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Autore: DARKOS    21/07/2015    1 recensioni
[Era una bella giornata alla Twilight Town University, mentre la
campanella che annunciava l’inizio delle lezioni squillava
rumorosamente. Roxas saliva in fretta i gradini dell’ingresso
principale, a disagio. Era nervoso perché era il suo primo
giorno come matricola, e non aveva idea di cosa lo aspettava.]
Pubblico ora una storia che mi entusiasma davvero molto, un AU dove i membri dell'Organizzaizone si ritrovano all'Università!
Io sono sempre stato un fan delle famose commedie americane su questo genere, quindi mi ci sto divertendo parecchio. Ecco il primo capitolo!
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Organizzazione XIII
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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NOBODIES UNIVERSITY – PARTE SECONDA Quello stesso giorno, all’ora di pranzo, Roxas si trovava nella mensa col suo vassoio, cercando un posto dove sedersi. Era solo il secondo giorno, ma i gruppetti erano già ben delineati ai tavoli. Guardò a destra, e vide un tavolo occupato esclusivamente da ragazze, le più popolari del campus. Tra queste c’era Larxene, che chissà come si accorse che lui la stava fissando. Alzò gli occhi e sorridendo ironicamente gli fece un saluto con la mano. Nei suoi occhi, una scintilla di perfidia. Roxas si girò rapidamente verso sinistra, e un po’ in disparte, vide Marluxia e i suoi compagni che pranzavano in modo chiassoso. Un ragazzo con una cicatrice alla guancia si accorse di Roxas e lo indicò a Marluxia con una gomitata. Lo sguardo di quest’ultimo avvampò di rabbia. “Proprio un bell’inizio”, sospirò il biondino, scegliendo un tavolo vuoto. Almeno ci fosse stato Luxord… ma sembrava che non gli fosse più permesso frequentare i tavoli della mensa, dopo un gioco di prestigio mal riuscito. Anche se lui considerava l’aver bruciato mezzo edificio come un successo, in realtà.

“Uhm… posso?” una vocina dietro Roxas lo fece ritornare coi piedi per terra e lo costrinse a girarsi. A parlare era stata una ragazza minuta, coi capelli neri e lo sguardo gentile. “Dicevo, posso sedermi? Se ti sto infastidendo me ne vado…” e già si stava avviando, quando Roxas la trattenne. “N-NO! Cioè, no, non mi dai fastidio. Puoi sederti, se ti va.” Il viso della ragazza parve illuminarsi. “Grazie! Non sono molto a mio agio con molte persone, e non ci sono molti tavoli, considerato il numero degli studenti, mi chiedo come mai…” “ Probabilmente a causa di uno studente che voleva mangiare il fuoco con le mani…” “Come?” “No, nulla.” Roxas si sentiva stranamente a suo agio con la nuova venuta. Non era quella che potevi definire una bellezza, ma nemmeno bruttina. Era un diverso tipo di bellezza, un qualcosa di più carino e silenzioso. Improvvisamente ricordò dove l’aveva già vista “Quindi, sei anche tu una matricola, vero? Ti ho vista alla lezione introduttiva ieri.” Lei rimase sorpresa, la piccola bocca aperta in una “o” di sorpresa. “Oh, sì! Quindi anche tu, vero? Io sono Xion. Piacere.” “Roxas. Tu che corsi hai deciso di fare?” Continuarono a chiacchierare amabilmente per il resto del pranzo, e scoprirono anche di avere molti hobby in comune. Alla fine si salutarono, andando a seguire le ultime lezioni pomeridiane. E Roxas era così contento dell’incontro, che non si rese conto i suoi piedi lo avevano portato proprio alla stanza numero 713. Il biondino esitò, chiedendosi se non era meglio andarsene ed evitare ulteriori guai, quando la porta si spalancò e comparve Axel. “Roxas! Ci contavo, che venivi!” E senza dire altro lo trascinò dentro.

Dentro la stanza regnava un caos che Roxas nemmeno credeva possibile, tra fumetti, aeroplani di carta e altre cose. C’erano altre tre persone: uno sul letto che suonava un sitar, un piccoletto davanti a un computer, e un gigante che leggeva un libro su una poltrona. Axel fece una rapida presentazione: “Quello sul letto è Demyx, il taciturno laggiù Lexaeus, e questo qui è Zexion, il nostro cervellone. Lui invece è Roxas, la matricola di cui vi parlavo prima.” Roxas, li salutò, sentendosi a disagio. Demyx smise di suonare e lo osservò, fischiando. “Tu sei Roxas, eh? Dimmi, cosa hai fatto perché Marluxia ti prendesse di mira?” “Nulla, ovviamente. A quelli piace prendere i deboli come esempio.” Zexion parlò senza nemmeno distogliere lo sguardo dallo schermo. “Io ne so qualcosa… a proposito Axel, ci dobbiamo aspettare una ritorsione per la tua bravata?” Il rosso alzò le spalle. “Oggi a pranzo c’era anche Xigbar. Se per controllare Marluxia o per pianificare vendetta ancora non saprei.” Roxas, ormai curioso, si azzardò a parlare. “Ma esattamente chi sono quelli? Da come ne parlate, sembrano quelli che contano qui.” Demyx scoppiò a ridere e Zexion sbuffò. “Puoi ben dirlo” iniziò Axel “Saix, Xaldin, Xigbar e Marluxia… ciascuno di loro controlla qualcosa qui, dalle squadre sportive al cibo degli studenti. Il loro capo è Xemnas, il figlio del rettore. A patto che mantengano l’ordine per conto suo, lui gli lascia fare quasi quello che vogliono.” Roxas a queste parole impallidì, pronto a svenire. Tra tutti, aveva fatto arrabbiare gli uomini del numero uno nel campus! Senza dire altro, si girò verso l’uscita. “Ehi, matricola! Dove vai?” chiese Demyx. “Mi sembra ovvio, Dem” lo riprese Zexion “francamente, non lo biasimo più di troppo.”

Axel fermò Roxas e lo guardò negli occhi, per la prima volta serio. “Se vuoi scappare, fallo pure. Ma allora loro sapranno di aver vinto, e anche tutta l’Università. Se invece vuoi dimostrargli di che pasta sei fatto e prenderti la tua rivincita, noi siamo qui. Allora, che ne dici? Vuoi fuggire dalla sfida? Tanto mi sembra tu ci sia abituato.” Roxas si fermò a quelle parole. Ripensò ai suoi amici, ai problemi incontrati… a Xion. No, non sarebbe fuggito. Non stavolta. Guardò i suoi nuovi compagni. Non un briciolo di derisione nei loro occhi. Anzi, era… fiducia? “Quando cominciamo?” Axel annuì, Zexion sorrise e Demyx improvvisò un motivetto col sitar. Lexaeus chiuse il libro, si alzò e disse le prime parole che Roxas gli avesse mai sentito dire: “Benvenuto nei Nobodies.”
   
 
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