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Autore: Mitsuki no Kaze    24/07/2015    8 recensioni
[RinAi]
"Aiichirou provava a prestare attenzione al libro che stava leggendo, ma non riusciva proprio a concentrarsi sui simboli stampati sulle pagine candide. Sentiva lo sguardo di Rin su di sé, constante ed immobile. Il rosso lo scrutava da quando era entrato nella stanza che divideva con Momotarou e si era seduto sul letto che un anno prima era stato suo. Da quel momento i suoi occhi non si erano spostati dalla figura del kohai, intento nella lettura di un qualche autore straniero."
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nitori Aiichirou, Rin Matsuoka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Aiichirou provava a prestare attenzione al libro che stava leggendo, ma non riusciva proprio a concentrarsi sui simboli stampati sulle pagine candide. Sentiva lo sguardo di Rin su di sé, constante ed immobile. Il rosso lo scrutava da quando era entrato nella stanza che divideva con Momotarou e si era seduto sul letto che un anno prima era stato suo. Da quel momento i suoi occhi non si erano spostati dalla figura del kohai, intento nella lettura di un qualche autore straniero.

Per quanto fossero abituati alla presenza l’uno dell’altro, avendo condiviso quella camera per un anno, c’era qualcosa di strano tra di loro. Forse stare lontani per qualche mese aveva cancellato il rapporto che avevano creato, dopo tante liti ed incomprensioni?

Ai non se lo sapeva spiegare. Si sforzò di riprendere la lettura, dato che aveva lasciato l’eroe del romanzo proprio nel momento più delicato della storia, quando stava affrontando il Drago. Decise di voler concludere almeno quel capitolo e di ignorare lo sguardo di Matsuoka-senpai che lo faceva rabbrividire.

Passarono così alcuni minuti, che Aiichirou calcolò come una mezz’ora abbondante, ma quando sollevò – nel modo più discreto possibile- lo sguardo per controllare l’orologio a forma di gatto che teneva sulla scrivania, un sospiro rassegnato lo colse. Erano passati solo cinque minuti, cinque lunghissimi minuti in cui non aveva fatto altro che fissare lo stesso rigo del romanzo, senza comprendere neanche un singolo kanji, troppo occupato a prestare attenzione ad ogni  rumore proveniente da Rin.

Uno sbuffo, un commento bisbigliato sui suoi occhiali poggiati sul comodino, il cigolare del letto sotto il suo peso ad ogni suo movimento – si era disteso, poteva scommetterci la sua collezione di mucche di peluche.-
Ai s’impose di non voltarsi verso di lui, perché vederlo eventualmente disteso sul proprio letto sarebbe stato un colpo troppo violento al suo sistema nervoso. Significava che il cuscino e le coperte si sarebbero impregnate dell’odore del maggiore e che lui avrebbe dormito circondato da quell’aroma. Il solo pensiero lo faceva tremare.

Stava provando a togliersi dalla testa la sua cotta per il senpai da quando aveva cambiato camera, ma l’impresa si era rivelata più ardua del previsto. Intanto non era molto certo che si potesse parlare di una semplice cotta, se n’erano accorti anche alcuni compagni della squadra di nuoto, Uozumi e Minami, i quali sostenevano che doveva essere completamente innamorato di Rin, dato come gli era stato vicino nonostante il caratteraccio che l’altro aveva avuto l’anno precedente. A detta loro, non tutti avrebbero retto quel comportamento e che solo un grande sentimento poteva giustificare la devozione e la pazienza che Ai aveva dimostrato per il senpai.

Il solo pensarlo lo faceva arrossire, ma si era ormai rassegnato a quella che per i compagni di squadra era ormai un’evidenza. Si era innamorato di Rin.
Se comprendere il sentimento che lo aveva accompagnato per tutti quei mesi era stato difficile, invece era stato facile capire che non avrebbe avuto un lieto fine.
Come poteva un nuotatore tanto capace, un ragazzo tanto bello ed intelligente, interessarsi anche lontanamente a qualcuno come lui?

