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Autore: Crepuscolina13    23/07/2015    3 recensioni
Tratto dal 1 capitolo:Salve,il mio nome è Serena,purtroppo non conosco il mio cognome,18 ani fa sono stata abbandonata sulla soglia di un orfanotrofio all'età di 6 mesi circa nella città di Central City,dove tutt'ora abito.---questa storia parla di un ipotetica figlia di oliver e felcity che però hanno dovuto abbandonare,solo nei primi capitoli sarà presente un crossover con the flash.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 15: Il rapimento

La festa era proseguita bene e a tarda notte tutti gli invitati se ne erano andati,tranne la nonna,il suo compagno e la ragazza di nome Laurel, che erano rimasti a dormire da noi.

Anche quella notte avevo dormito coi miei genitori,nel lettone.

La cosa detta ad alta voce poteva sembrare strana ma per noi non lo era affatto.

Avevamo bisogno di sentirci così vicini,la paura di essere divisi era ancora grande.

La mattina facemmo colazione insieme,solo noi tre perché gli altri dormivano ancora, chiacchierando dei piani della giornata.

-Oggi cosa vi va di fare?- chiese papà dopo aver bevuto un sorso di cappuccino.

-Non saprei ...Serena decidi tu- rispose mamma guardandomi.

-Mi piacerebbe molto vedere luoghi a voi cari- risposi io imbarazzata.

-Mi sembra un'ottima idea- rispose mia madre felice.

-Che ne dici di visitare la Queen Consolidated?- propose mio padre.

-Mi piacerebbe molto- risposi sorridendo entusiasta

-Sai..quello è il primo luogo in cui io e tuo padre ci siamo incontrati- disse poi mamma

-davvero???? mi raccontate la storia??? per favore!!!!- esclamai entusiasta mettendo le mani a preghiera

-mhh...perchè no- rispose lei guardando papà, e fu proprio lui a raccontare per primo.

-Un giorno durante una missione trovai un computer molto importante, purtroppo era stato danneggiato così fui costretto a portarlo ad un tecnico informatico e all'azienda mi consigliarono di cercare una certa Felicity Smoak-

-Oddio se ripenso alla figura di merda che feci- disse mamma interrompendo papà.

-Io ti trovai adorabile. Il tuo balbettio era così dolce- la rassicurò papà prendendo una ciocca dei suoi biondi capelli tra le sue mani.

-Avresti dovuto vederlo, si presentò tutto sicuro di se con in mano un portatile pieno di proiettili inventando scuse una più assurda dell'altra- mi spiegò poi mamma ridendo

-e poi cosa successe?- chiesi curiosissima.

-Si ripresentò ancora molte volte con oggetti strani di cui dovevo recuperare informazioni, ovviamente sapevo che mi stava riempiendo di bugie, ma mi fidai lo stesso- spiegò mamma.

-Alla fine tra di noi si creò un rapporto di fiducia reciproca e durante un'emergenza le rivelai la mia seconda identità ed entrò a far parte del team Arrow- continuò papà

-e poi vi siete innamorati- conclusi io al posto loro, sorridendo felicissima.

- Ci volle un po' di tempo prima di rendercene conto ma alla fine si,fu quello che successe- disse mamma donando un piccolo ma dolce bacio sulla guancia di papà.

-Voi non sapete come io in questo momento sia felice, per una ragazza cresciuta in orfanotrofio conoscere finalmente la propria storia...è come se fosse avvenuto un miracolo- spiegai io cercando di esprimere sentimenti profondi e quando mi asciugai una lacrima uscita inconsapevolmente dal mio occhio, mamma sia alzò e venne ad abbracciarmi seguita subito da papà.

-Buongiorno a tutti!- esclamò Donna pimpante appena entrata in cucina.

-Ho interrotto qualcosa?- chiese preoccupata.

-Non ti preoccupare nonna,solo momenti di famiglia- e ancora una volta,pronunciare quella parola riempì il mio cuore di amore.

-Nipotina volevo sapere se ti andava una passeggiata nel parco qua vicino, sai l'aria mattutina fa ringiovanire la pelle- propose la nonna e io accettai entusiasta.

-Appena torno andiamo all'azienda okay? - domandai poi ai miei genitori e loro annuirono.

Mentre io mi andai a cambiare Donna fece colazione e una volta pronte uscimmo di casa, nell'aria fresca e profumata della mattina.

