Dear brother, cher frère
1610, 29/9
Caro fratello,
ti scrivo in un momento di vuoto totale.
La casa è particolarmente silenziosa, l’unico suono che posso sentire è quello del vento che vola velocemente e agita gli aceri.
È passato molto dall’ultima volta che ti ho scritto, scusami per questo, ho avuto parecchio da fare e sono stato malato.
Ne è passato di tempo, eppure faccio ancora fatica ad abituarmi alle temperature fredde che arrivano prepotentemente già ad agosto.
La riva dell’Ontario è calma, la superficie è solo agitata da qualche onda circolare.
Gli abeti coprono il sole e permettono il passaggio di qualche raggio opaco, ora è abbastanza buio e sembra tutto così triste, non è come quando vivevamo insieme nella nostra casa sulla collina in Virginia.
Non si sta neanche troppo male, lo ricordavo peggio.
Francis è sempre premuroso con me, anche se a volte scorgo il suo sguardo, sembra serio e gelido, quasi privato di quella luce che lo caratterizza.
Non è la stessa cosa.
Vedo nei suoi occhi la mancanza di Arthur, e sono sicuro che gli manchi anche tu.
Sono anni che non sento la voce burbera dell’inglese e ho paura che ci farò l’abitudine.
Ho paura che mi abituerò a non vedere la sua faccia accigliata, a non sentire la sua voce roca e il suo strano accento.
So che non mi abituerò alla tua mancanza, e che ogni giorno sarà come una pugnalata al cuore, che ridurrà i mesi in solitudine e lacrime.
Forse l’avrò già detto, ma è passato troppo tempo.
Non riesco ancora a capacitarmi della nostra distanza, è troppa e futile.
Mi manca il tempo in cui eravamo vicini e sempre insieme.
Oggi è lunedì.
Ti ricordi? In questo giorno della settimana verso sera ci sedevamo sul prato a leggere poesie, a fare battute e a guardare il tramonto.
Chissà cosa fai ora…
Io studio il francese, mi aiuta Francis, e devo ammettere che è una bella lingua.
Ora capisco quello che ogni tanto diceva ad Arthur e non è tanto difficile come dicevi tu, è solo un po’ diverso dall’inglese.
Ti prego di perdonarmi tutti questi giri di parole e discorsi inutili, vorrei ogni tanto parlare con qualcuno.
Francis è tornato in Francia e non ho sue notizie da quasi due settimane.
La casa è fredda e buia.
La solitudine è la peggiore delle calunnie.
Alfred, mon cher frère, non siamo fatti per stare separati, o almeno io non sono fatto per essere separato da te.
A te non mancano i giorni passati insieme?
Probabilmente no, lì sulla costa dell’oceano ci sono città così piene di vita, chiassose e completamente diverse rispetto ai piccoli villaggi in mezzo ai boschi che ci sono qua.
Caro fratello, a me manca quello che un tempo era la nostra famiglia.
Chissà, magari ora la tua testa è presa da chissà quali pensieri.
Avrai conosciuto gente nuova, chissà quanta ne sarà arrivata dal mare…
Alfred, so che forse sarò noioso e asfissiante, ma vorrei sapere qualcosa da te.
Andrebbe bene qualsiasi cosa, a me basterà sapere che stai bene, e vedere la tua calligrafia basterà per farmi sorridere e sapere che hai ricevuto questo pezzo di carta insignificante.
Se tu non stessi bene significherebbe che neanche le mie preghiere riescono a superare queste barriere di odio che si sono create.
Se non fosse per l’odio, ora saremmo insieme, a leggere poesie davanti al tramonto.
Perché qualsiasi cosa fatta con te mi faceva stare bene.
Mi manchi.
Ah, un’ultima cosa.
Hai presente la nostra collezione di soldatini?
Io presi quelli rossi e tu ti sei tenuto quelli blu.
Non so se li hai mai ritirati fuori dal giorno in cui ce li siamo divisi e me ne sono andato, quindi se non lo sapessi, ho preso il generale dalla tua collezione e l’ho sostituito col mio.
Quel soldatino ti somigliava maledettamente, ha il tuo sorriso, i tuoi capelli, i tuoi occhi.
Ora è qui sulla scrivania davanti a me ed è un po’ come vedere te, come averti vicino…
Matthew
...
Dear brother, I miss you…
Cher frère, tu me manques…
Note autrice
Scusatemi per essermi piombata nel fandom senza preavviso e senza un minimo di ritegno.
Questa è la quarta storia che scrivo ed è l'unica che mi sono degnata di pubblicare.
Ero partita con l'idea di fare una long con un'altra coppia di fratelli, ma alla fine è uscita fuori questa... cosa.
La mia idea è questa: quando il Canada viene nominato Nuova Francia nel 1608, scoppiò un conflitto tra Francia e Inghilterra.
Ho pensato che potesse essere tradotto come una specie di litigio tra Francis e Arthur e come lo scioglimento della FACE Family, dove Matthew segue Francis in Canada e Alfred resta in Virginia con Arthur.
That's all!
Adell Hawkins