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Autore: xx_Dreaming    22/07/2015    0 recensioni
Veronica sono io e non lo avrei mai detto, che mi sarei trovata in mezzo alla casa con un bicchiere di Coca-Cola in mano a ballare, e mi stavo pure divertendo.
Tre ore dopo però lo strano presentimento che avevo avuto quando Federica mi aveva detto che saremmo uscite, si fece vivo non appena mio padre mi chiamò in preda al panico.
'Io e la mamma stiamo andando in ospedale, raggiungici lì il prima possibile!'
[....]
'E' meglio che tu vada, non voglio che mi vedano qui con te..'
'Perchè? Cos'ho che non va?'
'Nulla, solo che i miei mi uccidono se scoprono che sono salita su una moto con un estraneo'
'Io sono Carlo'
'Veronica'
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Benvenuta a casa, benvenuto nel mio cuore.



'Stasera usciamo'
'Non ne ho voglia, ho uno strano presentimento'
'Non è un invito, è una informazione. Preparati, ti passo a prendere alle 20:30'
Ecco, lei è Federica, la mia migliore amica. Svampita, testarda, cocciuta -un po' come me', ma la mia migliore amica. Non ci conoscevamo da molto, ma stavamo imparando a conoscerci giorno dopo giorno. Lei era entrata nella mia vita un anno fa, quando una mattina di settembre entrò nella mia classe quasi correndo perchè in ritardo e si era seduta accanto a me. Era stato come un fulmine al ciel sereno.
Da quel momento in poi era stata la mia compagna di banco per un anno -e spero lo sarà anche per il prossimo e ultimo anno di liceo- e la mia migliore amica.
Come mi aveva annunciato qualche ora prima, mi passò a prendere alle 20.30 in punto. Non sapendo dove saremmo andate, optai per dei jeans neri abbinati con un top a fantasia bianca e blu, un giacchino di pelle nero, le superga bianche e una borsa capiente nera (si amo il nero, si dice snellisca); lasciai i miei capelli castano scuro, che sotto la luce del sole d'estate tendono ad avere qualche sfumatura di rosso, sciolti.
Salutai i miei genitori, la mia sorellina e scesi di sotto, dove mi aspettava Federica con la macchina accesa, pronta a partire.
'Allora? Emozionata?'
'Se sapessi dove stiamo andando..'
'Che lagna che sei! Stiamo andando a casa di Alberto, stasera dà una festa'
Alberto era il suo ragazzo, ma era una delle persone di cui più mi fidavo, era come un migliore amico che però non sapeva nulla...
Arrivammo lì e la musica si sentiva dall'auto talmente era forte..
Entrammo e notai che molta gente non la conoscevo, probabilmente erano i colleghi universitari di Alberto, o forse imbucati, chi lo sà.. non si capiva nulla, ma per fortuna c'erano anche i nostri amici di sempre, quelli con cui esci il sabato sera per andare a divertirti da qualche parte o quelli con cui vai a mangiarti una pizza.
'Veronica andiamo a ballare!'
Veronica sono io e non lo avrei mai detto, che mi sarei trovata in mezzo alla casa con un bicchiere di Coca-Cola in mano a ballare, e mi stavo pure divertendo.
Tre ore dopo però lo strano presentimento che avevo avuto quando Federica mi aveva detto che saremmo uscite, si fece vivo non appena mio padre mi chiamò in preda al panico.
'Io e la mamma stiamo andando in ospedale, raggiungici lì il prima possibile!'
Una scarica di adrenalina inondò il mio corpo mista al panico.
'Federica dobbiamo andare'
'Come? Non ti sento' disse biscicando le parole.
'Devi accompagnarmi all'ospedale!'
Tentò di alzarsi dal divano, ma non appena si diede la spinta ricadde a faccia in giù su esso.