Aiichirou non si considerava bello. Non raggiungeva il metro e settanta di altezza, aveva la pelle troppo chiara e gli occhi troppo grandi. Non si riteneva proprio un tipo desiderabile, in conclusione.
Non era neanche particolarmente intelligente, arrivava alla sufficienza in tutte le materie, ma non la superava di molto e nemmeno nel nuoto raggiungeva obbiettivi particolarmente interessanti.
Con la consapevolezza di non avere nessuna possibilità con Rin, era giunto anche il bisogno di voler andare oltre, di voler dimenticare quel sentimento che gli avrebbe solo fatto del male.

Non era stato semplice come aveva immaginato. Vederlo ogni giorno in piscina e parlargli, non facevano altro che fargli provare uno strano calore nel petto e contemporaneamente lo stomaco accartocciarsi e dolere.
L’amore, aveva capito, era un sentimento strano. Terribile e meraviglioso al contempo. Una tortura a cui però non poteva rinunciare, che in qualche modo lo faceva stare bene.
Ogni volta che lo vedeva sorridere, non poteva che sorridere di rimando, gioendo della sua felicità. I complimenti e i consigli che a volte riceveva durante gli allenamenti erano diventati la sua ragione di vita, cancellando la volontà di dimenticarlo.

Il fatto che quel giorno Momotarou fosse a prendere ripetizioni di storia con Sousuke, non aveva certo aiutato il giovane, dato che Matsuoka aveva proprio deciso di andare nella sua vecchia camera, pur di non rimanere solo e non sentire Momo far confusione.
Averlo di nuovo nella stanza per Ai non era proprio il massimo, dato che si sentiva combattuto da emozioni differenti. La gioia di vederlo una volta in più, perché non poteva negare di aver sentito la sua mancanza in quei mesi, ma averlo di nuovo così vicino non lo aiutava di certo a far placare i suoi sentimenti.

A rendere la situazione ancora più grave era il fatto che Rin non parlava e si limitava a fissarlo. Ai era certo che i suoi occhi erano puntati sulla sua schiena, lo conosceva ormai, fin troppo bene. Si era trovato più di una volta a prevedere le sue mosse, le parole che avrebbe usato in una conversazione, a comprendere il suo stato d’animo.
Quella volta però era strano, perché non gli aveva parlato, se non un saluto veloce non appena varcata la soglia della stanza e poi nulla. Non era nemmeno come all’inizio della loro convivenza, perché ai tempi non lo avrebbe degnato di uno sguardo, avrebbe semplicemente ignorato la sua presenza. Invece no, lo stava fissando con insistenza e Aiichirou non riusciva a spiegarsi il perché.

Tutta quella sensazione lo rendeva nervoso, non comprenderlo lo rendeva nervoso. Decise perciò di chiudere il libro, ignorando il fatto che uno dei suoi personaggi preferiti era stato ferito a morte, probabilmente, perché doveva chiedere a Rin spiegazioni sull’insistenza dei suoi occhi sulla propria figura.
Ebbe il tempo di voltarsi, che le sue iridi rosse incrociarono le sue azzurre, facendolo sobbalzare e bloccandogli il respiro in gola, assieme ad ogni parola che avrebbe voluto dire. Rin però non sembrò accorgersi del suo sgomento e finalmente aprì la bocca per parlare.

- Mi chiedevo.- cominciò, ma si fermò subito come se fosse incerto su cosa dire subito dopo. Il suo sguardo finalmente si allontanò da lui, cominciando a vagare per la stanza. – Non voglio sembrare invadente, ma è da un po’ che me lo chiedo e vorrei avere la risposta da te.-

Ai si irrigidì sulla schiena, ma annuì con il capo.

- Certo, dimmi Matsuoka- senpai.-

Lui ritornò a fissarlo.

