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Autore: AlnyFMillen    27/07/2015    4 recensioni
"Come ti viene in mente che io possa anche solo pensare di baciare uno come te" rispondo tagliente.
Sulle prime sembra essersi offeso, ma subito si riprende e passa una mano dietro al mio collo ravvivando i capelli ormai asciutti da dietro l'orecchio. Traccia appena il profilo delle spalle fin quando non arriva a sfiorare il fianco destro.
Io abbandono le mani inermi al suo petto. Questa volta a percorrermi è una vera e propria scarica elettrica.
"Perchè sento che effetto ti faccio. Come diventi scontrosa per essere sicura che non ti lascerai andare. Come diventi rossa quando ti guardo. Come rabbrividisci al solo mio tocco" sussurra roco.
"Brividi di orrore" riesco solo a formulare.
"É il meglio che sai fare Heather?"
Basta, mi sta facendo impazzire.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Heather, Un po' tutti | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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"Allora l'ha già visto?" sussurra Beth all'orecchio di Leshawna.
Lei squote la testa mimando di no.
"Ragazza, credo lo avremmo sentito"
Quella... Si insomma, quella della nuova stagione, l'Eva in versione più malandata, si intromette nella conversazione "Ehi ma voi ve la immaginate la sua reazione?" fa portando le mani avanti.
"Io penso che urlerà" commenta apatico Noha.
"Secondo me spaccherà anche qualcosa" aggiunge quel tipo coi capelli bianchi, Lightning, per poi battersi il pugno da solo.
Arrivo alla fine delle scale, mantenendo la mia solita facciata indifferente.
In un attimo tutti gli occhi sono puntati su di me e non vola più una mosca. Ma cos'avranno da guardare? Che stessero parlando di me? Bah, non che me ne importi molto, pensino quel che vogliono ormai.
Senza aver prima rizzato le spalle e alzato il mento, mi accambello comodamene sul morbido divano. Molti continuano a fissarmi e devo far leva su tutte le mie forze per non chiedere in malo modo il perché. Accavallo le gambe, inspiegabilmente irritata.
Sierra, avvinghiata sul bracciolo opposto a quello sui cui sono io, mi fissa con in faccia un mezzo sorriso degno di una menomata.
Io alzo un sopracciglio: chi diamine me lo ha fatto fare di sedermi qui a così poco da lei? Squadro il resto dei perdenti rimasti in stanza con occhi ridotti ad una fessura.
"Allora?!" sbotto infine allargando le braccia.
Tutti tornano alle proprie attività facendo finta di nulla. Chi li capisce è bravo.
"Leshawna ti va di andare a fare un giro?" chiede qualcuno.
Dove vogliano andare proprio non lo so. Siamo bloccati qui su questa maledetta spiaggia.
"E no, questa non me la voglio proprio perdere"
Mah, poi sarei io quella strana. Per di più quella matta psicopatica di Sierra continua a guardarmi come se fossi la cosa più interessante dell'intero pianeta. So di essere una persona incredibilmente affascinante ma che gente del genere si sia accorta di una tale ovvietà sembra improbabile.
"Pop corn?" mi domanda con la sua solita vocetta fastidiosa e nel mentre allunga pericolosamente una ciotola nella mia direzione.
In tutta risposta incrocio le braccia al petto come a farmi da scudo verso quella banda di matti. Rifiuto con espressione disgustata. Sembra che solo io abbia notato lo scarafaggio che zampetta tranquillamente tra un chicco di mais e l'altro.
Silenzio. Silenzio e nervosismo crescente.
Sto per chiedere molto gentilmente, usando paroline che forse difinirei un po' volgarucce, cosa diavolo si aspettino che faccia quando Cody entra di corsa dalla porta.
"L'avete visto? L'avete visto?" urla.
Sierra appena lo vede mi lascia in pace e si lancia in una caccia sfrenata all'abbraccio.
"Visto cosa?" intervengo fredda.
E' solo una mia impressione o persino Lindsay e Dakota si sono affacciate dalla porta per capire cosa stesse succedendo? Su andiamo Lindsay. La stessa Lindsay che si è accorta del suo fidanzato solo una stagione fa.
Codichino, come Sierra non smette di urlare, si gratta la testa in cerca di una risposta.
"Emh..."
Sam, il tipo che sta sempre ai videogiochi e ha l'aria di essere imbranato persino più di Harold, accenna a qualcosa sull'ultima puntata di All Stars, quella la cui replica va in onda proprio in questo momento. Dopo tutto, su questa tv trasmettono solo quello.
Cerco quindi il telecomando, invano. Il fiato di tutti é sospeso.
Solo dopo un accanita lotta contro uno schifossissimo ratto riesco a raggiungere il mio scopo e far arrivare l'oggetto imputato sotto il mio possesso. Premo il pulsante di accensione e comincio a vedere il programma.
Bla, bla, bla.
La gara consiste nel girare una ruota, naturalmente truccata, che si sintonizza sulle proprie paure. Niente di speciale ma, ovviamente, nssuno dei concorrenti ci è ancora arrivato. Solo dopo una buona mezz'ora il ragazzino cervellotico fa due più due.
Quando finalmente arriva il turno di Alejandro -come ho potuto perdere una cosa del genere!- sono troppo impegnata a gongolare nella mia vendetta per accorgermi del silenzio assordante. Finamente quel traditore la pagherà per ciò che ha fatto. Cosa credeva, di poterla passare liscia?
Sorrido malignamente e mi faccio più interessata.
Chissà di cosa avrà così paura il nostro Mister-ti-butto-in-un-gabbinetto-per-ripicca. Ok magari avrei anche potuto minimamente meritarlo per la storiella del vulcano ma mi sembra di aver già pagato abbastanza, no? Non mi interessa quale scusa passasse per la sua testolina bacata, avrebbe dovuto risparmiarsi la mia eliminazione dal programma. Quel milione mi spetta di diritto!
 