La maggior parte della gente lì dentro era ubriaca fradicia.. Se solo avessi già preso la patente, ma per mia sfortuna dovevo aspettare ancora un anno.
Uscì fuori dalla casa per chiamare un taxi o qualche parente che mi venisse a prendere.
Vidi un ragazzo uscire dalla stessa casa dalla quale ero uscita io e diriggersi verso una moto. Rifletti Ver, non sei MAI salita su una moto tanto meno con uno sconosciuto, che però sembrava sobrio, e non vorrai mica farlo proprio adesso! 
E' una fottutissima emergenza.
'Senti scusa, hai bevuto?'
'Come?'
'Sei ubriaco per caso?'
'No, sono astemio'
'Perfetto, mi accompagni all'ospedale?'
'All'ospedale? Hai per caso battuto la testa ragazzina?'
'E' un'emergenza!'
Notò la mia voce leggermente incrinata e si convinse.
Mi diede il suo casco e mi aiutò a metterlo, salì in sella e io lo imitai.
'Tieniti stretta al mio petto e non lasciarmi per nessun motivo'
Avevo paura, tremavo.. Non so, forse per l'eccitazione di quello che sarebbe successo dopo o di quello che stavo facendo adesso, o forse per il freddo..
Non so, tremavo e basta.
Si chiuse il suo giubotto di pelle, allacciai saldamente le mie mani attorno il suo petto, con non poco di imbarazzo, mise in moto e partì a tutta velocità.
Il vento che l'alta velocità provocava mi faceva tremare ancora di più e nella mia testa pregavo di arrivare sana e salva all'ospedale e di essere solo un ospite e non una paziente.
Si fermo ad un semaforo, tolse la mano dall'acceleratore e la mise sulle mie, accarezzandomele dolcemente.
Sussultai leggermente.
Scattò il verde e ripartì.
Raggiunsi l'ospedale tutta intera per fortuna.
Scesi dalla moto e mi aiutò a togliere il casco che si era leggermente incastrato con i miei capelli.
'Grazie per il passaggio'
'Hai bisogno di qualcosa?'
'No, grazie..'
'Be' sai ti ho accompagnata all'ospedale...'
'E' meglio che tu vada, non voglio che mi vedano qui con te..'
'Perchè? Cos'ho che non va?'
'Nulla, solo che i miei mi uccidono se scoprono che sono salita su una moto con un estraneo'
'Io sono Carlo'
'Veronica'
'Okay, vado. Se hai bisogno di un altro passaggio, nessun problema'
Infilò il casco che pochi minuti prima avevo indossato io e ripartì.
Corsi dentro e trovai mia zia a uno dei distributori automatici.
'Zia! Dove sono?'
'Ver, al terzo piano, girando a destra. Papà è dentro con la mamma da 45 min.'
Corsi verso il primo ascensore che trovai, digitai 3, e salì. Seguì le indicazioni che mi veva dato la zia e trovai lì tutti i miei parenti, agitati ed emozionati.
Aspettammo un altra decina di minuti prima che papà uscisse ed esclamasse:
'E' Nata!'
Abbracciai papà e iniziai a piangere. La mia sorellina, quella che avevo aspettato per ben nove mesi finalmente era qui, quella che avevo salutato quella stessa sera, finalmente era nata e io non vedevo l'ora di poterla abbracciare, coccolare, stringere a me e starle sempre accanto. Non vedevo l'ora di essere la miglior sorella maggiore di sempre.
Per quasi 18 anni ero stata figlia unica e finalmente dopo tanto tempo anche io avevo una sorellina più piccola di cui prendermi cura. Tutta la mia famiglia l'aveva tanto desiderata e adesso quel desiderio era diventato realtà.
Valentina era realtà.








Salve a tutti, questa è una breve anticipazione della storia e ciò che riserva.
Spero vi intrighi e mi piacerebbe se lasciaste qualche recensione, così capisco se vale la pena continuare o meno.
Un abbraccio!
  
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