- Non è che tu e Momo state assieme?-

Aiichirou sgranò gli occhi e il libro quasi gli sfuggì dalle mani.

- N-no! Io e Momo-kun siamo solo amici!-

- Ah.- commentò il rosso. – E solo che vi vedo molto affiatati, state sempre insieme.-

Ai sentì un certo fastidio crescergli nel petto. Davvero Rin non si era accorto di ciò che provasse per lui, nonostante la sua intelligenza oltre la media? Eppure altre persone se ne erano accorte e per Aiichirou era assolutamente impossibile che il diretto interessato non si fosse accorto di tutte le attenzioni che lui gli aveva dedicato.

- E’ normale, senpai. Siamo in camera assieme e frequentiamo lo stesso club. Anche noi l’anno scorso eravamo sempre assieme, ma nessuno ha mai pensato che fossimo una coppia, o sbaglio?- ribatté forse in modo troppo risoluto, ma nella sua testa si era iniziata a formare l’idea che Rin sapesse benissimo dei suoi sentimenti e che ne stesse approfittando per prenderlo in giro.

Il rosso a quella risposta sobbalzò e guardò l’ex compagno di stanza, sorpreso da tono con cui gli aveva parlato.

- Effettivamente hai ragione.-

Aiichirou non gli rispose, si alzò dalla sedia e ripose il libro prima di rischiare di lanciarlo contro il senpai, nel caso fossero incappati in qualche altra conversazione spiacevole.
Non appena riprese posto alla scrivania ritornò a guardare Rin che sembrava stesse rimuginando su qualcosa, mentre guardava il fondo del letto di Momotarou.

- Insomma io e Momo non abbiamo lo stesso rapporto che c’è tra te e Yamazaki-senpai.- insinuò, prendendosi un piccola rivincita.

Forse avrebbe dovuto evitare, forse aveva esagerato, ma l’espressione che Rin gli rivolse gli diede molta soddisfazione. Il rosso aveva sgranato gli occhi e lo stava guardando come avesse detto la più grande blasfemia del secolo. Lui sostenne il suo sguardo, tentando di non mostrare esternamente le proprie sensazioni contrastanti.

- Io e Sousuke non stiamo assieme!- disse con la voce resa acuta dal nervosismo.

- Davvero? Eppure sembrate così intimi.- aggiunse con falso disinteresse. – E poi sembra proprio il tuo tipo: alto, muscoloso, affascinante.-

- No!- esclamò Rin mettendosi a sedere sul letto, nervosamente. – Non è affatto il mio «tipo»! La persona che mi piace è molto diversa!-

Aiichirou rimase a fissarlo a lungo senza dire nulla, non riuscendo a capire se quello che il ragazzo stesse dicendo fosse la verità o meno. Se non era Sousuke la sua fiamma, allora chi sarebbe potuto essere?

- Nanase-san.- disse infine, stupendosi di averlo detto ad alta voce e di come quel pensiero si fosse materializzato nella sua mente.

- Eh?- Rin produsse un verso di stupore non propriamente elegante. Sembrava imbarazzato dalla piega che aveva preso la conversazione.

- E’ Nanase-san la persona di cui sei innamorato, no?- si spiegò.

Il senpai aprì la bocca per ribattere, ma si fermò. Puntò i suoi occhi rossi in quelli azzurri di Aiichirou e riprese in mano la situazione, con uno dei suoi sorrisetti impertinenti.

- Te lo dirò solo se tu mi dici se sei innamorato di qualcuno e di chi.-

Ai rimase sorpreso di quella domanda ed abbassò lo sguardo imbarazzato. Avrebbe dovuto dire a Rin di essere innamorato di lui? Dichiararsi per poi essere respinto? Sarebbe stata la buon’occasione per liberarsi dal peso che lo opprimeva, ma avrebbe anche ricevuto una dolorosa batosta e non sapeva se sarebbe stato capace di reggere un simile colpo.
Sentiva però il bisogno di confidarsi perché, a parte i due compagni di squadra, nessuno sapeva dei sentimenti che provava verso Rin. Non aveva più ripreso l’argomento con Minami e Uozumi, per imbarazzo e per le domande indelicate che gli avrebbero posto, dati i sorrisi maliziosi che gli avevano rivolto quando ne avevano parlato.

