Il Miracolo dell’Amore
Fu allora che la sua lacrima
cadde sullo specchio greco che aveva rubato Happosai qualcosa come mille anni
addietro, lontano da quel dolore.
E fu allora che il miracolo
si compì.
Quella che si sprigionò, fu
la luce più bella che Ryoga avesse mai visto in diciotto anni di vita; guardò
Ukyo e le vide negli occhi la stessa impressione. Improvvisamente le lacrime e
il dolore cessarono per loro due, e un senso di pace e giustizia li invase fino
in fondo all’anima, e quando i loro sensi furono colmi di questo senso celeste
di beatitudine, la nebbia nei loro cuori sparì, e il sole del giorno prima tornò
a splendere.
Ranma non vide la luce…ne fu
invaso, e Akane…lei era la luce
stessa. Sentì il corpo di lei fremere, e poi levarsi nell’aria come fosse una
piuma. Chiuse gli occhi, accecato, dissetandosi di quella luce, dimenticando
ogni disperazione; era come uscire da un incubo che era sembrato così reale da
infettargli ogni sentimento positivo e gettarlo
nell’oblio.
Ma ora vide Akane un po’ più in là camminargli incontro, con lo zaino in spalla. Anche lui aveva uno zaino, ma non ne sentì quasi il peso….vide Ryoga e Ucchan discutere un po’ più in là accanto ad un albero ritorto…lo stesso che ieri…”Sono già passato di qua” Pensò senza stupore. Ora vide i suoi amici guardarsi intorno, increduli, cercando di capire quale strana magia li aveva riportati nello stesso luogo…e nello stesso momento di alcune ore prima.
Ma quando vide Akane
raggiante e sorridente corrergli incontro gridando il suo nome, si dimenticò di
loro.