Ciao sono Giada e questa è la
seconda fan che scrivo su TWD la mia coppia preferita che quella mer… sgrunt (meglio che non parlo) di Gimple
mi ha scoppiato sotto il naso è ovviamente Daryl Beth. Questa è la mia
vendetta, mi sono immaginata un futuro dove Beth è viva ad Alexandria insieme a
Daryl. Spero vi piaccia, siate clementi XD, se non commentate non posso
migliorare… please…. J
Au wath if.
Raiting arancione, fluff lime canzone di: Anna Kendrick - Cups (Pitch
Perfect's "When I'm Gone")
∞La lunga estate calda∞
Era l’estate più calda che
ricordasse, da quando il mondo era andato a puttane. Forse anche da prima. Non
si muoveva un filo d’aria e i condizionatori erano ormai un pallido ricordo.
Quanti anni erano passati da quando il paziente zero aveva dato il primo morso
e scatenato l’apocalisse? Le tacche sulla sua balestra dicevano che ne erano
passati dieci. A volte non ci credeva,
non credeva possibile tutto quello che aveva superato. Le cicatrici e i morti
però non mentivano. Era stata dura, avevano lottato strenuamente, e perso molti
compagni, i loro volti ancora lo tormentavano nelle notti più buie, si
svegliava pallido e in un mare di sudore. Gli incubi che lo perseguitavano
maggiormente erano: la ricerca vana di Sophia con la sua tragica conclusione e
il rumore di un colpo di pistola in un ospedale di Atlanta, quello era il
ricordo più duro da sopportare... il credere di averla persa, la sensazione d’impotenza: nel suo
incubo le emozioni erano amplificate, non arrivava mai in tempo. Una mano dal tocco gentile però, lentamente
aveva lenito le sue pene, e Daryl era rinato a nuova vita. La mezzanotte era
passata da un pezzo, e un temporale estivo si apprestava a riversare la sua
furia su Alexandria. Finalmente avrebbe rinfrescato, agognavano la pioggia da
giorni; non solo per l’afa insopportabile, ma anche per il raccolto, se non
avesse piovuto a breve, le loro colture ne avrebbero risentito. Daryl osservava
i fulmini e i lampi in lontananza dal portico di casa sua, mai avrebbe pensato di
chiamare quel posto casa, o di avere una casa dopotutto!
Lui… un vagabondo mezzo
tossico, nessuno gli avrebbe dato fiducia. Solo Rick l’aveva fatto, con fatica,
ma l’aveva fatto e insieme erano sopravvissuti, diventando quasi fratelli. Solo
il sangue negava la loro parentela. Quando l’aveva conosciuto, non lo
sopportava proprio, aveva ammanettato suo fratello Merle sopra a un tetto.
Dopotutto Merle era un cazzone e se lo meritava, però Daryl non aveva perdonato
subito Rick, anzi… c’era voluto del bello e del buono finché andassero
finalmente d’accordo, ma da allora il vice sceriffo era stato l’esempio più
prezioso per lui, finché non aveva conosciuto Hershel… e… Beth.
I lampi e i tuoni si facevano
via, via più vicini, l’aria era carica di energia elettrostatica e il vento si
era alzato notevolmente. C’era appena stata una festa, per commemorare il primo
lustro dalla fine della guerra contro Negan, il vento portava ancora l’odore
della grigliata, e mezza città era ancora fuori a festeggiare. Le torce e le lanterne
tremolavano allungando le ombre di chi camminava in mezzo alla strada,
ghirlande di fiori selvatici appesi ai portici delle case, profumavano l’aria,
era tutto perfetto. I bambini giocavano e correvano tutto intorno e in
lontananza si sentiva ancora della musica.
Carl aveva strappato un appuntamento ad Abby e ora camminavano mano
nella mano lungo la via. Il ragazzo era davvero cresciuto, un filo di barba
segnava il suo viso. Era un uomo fatto per quei tempi, fino a qualche anno
prima sarebbe stato giudicato ancora immaturo. Daryl l’osservava dal portico di
casa sua, sogghignò accendendosi una sigaretta, salutando Carl che gli sorrise
in risposta. Le sigarette erano una rarità, e quando qualche altra squadra di
ricognizione ne trovava, Aaron faceva in modo che Daryl avesse sempre il suo
paio di stecche. L’arciere aspirò nicotina e serenità, un’accoppiata che non
credeva di poter provare ancora, in quel mondo devastato. La pace era stata una
dura conquista, ed era andata di pari passo con la riconquista della civiltà.