Courtney: Spero che esca Heather

Per una volta sono d'accordo con la perfettina. Purtroppo però so che non succederà.

Alejandro: C'è una persona che vorrei sfidare ancor meno di Heather e il suo nome è...
 
Il mio ego ha un sobbalzo a quell'ultima frase. Qualcuno che vorrebbe sfidare meno di me? Vediamo, vediamo chi potrebbe essere... Forse un cuoco che lo costringa a mangiare quella schifezza cinese di A Tutto Reality: il Tour, un wrestler che intacchi il suo bellissimo faccino in diretta nazionale. Mmmm... No, sarei potuta essere benissimo all'altezza. Magari scoprirò un altro punto debole di Al. Non potrebbe andare meglio
La ruota gira e proprio quando la lancetta si ferma ho l'illuminazione.
Al! Certamente, come ho fatto a non pensarci prima?
 
Il fratello maggiore di Al, Josè, fa il suo ingresso nel ring.
 
Devo ammettere che è un tipo niente male, capisco perchè lo odi così tanto. Praticamente è identico a lui, con l'unica differenza è che lo supera in tutto.
Oh, come godo nel vedere la sua espressione sofferente ed il brivido di terrore che lo attraversa da capo a piedi nel  vederlo. La sua mascella perfetta irrigidirsi, la pelle ambrata della fronte corruggiarsi, i magnifici occhi... Quei magnifici occhi verde smeraldo stretti, intenti nel lanciare stilettat--
Heater Wilson riprenditi dallo stato di trance in cui sei caduta e torna in te tuona una voce autoritaria nella mia testa.
Sto per prendermi a ceffoni, quando mi ricordo che posso anche evitare una figura del genere. Ci penserò dopo.
 
I due fratelli salgono sul ring, entrambi coi guantoni da boxe.
Chris: Oh casseruola. Alejandro avrà la stoffa per tenere testa al fratellone? Oppurre il più piccino si farà la bua? Scopritelo dopo la pausa, sempre qui, su A Tutto Reality: All Stars!

Dopo una breve pausa tornano a stringere l'inquadratura sulla sfida ed io non stacco un attimo gli occhi dallo schermo.
Parte il suono della campana ed è qui che cominciano.

