Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: PersephoneAm    25/07/2015    0 recensioni
' -Mi fai incazzare!-urlai,-Buonanotte!-.
Mi girai per andarmene, ma lui mi afferrò il polso e lo strinse saldamente.
-Ma quale buonanotte! Tu rimani qui!-. '
PS. Primi tre capitoli in revisione(:
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Finalmente il fine settimana, ergo i giorni in cui avrei fatto il book, era arrivato e non stavo più nella pelle. Persino Tommy era contento e nervoso almeno quanto me, la mattina di sabato aveva ricevuto una chiamata dal suo allenatore, il quale lo aveva informato di presentarsi lunedì pomeriggio al campo sportivo, poiché l'allenatore di una squadra abbastanza famosa voleva vederlo giocare, insieme a mio fratello.

«Pensa se prendono Alex e non te.»lo prese in giro Stefano, mentre facevamo colazione.

«Io e Tommy in campo siamo come culo e camicia.»intervenne mio fratello. «Secondo me hanno convocato noi due insieme per vedere se prenderci tutti e due o meno.»

«In quel caso...»disse Ste, masticando la sua brioche. «La Fortuna non vi ha baciati, ma  scopati direttamente!»

Scoppiammo a ridere, mentre Stefano ci guardava come se fossimo impazziti. «Guardate che parlavo sul serio, anche se era la prima volta ed ero poco credibile.»

«Ecco, hai già detto da solo che sei poco credibile, quindi...»sghignazzò Tommy.

«Se se.»si lamentò lui. «Scopi con la Fortuna e hai la fortuna di essere scopato da Alice. Chi ha il pane non ha i denti...»

Sentii le guance arrossire, quando Stefano fece quella battuta e sentii l'esclamazione scioccata di Silvia e subito dopo la sua risata. «Ma per quale cazzo di motivo degli fare queste battute idiote?»mi lamentai ad alta voce.

«Dai e non fare la timidona, che ieri ti ho sentita gemere.»disse lui, sghignazzando. «Ora toglimi un dubbio: Tommy è davvero così bravo o stavi solo fingendo?»

Tommy gli diede uno schiaffo sulla nuca, guardandolo male. «Piantala adesso!»

«Si, ma falla rispondere.»

«Non rispondo, invece.»borbottai. «Odio parlare di queste cose davanti a tutti e lo sapete!»

Sbuffai e salii le scale, chiudendomi in camera. Sentii Stefano scusarsi e dire che stava solo scherzando, ma a me non interessava: tutti sapevano che ero abbastanza timida su certe cose, con me si poteva scherzare sul sesso, ma fino a un certo punto e Stefano lo aveva oltrepassato!

«Alice!»mi chiamò Tommy, entrando nella mia camera, mentre cercavo dei jeans da indossare, insieme a una maglietta.

«Cosa vuoi?»chiesi, senza guardarlo.

«Dai, lo sai che Stefano scherza.»mi disse, avvicinandosi per abbracciarmi. «Non te la prendere.»

Mugugnai qualcosa che assomigliava a un "E va bene!", poi andai in bagno per farmi la doccia. Uscii in una nube di vapore e sentii due braccia corcondarmi con l'accappatoio. Sorrisi, abbandonando la testa sulla spalla di Tommy con un sospiro di beatitudine.

«Ti vizio troppo.»mormorò lui al mio orecchio, con la voce roca. «Forse dovrei smetterla.»

«E dopo chi mi paga le cena?»scherzai, girandomi verso di lui. «Dovrò cercare qualcun altro.»

Lui mi strinse forte. «Spero tu stia scherzando, perché è una pessima idea.»

«Come pessima idea? Tu hai detto che non mi vizi più.»

«Preferisco viziarti che lasciarti a qualcun altro che non sia io.»

Ridacchiai con fare civettuolo e mi allontanai da lui, sculettando. Vidi il suo pomo d'Adamo fare su e giù, come se Tommy stesse deglutendo. Arrivai vicino al letto e presi l'asciugamano, avvolgendoci i miei capelli neri, poi li frizionai, per farli asciugare.

