Chi ami veramente? Ja'far x Sinbad (SinJa) Sinbad si era spesso chiesto perché Ja'far non avesse una ragazza. Eppure, come ragazzo non era niente male. Aveva un lavoro. Un bel visino. Però, in tutto il tempo da cui si conoscevano, Sinbad non l'aveva mai visto interessarsi a una ragazza. Come se... No, non poteva essere. "Sinbad? C'è qualcosa che non va?" Sinbad alzò lo sguardo dalla catasta di documenti che stava firmando. Ja'far era lì, in piedi accanto a lui che lo osservava preoccupato. "Ah.. No, tutto bene... Stavo solo pensando." "A qualche donna che deve incontrare stasera?" sibilò acido Ja'far. <> si chiese il re. "No, al fatto che tu non abbia ancora trovato una ragazza." Ja'far rimase per un primo momento spiazzato, poi arrossí e assestò a Sinbad uno schiaffo dietro la testa. "Pensa a lavorare." Sinbad si massaggió il punto colpito sorridendo. Ormai sapeva come reagiva il ragazzo. Quello schiaffo significava che era imbarazzato, se fosse stato arrabbiato lo avrebbe infilzato e fulminato con le sue armi. Lo osservò mentre ordinava i vari rotoli di leggi e trattati. Ja'far sembrava davvero femminile. E non solo per la tunica che somigliava a un vestito. "Ma per caso... Ti piacciono i ragazzi?" Buttò là Sinbad. Ja'far si girò di scatto, con quella faccia strana che faceva tremare Sinbad di paura. "Come scusa?" Sinbad prese coraggio, cercando di non far caso alla sua faccia strana/spaventosa. "Sono sicuro che non hai una ragazza perché... Perché a te piacciono i ragazzi." Ja'far si avvicinò, mantenendo la faccia spaventosa. "Cosa te lo fa pensare?" "Forse il fatto che non presti attenzione alle donne, e che quando passa un bel ragazzo ti giri e cerchi di sembrare dolce e gentile." rispose deciso il re, stavolta incrociando lo sguardo con quello del visir. Ja'far resse il suo sguardo, anche se il suo castello di carte che costituivano le sue emozioni aveva cominciato a vacillare. "Oh, e sono anche certo che tu abbia una cotta per qualcuno. È uno dei generali? Uno scrivano?" lo incalzò Sinbad. Il minore spostò lo sguardo sul piano della scrivania, troppo imbarazzato per guardare il proprio re negli occhi. "È Masrur?" Sinbad si era alzato e si era avvicinato ancora di più al visir. Ja'far alzò la testa e in un lampo afferrò Sinbad per il collo della tunica. "Stupido! Sei uno stupido! Hai scoperto i miei veri gusti ma... Non hai capito che amo te! Non hai notato tutte le gentilezze, le promesse che ti ho sempre fatto?! Come... Come fai ad essere così astuto e allo stesso tempo anche così stupido?!" gli urlò tutto questo, con le lacrime agli occhi. Sinbad lo ascoltava senza dare segni di nulla. Quando il visir finì di urlare, Sinbad semplicemente gli prese il viso candido tra le dita e lo baciò come mai aveva baciato una ragazza. Il bacio durò poco, ma il re lo trovò bellissimo. Ja'far quando si staccò dal bacio aveva smesso di piangere. Accarezzò il viso del suo re e appoggiò la testa sul suo petto. "Sin... Non pensavo mi avresti capito... O addirittura ricambiato..." mormorò. Poi si bloccò di colpo sentendo qualcosa che lo stava toccando sul didietro. Anzi, il termine corretto era 'quella mano che lo stava palpando'. Serrò i pugni sibilando "Ssssinnn..." "Sì Ja'far?" chiese con finta innocenza il re. "Io ti ammazzo!" Il visir estrasse dalle maniche le sue due armi, che scintillavano già di elettricità. A Sinbad non rimase che darsela a gambe. Per tutta Sindria quel giorno si vide il re inseguito dal suo visir che lo fulminava e urlava "Sin sottospecie di idiotaaaa!" Eh sì, questo sì che è amore