrerà, quante vite si intrecceranno alla sua, quanti occhi lo guarderanno, quante mani l’hanno sfiorato, quante risate gli hanno fatto compagnia. Non importa, perché, consapevolmente ed irrimediabilmente, lui sa che amerà sempre un po’ di più le mille e una cosa che rendono Chris così Chris.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You’re the light, you’re the night
You’re the color of my blood
You’re the cure, you’re the pain
You’re the only thing I wanna touch
Never knew that it could mean so much, so much
 
You’re the feel, I don’t care
Cause I’ve never been so high
Follow me to the dark
Let me take you past our satellites
You can see the world you brought to life, to life
 
 
 

 
Gli occhi di Chris diventano trasparenti quando le emozioni sono troppe.
 
È come se prendesse tutte le cose che lo rendono speciale, tutti i suoi errori e le sue debolezze, e li nascondesse con cura e attenzione dietro un velo scintillante di lacrime sottili. Per proteggerli, forse. Per proteggersi.
 
Darren lo sa, e ha imparato che tentare di abbattere i muri con Chris non funziona. È come un riccio, si chiude sempre di più fino a perdersi definitivamente in quel mare di aculei che la vita l’ha costretto a sviluppare.
 
Perciò sorride con calma, Darren, lo guarda e solleva quel velo di incertezze che copre gli occhi di Chris con delicatezza. Gli bacia piano le labbra, gli zigomi appuntiti, le guance colorate di rosso, il collo bianco, le mani fredde, il petto liscio.
 
Lo bacia e fa in modo che tutte quelle emozioni si incanalino nei loro tocchi. Assapora ad occhi chiusi ogni secondo che la vita ha deciso di fargli vivere con lui e riesce ad aggiustare anche i pezzi che sembrano irrecuperabili.
 
Perché forse gli occhi di Chris sono trasparenti, ma lui è luminoso come centinaia di supernove che esplodono insieme, e Darren non riesce a credere di avere la fortuna di essere scaldato da quella luce.
 
***
 
Chris è una persona fastidiosamente disordinata.
 
A volte Darren torna a casa la sera, stanco e totalmente perso nei suoi pensieri, si lascia cadere sul letto e si ritrova con lo spigolo di un libro infilato tra le vertebre. A volte trova matite nel portaspazzolini e cucchiai nei portapenne.
 
Chris lascia sempre il computer nei posti più impensabili. A volte lo chiude nella dispensa, altre lo lascia sul balcone, vicino alle piante. Ci fu una volta in cui lo cercò per ore, per poi scoprire che era nascosto sotto la lettiera di Brian – e ovviamente Chris diede la colpa a Darren, perché “andiamo, secondo te potrei aver mai messo lì il mio computer? Sicuramente sei stato tu per farmi uno scherzo, ma non è divertente Dare, perché qui dentro c’è la mia vita”.
 
Darren a volte pensa che sia strano, perché Chris è una di quelle persone un po’ particolari, quelle che organizzano la loro vita a tavolino e, anche se non si lasciano spaventare dagli imprevisti, tentano di evitarli più che possono. Ed è strano, perché è come se il disordine fosse l’unico aspetto della sua vita che Chris si possa permettere di non controllare.
 
Darren gliel’aveva detto una volta, tra un sorriso e l’altro, ma Chris non aveva risposto. Aveva annuito piano, come se fosse pensieroso, ed era tornato alla sua lettura.
 
Darren aveva pensato che forse si fosse offeso, e la sera dopo gli aveva comprato una rosa – azzurra, come il colore dei suoi occhi.
 
Ma quando aveva aperto la porta di casa, era rimasto a bocca aperta e la rosa gli era scivolata dalle dita. Perché Chris non era mai stato uno dai gesti plateali, ma in quel momento la sala era perfettamente in ordine e completamente ricoperta di rose gialle e rosse. Sul pavimento, sul tavolino, sui divani, sul ripiano della televisione.
 