«Ma ti ha detto dove si trova lo studio?»mi chiese Tommy, sdraiandosi, anzi svaccandosi sul mio letto.

Gli dissi la via, poi presi dal cassetto del comodino un paio di slip e un reggiseno, indossandoli. Nello stesso istante in cui tolsi l'accappatoio, Tommy si schiarì la voce, cercando di cambiare posizione. Mi voltai a guardarlo e non riuscii a trattenere un risolino.

«Puoi uscire se vuoi.»lo presi in giro, facendo un cenno al cavallo dei suoi pantaloni, più specificamente al rigonfiamento ben visibile.

«È colpa tua!»si lamentò, mettendosi seduto e posando i gomiti sulle ginocchia, coprendosi con le braccia.

«Come mia?!»esclamai scioccata, mettendo i jeans e le calzine.

«Eh si! È colpa del tuo corpo, non ci posso fare niente.»annuì lui, prendendo il mio telefono.

«Ah, quindi è il mio corpo che ti fa eccitare, ma io non c'entro nulla.»feci un finto broncio.

«Nono! Che hai capito? Il tuo corpo, il tuo carattere, la tua risata,... Sono tante cose messe insieme.»

«Sisi, come no.»

Indossai una maglietta nera con lo scollo a 'v' e mi avvicinai a lui per prendere gli orecchini sul comodino. Tommy mi afferrò per un braccio e mi spinse sopra di sé, ridendo.

«Dai Tommy!»mi lamentai. «Dobbiamo anche finire di mangiare e non abbiamo molto tempo.»

«Tanto lo so che non mangerai niente per il book, quindi è inutile.»mormorò, sfregando la punta del naso sul mio collo.

«E tu? Non mangi?»

«Mangerò dopo.»rispose lui, facendo spallucce. «E te come dessert.»

Sentii le guance andare in fiamme e gli diedi uno scappellotto leggero sulla nuca, poi lo baciai sulle labbra. «Scusami se oggi sono insopportabile, ma sono nervosa.»

«Naaa! Tranquilla!»mi sorrise lui, carezzandomi la guancia. «Sarò sicuramente anch'io così, tra qualche giorno.»

«Ahia!»feci io. «Tu sei mille volte peggio di me, quando sei nervoso.»

Rise, invertendo le nostre posizioni e baciandomi sulle labbra. «Forza, vai ad asciugarti i capelli, ché prima andiamo e prima torniamo.»

Annuii, mentre mi aiutava ad alzarmi dal letto. Andai in bagno ad asciugarmi i capelli e lui scese da basso; quando tornò in camera mia, stava sgranocchiando del pane e io avevo appena spento il phon. Anche se erano un po' umidi, sicuramente si sarebbero asciugati. Indossai il piumino nero e il cappelli di lana della Carhartt, poi presi la borsa. Tommy mi diede il mio telefono e andai a salutare gli altri.

«Tommy, tienila d'occhio.»grugnì Alex. «Non mi guardare così, Alli! È di loro che non mi fido, non di te.»

«Ma sai già che non farò nulla di quello che mi dicono e non assumerò nulla di quello che potrebbero darmi.»gli dissi, cercando di calmarlo.

«Si, si...»borbottò lui, guardandomi di storto.

Andai a dargli un bacio sulla guancia e lo vidi cercare di trattenere un sorriso. Alex era fatto così, faceva il geloso solo per essere coccolato, ma ci teneva comunque a me e non perdeva l'occasione per tenermi d'occhio o farmi tenere d'occhio.

«E secondo te cosa ci vado a fare con lei?»si intromise Tommy. «Se qualcuno non le sta dietro come un babysitter, è capace di far scatenare la terza guerra mondiale!»

«Addirittura?»esclamammo all'unisono io e Silvia.

