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Autore: FiftyShades97    21/07/2015    9 recensioni
E se Anastasia fosse arrivata prima nella vita di Christian? Se fosse arrivata prima dell'incontro con Elena? Che cosa sarebbe successo? E come sarebbe diventato Christian? Ma se anche Anastasia avesse avuto un passato doloroso?
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Solo. È sempre stato questo il mio destino.
La mia vita non ha mai avuto un senso.
Immaginatevi un adolescente con gli ormoni in subbuglio, che non tollerava di essere toccato da niente e nessuno.
Immaginatevi un adolescente che faceva di tutto pur di mettere da parte dei soldi extra per poter bere. E ora immaginatevi un adolescente senza amici, che faceva a botte con chiunque, pur di sfogarsi.
Ecco. Questa era la mia vita, se così poteva essere definita. Dovevo tutto alla puttana drogata che avevo come madre, e al suo magnaccia.
Io ero come un'ombra. Vagavo nel buio. Poi però, il buio fu illuminato dalla luce.
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Spero di avervi incuriosito!
P.S= LA STORIA È IN PARTE FRUTTO DELLA MIA FANTASIA, E IN PARTE MISCHIATO CON IL LIBRO "TI ASPETTAVO", CHE VI CONSIGLIO!
Genere: Romantico, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                        PROLOGO
 
-Mamma, mamma! Perché quel bambino non parla?- Chiese una bambina alla sua mamma, indicandomi. 
 
La donna mi sorrise tristemente, poi strattonò la bimba e le sussurrò qualcosa all'orecchio.
La bambina mi guardò per un attimo, poi cercò qualcun altro con cui giocare. 
 
Mi guardai intorno. 
Il parco era pieno di bambini che ridevano tra di loro e che si divertivano stando insieme. 
Io ero da solo nell'angolo del parchetto, dove mai nessuno veniva, e giocavo con le mi adorate macchinine. 
 
-Christian, perché non vai a giocare con gli altri bambini?- 
 
La mamma mi si accovacciò davanti e cercò di attirare la mia attenzione. 
Sembrava...triste. 
 
Li guardai di nuovo. 
Scossi la testa e ripresi a giocare con le macchinine. 
 
Solo. È sempre stato questo il mio destino. 
La mia vita non ha mai avuto un senso. 
Immaginatevi un adolescente con gli ormoni in subbuglio, che non tollerava di essere toccato da niente e nessuno. 
Immaginatevi un adolescente che faceva di tutto pur di mettere da parte dei soldi extra per poter bere. E ora immaginatevi un adolescente senza amici, che faceva a botte con chiunque, pur di sfogarsi. 
Ecco. Questa era la mia vita, se così poteva essere definita. Dovevo tutto alla puttana drogata che avevo come madre, e al suo magnaccia. 
Io ero come un'ombra. Vagavo nel buio. Poi però, il buio fu illuminato dalla luce. 
 
 
-Esci di nuovo?- Grace sospirò. 
 
-Tornerò presto, te lo prometto.- Mormorai, infilando il giubbotto. 
 
-Ti prego, sta attento..- 
 
-Si. Starò attento.- Sospirai. -Ci vediamo dopo.- 
 
Avevo un disperato bisogno di correre. 
No. Non era vero. In realtà avevo solo un disperato bisogno di sfogarmi. Ma non potevo prendere il primo passante e riempirlo di botte. 
 
All'età di quattro anni fui adottato da Grace e Carrick, poco dopo che il corpo della puttana drogata, che era mia madre, fu ritrovato senza vita.
Quando vidi per la prima volta Grace...credevo fosse un angelo. 
 
Ricordo che non parlai per due anni, ma poi ci fu l'arrivo di Mia, e questo mi aiutò molto. 
Non tolleravo di essere toccato, e infatti anche mia madre ha subito rispettato i confini.
Avevo imparato a prendermi cura di me stesso, e per questo ero un bambino autosufficiente. 
Facevo a botte con chiunque osava anche solo sfiorarmi, e quindi sono stato espulso da un paio di scuole. Questo però, era il solo modo che conoscevo per sfogarmi, ma i miei genitori ovviamente non riuscivano a capirlo.
 
Avevo corso davvero per troppo tempo, perso nei miei pensieri. I miei polmoni richiesero ossigeno, così mi bloccai di colpo. 
Mi guardai intorno cercando di capire dove mi trovavo, poi d'improvviso fui spintonato in avanti. Mi girai di scatto, pronto per una nuova rissa, ma tutto quello che vidi fu una ragazza cadere a terra. 
 
"Merda! Deve essere caduta per colpa mia!" 
 
Mi precipitai da lei per soccorrerla. 
 
"Da quand'è che sono così altruista?!?" 
 
Quando alzò lo sguardo però, rimasi bloccato a fissare i suoi fantastici occhi. 
Erano azzurri, azzurri come il cielo, e per un terribile momento ebbi la sensazione che lei avesse potuto leggermi dentro. 
Mi sentivo...esposto.
 
Sembrava spaventata, anzi, terrorizzata avrei osato dire, ma da chi?
 
-Mi dispiace! Davvero, io non ti ho proprio visto fermarti...- balbettò.
 
Riconobbi la paura nei suoi occhi, anche se non ne capivo il motivo. 
Io avevo una certa familiarità con quell'emozione, infondo, la provavo sempre da bambino.
 
Allungai la mano verso di lei e tentai di rassicurarla. 
-Va tutto bene. Scusami, non avrei dovuto fermarmi in quel modo...-
 
Credo che fosse la prima volta che ero gentile con qualcuno al di fuori della mia famiglia, anche se a pensarci bene...neanche con loro lo ero.
 
La ragazza afferrò la mia mano con decisione, ed io la tirai su. 
 
-Va tutto bene?- le chiesi.
 
-Si...grazie. Scusami, io...devo andare!- Mi disse. E togliendo la mano dalla mia, scattò via come un fulmine.
 
Mi girai e la guardai allontanarsi velocemente.
 
"Chissà cos'è che la spaventa tanto..."
 
 
Una volta ritornato a casa, non riuscii più a smettere di pensare alla ragazza dagli splendidi, ma spaventati, occhi azzurri.
Non sapevo neanche il suo nome, e probabilmente non l'avrei incontrata più, infondo si vedeva che voleva andarsene. Ma perché? Possibile che fosse spaventata da me? 
 
Ammetto che non ero molto socievole, così come ammetto di aver fatto a botte molto spesso, ma non mi sarei mai sognato di picchiare una ragazza! 
 
Magari la stava inseguendo qualcuno... e questo avrebbe spiegato la sua paura e la sua fretta di correre via... "Ma no, non può essere! Lo avrei visto se qualcuno la inseguiva!"
 
Doveva essere poco più piccola di me, era bassa, con un corpo perfetto, ed oltre ai suoi fantastici occhi azzurri aveva lunghi capelli castani...davvero una bella ragazza.
 
"Piantala Christian! Da quando ti metti a pensare a queste cose?!" 
 
Tirai un sospiro e mi buttai sul letto. 
L'indomani sarebbe stato un altro giorno. 
Già... un altro "fantastico" giorno!
 
 
ANGOLINO AUTRICE:
Ehilà!
Questa storia era già stata scritta, ma a causa di alcuni problemi è stata cancellata, quindi eccomi qui che ve la ripropongo più carica che mai!
Se vi è piaciuto il prologo venite pure qui sotto a farmelo sapere, vi aspetto! ❤️
   
 
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