Darren era rimasto in silenzio, fermo sulla porta d’ingresso, finché Chris non era apparso quasi dal nulla. Si era avvicinato a lui, piano, e aveva raccolto da terra la sua rosa azzurra – che era sembrata quasi insignificante in mezzo a tutte le altre.
 
Aveva nascosto il naso tra i petali, aspirandone il profumo, e aveva sorriso.
 
“Sai perché controllo sempre tutto?” aveva chiesto piano, gli occhi trasparenti fissi in quelli di Darren. “Perché così sono sempre pronto a fronteggiare gli imprevisti belli come te. Tu sei stato il mio imprevisto migliore, Darren Everett Criss.”
 
Darren aveva trattenuto il fiato, in attesa.
 
“Ma sai perché sono disordinato?” aveva chiesto ancora, accarezzandogli una guancia con le dita fredde. “Perché così tu sarai costretto ad essere sempre accanto a me, per mettere in ordine i miei casini.”
 
Chris aveva catturato il suo singhiozzo con un bacio disordinato, e Darren si era innamorato ancora una volta di quello splendido disastro che era Chris Colfer.
 
***
 
Chris arriccia sempre il naso quando ride.
 
Gli si formano delle piccole rughe intorno alle narici e la punta si solleva leggermente, come succede ai furetti quando annusano l’aria in cerca di libertà.
 
Chris lo odia, così come odia la forma dei suoi denti.
 
E Darren odia il fatto che lo odi, perché è il motivo per cui non sorride mai a bocca aperta nelle foto, è il motivo per cui si copre il viso con le mani quando ride, è il motivo per cui priva il mondo della visione così meravigliosa dei suoi occhi luminosi e sorridenti.
 
Eppure c’è un momento, uno solo, nella vita di Chris, in cui il ragazzo si dimentica totalmente di quanto in imbarazzo lo metta il suo sorriso, e si lascia andare all’allegria e alla gioia di un’emozione incontenibile.
 
Quando sta con Darren.

Perché, come per ogni cosa, con Darren ne vale sempre la pena, e Chris davvero non se la sente di privarlo della soddisfazione di riuscire dove tutti gli altri falliscono.
 
E Darren gli è grato per questo – perché ogni volta che sorride gli da un motivo in più per innamorarsi di lui.
 
***
 
Chris chiude gli occhi, quando fanno l’amore.
 
Darren odia che lo faccia, perché quando Chris entra dentro di lui, lui vorrebbe entrare nell’oceano che galleggia nei suoi occhi. Vorrebbe perdersi nell’universo luminoso che racchiudono, cadere nelle acque fredde che li riempiono e lasciarsi trasportare dalla corrente fresca che li sconvolge.
 
Darren gli dice “Apri gli occhi, piccolo”, piano, con delicatezza, le parole che si perdono tra le labbra di Chris posate sulle sue.
 
E Chris non risponde, ma sospira forte, si morde l’interno della bocca come se fosse l’unico modo per tornare in sé, e spalanca gli occhi all’improvviso. E Darren sussulta, si perde nell’infinito ad ogni spinta. Una, due, tre volte. Non riesce a contarle.
 
Ma alla fine Chris cede e richiude sempre gli occhi, proprio mentre sussurra il suo nome e si lascia cadere su di lui, stanco, sudato, soddisfatto.
 
E Darren odia non poter guardare il blu scuro delle sue pupille quando il suo orgasmo si consuma, ma quando poi sono sdraiati uno accanto all’altro, con le mani strette in mezzo ai loro corpi nudi e i respiri incastrati nel petto, Chris si gira sempre verso di lui e lo guarda, gli occhi finalmente aperti – e non sono azzurri, non sono blu, non sono verdi, e Darren davvero non riuscirà mai a capire di che colore siano davvero – e lui ricomincia finalmente a respirare.
 
“Mi piace chiudere gli occhi quando facciamo l’amore” dice Chris, e stringe forte le dita tra le sue. “Perché poi li riapro, e tu sei ancora qui. E io so che non sei un sogno.”
 
