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Autore: Newtmasinmyveins    26/07/2015    2 recensioni
Cosa c’è di peggiore in estate che svegliarsi presto come se stessi per andare a scuola? Semplice, assecondare le pazzie di Doris, mia madre. Ha frequentato un turco per un anno, prima di fare l’errore più grande della sua vita: convivere senza neanche chiedermi cosa ne pensassi né tantomeno se fossi d’accordo.
Questa non è la mia vita! E’ tremendamente disgustoso sentire i loro stupidi nomignoli zuccherosi capaci di far vomitare chiunque a prima mattina, per non parlare dell’imbarazzo che provo quando fanno sesso, sono capaci di muovere il lampadario del soggiorno, ma forse non è questo il peggio.
Metin , lo scimpanzé che ha i peli persino sulla schiena o meglio dire, il compagno di mia madre ha un figlio: Cem , il classico stronzo cronico che ogni giorno guarda una diversa. Con lui è guerra dal primo momento che ci siamo visti: non avrà pace e state pur certi che gli renderò la vita un inferno.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Stronzi vs bravi ragazzi, peccato che vincano sempre i primi.


Manteniamo la calma

Sono ai piedi delle scale, confusa. Non mi è mai successa una cosa simile, capitava che non avessi del tutto la voce ma non quella di un’altra persona. Cerco di trovare le parole giuste, il fratellastro mi guarda interdetto con il suo sguardo accusatorio. Non è colpa mia, dovete credermi!

- Cem, dobbiamo calmarci, nervosi non troveremo mai una soluzione.- suggerisco ed è così insopportabile avere la sua voce da maschiaccio prepotente. Lui è sulle scale a braccia conserte, mi fissa con un sopracciglio alzato.

-Ma che soluzione e soluzione!- sbotta adirato e scende acrobaticamente, i suoi salti non fanno cilecca neanche stavolta. Sto seriamente pensando di andare in palestra.

-Mi spieghi cos’è questo malefizio, Lena? Sarà sicuramente qualche tua sciocchezza. – agita le braccia, gesticolando.

-Mi spieghi quale malefizio? Se fossi capace di cose del genere, già saresti morto.-

“Evvai, sono riuscita a zittirlo.”

-Che cosa hai fatto ieri sera?- domanda , rivolgendomi un’occhiata scadente.

Faccio spallucce.

-Lena, non hai capito che questa cosa può essere … diabolica.- canzona lui e a mia differenza, sembra anche più spaventato.

-Forse è soltanto un brutto sogno.-ribatto seppure consapevole che è una strana realtà.

-Sogno? Incubo! Vediamo!- esclama e si allontana a velocità supersonica dirigendosi in cucina.

Quasi ho paura.

Mi avvicino alla porta della cucina e attentamente fisso la scena che ho dinanzi.

Cem sta riempiendo una bacinella con dell’acqua, non vorrà mica versarsela in testa?

-Ecco, ora è pronto.- afferma sorridente chiudendo il rubinetto dell’acqua.

Se non conoscessi Cem, potrei dire che è un trans. Ha i soliti sbalzi di umore di noi donne quando siamo nella fase “se mi rivolgi la parola, ti spedisco all’inferno.”

Sogghigna divertito e mi guarda con quello sguardo come se stesse per dire “ ora hai capito?”

No, non può essere che quel secchio d’acqua debba essere svuotato proprio sulla mia chioma bionda.

Inizio a correre all’impazzata attenta a non sbattere contro i mobili, salgo le scale e lui non sembra desistere: vuole proprio farmi il bagno.

“Devo trovare qualcosa con cui difendermi.”

“La scopa andrà bene.” Rifletto e, pronta per la guerra, avanzo a passi decisi.

-Su Lena, è un sogno dopotutto, no?-  dice divertito e dalla provenienza della sua voce o meglio dire mia, capisco che si avvicina sempre di più all’ armadio nonché il mio attuale nascondiglio.

“Appena aprirà l’anta, un bernoccolo gli nascerà al centro della fronte!”

