Ero sempre stata affascinata dallo scorrere del tempo, impercettibile quando voleva e pressante altre volte. Più che altro ero affascinata dalla percezione diversa che ogni essere umano avesse di essa.
Sentire ogni minuto sulla propria pelle, come se lasciasse dei segni a ricordare il proprio passaggio.
E poi quelle volte quando il suo passaggio sembri sia una interminabile e lenta tortura.
Ormai nei giorni in cui mi ritrovavo a vivere, il tempo era diventato immutabile, sempre la solita tortura.
Quanto tempo era passato da quando tutto iniziò? Da quando il genere umano iniziò una decadenza che, al contrario, era veloce e feroce. Un paio di mesi? Forse anche più. Eppure sembrava che fossero passati decenni e nessuno ancora riusciva a vedere la luce alla fine del buio e decadente tunnel.
Guardai come le persone con cui ormai cercavo di sopravvivere, si trascinavano stanche lungo la strada.
Perché ormai si riduceva tutto a quello, sopravvivere. In cosa ci distinguevamo precisamente dai morti che camminavano? Razziavamo tutto quello che trovavamo, percorrevamo lunghe strade desolate.... uccidevamo.
Se all'inizio ci limitavamo a liberare la strada dai Vaganti, adesso eravamo arrivati anche a diffidare e talvolta uccidere i nostri stessi simili. Persone ancora in carne ed ossa, con una storia dietro e che come noi cercavano di andare avanti.
Mi asciugai il sudore dalla fronte con il braccio ancora sporco di sangue umano, sangue vivo e caldo.
-Lo sai che dovevamo farlo. Non ti devi sentire in colpa, non c'era altra via – disse Mark affiancandosi a me.
Lo guardai dritto negli occhi, dandogli una risposta silenziosa e poi tornai a guardare di fronte a me.
-Ne abbiamo viste tante e chissà quante altre ancora ne dovremo affrontare e ancora tu ti aggrappi a codici morali che sono stati spazzati via, già tempo addietro. Pensi che  sia stato felice di vedere la morte di quei due uomini? Credi che provi piacere in tutto questo? No, come te d'altronde – mi bloccò con un braccio, ignorando gli sguardi da parte degli altri che poi continuarono il loro cammino.
-Mel, quei uomini ci avevano minacciato. Stavano minacciando Toby, un bambino di 7 anni per l'amore del cielo! Loro avevano ancora una morale? No. E tu devi smetterla di averne ancora una, il mondo non è più lo stesso. Le regole adesso sono queste – disse duro.
-Smettila, ok? So che quello che ho fatto era inevitabile, però perdonami se ho comunque la coscienza sporca. Chi credi di essere? Come possiamo decidere noi della vita di un uomo? Scusa se non vorrei sporcarmi di sangue umano. Non sono un'assassina e voglio continuare a non esserlo – risposi, sorpassandolo e raggiungendo gli altri.