Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: Sheryl_    23/07/2015    1 recensioni
È strano come tutte le tue certezze crollino dopo la morte di una persona. Non serviranno a niente le tue convinzioni di tutta una vita. Puoi aver creduto nella reincarnazione, in un Dio, nel Nulla. Ma tutto questo verrà spazzato via come un castello di sabbia scalciato da un bambino dispettoso quando ti ritroverai davvero a fare i conti con la Morte. La morte di un corpo. Perché non saprai mai se l'Anima rimarrà sempre al tuo fianco, come quella persona ha sempre fatto quando era viva, viva e vera, concreta. Non saprai mai se l'Anima troverà un altro corpo, un'altra vita. Una vita lontana da te, lontana dalle birre bevute sulla spiaggia alle tre di notte, quando neanche il sonno poteva permettersi di separare quei due innamorati.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prologo.


È strano come tutte le tue certezze crollino dopo la morte di una persona.
Non serviranno a niente le tue convinzioni di tutta una vita: puoi aver creduto nella reincarnazione, in un Dio, nel Nulla, in qualsiasi cosa ti passi per la testa.
Ma tutto questo verrà spazzato via come un castello di sabbia scalciato da un bambino dispettoso quando ti ritroverai davvero a fare i conti con la Morte.
La morte di un corpo.
Perché non saprai mai se l'Anima rimarrà sempre al tuo fianco, come quella persona ha sempre fatto quando era viva, viva e vera, concreta.
Non saprai mai se l'Anima troverà un altro corpo, un'altra vita.
Una vita lontana da te, lontana dalle birre bevute sulla spiaggia alle tre di notte, quando neanche il sonno poteva permettersi di separare quei due innamorati.
Una vita che mai più passerà con te, con le sigarette rubate, le chiamate a tarda notte dopo un litigio particolarmente pesante con i propri genitori, i tatuaggi fatti insieme quando il bisogno di avere tatuato l'altro sul proprio corpo e non solo sul proprio cuore aveva raggiunto picchi a cui era stato impossibile resistere.
Un'altra vita con un altro corpo.
Un corpo che non avrà più quegli occhi azzurri come il cielo d'estate, così bello e così accecante.
Un corpo che non avrà più quell'assurda altezza che ti divertivi tanto a prendere in giro, ma quando ti soffocava tra le sue braccia ti sentivi a casa. Una casa ormai vuota, abbandonata.
Una casa distrutta a cui è impossibile tornare.
Perché tu sei sempre stato la mia casa, ed era la sensazione migliore che avessi mai provato nella mia vita.
Ed era triste che la morte si fosse portata via anche quella sensazione, senza che io potessi fare nulla per poterla riconquistare.

Faceva freddo, terribilmente freddo, tanto che le lacrime che solcavano le mie guance si sarebbero potute tranquillamente ghiacciare. Ghiacciare come il mio cuore, un cuore che sembrava aver perso la capacità di battere e tenermi in vita da quando tu eri scomparso.
Era il giorno del tuo funerale e pioveva, sembrava uno di quei cliché che tanto odiavamo guardare nei film e ti sentì così distante in quel momento che, semplicemente, me ne andai.
Da quando la funzione era cominciata non avevo fatto altro che guardare la tua tomba.
Il mio sguardo non aveva osato posarsi su nient'altro, come se anche i miei occhi sapessero che la colpa era mia, mia, e quella era la loro personale tortura.
Tortura alla quale non riuscivo più a sottostare, non riuscivo a immaginarti dentro una fredda bara di legno.
Così, dopo aver sussurrato delle scuse, scappai via per rifugiarmi nel nostro posto, la panchina dove ci eravamo scambiati il nostro primo bacio – altro orrendo cliché – e avevamo inciso le nostre iniziali sul legno.
Se non fosse stato per me, tu saresti stato al mio fianco.
Ricorderò sempre quel giorno come il peggiore della mia vita.
È ironico come tutto possa cambiare in un momento, un secondo prima la vita ti sorride e sembra che niente e nessuno possa scalfire quella bolla di felicità in cui esisti solo tu. Tu e lui.
Il momento dopo è solo buio, oscurità e sangue.
È il ricordo principale di quel giorno il sangue, il sangue che ancora mi perseguita.
Nessun horror – che tanto amavamo guardare rannicchiati sotto le coperte del mio letto – potrebbe competere con l'orrore che mi sono ritrovata a vivere quel giorno.
Una passeggiata, un gelato e risate, tante risate, quelle risate che non mancavano mai nei momenti passati con te.
La strada, il semaforo verde, una macchina impazzita e buio.Nel momento in cui mi sono svegliata dopo il tremendo avvenimento tremavo. Non urlai, non chiamai il tuo nome e per un momento mi parve anche di non respirare.
Semplicemente, smisi di vivere. Smisi di vivere quella vita che senza di te non aveva senso proseguire, non dopo che la tua era stata interrotta per colpa mia.
Sapevo tutto.
Sapevo che tu non ce l'avevi fatta: come avresti potuto?
Sarei dovuta esserci io sotto quell'auto, io e il mio vizio di non guardare mai la strada quando il semaforo dei pedoni era verde, "se ci mettono sotto la colpa non è nostra!".
Invece la colpa era mia.
Se tu non eri più con me la colpa era esclusivamente mia, della mia testardaggine, della mia disattenzione.
Se solo avessi saputo.
Ricordo ancora come la tua mano stringeva il mio braccio nel tentativo di spostarmi il prima possibile, ricordo i tuoi occhi pieni di terrore per me, le lacrime che scendevano sul tuo volto e le tue labbra che sussurravano delle scuse – sorrisi tra le lacrime a quel punto. Tu mi chiedevi scusa perché sapevi di star morendo e di lasciarmi sola -.
Ricordo le mie grida, le mie mani piene di sangue – il tuo sangue che ancora sembra bagnarle –, la disperazione e, infine, buio.

