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Autore: sabdoesntcare    24/07/2015    2 recensioni
Odiami come solo tu sai fare, ma amami come nessun’altro mai farà.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John, Watson, Sherlock, Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Amami come sono, o lasciami andare via.
Dissetati della mia anima, disseziona il mio pensiero, distruggi le mie barriere.
Respirami. Sentimi nel profondo del tuo animo. Urla il mio nome se tutto sembra perduto, perché io sentirò.
Dammi l’onore di essere tuo per sempre, uccidimi con i tuoi rimproveri,  fammi rinascere dal tuo perdono.
Odiami come solo tu sai fare, ma amami come nessun’altro mai farà.


Questa erano le parole, sbavate e confuse, che Sherlock aveva scritto su un tovagliolo del ristorante la sera che chiese a John di sposarlo.
Era una traduzione a parole del sentimento infinito e disperato che avevano provato per anni, in silenzio.
Era un’istantanea di loro due ammanettati che scappavano insieme, di loro due che si salvavano la vita, di loro due che pregavano per il ritorno dell’altro.
Ma era anche una promessa, la promessa che nonostante il loro essere due uragani privi di controllo, avrebbero passato il resto dei loro giorni a creare il caos insieme.

John guardava il tovagliolo appeso sul muro, come fosse un quadro, mentre beveva il suo the mattutino.
Erano passati anni da quando era stato usato l’inchiostro su quella carta, ma le parole, lette e rilette ogni giorno, per lui risultavano sempre così attuali e vere da non crederci quasi.
Era una giornata di sole, tiepida, tranquilla. 
Lui, già vestito, si perdeva nei pensieri assonnati ed emotivi che solo alle 8 di una tranquilla giornata a Londra possono nascere. Aveva preparato una colazione per tre, anche se sapeva che avrebbe mangiato da solo come sempre, e i due motivi per cui questo accadeva stavano per uscire dalla porta della stanza da letto.
I suoi occhi incontrarono uno sguardo acquamarina sveglio, innocente e pieno d’amore.
“Non abbiamo tempo per la colazione papà! Sei sempre il solito, prepari pasti inutili”
“Lo faccio nella speranza che un giorno mi facciate l’onore di vedervi ingerire qualcosa.”

John rise.
Hamish, e il tempo di dare un bacino a tuo padre c’è?”
Il bambino sbuffò.
Non amava dover essere smielato, ma sapeva che suo padre amava questi gesti.
Come un soldatino, si avvicinò meccanicamente al padre e gli diede un bacio sulla guancia.
Sherlock, che guardava la scena dalla porta, scoppiò a ridere.
“Non mi sembra molto contento”
disse sarcasticamente a John.
“Ma io sì” rispose ridendo John ancora seduto, per poi tirare a sé il figlio e abbracciarlo forte, poggiandogli il mento sulla spalla.
Stavolta il piccolo sorrise, assicurandosi che nessuno dei due lo stesse vedendo.
“Come dicevamo, è tardi” si divertì a puntualizzare infine.
“Va bene, fai il bravo a scuola”

Sherlock fece una smorfia.
“Non dargli certi consigli! Finirà di essere educato anche con gli idioti.”
Il bambino rise e gli prese la mano, mentre Sherlock guardò un’ultima volta John prima di uscire, facendogli l’occhiolino.
La porta si chiuse, e John rimase da solo in quella bolla di pensieri e ricordi.
Tutto quello che aveva sognato da quando aveva incontrato Sherlock per la prima volta era lì, dentro e attorno a lui.
Foto, dediche, esperienze insieme, momenti divertenti, momenti dolorosi, un letto da condividere e un figlio da crescere.
Probabilmente per John, quella era la migliore delle vite possibili.
 
   
 
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