 

Pov.Donna

Camminammo in silenzio per un po' mentre io facevo strada verso il parco.

-Sono Felice di averti come nipote- dissi io ad un certo punto.

-Oh grazie..anche io sono felice di averti come nonna- rispose lei dolcemente per poi stringermi in uno stritolante abbraccio e io ricambiai accarezzandole i capelli.

-Hai i capelli uguali a tua madre- le dissi una volta interrotto l'abbraccio.

-Oh davvero? Ne sono felice e poi....- ma la mia nipotina non poté finire la frase perché un furgone nero spuntò all'improvviso da una stradina secondaria vicino a noi, bloccandoci la strada.

Dal veicolo scesero tre uomini, due immobilizzarono Serena che si dimenò, ma non riuscì comunque a difendersi perché i due la portarono nel furgone.

L'unico uomo rimasto mi spinse a terra e prima di scappare mi urlò:

-Di ai cari genitori Queen di prepararsi a sborsare un bel po' di soldi se rivogliono avere indietro la loro cara figlioletta appena ritrovata-

Una volta salito anche l'ultimo uomo, il furgone partì a tutto gas e in un secondo scomparve dalla mia vista.

Dopo un attimo di shock presi il cellulare e terribilmente in colpa e con copiose lacrime che uscivano dai miei occhi composi il numero di mia figlia.

“ Ehi mamma dimmi” rispose lei allegra al primo squillo.

-Felicity...- riuscì solo a mormorare ma bastò perchè mia figlia intuisse che fosse successo qualcosa

“Mamma! Stai bene? Cosa è successo!!!??”

-Si tratta di Serena...l' hanno rapita-

 

Autore: La tentazione di interrompere il capitolo qua era tanta ma non sono così cattiva quindi continuate pure a leggere XD

 

Pov. Serena

Era successo tutto in un lampo, un secondo prima stavo parlando con mia nonna e il secondo dopo mi ero ritrovata circondata da due braccia muscolose che mi trascinavano via, avevo provato a difendermi ma presa così alla sprovvista non ci ero riuscita e mi ero ritrovata rinchiusa nel vano di un furgone, e quando partì, capì di essere stata rapita.

Potevo urlare quanto volevo ma nessuno mi avrebbe sentito, la cosa positiva era che le mie mani non erano legate.

Infatti quello che i rapinatori non potevano sapere era che io non ero una di quelle ragazze deboli e piagnucolone che si fanno salvare dagli altri, l'unica persona che poteva salvarmi ero io stessa.

All'orfanotrofio avevo imparato a essere forte, a “combattere” per la porzione di cibo più abbondante, a tenermi stretti gli oggetti a me cari per non farmeli rubare e a contrastare i tipici bulletti.

All'età di 15 anni avevo trovato un' amico che mi aveva insegnato la box e da allora avevo sempre saputo difendermi.

Mi alzai traballante per colpa delle buche che il furgone prendeva e anche se con scarsa luce mi guardai intorno e riuscì a trovare un vecchio filo di ferro arrugginito, perfetto!

Avevo visto che i rapinatori erano tre uomini e cominciai ad ideare un piano.

Il viaggio durò altri venti minuti e finalmente il furgone si fermò.

Era arrivato il momento.

Sentì dei passi e dei rumori poi lo sportellone si aprì ed entrarono due uomini che mi trascinarono di peso fuori.

Cercai di mostrarmi impaurita e debole.

-Per favore non fatemi del male- piagnucolai.

I due uomini mi tenevano un braccio ciascuno mentre il terzo mi si era posizionato davanti,era arrivato il momento di agire.

Lanciai con tutta la forza che avevo un calcio nelle parti basse al terzo uomo che si accasciò dolorante a terra.

Impugnai bene il pezzo di ferro che avevo nascosto nella mano chiusa e lo passai sul braccio dell'uomo alla mia sinistra.

Il ferro era ancora più affilato di quello che pensavo e così gli lasciai un lungo taglio che andava dal gomito al polso che cominciò subito a sanguinare copiosamente.

L'uomo alla mia destra si era ripreso dalla sorpresa ed era pronto ad aggredirmi, ma io fui più veloce e lo spinsi via cominciando a correre .