Impugno la scopa sempre più determinata: Cem è la tua fine, spero che quest’incubo finisca al più presto. Si presenta ancor prima di quanto avessi pensato, apre l’armadio e BOOM.

Preso in pieno, al tempo stesso però, l’acqua è sui miei vestiti sia quelli attualmente indossati sia quelli nell’armadio; bene, oltre al danno anche la beffa.

-Ceeeeem- urlo senza contenermi. Altro che i tenori, quando mi ci metto sono peggio di Pavarotti.

-Lena, mi hai preso la testa,- sbotta toccandosi la fronte.

-Semmai ti ho preso la voce, piantala di fare il bambino tutto delicato, che dovrei dire io che sono fradicia?- sprigiono la voglia di vederlo morto e senza timore gli sputo tutto ciò in faccia. –Vado a darmi una ripulita, muoviti, dopo ci mettiamo sulle tracce di quella vecchia.-proferisco come un fiume in piena e quasi rantolo.

-Quella vecchia? Tu sai chi è stato?- sbotta e mi blocca per il braccio.

-Forse,- rispondo sbattendo le ciglia, la vicinanza con Cem non è piacevole soprattutto adesso che ha la mia voce.

-Lena, dimmi la verità.- continua a fissarmi dritto negli occhi, non posso cedere, non sono sicura al 100 %.

-Non lo so, Cem.- mi giustifico, togliendo brutalmente il mio braccio dalla sua presa quasi invincibile.

-Sai molto più di me, ora parla!- insiste ed è davvero arrabbiato, oserei dire di non averlo mai visto in questo stato.

-Ieri sera l’unica cosa che ho fatto è stato mangiare un biscotto con farcitura di cioccolato a una bancarella con l’insegna “Ama il tuo nemico”.- sbotto tutto d’un fiato.

Lo fisso intimorita, sembrerebbe perplesso.

-Sei andata alla festa? E io che credevo ti stessi deprimendo sul divano.- sbuffa, non gli riesce bene fare il “fratellone preoccupato” .Preferisco tacere.

Sembra in difficoltà.

-Non mi dire che ci sei andato anche tu?- domando improvvisamente, notando il suo rossore sulle guance.

-Cindy o Sally era incuriosita, comunque ho assecondato la sua volontà, tutto qui.- fa spallucce come se la colpa fosse solo mia.

-Ho capito tutto: io sono il tuo nemico e tu il mio, è una maledizione che ha preso noi come chissà quanti altri.- rifletto e mai come adesso sono giunta a una spiegazione con almeno un pizzico di senso logico.

-Ma smettila, chi ci crede!- ride più per il nervosismo che per il divertimento.

Mi sdraio a peso morto sul letto, incurante che con i miei stracci bagnati possa sporcare le lenzuola. Mi metto a braccia conserte come uno che la sa lunga. Lo fisso attentamente con aria inquietante.

-E va bene, non mi servono altre prove.- sbuffa ormai arreso, non è forte quanto vuol far credere.

 
 -Andiamo da quella vecchia, prima che sia troppo tardi. A quest’ora staranno smontando le bancarelle, hanno venduto per tutta la notte.- mi avvisa e con un cenno affermativo del capo mi alzo e mi dirigo in bagno per darmi una ripulita.

“Devo trovare quella vecchia, è sicuramente opera sua!”
 
***
 
Sono pronta e bene o male anche Cem lo è, ha leggermente un’aria impresentabile: sarà perché ha un bernoccolo giusto al centro della fronte. Se lo merita! Ho una canotta rosa abbinata a degli short gialli, quanto può far schifo il mio senso di abbinare? Meglio che tralasciamo …

-Questo cappello mi aiuterà, grazie a te sono orribile.- enuncia e la sua espressione facciale è così patetica. Sospiro. Gli lancio un’occhiataccia e con un gesto comprensibile gli faccio intuire che è ora di andare.