La ragazza sbuffò e sventolò per aria la mano, come per scacciare una mosca fastidiosa. «Ma quanto siete pesanti.»

Annuii con la testa, rivolgendo un'occhiataccia a Tommy e uscendo di casa con un moto di stizza. Lui mi seguì senza dire nulla e mise in moto la macchina. Era da due giorni che nevicava e non sembrava voler dare qualche segno di smettere, così Tommy guidò piano, facendo attenzione a ogni cosa, persino a un pedone che era distante dieci metri dal marciapiede. Quasi mezz'ora dopo arrivammo alla via indicata e, non sapendo in quale palazzo entrare, chiamai Tony, chiedendogli se potesse venire a prenderci.

«Adesso arrivo. Dammi due minuti!»rispose.

Subito dopo vidi Tony uscire dalla porta di vetro di un palazzo e, appena ci vide, fece segno a Tommy di mettere la macchina nel parcheggio sotterraneo. «Mettila vicino alla mia Porsche.»

Tommy annuì, parcheggiando il suo Range Rover al fianco della macchina indicata da Tony. Quando scesi dalla macchina, Tony allargò le braccia verso la mia direzione e io mi ci tuffai, stringendomi a lui. «Ciao!»esclamai, tutta contenta.

«Ciao!»rispose lui, sorridendomi. «Tutto bene?»

«A parte il freddo? Certo! E tu?»

«Io sto bene.»mi disse lui, voltandosi poi verso Tommy, che ci fissava infastidito, ma che non diceva nulla, né si lamentava.

Gliene fui grata, soprattutto quando strinse la mano a Tony con un sorriso. Si vedeva che Tommy e Tony (ehi, Alice! Hanno quasi lo stesso nome!) non si sopportavano. Probabilmente perché erano gelosi l'uno dell'altro: sapevo che piacevo ancora a Tony, ma ora stavo con Tommy. Fine della storia.

«Mia madre ci sta aspettando.»disse Tony, interrompendo i miei pensieri e facendoci segno di seguirlo verso l'ascensore del sotterraneo.

Appena fummo nell'ascensore tutti e tre, sentii una sorta di imbarazzo per quella situazione. Non sapevo il motivo, ma ovviamente credetti fosse perché ero in un posto abbastanza stretto, quasi spiaccicata contro il mio ex e il mio attuale ragazzo. Appena fummo fuori, tirai un sospiro di sollievo e sorrisi a Tony.

Un gruppo di persone si precipitò verso di me: c'era chi diceva che i miei capelli erano stupendi, chi diceva che i miei occhi azzurri sarebbero stati il centro focale dell'immagine e chi sosteneva la foto del mezzo nudo sarebbe stata il vero successone.

Nudo? Bene.

Mi portarono in un camerino pieno di luci e iniziarono ad armeggiare con la piastra per i capelli, altri si misero a truccarmi e a farmi le unghie. Quando uscii dal camerino era passata solo un'oretta scarsa, ma a me parvero secoli.

Una donna bionda, ben pettinata e ben vestita, con degli occhiali stretti e appuntiti agli angoli superiori, stile insegnante provocatoria, mi venne incontro con un sorriso sulle labbra coperte di rossetto rosso.

«Ciao, Alice!»mi salutò lei, con un accento strano. «Sono Magda, la madre di Tony.»

«Magda?!»esclamai sorpresa. «Oh cavolo! Per poco non ti riconoscevo più!»

Lei rise. «Si in effetti sono molto cambiata in questi ultimi anni.»

"Cambiata" a dir poco! Era dimagrita tantissimo e si era fatta molto più bella di come la ricordavo. Un pensiero cattivo andò alla chirurgia estetica. Un pensiero cattivo, ma forse veritiero, altrimenti era strano quell'enorme cambiamento!

«Allora... Sei pronta?»mi chiese.

«Certamente.»sorrisi, lasciandomi portare sul set fotografico, dove le luce facevano risaltare ancor di più il bianco che avevo dietro, sullo sfondo.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: PersephoneAm