Josè: Buenos dias, Al. Ti vedo stanco, hai bisogno di uno scrub al viso?
Alejandro: Lo faccio una volta alla settimana- Davvero una bella risposta Alejandro. Sei un po 'a corto, eh? penso- e l'unico di cui sono stanco sei tu.

Devo ammettere che un po' mi dispiace di non essere prima nella classifica dei più odiati secondo Alejandro. Dovrò accontentarmi del secondo posto, dopotutto io sono impegnata a tempo pieno anche con il resto del mondo.
 
Chris: Basta con questa commovente riunione di famiglia  Forza, iniziate a darvele!

Si tirano un paio di colpi, tutti sul corpo.
Ad un tratto Duncan fa una cosa giusta nella sua vita, da voce alla fadidica domanda "Perchè non si colpiscono in faccia?" e i fratelli rispondono ricorrendo ad un'idiota tanto inutile tradizione familiare. Stupidi steriotipi da Cascamuerto.

Josè: La tua tecnica è imbarazzante quasi quanto il modo in cui la tua fidanzata poco attraente- a quel punto scatto in piedi gridando un "COSA?!?!" sette ottave più alte della mia voce normale ed impreco pesantemente contro la tv e quel deficiente di Josè- ti ha ridicolizzato sulla televisione nazionale.
Un pugno, Josè viene scaraventato dall'altra parte della piattaforma.
Alejandro: Questo è perchè mi chiami Al.
Un gancio destro
Alejandro: Questo è perchè mi rubi rempre lo specchio.
Gancio sinistro. Il resto dei concorrenti lo guarda a bocca aperta e credo anche io.
Alejandro: Questo è per aver sostiuito il sapone. E questo...
Carica il colpo roteando magistralmente il braccio.
Alejandro: ...Per aver definito poco attraente la povera Heather.
Josè rimbalza sugli elastici e vola al tappeto. Il vincitore sorride compiaciuto.
Chris: Oooh un punto per i malvagi. E adesso sappiamo tutti finalmente cosa prova Alejandro per Heather.

Heater, so che stai guardando. Chiamami.