E Darren sorride, le rughe degli occhi che si accartocciano, perché si accorge che la sua realtà è colorata di oceano anche quando Chris chiude gli occhi.
 
***
 
Chris rimane spesso in silenzio.
 
A volte Darren torna a casa e lo trova seduto sul divano, le gambe incrociate sotto una coperta di pile – non importa quanti gradi ci siano fuori, Chris avrà sempre la pelle bianca e fredda come quella di una fata delle nevi – e gli occhi azzurri, spalancati, persi nel vuoto.
 
Spesso si tortura le dita e strofina le mani sulle ginocchia, si tocca i capelli e sistema i ciuffi che ricadono sulla fronte insieme agli altri.
 
Quando qualcosa lo preoccupa più del solito, Chris si morde il labbro inferiore, fino a farlo quasi sanguinare. Si stringe le tempie tra le dita e chiude gli occhi, oppure abbassa lo sguardo e fa saltellare la gamba destra ritmicamente, poggiandosi sulla punta del piede.
 
Eppure Chris raramente parla.
 
Darren ha imparato a conoscere ogni movimento delle sue guance rosse, ogni muscolo teso delle spalle, ogni vena delle braccia. Chris non parla, ma Darren ascolta. Sempre.
 
Si avvicina a lui, in silenzio, gli si siede accanto e aspetta. Respira piano, come se non volesse disturbare le sue riflessioni, la schiena rilassata sulla spalliera del divano e le gambe incrociate. Rimane in silenzio con lui, non importa perché, non importa per quanto.
 
Aspetta.
 
Finché Chris non si gira verso di lui e lo guarda con gli occhi pieni di emozione. Sembra quasi sopraffatto, stanco, distrutto.
 
Ma un secondo prima che sia troppo tardi, Darren gli sorride – con quel sorriso un po’ speciale che ti fa venir voglia di librarti nell’aria, e, ad un passo dal precipizio, Chris trova la forza  di tornare indietro. Si sdraia accanto a lui, la guancia appoggiata sulla sua spalla, e sospira, liberando nell’aria tutte le sue preoccupazioni.
 
E a Darren va bene così.
 
Perché quando gli stringe le spalle e gli lascia un dolce bacio sulla testa, permettendo ai suoi capelli di solleticargli le labbra, Chris si rilassa tra le sue braccia – e per Darren è come se avesse già detto tutto.
 
***
 
Chris è coraggioso oltre ogni limite.
 
Lo è sempre stato, e Darren a volte non riesce a credere che tanta determinazione e forza di volontà possano esistere in un’unica, meravigliosa creatura.
 
È come essere sopraffatti. È come incontrare un supereroe dei fumetti e sapere che non importa quanto ti impegnerai – non riuscirai mai a fare tutto quello che fa lui. Neanche in un milione di anni.
 
E quando è con Chris, Darren torna ad essere un po’ quel bambino che, chiuso nella sua stanza, coi ricci ingarbugliati e gli occhiali sul naso, aspettava che Superman entrasse dalla sua finestra per salvarlo da qualche super cattivo con tenaglie al posto delle mani e raggi laser al posto degli occhi.

Con Chris è stato esattamente così, anche se lui quasi mai se ne rende conto.
 
Forse non è entrato dalla finestra aperta e non indossava una tutina con la calzamaglia – e Darren di questo un po’ si dispiace, anche se la sera del concerto la camicia azzurra in tinta coi suoi occhi era davvero bellissima – ma Chris è comunque così.
 
Chris è capace di entrare nella tua vita come un fulmine a ciel sereno. Ti sconvolge l’esistenza, distrugge il tuo mondo e lo ricostruisce pezzo per pezzo, trasformandolo in quello che aspettavi da sempre senza neanche saperlo.
 
Chris appare all’improvviso, il braccio teso e gli occhi profondi, ti prende per mano e ti porta in salvo. Non importa quanto veloce tu stia sprofondando, lui sarà sempre un po’ più veloce di te. Basta un sorriso, uno sguardo, le sue guance un po’ rosse, le dita fredde, gli occhi azzurri, e all’improvviso il mondo sembra girare di nuovo per il verso giusto.
 
