Libri > Shadowhunters
Ricorda la storia  |      
Autore: Sweet_Juliet    23/07/2015    1 recensioni
Buongiorno a tutti! Torno su EFP dopo più di due anni ... (Shame on me) e vi propongo questa piccola One Shot che racconta l'arrivo del piccolo Jace all'Istituto di New York visto dagli occhi di Alec.
Buona lettura!
Sweet_Juliet
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lo sai che odio i cambiamenti



"Alexander! Alec, vieni! C'è qualcuno che vuole conoscerti ..."

La biblioteca dell'Istituto di New York era immersa nel silenzio e poteva sembrare completamente vuota se non si faceva caso al ragazzino pallido e dai capelli neri come il carbone che se ne stava tutto solo, seduto su una sedia elaborata, con gli occhi azzurri concentrati sulle righe arzigogolate di un vecchio manoscritto polveroso. Aveva già starnutito un paio di volte, ma non per questo aveva allontanato il naso dalle pagine antiche.
Quel libro glielo aveva assegnato Hodge, lo Shadowhunter che si occupava dell'istruzione sua e di Isabelle. Max era ancora troppo piccolo per fare qualcosa che non fosse gironzolare per l'Istituto inseguendo le sue macchinine giocattolo. Fortunatamente in quel momento stava dormendo, quindi Alec non correva il rischio che irrompesse nella biblioteca e lo disturbasse. Isabelle, invece, probabilmente stava lanciando coltelli contro la parete dell'armeria insieme al loro padre. Era passata poco prima a chiamarlo perché si allenassero insieme, ma lui non aveva nemmeno alzato lo sguardo dal libro, rispondendo semplicemente che l'avrebbe raggiunta più tardi. Lei, quindi, se n'era andata sbuffando, sapendo perfettamente che il fratello maggiore non avrebbe interrotto ciò che stava facendo per divertirsi con lei. Stava studiando e Isabelle, al contrario di Alec, odiava studiare.

"La Signora di Edom, Ita, Kali, Batna, Talto, Satrina, Abito, Amizo ..."

Era la terza volta che li ripeteva, tutti e diciassette, tutti i nomi di Lilith, la madre dei Demoni. Isabelle lo aveva preso per pazzo quando lui le aveva chiesto di aiutarlo ad impararli, ma lui non ci aveva dato peso. A soli undici anni, Alexander Gideon Lightwood aveva capito che la sorella, di due anni più giovane, sarebbe sempre stata più abile di lui con le armi da taglio, e lo aveva accettato. Voleva bene ad Isabelle e non sarebbe mai stato geloso di lei, e poi ... E poi Alec era più interessato ad altre cose. Alec voleva sapere, voleva imparare e conoscere. Per questo riempiva sempre Hodge di domande e lui, con il sorriso sulle labbra, lo spronava a chiedere di più e a scoprire da solo le risposte che cercava. La camera del ragazzino era un disastro: libri e vestiti ovunque, armi e, soprattutto, frecce. In quello era bravo, Alec, a tirare con l'arco. Glielo aveva regalato suo padre per il suo settimo compleanno e da allora  Alec lo teneva con cura accanto al letto insieme ad una faretra sempre piena. In quello il giovane Lightwood poteva ritenersi il migliore: Isabelle non aveva mai avuto la pazienza e la concentrazione che richiedeva il fatto di rimanere fermi per ore e ore davanti ad un bersaglio. Non aveva mai condiviso con lui quella tensione, la frustrazione e poi la gioia quando una freccia su cinque raggiungeva il centro del lontano disco rotondo. No, lei preferiva i coltelli e la sua frusta di elettro. E andava bene così. Erano diversi, molto diversi, eppure si volevano bene.

"Izorpo, Kokos, Odam, Podo, Eilo, Patrota ..."

"Alexander, scendi!". Era la voce di suo padre e sembrava impaziente e arrabbiata. Lo aveva già chiamato prima? Forse. Immerso nella lettura, Alec non aveva sentito.

Infastidito ma obbediente, scivolò giù dalla sedia e lasciò la biblioteca per raggiungere i genitori all'ingresso.
"Abeko, Kea e ... E ..."

C'erano tutti all'ingresso. C'erano Robert e Maryse, Hodge, Isabelle e il piccolo Max e ... Un ragazzo che non aveva mai visto, un ragazzo dagli occhi e i capelli dorati. Uno Shadowhunter come loro che se ne stava in piedi con le mani in tasca, fermo, mentre Max, seduto a terra, gli tirava la stoffa dei pantaloni e Isabelle gli mostrava tutta esaltata la propria frusta.

"Alec, lui è Jace. Da oggi vivrà con noi, sei contento?" Era stata sua madre a parlare. Lui non rispose subito. Era sempre stato un buon osservatore, fin da bambino, perciò prima di parlare osservò la scena che gli si presentava davanti: lei era contenta, suo padre era contento, Hodge era contento. Izzy e Max erano contenti. Incrociò lo sguardo del nuovo arrivato. Lui non era contento.

"Sì."

Rispose semplicemente, ma nemmeno Alec era contento.
Alexander Gideon Lightwood odiava i cambiamenti e sapeva perfettamente che, dal momento in cui quel ragazzo, quel Jace Wayland, era entrato all'Istituto, la sua vita era cambiata per sempre.
E Alec ... Alec voleva solo tornare in biblioteca a rileggere l'ultimo nome di Lilith. Quell'interruzione glielo aveva fatto dimenticare.
 
[...]
 
"La prima volta che ti ho visto ho desiderato che te ne tornassi a Idris.
Lo sai che non amo i cambiamenti."
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Sweet_Juliet