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Autore: yasterday    21/07/2015    1 recensioni
“Certo, gli abbracci sono belli.
Ma sono belli e basta.
Magari ti fanno sentire bene,
magari sono in grado di aiutarti, di consolarti, ma nulla di più.”
–––
È la mia prima ff dopo secoli passati in silenzio a leggere, rileggere e immergermi in quelle già scritte in questo fandom.
Quindi, fate i buoni.
*faccino tenero*
Genere: Fluff, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Essendo la mia primissima fanfiction,
siccome voglio sembrare una scrittrice seria,
seria ma alle prime armi,
non posso non dedicare il mio scritto
alla mia piccola Delilah.




Fortune Cookie


Ci vogliono quattro abbracci al giorno per sopravvivere, otto per vivere e dodici per crescere.

Inconsciamente, John si trovò a sorridere avendo sotto gli occhi quella strana frase, scritta in uno di quei biscotti della fortuna che gli aveva regalato il suo migliore amico.
Avevano un brutto sapore, troppo amaro, ma le frasi, forse, erano addirittura peggio.
« In ogni biscottino c'è una frase » gli aveva detto, abbozzando un risolino e porgendogli un pacchetto con due di quei biscotti « perciò stai attento a non mangiarti anche il foglietto. Anche se dubito ci riuscirai, cafone come sei. »
Poi il ragazzo dai capelli corvini se n'era andato, lasciando John con lo scatolino in mano, ancora intento ad osservarlo.
E ora, dopo averlo aperto, e con cura mangiato la parte commestibile (commestibile era un complimento) di uno dei due, aveva davanti a sé un foglietto.
Con sopra una illogica frase, a parer suo.
Frase di cui, appunto, stentava ancora a capire il significato.
Una frase del cazzo.
Come poteva davvero il numero di abbracci dati o ricevuti in un giorno, cambiare qualcosa così radicalmente e addirittura far vivere, sopravvivere o crescere?
Impossibile.
Proprio per questo, si ritrovò a sbuffare, convincendosi del fatto che , si trattava solo di una frase per quattordicenni così dolci da far venire il diabete (la quattordicenne in questo caso era Paul, che sicuramente avrebbe apprezzato quella citazione smielata) e che no, un abbraccio non aveva niente a che fare con la vita.
Certo, gli abbracci sono belli.
Ma sono belli e basta.
Magari ti fanno sentire bene,
magari sono in grado di aiutarti, di consolarti, ma nulla di più.

Aveva praticamente speso l'ultima mezz'ora a contemplare quella striscia di carta, quando i suoi pensieri furono destati dal rumore improvviso della porta: il suo migliore amico era tornato.
Certo, non si sa da dove – probabilmente era stato a casa di Jane, la sua ragazza – ma era tornato.
« Beh, come sono? » gli chiese il nuovo arrivato, sorridendo e indicando lo scatolino aperto, davanti a John.
« Cosa? » rispose l'altro, ancora intontito.
« I biscotti, razza di stupido »
Andò a sedersi accanto all'altro, scrutandolo dubbiosamente e aspettandosi una risposta, che purtroppo non arrivò.
Si prese quindi del tempo per continuare osservare il ragazzo accanto a sé, notando che le sue mani stavano stringendo qualcosa.
« Fammi vedere » disse quindi, con voce calma.
L'altro lo guardò per un attimo – in precedenza stava tenendo gli occhi puntati sullo scatolino – e gli passò il pezzo di carta.
Si prese qualche secondo per rileggere la frase, che non aveva ancora ben analizzato, e tornò con lo sguardo verso John.
« Okay, questa è troppo melensa anche per me » ridacchiò Paul. « Aprine un altro, no? » Chiese quindi, sperando che, almeno stavolta, avrebbe trovato una frase con un minimo di filo logico.
John ascoltò la sua richiesta e, ancora dubbioso, si affrettò a prelevare il foglietto di un altro biscotto, lasciando nella confezione la parte di impasto.
Lesse la frase con calma.
Beh, stavolta forse era più ragionevole.