Momotarou era fuori discussione. Per quanto fossero amici e gli volesse bene, non sentiva di potersi confidare con lui per via della sua indole. Temeva che avrebbe potuto raccontarlo in giro, o comportarsi in maniera strana con Rin e farlo in qualche modo scoprire. Perciò Aiichirou aveva chiuso dentro di sé quei sentimenti per tanto tempo.
In quel momento però gli si stava presentando l’occasione per potersi finalmente liberare e chiedere un parere, anche se Rin non era proprio la persona più indicata, essendo proprio l’oggetto dei suoi sentimenti.
Decise comunque di rischiare tentando di essere il più discreto possibile. Quante possibilità c’erano che il senpai potesse capire che era proprio lui la persona di cui era innamorato?

- E’ qualcuno irraggiungibile per me, che sono un ragazzo mediocre e per nulla interessante.  Questa persona è affascinante e si preoccupa di chi gli sta a cuore. Ha una mente brillante e sono sicuro che farà grandi cose nella vita.- disse a voce bassa e con un lieve sorriso sul volto, parlare così liberamente di quello che il ragazzo dai capelli rossi rappresentava per lui, era come togliergli un enorme peso dalle spalle, come se stesse riprendendo a respirare dopo aver trattenuto il respiro per un attimo eterno. Rendere veri, reali quei sentimenti tramite delle parole che potevano essere udite da qualcuno, lo fecero emozionare tanto che sentì le lacrime inumidirgli gli occhi.
Assieme alla bellezza di quelle sensazioni, un’altra però accorse, immediatamente dopo. La rassegnazione.
- Però questo sentimento mi fa soffrire e non voglio più provarlo, visto che non ho alcuna possibilità con questa persona.-

Rin gli rivolse un dolce sorriso, ma sembrava velato di tristezza.

- Ai.- lo chiamò con un tono gentile. – Non sono così perfetto come mi descrivi. Non esagerare.-

Il ragazzo  negò immediatamente con il capo.

- Non sto esagerando! Tu sei esattamente così e…- si fermò lasciando la frase a metà, portandosi le mani alla bocca.

Si era fatto così prendere dalla situazione da aver risposto di getto al senpai, senza rendersi conto di aver praticamente confessato di essere innamorato di lui.
Il rosso aveva parlato di se stesso, come se davvero sapesse dei suoi sentimenti e lui ingenuamente aveva confermato il suo sospetto.
Le lacrime ritornarono a bagnargli gli occhi e lui provò in tutti i modi a fermarle, ma ad esse si aggiunsero i singhiozzi.

- M-mi dispiace.- balbettò. – N-non volevo dire quelle cose…-

Rin si era alzato dal letto, aveva preso la sedia di Momotarou e l’aveva avvicinata a quella di Aiichirou.

- Ehi, va tutto bene.- disse in un sussurro, asciugandogli le lacrime che gli avevano rigato il volto senza che lui se ne accorgesse.

- Tu lo sapevi, non è vero?- gli chiese Aiichirou, non appena i singhiozzi glielo permisero.

Il senpai annuì con il capo.

- Lo sospettavo, sì. Mi serviva una conferma.-

- Per potermi rifiutare chiaramente e risolverle la faccenda?- domandò addolorato.

- No, niente di tutto questo.-

Rin gli aveva preso un mano, non appena si era reso conto che si stava torturando le dita ed aveva iniziato a carezzarla lentamente.