E dopo ciò la mia testa si azzera e non sento più niente.
Per qualche strano motivo sento di avere stamapata sul viso la stessa espressione da ebete che ha Sierra ogni santo giorno.
Mi stanno fissando tutti. Ma proprio tutti.
Divento rossa dalla testa ai piedi e spero la prendano come la reazione rabbiosa quale è.
Semplice fastidio. Pura rabbia. O almeno è quello di cui cerco di convincermi.
Dischiudo gli occhi che mi accorgo di tenere spalancati al di là di ogni limite. Mi avvio poi verso la porta pestando i piedi come un'ossessa e sbatto la porta così forte da sentire i cocci che vanno in pezzi al di là della parete.
Misuro a grandi falcate il perimetro della spiaggia cominciando ad urlare.
"Quello stupido deficiente"
Ti ha difeso
"Ma cosa può essergli venuto in mente eh?! Secondo lui io potrei cedere così facilmente? Mi ha ridicolizzato davanti a tutti!"
Ti  ha proclamato il suo amore in diretta tv dopo che tu lo hai umiliato davanti all'intero paese respingendolo per un pacco di soldi che nemmeno hai avuto.
"Me ne infischio di quel vulcano, se lo è meritato! Non ho niente di cui scusarmi, io! Come se potessi farlo poi, abbassarmi al suo livello"
Ha rischiato di morire.
"Non ho mica i sensi di colpa! Come potrei averli per una cosa così stupida? Io sono Heater Wilson" urlo al nulla.
"Si illude ancora che IO possa essere innamorata di LUI! Io"
Magari lo sei.
"Non sarò un'altra delle sue marionette. Non sono mica come quelle stupide oche"
Forse ti ama davvero.
"Vorrebbe farsi perdonare per avermi tolto l'ultima chance di vincere il MIO milone. Vorrebbe farmi credere che mi ama davvero.  Pff. E dovrei cascarici? Trovati un'altra vittima da abbindolare!" detto questo mi avvio a passi veloci verso l'entrata blaterando.
"Chiama. Te la faccio vedere io la chiamata! Certo che ti chiamerò. Oh se ti chiamerò".
Supero il grande salone comune salendo gli scalini per precipitarmi nella mia stanza ma mi accorgo di non aver il suo numero.
Arrivo alla reception e suono il campanello. Il tacco delle zeppe batte ritmicamente a terra e quando si presenta l'uomo per servirmi sono più che spazientita.
Gli chiedo acidamente il foglio in cui sono annotati i numeri dei concorrenti. Per la prima volta la completa mancanza si privacy cui Chris ci ha sottoposto potrebbe tornarmi utile.
Lui mi comunica che bisogna essere un concorrente per avervi accesso.
E secondo te io cosa sono una turista? Ho per caso la faccia da una che si sta godendo le proprie vacanze? E poi scusi chi è che verrebbe in questo schifo di "Hotel" su questa schifo di "isola" in vacanza, me lo spiega?
Gli dico meglio che posso che, guarda un po', anche io ho partecipato al reality.
L'inteligentone comincia quindi a farmi delle domande insensate come quale sia il mio colore preferito o che tipo di verdura preferisca, annotandolo sul computer centenario e provocando uno snervante rumore coi tasti.
Lo strattono violentemente per il collo della divisa, quasi rompendola. Finalmente cede.
Saggia scelta, non sono in vena di sopportare un'altra decelebrato.
Scorro velocemente l'elenco e trovo subito il numero di Al, dato che è fra i primi. Noto con piacere che ci sono anche i numeri dei familiari così annoto anche quello di Josè. Tornerà sicuramente utile.
Lascio le carte sulla scrivania e scatto in camera.
Spero che sia tornata la corrente o quanto era vero che mi  chiamo Heather, quella piccola catapecchia in cui mi ritrovo avrà seri problemi.
Entro dalla porta e do una botta secca all'interruttore che fa accendere placidamente la luce. Mi dirigo verso il comodino e il mio didietro sprofonda pesantemente nel lenzuolo che ricopre il letto.
Arraffo il mio telefono e scorro il dito sul blocco, mettendo velocemente il codice. Mi tocca rifarlo quattro volte prima che lo azzecchi ma alla fine riesco a raggiungere la tastiera prima che l'iphone voli dalla finestra.
Compongo il numero e mi attacco al telefono. Tre squilli e rispondono.
"Tu! Stupido arrogante, presuntuoso idiota!" urlo.
"Come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere eh? Credi che cederò? No signore. Continua a sognare Al. Eccolo il mio segno per te. Continua a sognare"
Dall'altra parte della cornetta il più completo silenzio.