Corsi veloce come non mai e lanciando uno sguardo indietro vidi che l'uomo che avevo spinto si era facilmente ripreso ed adesso mi stavo inseguendo.

Aumentai la velocità.

Mi trovavo in una zona industriale abbandonata.

Le strade erano deserte ma io continuai a correre, durante il mio passaggio rovesciai alcuni sacchi della spazzatura rallentando così il mio inseguitore.

Alla mia destra notai un cancello e mi ci precipitai.

Lo scavalcai in un baleno e ripresi la mia fuga.

Dopo un minuto mi girai e compresi che finalmente ero riuscita a seminare l'uomo ma continuai a correre.

Quando riportai lo sguardo davanti a me per poco non mi investirono.

Ero sbucata in una strada abitata, ma soprattutto trafficata.

Un paio di macchine mi suonarono il clacson e così attirai l'attenzione di una decina di persone a un bar lì vicino.

Un uomo mi si avvicinò.

-Signorina si sente bene?- chiese notando i miei occhi sconvolti e l'evidente fiatone che avevo dopo una così lunga corsa.

-No....hanno ...appena tentato..di ...rapirmi- risposi prendendo fiato.

-Oh venga con me così chiamiamo la polizia-

L'uomo mi condusse a uno dei tavolini del bar e fui subito circondata da molte persone.

Mi offrì da bere e mentre io mi dissetavo il signore molto gentilmente chiamò la polizia che dopo cinque minuti arrivò insieme ad un'ambulanza.

- Signorina vuole chiamare qualche suo familiare- mi chiese il signore mentre aspettavamo l'arrivo delle forze dell'ordine.

-I miei genitori...ma..non conosco il loro numero- e questa volta balbettai non perché dovevo riprendere fiato ma perché ero sotto shock.

L'uomo confuso da questa strana risposta chiese ancora:

-Allora vuole dirmi il suo nome, sicuramente la polizia riuscirà a trovarli-

-Serena Queen-

-Tranquilla Serena andrà tutto bene- mi rassicurò lui e in silenzio aspettammo.

L'ambulanza arrivò e un infermiere mi invitò a salire sul mezzo ed io non protestai.

Mentre mi misuravano la pressione e controllavano che stessi bene mi si avvicinò un poliziotto.

- Piacere Serena sono il detective Richard, il signore che l'ha soccorsa ci ha detto come si chiama e abbiamo subito provveduto a chiamare i suoi genitori, tra poco saranno qui- a quella frase i miei occhi si illuminarono.

-Nel frattempo vuole raccontarci cosa le è successo? -

-Detective per favore, è sotto shock, lasci le domande a dopo- disse l'infermiere che mi stava visitando, intromettendosi nel discorso, io lo guardai e lo ringrazia con gli occhi.

In quel momento sentimmo uno stridio di gomme sull'asfalto e in lontananza vidi arrivare una macchina a tutto gas.

La macchina frenò di colpo, parcheggiando praticamente in mezzo alla strada.

Si aprirono due portiere dalle quali uscirono i miei genitori che mi corsero incontro.

Io alla loro vista feci un salto e scesi dall'ambulanza correndogli in contro,e una volta arrivata a destinazione mi buttai nelle loro braccia scoppiando a piangere.

- O mio Dio tesoro stai bene???- mi urlò mio padre.

-Ora si- risposi guardandoli negli occhi.

-Come sei riuscita a scappare?- mi chiese la mamma che tentava di asciugarsi le lacrime versate.

-Mi sono difesa e sono corsa via ritrovandomi qua- spiegai io balbettando.

-Sei riuscita ad avere la meglio su quei malviventi? Da sola?- mi domandò papà ed io annui.

-Amore questo sicuramente lo ha preso da te- disse poi mamma facendoci ridere tutti.

Una volta asciugate le lacrime e esserci abbracciati ancora un altro po' ci dirigemmo dal poliziotto che fece un verbale delle mie dichiarazioni assicurandoci di aprire subito l'indagine.

E finalmente ce ne tornammo a casa, di nuovo insieme.

 

Autore: Ta dan! La nostra Serenella sa difendersi da sola,potrebbe fare concorrenza al padre XD

Ho aggiornato due volte in poco tempo perché in questo week end sarò molto impegnata e non volevo lasciarvi troppo in sospeso. Se vi fa piacere fatemi sapere cosa ne pensate. A presto.

  
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