Ed ecco cosa succede quando due autrici folli scrivono
una ff insieme!!! Come si è già capito dal nick siamo Lenn Chan e LightAngel!!!
Vi diciamo solo che per puro caso è uscita fuori l’idea di questa fic fuori
dagli schemi!! E’ un po’ una parodia della pubblicità “Se mi prendi ti sposo”
ce l’avete presente?? Quella con Adriana e Diego?? Esatto quella!! La storia
gira intorno a questa pubblicità ma in realtà abbiamo inserito moltissime altre
cose che non sono in relazione con essa! La ff ha preso il via da sola e non
sappiamo dove andrà ad infrangersi!!
Questo primo capitolo, che è un prologo, l’ho scritto
io, ovvero Lenn Chan, ma il flashback presente in mezzo è di LightAngel a cui
toccherà l’onore di scrivere il prossimo cap!! Che altro dire?? Spero vi piaccia!!
Commentate!! Soprattutto quelli che seguono con passione le nostre fic (perché
c’è ne sono??? nd.tutti). Non dico niente e inizio subito che è meglio…
Una ragazza bruna correva per la strade di Tokyo affiancata da un ragazzo che nel muoversi faceva ondeggiare al vento la sua inseparabile sciarpa. Correvano come fossero inseguiti da qualcuno effettuando una slalom perfetto tra i passanti che vedevano venirgli contro, ignari da cosa loro stessero scappando.
-Sembra…che li abbiamo…seminati- disse affaticata
guardando indietro mentre cominciava a rallentare l’andatura –Non li vedo più
dietro di noi- si fermò piegandosi sulle ginocchia per riprendere fiato. Aveva
perso la cognizione del tempo e dello spazio, da quanto correvano? Sapeva solo
che se avesse fatto un altro passo molto probabilmente sarebbe crollata.
-Potrebbero sempre comparirci davanti- proferì
arrestandosi accanto a lei e scrutando l’orizzonte fin quanto la vista glielo
permetteva.
-Ma dai…- sospirò riprendendo a camminare seguendo il
compagno, era impossibile che fossero così veloci. Aveva appena terminato di
pensarlo che, svoltato l’angolo che sfociava su una strada secondaria del
centro della città, si ritrovò davanti uno dei loro inseguitori.
-Ma guarda chi abbiamo qui! Dove andate di bello?- Rei gli
si era parato davanti, con le braccia incrociate al petto e un sorrisino
beffardo dipinto sul volto sembrava davvero soddisfatto di averli finalmente
scovati.
-Kai…- esordì la ragazza rivolgendosi al russo –Visto che
stare zitto è la cosa che sai fare meglio…dovresti continuare a farlo!- esclamò
portandosi le mani sui fianchi. Kai si limitò a lanciarle un’occhiata torva
tornando poi a spostare nuovamente l’attenzione sul cinese.
-Ehm…noi dovremmo andare- fece Hilary ridacchiando
nervosamente e indietreggiando di qualche passo tanto che andò a sbattere
contro qualcosa, o meglio qualcuno.
-Di già? Restate un po’ con noi, no?-
-Max! Professore!- si voltò, enfatizzando i loro nomi.
Pareva proprio non volessero lasciarli in pace.
-Tanto non potete scapparci!- anche Takao li raggiunse
seguito a ruota da Daichi che occuparono gli ultimi posti rimasti che potevano
permettergli di svignarsela. Non avevano scampo, li avevano accerchiati. Adesso
si sarebbero fatti spiegare una volta per tutte come stavano esattamente le
cose altrimenti non li avrebbero lasciati andare. La ragazza cercò lo sguardo
di Kai in segno di appoggio.
-Come mai non siete all’inaugurazione?- chiese il russo
agli ultimi due arrivati con la sua solita calma decidendo di prendere in mano
la situazione con una domanda che apparentemente sembrava non avere senso.
-Quale inaugurazione?- fecero all’unisono.
-Quella della pasticceria all’angolo. Oggi è giorno di
apertura e offrono dolci gratis a tutti quelli che entrano nel locale-
-Davvero?!- già gli occhi gli luccicavano dalla gioia.
Senza pensarci due volte partirono in quarta verso il ristorante indicatogli
dall’amico lasciando dietro di loro solo una densa nuvola di polvere che si
dissolse poco dopo cedendo il posto al…vuoto. Takao e Daichi era già spariti.
La brunetta parve riflettere sulle parole del ragazzo.
