Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |       
Autore: Full Moon    22/01/2009    2 recensioni
Un amore dolce vissuto sotto un cielo nero. E la pioggia, quel fatidico giorno continuò a cadere. Questa è la mia prima fan fic! Siate buoni^-^
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
piove ancora cap 1

Piove ancora?

CAPITOLO 1


_Mal tempo noioso_


I wish you were here tonight with me to see the northern lights

I wish you were here tonight with me”.


La musica dolce dei The Rasmus si propagava nella stanza mentre il profumo d’incenso alla vaniglia mi solleticava il naso. Era una di quelle giornate in cui il tempo non aiuta, il cielo grigio prometteva pioggia per tutta la giornata e l’unico modo per non impazzire era lo stato catatonico che assumevo in questi casi. La sveglia segnava le cinque del pomeriggio, l’ora dello studio. Tuttavia il maltempo mi toglieva anche quelle poche forze che avevo per non fare niente, perciò il pomeriggio l’avrei trascorso in completo ozio.

La pioggia cadeva fina e si schiantava sul terrazzo con innata fragilità, lo scrosciare si sentiva a malapena e il vento, che soffiava a tratti, me la faceva scendere gentile sul viso. L’amaca era molto comoda per schiacciare i pisolini, ma chi l’avrebbe fatto con tutta la malinconia che si prova guardando la pioggia? La stranezza più grande era che pioveva da una settimana, ininterrottamente. Già, il 25 Agosto pioveva a dirotto. Il mare era continuamente mosso, senza lasciare alcuna speranza di quiete; le mie vacanze sarebbero andate a rotoli, se non fosse stato per un piacevole quanto inaspettato incontro che avrei realizzato il giorno seguente.

Mi alzai dall’amaca, sempre attenta a non finire con i calzini sul bagnato e rientrai nel bungalow che avevo affittato con mia zia. Gillian era una donna fantastica. Non era come una madre preoccupata per ogni movimento della figlia, ma era una persona comprensiva, che capiva perché facevi le 3 di mattina o perché il cuore batteva a mille quando vedevi il ragazzo dei tuoi sogni. Con Gill si poteva parlare tranquillamente senza aver paura che lei spifferasse tutto a tua madre.

Era seduta su un tappetino a fare yoga nella posizione del loto: gambe incrociate e braccia all’infuori, riproducendo perfettamente l’idea di fiore.

Ti annoi tesoro?” mi chiese senza muovere un muscolo, né aprendo gli occhi.

Indovina…”

Lo so Jackie, il tempo non è dei migliori, ma che vuoi farci,così vuole la natura.”

Così vuole la natura!-dissi io ripetendo le sue parole- Ma che discorso è! Non è normale! Ecco, questo è più giusto.”

Perché non ti unisci a me, potresti rilassarti un po’…che ne dici?”

Ma sì dai”

Mi sedetti anch’io su un tappetino imitando la posizione di Gill.

La giornata passò parlando di chakra e di karma negativo, bevendo tisane per la purificazione spirituale, (intrugli della zia), e facendoci massaggi sulle punte dei piedi.

Prima di andare a letto, sarà stata l’1 di notte, andai in veranda. La pioggia continuava a cadere, ma in uno squarcio tra le nuvole si vedeva il cielo. Una stella si mosse ed espressi un desiderio. Non fu però quello di far smettere la pioggia. Il resto non si può dire, se no non si avvera.


Il giorno successivo dormii tutta la mattina, destandomi alle due del pomeriggio con il rumore incessante del ticchettio della pioggia sul tetto. Al mio risveglio ebbi il solito impulso che dopo una nottata di pioggia si ha, correre nel bagno il più presto possibile per non rischiare di scoppiare.

La colazione ormai non era nemmeno il caso di farla, assaggiai la mela che teneva in mano Gill e feci per uscire:

Dove vai Jackie?”

In giro. L’ombrello è sempre al solito posto?”

Certo cara, torni per cena?”

Credo proprio di sì. Ciao Gill!”

A quel punto, dopo aver frugato nel baule delle cose “utili” e aver preso l’ombrello, uscii dalla casetta, e poi dall’intero villaggio turistico.

Mi diressi verso la città, forse qualcosa avrei trovato da fare in una giornata di pioggia eterna. Non passava nemmeno una macchina per la strada e i semafori lampeggiavano a vuoto.

Si vedevano solo passanti con lunghi impermeabili, cappelli ampi e vistosi ombrelli di ogni colore.

Non l’avevo mai notato ma, la pioggia, aveva il potere di rendere tutto più tranquillo e meno caotico del normale. Il silenzio in quel momento era la cosa più presente, in cui tutti vi entravano, come una grande bolla, mantenendolo come un taboo da non violare.

Alzai lo sguardo in prossimità della strada principale per vedere se in cielo c’erano segnali di miglioramento,ma tutto era sempre plumbeo. Continuai a camminare con il naso per aria, finché non sbattei la faccia contro quella che probabilmente doveva essere una schiena. Una schiena bella ampia. Rimasi un attimo a pensare prima di accorgermi di esserci andata addosso.

Senza guardare chi fosse mi staccai e chiesi scusa: “Mi dispiace, non l’ho fatto apposta, spero di non averle fatto male!”

