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Autore: serecanie_    23/07/2015    4 recensioni
Dal testo:
"Eccolo, l'attimo tanto atteso arrivò, il piacere puro e semplice, tutte le percezioni si offuscarono, la mente incontrò la libidine. Poi tutto finì com'era iniziato. Si staccarono stremati e si stesero una vicino all'altro. I suoni tornarono chiari, la mente iniziò a pensare con più lucidità e una pace interiore li investì. Non c'era bisogno di dire niente. Qualunque frase o parola sarebbe stata di troppo, poiché si erano detti tutto con quest'ultimo gesto.
Le membra di entrambi iniziarono a farsi pesanti, si addormentarono così, col sorriso sulle labbra e con la certezza di un futuro insieme, senza mai più separarsi."
E' la prima volta che mi cimento in una cosa del genere, non siate troppo duri con me e vi prego se qualcuno la leggerà ditemi cosa ne pensate, spero vi piaccia.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Percy/Annabeth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Campo Mezzosangue era silenzioso a quell'ora della notte, tutti i semidei, fiaccati dalle fatiche del giorno, erano ormai da tempo tra le braccia di Morfeo.

Tutti tranne uno. Se ne stava seduto sulla spiaggia, l'acqua lambiva i suoi piedi nudi, una leggera brezza gli scompigliava i capelli scuri e gli solleticava il viso, gli occhi color del mare erano persi in quell'immensa distesa blu scuro che era l'oceano.

Lo scrosciare delle onde sulla battigia riusciva a calmarlo e dargli nuova pace, seppur temporanea.

Da quando Gea era stata sconfitta infatti tutte le notti aveva incubi spaventosi, rivedeva gli orrori vissuti nel Tartaro, vedeva i suoi amici cadere per mano di mostri e giganti.

Quella notte sognò Annabeth, la sua amata Annabeth che lo chiamava, gli chiedeva aiuto, disperata, ma per quanto si sforzasse il ragazzo non riusciva a raggiungerla in tempo per strapparla alla morte e lei spirava fra le sue braccia sussurrandogli che era tutta colpa sua, che per l'ennesima volta non era riuscito a salvarla.

Ogni volta si svegliava di colpo, le lenzuola attorcigliate al corpo e la maglietta completamente bagnata di sudore, non riusciva mai a riaddormentarsi dopo.

Decise quindi di andare là dove si sentiva più a suo agio, nel suo habitat.

Ad un certo punto sentì un fruscio, qualcuno si stava avvicinando. Si girò di scatto, se si faceva beccare lì a quell'ora della notte il signor D. si sarebbe infuriato e gli avrebbe affibbiato una punizione esemplare. Alla svelta raggiunse il mare e si tuffò completamente, appiattendosi sul fondale,aspettando che chiunque fosse passasse velocemente.

Dopo un paio di minuti di assoluto silenzio decise che era ora di dare un occhiata, si avvicinò alla riva con calma, cerando di non farsi sentire. Sulla spiaggia, là dove prima era seduto lui c'era una figura femminile in piedi, a braccia conserte, aveva lunghi boccoli che le ricadevano morbidi sulla schiena, portava la maglietta arancione del campo e un paio di pantaloncini grigi, da quella distanza non riusciva a distinguerne i lineamenti del volto ma poteva riconoscere quella sagoma fra un milione.

“Ehi Testa D' Alghe finalmente hai smesso di fare il pesce lesso.” disse Annabeth appena la raggiunse

Le labbra di Percy si allargarono in un mezzo sorriso:

”Mi hai fatto prendere un colpo e comunque si può sapere che ci fai qui a quest'ora della notte?” Questa volta toccò alla ragazza sorridere:

“Potrei farti la stessa domanda” dopodiché aggiunse: ”Non riuscivo a dormire e sono venuta a cercarti, nella tua capanna non c'eri e ho pensato di venire a controllare qui.”

Si stesero insieme sulla sabbia, mano nella mano. Tra una risata e qualche bacio i due si ritrovarono abbracciati. I loro sguardi s'incrociarono, Percy le scostò delicatamente una ciocca bionda dal viso. Osservò i suoi occhi grigi, pensò che non c'era niente di più bello al mondo.

Insieme avevano superato di tutto,avevano lottato contro i Titani, avevano visitato luoghi sconosciuti e pericolosi salvandosi la vita a vicenda, avevano attraversato tutto il Tartaro, sconfitto i giganti e Gea. Il loro legame era molto più forte di quello che potevano avere due giovani amanti. Erano uno la metà dell'altra e niente al mondo avrebbe potuto separarli.

“ A che pensi?” sussurò Annabeth, continuando a guardarlo negli occhi.

“A quante ne abbiamo passate, nonostante tutto siamo ancora insieme, qui, in pace. Non credi sia pazzesco?” la risata della ragazza riempì il piccolo spazio formato dai due corpi vicini, ma durò un istante appena, il viso tornò serio:

“Ho paura Percy, paura che tutto questo possa sfuggirci dalle mani, la nostra felicità, la nostra vita. Tutto quello per cui abbiamo lottato in questi anni. Potrebbe scomparire in un momento e non voglio che accada.” Un'unica lacrima le scese sulla guancia. Percy allungò una mano verso il suo volto e la asciugò con tenerezza.

“Non devi aver paura, io ci sono e ci sarò sempre. Non ti abbandonerò mai e farò il possibile per garantirci un futuro, se ci saranno delle difficoltà le affronteremo insieme, come abbiamo sempre fatto”

“Ti amo Percy” sussurrò la ragazza.

“Ti amo anch'io.”

Le loro labbra si sfiorarono. Dapprima fu un bacio casto e leggero ma poi la passione ebbe la meglio, Percy si mise sopra il corpo di lei e le lingue si toccarono come mai avevano fatto prima, Mise le mani attorno ai fianchi della ragazza, lei invece iniziò ad insinuarsi sotto la sua maglietta, gli sfiorò la schiena delicatamente, toccando i muscoli tonici. Tornò in giù, gli alzò i bordi della maglia e lui se la sfilò in un solo gesto. Annabeth si permise di staccarsi un attimo dalle sue labbra per osservare lo spettacolo che aveva davanti, rimase incantata dal fisico asciutto e scolpito di lui, le sue mani vagavano ovunque su quel corpo perfetto. Sul viso di Percy si allargò un sorriso sghembo e malizioso che la fece fremere di piacere.

Uno alla volta gli indumenti finirono a terra, il respiro di entrambi accelerò, gemiti soffocati uscirono dalle labbra di lei, il battito del cuore aumentò a dismisura, entrambi potevano sentirlo battere nell'altro, pelle nuda su pelle nuda. La sabbia si appiccicava ovunque sul corpo dei giovani, ma a loro non importava, nulla aveva più importanza, vivevano quel momento come se non esistesse niente al di fuori di loro due, l'uno nell'altra.

Eccolo, l'attimo tanto atteso arrivò, il piacere puro e semplice, tutte le percezioni si offuscarono, la mente incontrò la libidine. Poi tutto finì com'era iniziato. Si staccarono stremati e si stesero una vicino all'altro. I suoni tornarono chiari, la mente iniziò a pensare con più lucidità e una pace interiore li investì. Non c'era bisogno di dire niente. Qualunque frase o parola sarebbe stata di troppo, poiché si erano detti tutto con quest'ultimo gesto.

Le membra di entrambi iniziarono a farsi pesanti, si addormentarono così, col sorriso sulle labbra e con la certezza di un futuro insieme, senza mai più separarsi.

   
 
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