I miei occhi erano persi nel vuoto e la pioggia aveva aumentato d'intensità, ma a me non importava.
Non mi importava più di nulla. Ero completamente fradicia e cominciai a tremare dal freddo, un freddo che sembrava provenire da dentro e che solo lui avrebbe potuto spazzare via.
«Non è stata colpa tua.» Esclamò una voce che mi fece sussultare, spaventata.
Ero talmente immersa nei miei pensiero che non mi ero neanche accorta della presenza della persona al mio fianco.
Sicuramente mi aveva seguita una volta finito il funerale. Una fitta al petto al pensiero che era il suo funerale, ma cercai di scacciare il pensiero..
«Va via, Calum.» Dissi al ragazzo. Non avevo voglia di interazioni umane, l'unica cosa che volevo in quel momento era un suo abbraccio, volevo solamente poter aspirare per l'ultima volta quell'odore così buono e familiare, un odore che avrei amato sempre e comunque. Un odore che non avrei risentito mai più.
Mi immobilizzai quando constatai che una persona mi stava abbracciando e quella persona non poteva che essere Calum. Calum, non Luke.
Sentì le sue lacrime bagnare la mia maglietta e mi sentì male a mia volta.
Non solo avevo ucciso il mio ragazzo, colui che era stato in grado di salvarmi da tutto – perfino me stessa -, ma stavo facendo del male ai miei migliori amici.
Calum, Michael e Ashton, dopo quell'avvenimento, avevano cercato in tutti i modi di aiutarmi, nonostante soffrissero molto anche loro preferivano vedermi sorridere piuttosto che stare bene a loro volta.
Un po' come se prendersi cura di me potesse far sentire la presenza di Luke più viva e reale.
Eppure io li avevo ringraziati con il mio comportamento scortese e distante, come se l'assenza del biondo annullasse tutto il resto.
Così facendo avevo ucciso anche loro, quando non si meritavano neanche il minimo male.
Mi scostai dalle braccia del moro e, con gli occhi annebbiati dalle lacrime, me ne andai sussurrando un «Mi dispiace».
Corsi a casa senza più voltarmi indietro.
Non avevo sentito la sua risposta, non avevo visto neanche il suo viso completamente deturpato dal dolore di aver perso non solo l'amico di una vita, ma anche la sua migliore amica.
Non avevo visto nulla, ancora una volta.
Ancora una volta avevo provocato morte.











Okai, avrei voluto aspettare un po', ma avevo voglia di pubblicare questa mia piccola pazzia.
Non so da dove sia uscita, so solo che i pensieri alle cinque del mattino non possono essere fermati, perché pretendono di essere messi su carta.
Specifico che io non ascolto i 5 seconds of summer, ma mi è capitato di leggere storie su di loro e guardare qualche loro video e mi piacciono davvero davvero tanto. Quindi, per favore, non lapidatemi.
Spero che la storia vi paiccia, è un po' particolare e conterà solamente sei capitoli, compreso il prologo. Poi capirete il perché, sarà lampante con il prossimo aggiornamento.
Aggiornerò tra esattamente una settimana, spero vi piaccia e accetto consigli e critiche - soprattutto critiche-.
Un grazie enorme a te che hai sprecato un po' del tuo tempo per leggere questa storia. Grazie, davvero.


See you soon!

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: Sheryl_