- Volevo avere la conferma, perché sono un codardo ed avevo paura a parlarti senza essere certo di piacerti.-

- Di cosa mi devi parlare?- chiese Ai, ignorando il fatto che il senpai si si fosse definito «codardo», troppo concentrato sul dolore addominale che la sua vicinanza gli
provocava, acuito dal tocco delicato delle sue mani sulla propria e dalla serietà con cui stava parlando.

Rin però prese tempo. Distolse lo sguardo dalle loro mani e voltò verso la scrivania del ragazzo, prendendo un profondo respiro. Quando tornò a guardare Ai in volto, il ragazzo si occorse che era arrossito.

- Della persona di cui sono innamorato.- disse infine.

Aiichirou sollevò il capo, fino a fissare il tetto della stanza, avvilito.

- Perché ne vuoi parlare proprio con me? Per cattiveria, senpai, o cosa?-

- Non è come credi!- insistette Rin, rendendo la presa sulla sua mano più stretta.

- E com’è, allora? Chi può averti rubato il cuore se non Yamazaki-senpai o Nanase-san? Un nuotatore australiano? Perché scusami se te lo dico, ma non mi sembri tipo da donne  e…-

- Sei tu.-

Lo sproloquio infinito di Ai fu placato da quelle due semplici parole.
Il ragazzo rimase con la bocca aperta, incapace di reagire in alcun modo.

- Come?-

- La persona che di cui mi sono innamorato sei tu.-

Gli occhi di Aiichirou si fecero  più grandi, provò ad articolare qualche parola, ma produsse solo qualche verso inarticolato, la mente totalmente assente.
Rin sorrise a quella reazione e prese anche l’altra sua mano tra le proprie.

- Mi dispiace avertelo detto così, ma avevo paura…-

- Paura di che cosa, senpai?- riuscì a dire con voce tremante.

- Di aver frainteso il tuo comportamento e che anche gli altri avessero capito male…- confessò a voce bassa il rosso.

- Gli altri?-

- Gou, Sousuke, Momo, suo fratello…-

- Hai parlato a tutte queste persone di me?!- esclamò Ai, imbarazzato.

- Sì, ma solo per sapere se avessi potuto avere delle possibilità!-

Aiichirou abbassò gli occhi, fino ad incontrare le loro mai intrecciate.

- Perché proprio io?-

Rin portò una mano alla nuca.

- Perché… perché… Non lo so perché! So solo che quando sono con te mi sento felice. Tu hai accettato il mio lato più nero, mi hai conosciuto nel momento peggiore della mia vita e non me lo hai fatto pesare. Ti ho trattato male, ma tu non ti sei mai allontanato da me. Hai sempre tentato di aiutarmi, di sostenermi. Non mi hai mai rinfacciato niente di quei mesi, perché forse credi di esserti meritato il mio rispetto e la mia approvazione, ma è il contrario. Io non ho meritato la tua amicizia e la tua presenza costante al mio fianco, eppure l’ho avuta. Sono io il fortunato tra noi due, fortunato ad aver conosciuto una persona tanto buona e paziente come te, quando sarei dovuto essere abbandonato da tutti. Mi dispiace per come mi sono comportato nei tuoi confronti e ti chiedo scusa. Vorrei poter rimediare.-

- Non hai bisogno di dichiararti a me per poterlo fare. Mi basta la tua amicizia.- rispose Ai.

Il rosso negò con la testa.

- Non l’ho fatto per te, Ai. L’ho fatto per me. Perché resto comunque un ragazzo egoista e ho bisogno di qualcuno che mi ami, ho bisogno di te. Questa volta però sarà diverso, ricambierò ogni tuo sforzo e tutto il tuo affetto.-

Aiichirou non seppe cosa rispondere. Quello che aveva appena udito era tutto quello che mai si sarebbe aspettato, ma che aveva sempre desiderato in quei mesi. Avere riconosciuto quell’aiuto che si era ostinato a dare, nonostante i rifiuti dell’altro ed essere diventato importante per lui.
Gli sembrava tutto così bello da non poter essere vero, come se fosse tutto un sogno e da un momento all’altro si sarebbe svegliato. Strinse a sua volta le mani di Rin e ne sentì tutto il calore. Alzò lo sguardo e si specchiò nei suoi occhi rossi. Aveva il viso arrossato per l’imbarazzo, ma a confronto Ai si sentiva andare a fuoco.
Rin rise, doveva aveva avere un’espressione assurda, tra l’euforico e lo sconvolto.