-Ma Kai non c’è nessuna pasticceria all’ango…- non riuscì
a terminare la frase, Kai infatti l’afferrò velocemente per un polso
trascinandosela dietro e cominciando a correre. Era fin troppo facile ingannare
l’ingenuità dei due loro compagni di squadra.
-Se ne stanno andando!-
-Lasciamoli stare…per adesso- propose il biondino a Rei
passandosi svogliatamente una mano tra i capelli, si era stancato di
rincorrerli da un capo all’altro della città, tanto prima o poi sarebbero
dovuti tornare a casa.
Ricominciò così la corsa dei due ragazzi che di nuovo si
trovavano a dover seminare i loro assillanti inseguitori, sperando che prima o
poi li avrebbero lasciati in pace. Solo quando pensarono di trovarsi abbastanza
distanti Kai lasciò andare la mano di Hilary che si fermò per riprendere fiato.
-Non capisco cosa vogliano da noi-
-Cominciano a sospettare che noi…beh…insomma…che io e te…-
farfugliò mentre sulle sue guance comparivano lievi i segni dell’imbarazzo
–stiamo insieme- disse infine. Il russo si irrigidì leggermente preoccupandosi
di non darlo troppo a vedere.
-Mai che si facciano gli affari loro- disse. Hilary
sollevò gli occhi e scoprì di essersi fermata davanti l’entrata di quello che
aveva tutto l’aria di essere un ristorante. Ora che ci pensava era quasi ora di
cena e la corsa, anzi, le corse le avevano stimolato ancora di più l’appetito.
-Entriamo?-
-A fare cosa?- le domandò serio. La brunetta lo guardò
scettica.
-Secondo te cosa si fa in un ristorante, Kai?- non le
pareva di avergli chiesto di entrare su un razzo spaziale diretto per Marte. Il
ragazzo si limitò ad alzare le spalle, nonostante dovesse ammettere che anche a
lui stava venendo una certa fame.
-Loquace come sempre!- ribatté ironica.
-Mi hai detto tu di stare zitto-
-Sei un caso disperato- sospirò rassegnata.
Entrarono nel locale, era piuttosto spazioso, i tavoli
apparecchiati alla perfezione e disposti in ordine gli davano un’atmosfera
elegante e pulita. Si fecero indicare da un cameriere un posto tranquillo e
appartato, lontano dalle grandi vetrate colorate dell’entrata, in questo modo
se anche i loro amici fossero passati là davanti non li avrebbero visti. Si
sedettero uno di fronte all’altra facendo le loro ordinazioni, finalmente
avrebbero potuto mangiare in pace.
-Si può sapere perché non vuoi dirglielo?- domandò d’un
tratto Hilary al ragazzo, poggiando stancamente la testa sulla mano.
-Cosa?- sollevò appena lo sguardo su di lei.
-Beh…di noi due…- rispose imbarazzata. Il russo tornò ad
abbassare gli occhi sul piatto appoggiandosi allo schienale della sedia.
Incrociò le braccia al petto e rimase in silenzio per qualche secondo prima di
affermare –La mia vita privata non li riguarda-
-Ma Kai…sono nostri amici. Quando hai detto che volevi
tenere questa cosa per noi io ho rispettato la tua decisione, però…- era dal
giorno in cui l’aveva conosciuto che sognava quel momento e lei avrebbe voluto
gridare al mondo intero quella storia bellissima che stava vivendo.
-Senza contare che possiamo vederci solo nei posti più
strani alle ore più strane- aggiunse –L’altra volta ho dovuto scavalcare la
finestra per uscire con te-
-Sei uscita dalla finestra?- ripeté alzando un
sopracciglio.
-Erano le undici e mezza passate…mia madre mi credeva a
dormire…- non l’avrebbe mai fatta uscire da sola a quell’ora, e poi non poteva
dire che andava con Kai. Anche perché se glielo avesse detto glielo avrebbe
categoricamente vietato senza lasciarle possibilità di replica.
-Ho dovuto aspettare che si addormentassero- spiegò senza
battere ciglio riferendosi a Takao e gli altri.
-E’ questo che intendevo. Se glielo dicessimo potremmo
vederci senza problemi- all’incirca, probabilmente li avrebbero presi in giro
dalla mattina alla sera conoscendoli, ma almeno avrebbero potuto uscire alla
luce del giorno. Se continuavo ad incontrarsi di sera qualcuno avrebbe potuto
pensare che fossero una coppia di vampiri. Inoltre lei aveva aspettato tanto di
poter stare finalmente con lui, cercando, con non poca fatica, di non abbattersi
quando lui non la degnava di uno sguardo…il che avveniva spesso, molto spesso.