Gli zombie erano sempre una minaccia, ma non la prima, il primo pericolo per
l’uomo, era l’uomo stesso, come avevano duramente scoperto in quegli anni.
Prima contro il Governatore e infine contro Negan, che forse era stato il loro
nemico più brutale e pericoloso.
Rick aveva capito che da soli
non ce l’avrebbero fatta, così erano nate le alleanze con le altre comunità di
sopravvissuti che avevano incontrato: Hiltoop, Alexandria e il Regno. Grazie a
Jesus ed Ezekiel si erano alleati contro un nemico comune, ed erano riusciti a
sconfiggerlo. Da quel giorno avevano lavorato strenuamente su di una
collaborazione perché quello che era accaduto in passato non accadesse più.
Grazie a Eugene e un paio d’ingegneri trovati a Hiltoop avevano ripristinato le
comunicazioni e rimesso in funzione una fabbrica di munizioni, questo durante
la guerra contro Negan era stato decisivo, ma anche in seguito durante la
ricostruzione si era rilevato utile. Piano, piano avevano capito come poter
ricominciare, avevano iniziato a coltivare e allevare grazie alla
collaborazione di Hiltoop, avevano trovato risorse preziose grazie al Regno.
Alexandria era la comunità più
tecnologicamente avanzata, grazie ai pannelli solari e al riciclo dell’acqua
piovana, e al solido recinto che la circondava, questo l’aveva resa la capitale
del loro piccolo stato che contava circa settemila abitanti, distribuiti nelle
tre comunità. L’inizio era stato duro, era costato sudore e sangue ma alla fine
tutto era andato per il meglio. Avevano dovuto rinunciare a tantissime cose
della loro vita passata, certe comodità erano perse per sempre, una su tutte i
condizionatori d’aria, l’elettricità ricavata dai pannelli solari era a mala
pena sufficiente per le luci e poco altro. In un certo senso era come se
fossero tornati all’epoca del far west, vivendo di agricoltura, allevamento, e
caccia, spostandosi solo con mezzi che non avevano bisogno di carburante
fossile. Eugene dopo anni che trafficava, giurava di essere riuscito a
convertire il motore di un furgone a etanolo, Daryl aveva dei dubbi, però
doveva ammettere che il ciccione ci sapeva fare e in passato si era rilevato
prezioso. Che ci fosse finalmente riuscito? Solo il tempo avrebbe risposto.
Avevano instaurato una specie
di governo capeggiato da un consiglio formato in egual misura dai membri delle
tre città, quattro consiglieri per ogni citta per un totale di dodici. Fino a
tre anni prima il consiglio per Alexandria era formato da Rick, Carol, Maggie e
Daryl, ma da allora si era deciso che i membri del consiglio cambiassero per
mezzo di elezioni popolari una volta ogni due anni. Le leggi da rispettare
erano poche e semplici: lavorare per il bene della comunità, non uccidere
esseri umani se non legittimati dalla difesa personale, non rubare, non stuprare
ecc… pena la morte. Nulla di troppo complicato, ogni nuovo “cittadino” che
veniva accolto doveva accettare la legge, se no veniva bandito e doveva
cavarsela da solo, fin ora nessuno l’aveva fatto.
La sigaretta era arrivata al
filtro e Daryl la lanciò oltre il portico alzandosi. La pioggia promessa era
finalmente arrivata, prima lieve, poche gocce che avevano solamente alzato un
grande odore di polvere, e poi via, via più fitta, gocce grosse come ciliegie
mature che producevano un suono sordo e continuo, pop, pop, pop, a Daryl
ricordava il rumore del pop corn, era piacevole… allungò una mano sotto
l’acqua, raccolse poche gocce nel palmo e portandole al viso le annusò,
sapevano di sale e di terra, sapevano di vita. Dalla cucina arrivava una voce
di donna che cantava mentre riordinava, stava usando un bicchiere di plastica
per darsi il ritmo era incredibile.
◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊
I got my ticket for the long way ‘round
Two bottle ‘a whiskey for the way
And I sure would like some sweet company
And I’m leaving tomorrow, wha-do-ya say?
[Chorus 1:]
When I’m gone
When I’m gone
You’re gonna miss me when I’m gone
You’re gonna miss me by my hair
You’re gonna miss me everywhere, oh
You’re gonna miss me when I’m gone
[Verse 2:]
I’ve got my ticket for the long way ‘round
The one with the prettiest of views
It’s got mountains, it’s got rivers, it’s got sights to give you shivers
But it sure would be prettier with you
[Chorus 2:]
When I’m gone
When I’m gone
You’re gonna miss me when I’m gone
You’re gonna miss me by my walk
You’re gonna miss me by my talk, oh
You’re gonna miss me when I’m gone.
◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊
Daryl la ossevava appoggiato
allo stipite della porta, la donna era di spalle, portava i capelli biondi
legati per via del caldo, lasciando libero il suo bellissimo collo. Indossava
un vestito leggero, di lino bianco che seguiva morbidamente le curve del suo
corpo. Le luci al led la illuminavano di una luce soffusa ed eterea, era
bellissima. Era a piedi nudi e aveva appena finito di lavare i contenitori che
aveva usato per portare il cibo alla festa, ancora non gli sembrava vero che
quella giovane, meravigliosa donna, fosse diventata la sua compagna di vita.
Come un gatto selvatico, Daryl aveva impiegato più tempo degli altri per
aprirsi del tutto e accettare il suo ruolo nella comunità. Il merito del suo
cambiamento andava ricercato in lei.
Lei…
Beth con la sua infinita
pazienza e il suo ottimismo l’avevano curato. Silenzioso come un felino le
arrivo dietro, e abbracciandola assaporò il suo odore di buono, lasciandole
baci leggeri dietro la nuca:
-“A cosa devo queste smancerie
Signor Dixon? Secondo la mia esperienza o me l’hai fatta o me la devi fare,!”-
disse lei, ridendo maliziosa.
-“Non mi provocare ragazzina…
sai come va a finire”- rispose lui girandola e imprimendo le sue labbra
duramente sulle sue, le solleticò le labbra con la lingua attendendo una
risposta che ci mise poco ad arrivare. Beth si strinse a lui accogliendo quel
bacio con passione, con le mani gli carezzava l’ampia schiena stringendolo a
sé, ma quando Daryl la sollevò mettendola sul bancone da lavoro, e le prese un
seno tra le mani stuzzicandolo, Beth oppose una giocosa resistenza.
-“Ragazzina?... Erano anni che
non mi chiamavi così? Che ti prende Daryl, nostalgia del passato?”-
-“Hai cominciato tu…
chiamandomi signor Dixon”- le fece presente lui facendo spallucce.
Beth lo guardò, come solo lei
sapeva fare e Daryl si sentì incatenato da quegli occhi azzurri:
-“Ricordavo…”- rispose
semplicemente.
◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊
Cinque anni prima…
-“Beth… sta giù!!”-
Gli spari volavano sopra la
loro testa, era la resa dei conti. La battaglia finale, finalmente avevano
trovato il coraggio di rivoltarsi contro Negan e attaccare la sua base, mesi di
preparativi avevano fruttato. Eugene li aveva riforniti di proiettili e su
ognuno di essi aveva scritto: “For Abraham”. Il ciccione era stato di parola,
munizioni aveva promesso, e munizioni aveva prodotto. Daryl era nel pieno della
battaglia, nel suo io più intimo sapeva che quella era l’unica cosa da fare.
L’unica cosa giusta per tutti. Uccidere Negan, però aveva anche una paura
fottuta che questo gli sarebbe costato caro. Chi sarebbe morto ancora? Avrebbe
preferito che Beth rimanesse ad Alexandria insieme a sua sorella Maggie, la
donna era incinta, e anche se aveva insistito, Rick non aveva permesso che
partecipasse. Beth d’altro canto voleva a tutti i costi vendicare la morte di
Glenn, per Maggie e per se stessa, Daryl la capiva… ma la voleva comunque al
sicuro. Invece la ragazzina si era dimostrata una valida tiratrice, e Rick
l’aveva impiegata come cecchino con Carol e Sasha. “Cristo se era cambiata!” non era più la
piccola Beth spaventata, era una giovane donna coraggiosa “il Grady” l’aveva
davvero cresciuta. Ora però che i cancelli erano caduti e la battaglia si era
spostata all’interno della base nemica, la giovane donna si era dovuta muovere
dalla sua posizione sicura e avanzava insieme alle altre due, tra gli zombie e
i nemici. Daryl scorgeva in lontananza la sua chioma bionda e non poteva che
stare in ansia. L’unica cosa che era stato in grado di fare, era stato urlarle
di stare giù, mentre cercava faticosamente di farsi strada verso di lei.
Michonne fu d’un tratto dietro di lui decapitando due zombie
contemporaneamente, salvandogli la vita per scomparire subito dopo, Daryl
stesso, abbatté uno zombie che stava per colpire Rick, mentre i loro nemici
umani arretravano sempre di più nella base, sparando a casaccio; il piano aveva
funzionato per il momento. Jesus comparve al suo fianco:
-“Li stiamo facendo arretrare…
forse ce la facciamo”- disse. Daryl continuò ad avanzare, anche se ormai non
vedeva più la ragazza, non poteva permettere che proprio lei… lo doveva a
Hershel, per tutto quello che aveva fatto per lui, Beth doveva sopravvivere.