- Ho voglia di baciarti.- disse solamente.

Se poco prima il kohai sentiva il viso in fiamme, a quelle parole doveva essere scoppiato un vero e proprio incendio.
Annuì comunque con un cenno della testa. Per niente al mondo avrebbe rinunciato ad un suo bacio. Lo aspettava da mesi e lo aveva immaginato tante volte, credendo di illudersi.

Una mano di Rin si poggiò su una sua guancia, mentre si avvicinava. Ai chiuse gli occhi e la prima cosa che percepì fu il suo respiro sulla pelle, che gli fece venire la pelle d’oca. Poi sentì le labbra del senpai sulle proprie. Il cuore accelerò e credette davvero che sarebbe morto all’istante, l’idea non gli dispiaceva più di tanto, ma se avesse potuto farlo ancora altre volte, allora forse avrebbe potuto vivere ancora di più.

Strinse ancora di più a lui, aggrappandosi alle sua mani e si protese nella sua direzione, lasciandosi trasportare dal quel sentimento che aveva dovuto tenere celato nel cuore. Approfondì il bacio con cautela, facendo attenzione a non farlo diventare un cozzare di denti, ma un contatto morbido e appassionato.
Sentì Rin sorridere contro le sue labbra ma non se ne preoccupò, era un sorriso gioioso, di quelli che avrebbe voluto vedere sempre sul suo viso e sapere di essere lui a causarglielo, lo riempì di un calore benefico, che dal petto irradiò tutto il proprio corpo.

Quando si separarono, Rin sorrideva ancora.

- Non ti facevo così audace.-

Aiichirou sorrise di rimando.

- Non credo che la cosa ti dispiaccia.-

- No, affatto.-

Rin lo tirò verso di sé e lo fece alzare dalla sua sedia, per poi invitarlo a sedersi sulle proprie gambe. Lo abbracciò stretto e gli baciò una guancia.

- Restiamo così, finché non torna Momo, va bene?-

Aiichirou annuì con il capo, accoccolandosi meglio contro di lui e godendosi il suo piccolo miracolo.

 
Angolo Autrice: Torno con una RinAi dopo sei mesi, credo--- I mie bambini mi erano mancati çAç Ho messo OOC come nota, perché forse Rin è troppo morbido (?) e Ai fa lo stronzetto. A me piacciono tanto caratterizzati così, Aiichirou che mostra di avere del carattere e Rin che invece è molto sensibile. Forse è poco «popolare» questo modo di descriverli, ma è come li vedo io (?) quindi, scusate se sembrano strani >_<
Piccola nota titolo: “Let it out” è una canzone di Miho Fukuhara (Ending di FullMetal Alchemist Brotherhood, per la cronaca-). Diciamo che in questa fic Rin e Ai esternano sentimenti che hanno tenuto dentro se stessi per tanto tempo, quindi mi piace il concetto del ‘lasciar andare/lasciar uscire’.
Non credo di avere molto altro da dire, quindi ringrazio Ya_mi a cui ho rotto le scatole con questa fic, ma che mi ha pazientemente sopportata  aiutata--- E ha trovato il titolo a questa… cosa (?)
Bon, mi dileguo (?)
Grazie a tutti coloro che leggeranno, aggiungeranno la storia ad una delle liste e/o recensiranno u.u E scusate gli eventuali errori çvç Se ne doveste trovare non esitate a dirmelo >_<
Un bacione,
~ Mitsuki <3
   
 
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