-Ho già detto che me la pagherai?- domanda spiritoso, mi concentro e senza troppe cerimonie non risparmio qualche passo velocizzato, dobbiamo correre!

-Non ti facevo così atletica.- sgrana gli occhi dall’incredulità e abbozzo un sorriso soddisfatto.

-Si chiama istinto di sopravvivenza, avere la tua voce è qualcosa di horror.-

-Sei simpatica Schneider, - inspiegabilmente accenna un occhiolino e, strabuzzo gli occhi nel vedere quanto mi abbia superato.

Uff, non sarò mai agile come lui.

 
***

Sembra un miraggio ma no: eccoci arrivati.

Senza dubbio è questa la strada, il mio orientamento fa cilecca ma Cem sembra convinto.

-E’ qui! Era esattamente qui.- continua a ripetere, si guarda intorno ma non vediamo nulla che ci possa ricordare.

-Eccola!- esclamo, riconoscendo la figura gobba della vecchia e il suo cappuccio nero tra un cespuglio e l’altro.

“Con questo caldo va conciata così?”

Va beh, tra le tante cose anormali che stanno accadendo questa è di sicura quella più “ normale”.

La rincorro e la vecchia non sembra spaventata; Cem mi raggiunge.

-Vecchiaccia, dacci le nostre voci, subito!- attacca il mio fratellastro come sempre scorbutico. Sembriamo in una puntata delle mermaid melody, quando Lucia si ostina ad avere la sua voce o forse era Ariel?

-Siete venuti insieme, è un bel passo avanti. - afferma sorridente alzando lentamente il capo.

-Come?- corrugo la fronte, confusa.

-Avete capito bene, siete i nemici l’uno dell’altra e già che siete qui insieme … - profetizza, spero solamente che non sia qualcosa diabolico.

-Qui, insieme? Siamo i nemici? Che cosa blateri, vecchiaccia?- una cosa è certa, Cem non sa mantenere la calma.

-Attento a come parli ragazzino! Potrei far propagare questo “tuo stato” per parecchio tempo, non ti conviene … credimi.- la vecchia alza un sopracciglio, sta sfidando Cem … e se fosse una strega?

-No signora, vi prego … non fate cose del genere, sarò anch’io a pagarne le conseguenze.- balbetto, ma è la verità. Al diavolo l’egoismo!Solo perché Cem non sa mantenere le staffe, non vuol dire che ci debba finire di mezzo anch’io.

-Siete venuti fin qui per farvi rimettere in sesto le rispettive voci, ma io non posso fare nulla. Tutto dipenderà da voi.- informa con la massima calma, io e il fratello rompipalle siamo senza parole, rischiamo di morire.

-Noi non crediamo alla magia, vecchia zitella!- per quanto la vecchietta si è dimostrata in gamba, Cem non capisce: continua a istigarla.

-Mi hai scocciato ragazzino, non vi dirò nulla … lo capirete con il tempo, se ne sarete capaci ... - ci volta le spalle e fa segno di andarsene.

La rincorro, non posso avere la voce di Cem per l’eternità, come farò a scuola? E se troverò un ragazzo?

-Che cosa dobbiamo fare, vecchia saggia?- domando pacata, sperando di risultare gentile per avere qualche possibilità.

-Non posso dire nulla, spiacente.- mi rivolge un’occhiata scadente e senza che io possa far qualcosa, sparisce dietro un cespuglio.

-Bene, grazie Cem! Come sempre i tuoi modi garbati portano a qualcosa di buono.- sono imbestialita, perché doveva capitarmi uno scimmione come fratello?

Ha le braccia al petto e, sebbene il cappello gli copra lo sguardo, percepisco la sua tensione.

Non sono l’unica a essere arrabbiata.

-Questa è l’insegna, no?- dice abbassandosi per prendere quella che probabilmente è l’insegna.

-Già.- affermo notando la scritta “Ama il tuo nemico”.

-Forse le risposte sono più vicine di quanto immaginiamo … Lena, io per riavere la mia voce sono disposto a far tutto.- proferisce e nel suo sguardo che appena intravedo, noto una lacrima di soddisfazione.