Questo era quello che si ripeteva per giustificare il senso di protezione che
aveva verso di lei, ma il suo inconscio ultimamente, gli urlava che quella non
era l’unica ragione. Quando erano scappati dalla prigione, durante la loro
convivenza forzata, l’aveva conosciuta e aveva imparato ad apprezzarla e
lentamente se ne era innamo… no! Non doveva dirlo. Questi erano pensieri of limits, soprattutto
ora durante la battaglia. Beth d’altro canto se la cavava egregiamente e con
Carol e Sasha avevano fatto strage di nemici, creando un ampio spazio libero in
cui poter manovrare. Si ritrovarono tutti al riparo di un camion abbandonato da
tempo.
-“State tutti bene?”- domandò
Rick preoccupato.
-“Si!”- risposero in coro
tutti. Le retrovie continuavano a sparare sulla base, anche se ormai non c’era
più nessuno di vivo che poteva rispondere al fuoco.
-“Non è andata proprio come
pensavamo”- intervenne Carol guardando fisso Rick.
-“Si sono barricati
nell’edificio principale, accidenti! Dovremmo stanarli come topi, non dovrebbe
essere troppo difficile comunque”- continuo Sasha.
-“Forse con il fuoco?”- suggerì
Eugene che nel frattempo li aveva raggiunti dalle retrovie.
-“E se creassimo un
diversivo?”- buttò lì Beth.
-“Spiegati!”- Disse perentorio
Rick. Tutta l’attenzione fu subito su di lei, Beth deglutì e cercò di esporre
il suo piano mantenendo la calma:
-“Uno di noi potrebbe uscire
con un drappo bianco e chiedere di parlamentare, chiedendo la loro resa,
prospettandogli un lungo assedio, ma facendogli credere che siamo più deboli di
quanto in realtà siamo, mentre un altro gruppo potrebbe cercare un’altra via
per entrare! Io credo che non debba essere tu, Rick, a uscire, è meglio che
Negan ti creda ferito o morto. Questo dovrebbe distrarlo visto il suo ego
smisurato.”-
Dwight s’intromise nella
conversazione, odiava Negan forse più di tutti loro messi assieme, aveva
costretto sua moglie a sottostare ai suoi più turpi desideri e aveva ustionato
metà del suo viso, come punizione per aver cercato di riprendersela:
-“Potrebbe funzionare,
soprattutto se a parlare sarai tu biondina , lui ha un debole per le giovani
puledre, in più io conosco un’entrata secondaria, è poco visibile e dubito che
ora sia sorvegliata. Oltretutto molti all’interno non amano per niente Negan,
aspettano solo il momento opportuno per ribellarsi, potrebbero darci una mano,
soprattutto le donne.”- stava pensando a sua moglie, era evidente, pensò Carol.
La donna era ancora prigioniera di quel mostro che aveva fracassato il cranio
di Glenn ridendo, mettendo una mano sulla spalla di Dwight disse:
-“Cercheremo di salvare più
persone possibili, tranquillo”- l’uomo le fece un silenzioso cenno di
gratitudine e guardando Rick disse:
-“Allora mandiamo la bella
contro la bestia?”- indicando Beth.
-“Non se ne parla neanche!”-
Sbottò Daryl arrabbiato, istintivamente si era messo davanti alla ragazza per
proteggerla, Beth gli mise una mano sulla schiena cercando di rassicurarlo ma
l’arciere non si era spostato di un millimetro.
-“Te la senti? Non sentirti
obbligata, anche se l’idea è tua”- chiese Rick ignorando totalmente l’arciere,
Daryl non le diede il tempo di rispondere e strattonandola per un braccio la
portò poco lontano per poterle parlare.
-“Da dove cazzo ti vengono
certe idee ragazzina? Eh … allora? Si può sapere?”- Era furibondo, i suoi occhi
mandavano saette, Beth per un attimo si sentì intimidita e si fece piccola,
piccola, con un filo di voce rispose:
-“Dai libri di storia…
castelli, assedi… presente? E non chiamarmi ragazzina non lo sono più!”- Stava
per aggiungere cavalieri in armatura, e l’ultimo libro di Game of Thrones
su cui era riuscita a mettere le mani, ma si era trattenuta in tempo,
altrimenti gli avrebbe dato ragione. Daryl la guardò esasperato, non poteva
essere così… così Beth, anche in un momento come quello.
