Stiles fissò la mano sulla schiena di Malia, le lunghe dita di Theo erano affondate nel suo fianco morbido. Scosse la testa, sospirando rassegnato. Si era sempre chiesto perché Malia non reagisse alle attenzioni del nuovo arrivato; conoscendola, avrebbe dovuto staccargli la mano nell'esatto secondo in cui l'altro l'aveva poggiata su di lei – ormai dieci minuti fa – ma era ovvio che anche a lei piacesse lui.

Tra loro era finita da un po', ma Stiles ci teneva ancora a lei e voleva che non si lasciasse abbagliare dal faccino da angelo di Theo, perché erano tutti ben consapevoli di cosa fosse capace il ragazzo.

“Quella lì non era la tua ragazza, fino a poco tempo fa?”

Stiles si voltò così rapidamente che per poco non si ritrovò faccia a faccia con l'asfalto del parcheggio della scuola.

“Cos'altro mi sono perso?” domandò Derek, poggiandogli una mano sulla spalla per rimetterlo in equilibrio.

“Ci siamo annoiati parecchio senza di te” mentì lui in risposta.

Non gli piaceva mentire a Derek, tranne che in un solo caso: quando gli sorrideva compiaciuto come in quel momento.

“Sei rimasto un pessimo bugiardo, a quanto vedo.”

E tu sei rimasto figo uguale, voleva rispondergli, ma si trattenne. Non gli pareva il caso di lasciargli già intuire che la sua cotta per lui era ancora viva e vegeta.

“Quanto resti?” gli domandò invece.

“Un po'” rispose Derek.

Stiles sentì la sua mano scendere e posarsi sul fondo della schiena, appena sopra il sedere, spingendolo verso gli altri.

Si chiese se anche il cuore di Malia battesse forte come il suo.