Origini

Disclaimers: I personaggi citati non sono i miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.

- Un nuovo inizio -

Era il mio primo giorno in qualità di dio della morte e mi ero presentato con ben mezz' ora di anticipo sul posto di lavoro, un grande edificio bianco e fin troppo sobrio.
La notte prima non ero quasi riuscito a chiudere occhio, troppo nervoso e teso al pensiero della nuova vita che mi si presentava davanti.
Entrai nella sala grande ancora deserta; i miei passi riecheggiavano sul pavimento in marmo, unico rumore a spezzare il silenzio intorno a me.
Mi sedetti su una delle tante poltroncine per rialzarmi dopo neanche due minuti, ero troppo agitato per riuscire a stare fermo a lungo; cosa mi sarebbe aspettato? Come mi ci sarei trovato in quel nuovo lavoro? Sarei stato all' altezza? E mi sarei trovato bene con i colleghi?
Dubbi, paure, incertezze e mille domande roteavano all' impazzata nella mia testa senza trovare una valvola di sfogo.
Nonostante all' accademia avessi il massimo dei voti sulle materie teoriche, quando arrivai all' esame finale, quello pratico, lo passai per un pelo.
Una delle nostre regole principali è quella di eseguire le raccolte delle anime con calma e distacco, senza emozioni.
Sicuramente dipenderà dal fatto che sono un novellino e pure timido, ma alla mia prima raccolta ero tutt' altro che tranquillo ed impassibile; nel momento in cui fui in procinto di colpire l' umano con la falce, mi bloccai e piansi. Solo all' esame finale riuscii a ricacciare indietro le lacrime per puro miracolo.

Mentre attendevo l' inizio dell' orario di lavoro sperai con tutto me stesso di riuscire ad essere all' altezza dei miei colleghi veterani.
A poco a poco la sala cominciò a riempirsi di dèi della morte e si animò; a pochi minuti dall' ora d' inizio della giornata lavorativa un impiegato dall' aspetto distinto e serio chiamò a raccolta le reclute.
Mi alzai e raggiunsi il gruppo di matricole; il supervisore ci spiegò a grandi linee le nostre mansioni dopodiché disse che ognuno di noi avrebbe avuto un tutor che ci avrebbe seguiti nei primi tempi.
Una volta finito si accomiatò ed alcuni veterani cominciarono a leggere i nomi delle matricole che avrebbero seguito.
Quando sentii fare il mio nome rivolsi lo sguardo verso il mio nuovo tutor e mi avvicinai a lui. La sua figura alta, il suo portamento e lo sguardo fiero ed un po' spavaldo mi tranquillizzarono all' istante; lo fissai ammirato e dentro di me sentii che mi sarei potuto fidare di lui.
Dopo qualche secondo di silenzio in cui ci guardammo negli occhi lui si presentò ed io risposi con un cenno della testa e gli sorrisi.

Da allora non ebbi più dubbi né paura, perché in lui avevo trovato la luce che avrebbe illuminato la mia strada.

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Cucù!
Rieccomi qui con una fic incentrata stavolta dal punto di vista del nostro cardiopatico (?) Alan; anche questa fa parte della serie "After the darkness there'll be always light"; correte a leggere anche le altre se non lo avete già fatto!
Giustamente si riallaccia a quella di Eric, altra fanfic con il medesimo titolo che ho pubblicato in precedenza.
Per qualche oscuro motivo mi sono immaginata Humphries con la testa piena di fisime mentali, non so perché ma mi sembra tanto il tipo da avere simili pensieri, poi magari mi sbaglio XD

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