-“Ti rendi conto a quale pericolo
saresti esposta? Sei una bambina con dei bei sogni, non funzionerà mai!”-
-“Smettila di trattarmi come
una ragazzina bisognosa d’aiuto, basta Daryl! Sono una donna, e so quel che
faccio! Chi sei tu per dirmi a quali rischi posso espormi? Sei mio padre? Sei
mio marito? No, quindi per favore…”- non la lasciò finire.
-“Beth, non capisci…”-
-“Cosa non capisco? Dimmelo
Daryl una buona volta!”-
Beth lo guardava e leggeva
tormento nei suoi occhi, ma non ne capiva appieno la ragione, a volte Daryl
sembrava fatto di gomma indistruttibile altre invece sembrava fatto di
cristallo, e a lei sembrava sempre di camminare sulle uova. Un passo falso e la
frittata era fatta. Per una volta però, la ragazza decise di essere coraggiosa,
fece un passo verso di lui, poi un altro, Daryl non la fermava, e così Beth
continuò ad avvicinarsi, e lo abbracciò. Non fu come l’abbraccio alla prigione,
frettoloso e imbarazzato, e nemmeno come quello alla capanna, carico di dolore.
Quella volta Beth aveva abbracciato Daryl di spalle, ma ora erano di fronte e
poteva affondare nel suo petto senza reticenze, senza falsi pudori. L’uomo
dapprima rimase immobile con le braccia lungo i fianchi, poi lentamente il suo
cuore rispose e la abbracciò stretta, stretta , quasi abbandonandosi a lei. Le
parole cominciarono ad uscirgli con fatica:
-“Tu alla capanna… mi avevi
detto… mi saresti mancata… io… il Grady… non posso…”- era il meglio che era
riuscito a fare, per uno come lui era già tanto, Beth lo capiva, quella per lei
era la dichiarazione d’amore più bella che avesse mai ricevuto.
-“Ora io ti bacerò Signor
Dixon, non sarà un bacio casto, non sarà il bacio di una ragazzina, sarà un
bacio d’adulti e quando tornerò da te, mi aspetto di consumare ben altro!”-
Daryl non ebbe il tempo di reagire che lei si avventò sulle sue labbra, e lui
non ci mise molto a risponderle con passione, le loro lingue si cercarono ed
infine si trovarono, sembrava non avessero bisogno di respirare tanto erano
avvinghiati l’uno all’altra, le loro mani cercavano di accarezzare ogni
centimetro di pelle disponibile, poi Beth si staccò da lui e guardandolo disse
un'unica frase prima di andarsene a completare la sua vendetta:
-“Ti amo Daryl!”-
◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊
Present day…
Beth scese dal bancone della cucina,
prendendo la mano di Daryl, e lo condusse verso la loro camera da letto, il
temporale continuava a infuriare ma i due amanti non se ne accorsero neanche,
presi com’erano dalle loro effusioni.
-“Sai a volte penso che se non
ti avessi baciato quella volta, io e te saremmo ancora in alto mare”- disse la
donna a un certo punto staccandosi da lui, Daryl la guardò e ridendo le
rispose:
-“Probabilmente hai ragione…
credevo che starti lontano fosse l’unico modo che avevo per proteggerti, da me.
E anch’io dovevo proteggermi da te, avevo paura che se ti avessi lasciata
avvicinare troppo poi, mi sarei bruciato”-
-“E ora? Hai ancora paura?”-
chiese la donna.
-“No Beth, ora non ho più
paura”- riprese a baciarla con voracità, le mani le abbassarono le spalline del
vestito scoprendole un seno, che subito la sua bocca prese a succhiare
strappandole un gemito di piacere.
-“Scommetti che riesco a farti
ancora paura?”- disse Beth tra un ansito e l’altro.
-“ummm…”- grugnì lui,
continuando imperterrito a stuzzicarla, Beth stava perdendo la ragione, ma
aveva una notizia da comunicare al suo uomo e non poteva farsi distrarre:
-“Sono incinta”- disse tutto
d’un fiato sorridendo. Daryl per un attimo sgranò gli occhi, senza proferire
parola, poi ridendo le rispose:
-“Hai vinto, sono terrorizzato…
però tu sarai una mamma fantastica e io ti amo”-
Beth era rimasta spiazzata, ora
era lei ad essere senza parole, lui la guardò negli occhi e Beth seppe che
sarebbe andato tutto bene, si appartenevano, nulla avrebbe potuto dividerli
ora. Il futuro non era sicuro ma il loro amore si.
Fine.