Poi un giorno…
Stava
camminando per le strade della città leggermente infastidita, quella storia
iniziava a stancarla, non ne poteva più! Era una tortura continua, solo la sua
vicinanza era…era difficile. “Maledetto russo con i capelli bi-colore” pensò
accelerando il passo. Avrebbe voluto fare un viaggio solo per potersi
allontanare da lui, ma sapeva che le sarebbe mancato terribilmente e avrebbe
occupato ogni suo pensiero.
Non sopportava
di stare così male per una persona che la ignorava completamente, per qualcuno
che durante l’ultimo campionato mondiale non le aveva neanche rivolto la
parola, se ne era fregato completamente di lei e della sua esistenza.
-Va bene, non prova
niente per me, ma speravo che almeno mi considerasse una sua amica o almeno una
conoscente.- mormorò piano.
Senza neanche
farci caso iniziò a scendere delle scale, era troppo impegnata a guardare per
terra per fare caso a dove stava andando.
Neanche un
quarto d’ora prima aveva provato a rivolgere la parola al ragazzo, ma appena si
era avvicinata lui si era alzato e uscito. Lui, il grande ed egocentrico Kai
Hiwatari.
Si diede una
veloce occhiata intorno, le piaceva molto quel posto, forse era perché proprio
lì aveva avuto una specie di conversazione con il bi-colore.
-Non lo sopporto
più!- disse a voce alta.
-Non lo sai che
solo i pazzi parlano da soli?-
Pietrificata.
Lei conosceva molto bene quella voce.
No, non poteva
essere tanto sfortunata.
No…nooooooooo!
Lentamente,
molto lentamente, si girò ed eccolo lì, non molto lontano da lei, che la
guardava con il suo solito modo superiore che dava leggermente sui nervi.
Avrebbe
volentieri voluto sprofondare, ma poi la rabbia prese il sopravvento:- Che cosa
vuoi Hiwatari?.-
Lui non disse
niente ed ignorandola si appoggiò alla ringhiera del Bel vedere.
Se avesse avuto
qualcosa tra le mani con molte probabilità glielo avrebbe tirato in testa.
-Ti ho fatto una
domanda- disse lei in modo leggermente minaccioso.
Fece finta di
non averla sentita, le dava tranquillamente le spalle.
Lei fece un
leggero sospiro e dopo aver contato fino a dieci si avvicinò e con un dito gli
diede un colpetto sulla schiena:- Allora, punto primo:Posso anche non starti
simpatica, puoi pensare che sono solo un’ochetta isterica o altro, non mi
interessa…- quella era una bugia, pazienza:-… ma con me levati quell’aria da
superiore o ti prendo a schiaffi- aveva detto quella frase con la massima
tranquillità mentre il russo si girava e la guardava esterrefatto… non stava
scherzando:- punto secondo- così dicendo si avvicinò all’orecchio del ragazzo:-
PROVA ANCORA AD IGNORARMI E TE NE FACCIO PENTIRE!!!!-.
Ora il poverino
era mezzo stonato, ma disse gelidamente:-Non provare a minacciarmi-
-Tsz- gli aveva
fregato la battuta, poi fece per andarsene quando la voce del russo la bloccò:-
Comunque non credo che tu sia un’ochetta isterica- disse tranquillamente
tornando a guardare il paesaggio, appoggiato alla ringhiera.
Lei sgranò gli
occhi, non si aspettava niente di così…sincero, ecco.
Hilary si
avvicinò al ragazzo appoggiandosi accanto a lui alla ringhiera.
Kai girò
leggermente la testa verso di lei, ma la ragazza non lo stava guardando
sembrava incantata dal paesaggio circostante, con un sorriso angelico che le
incurvava le labbra.
-Hilary- la
chiamò lui in un soffio, doveva parlarle, sapeva che quel giorno aveva
rischiato, forse non di perderla, ma di allontanarla ancora di più da lui…non è
che fossero molto vicini.
Lei si girò e lo
guardò sorridendo:-Sì?-
Ecco, ora non
sapeva cosa dire, non era molto bravo a parlare con le persone, con lei poi…
Si staccò dalla
ringhiera e portò una mano ai capelli, scompigliandoseli in un gesto nervoso.