No, non ti preoccupare”. Era una voce maschile, verso i 17 anni, calda e vellutata. Il giovane si voltò verso di me, con un dolce sorriso ricamato sul viso. Era parecchio alto, con occhi incredibilmente azzurri e cristallini, che però erano nascosti da una moltitudine di ciuffetti neri.

Tu piuttosto stai bene?”mi chiese.

Si,si certo!scusami ancora.” Arrossii non appena incontrai il suo sguardo, talmente bello da togliere il fiato.

A che stavi pensando che non ti sei neanche accorta che ti stavo camminando davanti?” mi domandò lui alla fine.

Oh, a nulla. Stavo guardando il cielo.”

Il cielo?”

Si, è sempre così grigio ultimamente.”

Il suo sguardo si fece improvvisamente triste, spostò anche lui lo sguardo al cielo e poi, iniziò a cadere una leggera pioggia d’estate, che delicata gli cadeva sul viso.

Aprii il mio ombrello tentando di portarglielo sopra la testa perché non si bagnasse.

Tutto ok?” lo guardai da sotto cercando una sua minima espressione.

Sì.” Una risposta secca, immediata, accompagnata da una linea di malinconia che si sentiva dalla voce quasi affannata da un pianto che vuole crescere ma che non ha nessuno sbocco per uscire.

Alzai ancora di più l’ombrello per poter arrivare alla sua testa, ma era davvero troppo alto.

Non ti preoccupare per me, tanto ci sono abituato.”

Ma lo faccio volentieri,- dissi stranamente io, che non avevo mai avuto il coraggio di aiutare nessuno- e per farmi perdonare ti offro una cioccolata calda, che dici?”

Pazza !!!!’ urlai nella mia testa ‘non accetterà mai!’

D’accordo.” Disse.

Mi prese l’ombrello e lo portò sulla testa di tutti e due: “Dove vuole andare completa sconosciuta?”

Rimasi un po’ basita di quella domanda.

E’ un modo per chiedere il tuo nome…”

Ah già che sciocca! Mi chiamo Jacqueline, Jackie per gli amici.”

Io sono Duncan, molto onorato di fare la tua conoscenza, allora, dove vuoi portarmi?”

Sul suo viso era tornato il sorriso e la pioggia aveva smesso di punto in bianco.

Io direi che potremo andare ad un cafè qui vicino, mi hanno detto che fanno della cioccolata con panna formidabile!” dissi entusiasta.

Vada per quello allora.”

Camminammo in silenzio, forse entrambi non sapevamo cosa dire, imbarazzo forse, chissà? Ogni tanto lo guardavo, e ogni volta lui era li, pronto a girarsi,con un sorriso bellissimo a ciglia alte. Ed ogni volta spostavo lo sguardo imbarazzata dai suoi occhi magnetici.

Camminammo per ancora circa cinque minuti, girammo l’angolo di una vietta ed arrivammo al Light Black Cafè .

Una cameriera ci venne ad accogliere e ci accompagnò ad un tavolo al piano superiore. Ordinammo entrambi una cioccolata con panna e aspettando le ordinazioni parlammo :

Allora -iniziò lui- da dove vieni?”

Da

Ah, io invece abito qui, a Londra.”

Ci fu ancora un attimo di silenzio e poi lui si scusò con me:

Mi dispiace di averti dato questo fastidio. Cioè, non volevo che ti disturbassi per uno che non conosci nemmeno solo per esserti scontrata con lui”. Si era fatto un po’ rosso in viso e questa volta era stato lui ad abbassare lo sguardo.

Non ti preoccupare Duncan, e poi sono stata io a chiederti se volevi bere qualcosa. Credo che tu sia una brava persona.”

Stranamente quest’ultima frase mi uscì senza volerlo. Duncan alzò il viso, sorridendo verso di me, lo vedevo più rilassato ora e molto più a suo agio. Nel frattempo arrivarono le ordinazioni, e tra una cucchiaiata e l’altra parlammo delle nostre vite ed esperienze, dei nostri hobby e di quello che odiavamo.

Io detesto il freddo!” dissi

Io invece non amo molto la musica punk”

E che genere di musica allora ti piace?”

Classica! Che domande…”

Una risata uscì fragorosa dalla mia bocca, e fu tanto contagiosa che anche lui senza motivo iniziò a ridere.

Perché ridi?” mi chiese

E tu perché?”

Beh, perché ridi tu.”

Io rido perché siamo proprio l’opposto.”

Non dirmi che ti piace la musica punk!”

No però amo il gotic metal.”

Roteò gli occhi divertito, passandosi una mano fra i capelli. Restammo a guardarci per un po’ poi mi chiese se anche il giorno dopo ci saremmo rivisti. Accettai senza indugi.

Ora devo andare”

Si alzò in fretta, mi salutò con un sorriso e scese al piano inferiore.

A quel punto non avevo più nulla da fare lì, erano già le cinque ed era ora di tornare a casa. Scesi per pagare, ma la cassiera mi disse che il ragazzo che era con me aveva già pagato tutto.

Ora era pure in debito, proprio una brava persona.

Però, -pensai- le stelle cadenti funzionano’

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Full Moon