Darren odia che Chris non se ne renda conto.
 
“Io non sono niente di speciale” dice in uno sbuffo, e non si accorge che mentre parla il suo naso si arriccia, i dentini spuntano dal suo sorriso, gli occhi si spalancano come due finestre sull’infinito, e Darren ricomincia a respirare.
 
“Tu sei tutto ciò che esiste di speciale al mondo” risponde, e sa benissimo che Chris non comincerà improvvisamente a crederci. Sa benissimo che ribatterà sempre che non è vero – non vincerà mai contro di lui – ma a Darren non importa.
 
Perché Chris dice no, ma poi sorride sotto i baffi e i suoi occhi si illuminano di un luce speciale che li rende ancora più azzurri. E per quello ne vale la pena.

***
 
Chris ha la pelle bianchissima, liscia e quasi perfetta, e Darren adora il modo in cui entra in contrasto con la sua quando i loro corpi nudi sono uniti.
 
È come perdersi in un quadro di Botticelli.
 
Darren gli passa le dita fredde sullo stomaco, sul petto, sulle cosce tremanti. Accarezza con la lingue le linee dei suoi addominali e venera con le labbra la pelle del suo collo sottile, nei punti in cui sa che ama di più.
 
E quando Chris trema sotto il suo tocco, Darren si sente un artista alle prese con la sua opera d’arte più bella.
 
***
 
Chris non si guarda quasi mai allo specchio.
 
Si gira verso Darren e piega la testa di lato, prima di arricciare il naso in una buffa smorfia e chiedere: “Cosa sto?”
 
E Darren sbuffa, perché andiamo – cosa mai potrebbe dire alla creatura più bella che i suoi occhi abbiano mai avuto il piacere di guardare?
 
“Sei un incanto, ma non sono il tuo ‘Specchio delle Brame’ personale”
 
Chris scoppia in una risata allegra, i dentini che fanno bella mostra tra le labbra rosse, e gli stringe le guance tra le mani.
 
“Sei molto meglio, perché ti posso baciare” sussurra sulle sue labbra, prima di coprirgliele con un bacio casto.
 
E a Darren gli specchi sembrano improvvisamente sopravvalutati.
 
***
 
Chris non ha mai voglia di cucinare.
 
Non che non ne sia capace, anzi, la sua torta di zucca e i suoi involtini di verdure sono probabilmente le cose più buone che Darren abbia mai mangiato in vita sua. Eppure Chris raramente ha voglia di infilarsi i guanti da cucina e preparare qualcosa.
 
Un po’ perché odia sporcarsi le mani di sugo, un po’ perché soffre il caldo quando il forno è acceso da troppo tempo, un po’ perché Darren ha sfortunatamente imparato a viziarlo e lui si è impigrito – Darren a volte non riesce neanche più a dire chi sia il più pigro tra lui e Brian.
 
Perciò a volte succede che Chris torni a casa da lavoro la sera tardi, oppure che si chiuda in camera sua per ore, a scrivere, e quando appare finalmente in cucina, la felpa stretta sulle spalle e le mani chiuse a pugno sugli occhi affaticati, trova Darren alle prese con i fornelli, quattro pentole sul fuoco e una in bilico tra le mani, mentre tenta disperatamente di raffreddare con dei soffi leggeri un risotto che cuoce alla temperatura pari a quella del sole.
 
Chris allora inarca un sopracciglio e si precipita ad aiutarlo, prima che si versi due litri d’acqua ustionante sui piedi. Afferra i guanti da cucina e gli sfila con grazia dalle mani la pentola che sembra quasi più grande di lui.
 
“Che diavolo stavi cercando di fare?” chiede poi, con le mani strette a pugno fisse sui fianchi.
 
Darren allora abbassa lo sguardo e si mordicchia il labbro inferiore, saltellando da un piede all’altro, in imbarazzo.
 