La ragazza non
capiva che cosa stava succedendo, Kai sembrava leggermente nervoso, come se
dovesse fare qualcosa di estremamente difficile.
-C’è qualcosa
che non va?- chiese lei.
-Sì-
-Cosa?-
-Noi-
Noi. Hilary
spalancò gli occhi non riuscendo a capire quella risposta… voleva chiedere
chiarimenti, ma lui non gliene diede il tempo.
Non sapeva come
fare a dire tutto a parole, così decise di non farlo…
Con un gesto
veloce annullò la distanza che li separava e bloccandola per i polsi alla
ringhiera le rubò un tenero bacio a fior di labbra.
Non se lo
aspettava, non si aspettava niente del genere, né ora né mai e soprattutto non
da LUI, da principio si era irrigidita e aveva spalancato gli occhi, ma poi si
era lasciata andare… era così dolce il sapore delle sue labbra…
Vedendo che lei
non lo prendeva a schiaffi le lasciò i polsi dandole la possibilità di portare
le mani dietro alla testa del russo e a lui di cingerle la vita.
Il bacio durò
molto, poco comunque a loro parere.
-Hilary
senti…io…- questi non erano discorsi che facevano per lui.
-Shhh, ho
capito- disse mettendogli un dito sulle labbra.
-Ti amo-
continuò lui imperterrito, non obbligandolo a parlare lo aveva aiutato, ma lui
sapeva che doveva dire quelle due semplici parole, era importante non solo per
lei, ma anche per se stesso.
-Ti amo anch’io-
aveva detto lei in un soffio, prima di mettersi in punta di piedi per baciarlo
di nuovo, lui non si fece pregare…
Da quel giorno
era tutto cambiato.
Non con i loro
amici.
-Hilary- iniziò
il ragazzo, quando terminarono il bacio:-E’ meglio se gli altri non ne sappiano
niente- disse sicuro lui.
-Sappiano cosa?-
chiese lei, facendo un sorriso ironico.
Lui le lanciò
un’occhiata torva poi disse:-Che stiamo insieme?- più che una domanda era una
vera e propria richiesta: Vuoi stare con me? Lui era il freddo e calcolatore
Kai, non chiedeva cose del genere in modo così aperto, sperava solo che lei
capisse…
-Va bene-
-Cosa?-
-Tutto-
Hilary non ci aveva
pensato due volte a stare con lui. Era la cosa che più desiderava da quando lo
aveva incontrato…Kai non sapeva cosa significasse aspettare come aveva fatto
lei. Improvvisamente sul volto della brunetta apparve un sorriso, un sorriso di
sfida. Avrebbe sempre potuto rimediare.
Si alzò dalla sedia
mentre un’idea un po’ sadica si faceva spazio nella sua mente, si sarebbe presa
una piccola ma dolce vendetta. Era sicura che anche lui si sarebbe divertito…
-Dove vai?-
-In bagno, torno…tra un
pò- rispose tranquillamente. Si avviò verso i servizi del ristorante ma appena
si fu assicurata che il russo non guardava nella sua direzione velocemente
attraversò il locale ed uscì sulla strada. Si portò una mano in tasca
estraendone un cellulare, digitò velocemente qualcosa sulla tastiera ed inviò
il messaggio che aveva appena scritto.
-E adesso vediamo che fai
signor Hiwatari…- disse cominciando a correre il più velocemente possibile.
Sentì provenire una
squillante musichetta dalla tasca dei pantaloni. Estrasse il suo cellulare,
quella era la suoneria che lo avvisava dell’arrivo di un messaggio. Lesse sul
display che glielo aveva mandato Hilary. Aggrottò la fronte chiedendosi cosa le
saltasse in mente di inviargli un messaggio dal bagno quando il suo contenuto
lo lasciò quasi stupito…
SE MI PRENDI…TI SPOSO
Sbatté le palpebre un
paio di volte per assicurarsi di aver letto bene, poi si guardò intorno. Non
vedeva la ragazza da nessuna parte.
-Dovresti sapere che non
ho mai rifiutato una sfida…- disse mentre un sorrisino divertito gli incurvava
leggermente gli angoli della bocca.
TO BE
CONTINUED…
Ed eccoci alla fine di
questo primo cap!! Fateci sapere come vi è sembrato!!!
Un bacio dalla vostra
Lenn Chan!!!
Ora tocca a te
Light!!!
Ciao a
tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!