Un bacio legittimo non vale mai un bacio rubato.

Certo, smielata anche questa ma.. oh, forse aveva ragione.
E a lui non restava altro che provarlo.
Guardò il giovane accanto a lui e senza dire una parola – come aveva fatto negli ultimi minuti – si avvicinò per dargli un bacio.
Paul arrossì vistosamente, non aspettandosi nulla del genere, e si allontanò bruscamente da John.
« John, ma che cazz– » fu l'unica cosa che riuscì a dire, prima che l'altro lo interruppe, riavvicinandosi a lui, ripetendo lo stesso gesto di prima, per studiare la sua reazione.
Questa volta però, nonostante fosse ancora imbarazzato, dopo un po' si lasciò coinvolgere.
Appena ebbe il tempo di assaporare quel breve momento, John si staccò da lui e rise.
« Com'è stato? »
« Ma.. cosa.. » rispose l'altro, quasi col fiatone, del tutto scombussolato.
« Dai, sul serio. Ti è piaciuto? » chiese di nuovo, allungando una mano e mostrando la frase sul foglietto.
« Ma che– mi hai baciato per questa stupida roba? » disse Paul con un tono quasi offeso.
« Beh, in effetti sì. Ma se vuoi posso rifarlo. Però stavolta col tuo consenso, che ne dici? Così possiamo vedere se è vero »
Il ragazzo dai capelli corvini osservò la parte di carta con la frase e poi John.
« Dico che sei un coglione. » rispose subito, decisamente infastidito.
« Hm, eppure non mi sembra ti sia dispiaciuto, prima » replicò l'altro.
Paul sbuffò. Era così arrogante ed insopportabile che gli avrebbe volentieri tirato un pugno.
Però in quel momento era così dolce che..
« E va bene » disse a bassa voce.
« Va bene cosa? » chiese John, con un sorrisetto malizioso.
« Puoi.. puoi rifarlo, insomma. » disse, tornando ad assumere il colorito di un pomodoro. « Sì, puoi baciarmi. »
E senza aspettare altro, John tornò a posare le sue labbra su quelle del compagno, che sì, ci stavano divinamente.
Questa volta, però, fu Paul a decidere di approfondire quel bacio, precedendo il compagno.
« Oh. » fu l'unico verso che il ragazzo dai capelli castani, riuscì a pronunciare. Era senza fiato.
L'altro gli sorrise.
E in quel momento poté constatare che era vero: un bacio 'legittimo' era decisamente diverso da uno rubato, anche se non sapeva decidere quale dei due gli fosse piaciuto di più, travolto com'era da quel vortice di emozioni che percepiva nello stomaco.
Stavolta quelle sul foglietto non erano un mucchio di puttanate. O almeno, non del tutto.
L'iniziale reazione di Paul al bacio rubato era stata adorabile.. ma quella di adesso?
« Mi sa che ha ragione, sai? Ma visto che voglio esserne sicuro.. » si trovò a dire.
E senza completare la frase, ricominciò a fare ciò che aveva lasciato in sospeso.

Quei biscotti potevano pure dire cose illogiche, magari erano state scritte giusto per rendere quegli orribili biscotti decisamente più interessanti, ma sì, riguardo al nome, riguardo la fortuna, avevano proprio ragione.


{Angolino dell'autrice:}

Finalmente sono riuscita a scriver qualcosina!
Certo, non mi convince ancora del tutto, ma mi accontento, essendo la prima fanfiction che riesco a scrivere (per giunta tutta da sola, eheh).
Che dire? Sono qui se avete da lamentarvi, da lanciarmi pomodori in faccia o darmi qualche consiglio per migliorare questa storia o le successive, dato che i consigli sono sempre ben graditi.
Bacini.
-ℜ
   
 
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