“Io– ecco” balbetta a bassa voce, senza guardarlo negli occhi.
 
Chris sospira tra sé e sé, alzando gli occhi al cielo e trattenendo un sorriso. Gli afferra le guance tra le mani, sfiorando il collo con le dita e stringendo forte i pollici sugli zigomi, guardandolo negli occhi. “Darren” dice poi in un sussurro, a pochi centimetri dalle sue labbra rosse.
 
Il riccio deglutisce piano, e si perde nell’azzurro troppo azzurro delle sue pupille chiare. “Io stavo– volevo preparare qualcosa da mangiare. Per te– voglio dire, per noi”
 
Si prende una pausa, prima di chiudere gli occhi e stringere le mani su quelle di Chris, ancora appoggiate alle sue guance. “Sono un disastro. Scusa” balbetta, mentre dalle labbra gli sfugge un piccolo singhiozzo.
 
Chris scoppia allora in una risata leggera, e non è una risata di scherno, non è una risata cattiva o arrogante o subdola. È solo – una risata carina, di quelle che gli fanno arricciare il naso e che mostrano i dentini.
 
“Sei un adorabile disastro” dice ad alta voce, scandendo le sillabe – come quando si parla ai bambini, e forse Darren un po’ lo è, prima di catturare con un bacio il sorriso timido che si dipinge sulle labbra dell’altro ragazzo.
 
E Darren sorride nella sua bocca, perché a quanto pare a volte ne vale la pena, fare qualche disastro – soprattutto quando poi Chris guarda il casino che si è accumulato in cucina e dice “Va bene, per sta sera cucino io.”
 
***
 
Chris non dorme mai.
 
Non si ferma mai. Non riposa mai. Recita di giorno. Scrive di notte. Nel tempo libero vola da una parte all’altra del continente, per partecipare a programmi televisivi e interviste radiofoniche.
 
E nel frattempo trova anche il tempo di respirare, farsi la doccia, vestirsi – e spogliarsi, ovviamente – fare la spesa, dare da mangiare al suo gatto, al suo cane e – al suo fidanzato.
 
Darren di questo un po’ si dispiace, perché a volte si sente come se fosse costretto a condividere Chris con il resto del mondo – ed ovviamente è giusto che lo faccia, ma questo non vuol dire che la cosa gli vada a genio.
 
Perciò molto spesso ringrazia il fatto che anche lui sembra non aver mai bisogno di dormire.
 
Perché ci sono volte in cui Chris rimane lontano per giorni, volte in cui magari è costretto a rimanere da solo notti intere, e quando poi entrambi tornano a casa sono stanchi, e vorrebbero dormire, ma non lo fanno.
 
Non lo fanno, perché quando Darren gli corre incontro e lo abbraccia, sussurrandogli “Bentornato” tra le pieghe del colletto della camicia, Chris sorride e non può fare a meno di sentire tutto il sonno scivolare via come sabbia sulla riva del mare.
 
Si sdraiano sul letto, e non dormono. Si stringono le mani, accarezzandosi i palmi con le dita fredde, e si guardano negli occhi, perdendosi ora nell’azzurro cenere, ora nel verde caramellato.
 
Si guardano, e recuperano in una notte tutto il tempo perso in una vita intera.
 
Si guardano, ed è quello il momento in cui Darren capisce che non importa quante persone incontrerà, quante vite si intrecceranno alla sua, quanti occhi lo guarderanno, quante mani l’hanno sfiorato, quante risate gli hanno fatto compagnia.
 
Non importa, perché, consapevolmente ed irrimediabilmente, lui sa che amerà sempre un po’ di più le mille e una cosa che rendono Chris così Chris.
 

 
 
 
Fading in, fading out
On the edge of paradise
Every inch of your skin is a holy grail I’ve got to find
Only you can set my heart on fire, on fire
 
Yeah, I’ll let you set the pace
Cause I’m not thinking straight
My head spinning around I can’t see clear no more

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