"Che c'è il gatto ti ha mangiato la lingua?" domando sarcastica con un sorrisetto sulle labbra.
"Na vjen keq uné nuk e kuptoj se cfaré ju jeni duke théné" Non so cosa abbia detto né chi l'abbia fatto ma dal tono sono abbastanza sicura di aver fatto una figuraccia.
"Ho sbagliato numero" dico con voce tutt'altro che di scuse.
Pigio di nuovo sulla tastiera, questa volta con più attenzione. Dopo aver ricontrollato e ricontrollato premo il tasto verde.
Squilla. Squilla. Squilla. Ma non risponde nessuno.
Quando la voce metallica della segreteria telefonica mi raggiunge riattacco frustrata. Il telefono vola sul letto e la schiena lo segue.
Digrigno i denti e soffocatamente lo mando a quel paese, più e più volte, finchè il concetto non si radica bene nella mia mente.
Avevo così dannatamente voglia di sentire la sua voce. La sua bellissima, dolce, profonda voce...
La mano agisce da sola, non sento il ceffone arrivare ma vedo le stelle dal dolore. Lascio sfuggire un lamento tra le labbra tremule e poggio un'impacco di acqua ghiacciata preso in bagno sulla guancia destra.
Questa volta ho proprio esagerato, verrà sicuramente un livido.
Una lacrima parte sfugge al mio controllo e ho quasi l'impressione che sia grigia tanto quanto gli occhi che l'hanno generata. E poi un'altra, un'altra ancora. Calde, silenziose, micidiali.
Mi dico che è per il dolore alla guancia anche se sento una grande fitta al petto, lì dove dovrebbe esserci il cuore. Mi dico che non sto piangendo di nuovo per lui e per quello che gli ho fatto. Mi dico che non sto piangendo perchè l'unica cosa che vorrei fare è mettere fine alla mia inutile esistenza. No, non sto piangendo. Mi sono solo data un ceffone da sola.
Asciugo rabbiosamente gli zigomi, strofinandoci i palmi delle mani.
Una doccia, ecco cosa ci vuole.
Entro in bagno e poggio il telefono sulla sedia lì vicino. Non si sa mai. Mi spoglio lentamente e subito dopo inserisco i vestiti sporchi nella lavatrice sotto al lavandino. Sto per avviare il lavaggio quando il bip che segna l'arrivo di un nuovo messaggio mi distrae. Schiaccio pulsanti a caso fino a quando l'aggeggio infernale non si accende con un respiro strozzato.
"AT&T, messaggio gratuito. Sono stati detratti 0.97 centesimi a fronte dei 2 dollari settimanali richiesti dall'abbonamento internet. Ti inivitiamo a ricaricare al più presto per attivare nuovamente il servizi"
Oh ma va al diavolo, ho il conto collegato direttamente alla mia carta di credito, per inciso piena fino all'orlo. Cosa avranno combinato quella massa di nerd incompetenti  proprio non lo so.
Ignoro il messaggio e rimango sotto al getto caldo per un abbondante mezz'ora, cercando di sciogliere la tenzione.
Alla fine esco dalla doccia avvolgendo il busto in un asciugamano bianco lungo fino a metà coscia. Infilo le cuffiette e accendo l'asciugacapelli canticchiando qualche strofa quà e là.
Quando i capelli sono solo umidi li lascio respirare, finendo di asciugarli al naturale.
Tragiverso qualche minuto, che si trasforma poi in un'oretta, davanti allo specchio per truccarmi come si deve. Alla fine ripongo il materiale nel mobiletto e metto la mano sulla maniglia, spingendo vero l'estereno.
E non si apre.
Provo a tirare verso di me, nel remoto caso non sapessi più come aprire una porta. Metto e rilevo la mano dalla maniglia, alternando la pressione. Dopo poco tiro un calcio alla porta e mi faccio male anche a un piede.
Ok calmati Heather, manderai un messaggio a quei babbei al piano di sotto e verranno ad aprirti.
Prendo il telefono e faccio il primo numero che mi viene in mente.
"Segreteria telefonica: siamo spiacenti ma il suo credito residuo è insufficente. Per richiedere un SOS ricarica premere uno, per ricaricare tramite RICARICARD premi due, altrimenti..."
Premo sul tasto dell'uno.
"Inserisci il codice"
"Ma quale codice? Io ho chiesto l'SOS ricarica!"
"Segreteria telefonica: siamo spiacenti ma il suo credito residue è insufficente. Per richiedere un SOS ricarica pr..."
Premo di nuovo l'uno con più forza del dovuto.
"Inserisci il cod..."
"Razza di servizio inutile"
Sto cominciando a diventare volgare e dato che non voglio mettermi a parlare con oggetti inanimati scelgo la seconda opzione.
"Aiuto! Aiuto! Mi sentite? Sono chiusa qui dentro!" urlo sperando che qualcuno possa sentirmi e venire in mio soccorso.