-Bene, intanto ci hai fatto perdere l’unica occasione … - constato amaramente.

- La vecchia ha detto che siamo l’uno nemico  dell’altra … -  ripete sforzandosi di trovare l’esatte parole dell’anziana donna.

-Eee?- domando curiosa, non ci arrivo.

-Noi siamo nemici, l’insegna dice … - la sta tirando per le lunghe, ora sono io quella che non regge le staffe.

-Ama il tuo nemico.- rispondo io, scioccamente.

-Ecco … - balbetta lui, ma forse non mi sono resa conto …

Ecco il lampo di genio.

-Oddio! Scordatelo, io non potrei mai. Che oscenità!- inizio a correre, a mettermi le mani nei capelli e, inspiegabilmente, le guance mi stanno andando a fuoco.
Ride, tutto quello che gli riesce, è ridere.

Mamma che nervi.

-Era questa la soluzione, la vecchia ci avrebbe detto questo, quante storie per un bacio.- fa spallucce, per lui non è nulla.

-Ma perché come esiste quella donna, non esiste il genio della lampada … il primo desiderio sarebbe di non averti mai conosciuto.- sbotto colma d’ira.

-Che sarà mai, Lena? Se siamo in una fiaba, diciamo un bacio e finirà tutto.-

-No, io non bacio chi mi capita né tantomeno te … -

-Quanto sei preziosa, non mi aspettavo che vivessi sotto una campana di vetro, Doris sembra una mamma moderna.-

-Lo è, ma spesso non riusciamo a comprenderci proprio per questo.-

-Ecco, ho sbagliato di nuovo, non voglio aprire i tuoi pallosi discorsi riguardo all’incomprensione che c’è tra te e Doris, voglio solo togliermi questa voce … femminile e stridula. – si pavoneggia, credendo che la sua voce da maschiaccio scimmione sia migliore della mia, ma per favore!

-Questo incubo finirà quando tu,- si volge  a me puntandomi l’indice contro,-darai un bacio a me. -

-Bene Cem, allora ascolta: io non ti bacerò mai.- alzo le spalle e girando i tacchi mi dirigo verso casa.

-Staremo a vedere, Lena Schneider.- afferma e prima che possa rendermene conto mi prende per i fianchi, mi blocca al muro del marciapiede; siamo maledettamente soli.

Non abbiamo la stessa forza, perché? Cerco di divincolarmi ma ciò è impossibile quando incontro il suo sguardo castano, profondo, ipnotico … mi rammollisco.

Preme le sue labbra contro le mie, non sono in grado neanche di schiaffeggiarlo.

Non impiega molto a farmi schiudere le labbra, sta intensificando il bacio. Che villano!

La scopa mi servirà per castrarlo altro che per il bernoccolo!

Oddio, non male …

Bacia da Dio.

Apro gli occhi esterrefatta, come: già finito?

-Maledizione, ho ancora la tua voce. - constata lui, come me è estremamente deluso.

-Ti ho baciato e non abbiamo comunque risolto? Questo sì che fa schifo.- maschero il mio imbarazzo mostrandomi sempre la forte e agguerrita Lena.

-Ah, ah! Smettila, so benissimo che ti è piaciuto … - si pavoneggia e Dio, quanto mi piacerebbe ucciderlo!

Preferisco tacere e tenere alto il volto.

-Se non ti fosse piaciuto, non avresti chiuso gli occhi.- afferma e io, Lena Schneider, sono senza parole.

Davvero ho chiuso gli occhi?



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Spazio Autrice: Carissimi lettori, ecco a voi anche il terzo capitolo! Ad essere sincera non credevo di continuare, poiché ho intrapreso questa storia soltanto per puro svago, per alleggerire  la tensione che mi viene scrivendo le altre long deprimenti ^^ Fatto sta che sembra piacervi...spero di sentirvi...Baci^^
   
 
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