Ma perchè finisco sempre in situazioni così scomode?
Continuo così per qualche tempo poi ci rinuncio.
Se passerà qualcuno allora lo sentirò e gli griderò di aiutarmi.
Certo, come se qualcuno avesse avuto voglia di aiutare me. E' tutta colpa di quello stupido di Alejandro, se non fosse stato per lui a quest' ora non sarei chiusa qui in questa fogna.
Abbasso la tavoletta del water e mi ci siedo sopra. Prendo il mio cellulare inutile e comincio a parlare con un addetto al servizio.
Il tempo di presentarmi che già lo sto riempendo di parolacce.
"Lei ha solo una vaga idea della situazione in cui mi trovo? ... Sconcertante dice? Io userei un'altra parola non altrettanto educata per definirla. Ecco sono letteralmente... No, mi stia a sentire lei ... COSA?!... Come ti permetti brutto... Senti vuoi fare una bella cosa? Vai a farti fo**ere tu e questo schifo di servizio ricaricabile!" urlo attacandogli prima che abbia il tempo di dire altro.
Mi ritrovo quindi seduta nel bagno a giocare ad applicazioni demenziali che non sapevo neanche esistessero. Decido di fare un'altra doccia, dato che qui dentro fa un caldo atroce e sono sudata fino al midollo.
Mentre apro il rubbinetto sovrappensiero e stacco il sifone in modo da non bagnarmi i capelli e rovinare il trucco, sento il telefono squillare.
A sarà Lindsay con le sue solite notizie di gossip sui lucidalabbra. Mi sorprendo abbia ancora due seguaci. Sicuramente una è denti d'acciaio e l'altro è sua madre.penso inizialmente.
Oh mio dio, il telefono!
Esco dalla doccia zuppa, cercando di non inciampare mentre arranco verso l'iphone. Prima di rispondere do una sbirciata allo schermo.
Naturalmente l'ultima persona che vorrei sentire al momento è l'unica a potermi salvare.
Il tastino utilizzato per rispondere saltella snervante sotto l'ombra del mio indice, invitandomi a premerlo. Alla fine l'istinto di sopravvivenza supera il disgusto.
"Hola Heather do..." inizia Alejandro.
"Al non ho tempo per i tuoi patetici tentativi di conquista quindi tieni la bocca chiusa per una volta e ascoltami bene. Ho un problema" faccio acida.
"Ma come siamo fredde, hermosa. E quale sarebbe questo problema?" chiede sarcastico.
"Sono rimasta chiusa in bagno mentre facevo la doccia e non riesco ad uscire" spiego freddamente.
Lui scoppia in una risata divertita che mi fa innervosire ancora di più.
"Stammi bene a sentire Cascamuerto. E' una cosa seria! Manda subito qualcuno ad aiutarmi oppure giuro che quan--"
"Va bien chica. Cinque minuti e sono lì da te" dice interrompendomi a metà frase e mettendo subito fine alla conversazione.
Come si permette!? Quel... quel... non esiste una parola per definirlo.
Come ha fatto a rispondere, poi? É uscito ed io mi sono persa la sua umiliante sconfitta?
Lancio il telefono verso il vetro, rischiando di guadagnare sette anni di sfortuna gratuiti e prendo un panno dal porta asciugamani, coprendo più pelle possibile.
Guardo la mia immagine riflessa allo specchio e do uno sguardo ai capelli e al trucco per sistemarli. Tento di camuffare con il fondo tinta il livido procurato dallo schiaffo, ottenendo però scarsi risultati. Lo pulisco via.
Mi dico che tutta quella preparazione ha solo il pro di rendermi più presentabile davanti a una qualunque persona.
Preciso come un orologio, cinque minuti dopo la telefonata sento bussare alla porta del bagno.
Sobbalzo per la sorpresa.
"Si può?" chiede Al ghignando .
"Tu dici?" chiedo a mia volta sarcasticamente.
"Sta tranquilla ti tirerò fuori da lì mi amor" dice lui con un fastidioso accento spagnolo.
"Non chiamarmi mi amor, chiaro? E mi sento veramente al sicuro ora che c'è un ebete patentato che cerca di tirarmi fuori da un bagno. Penso ci vorranno delle ore quindi mi metto comoda e..."
Mentre finisco di parlare sento la serratura scattare e la chiave girare nella toppa.
Alejandro appare in tutto il suo splendore comodamente appoggiato allo stipide della porta. La sua espressione, da prima vittoriosa, si trasforma in qualcosa di diverso che mi costringe a distogliere lo sguardo per non arrossire.
"Ce ne avete messo di tempo" dico chiudendo gli occhi con aria superiore per poi passargli davanti non curante.
Peccato che inciampi in uno dei suoi stivali e lui mi prenda al volo.
Sussurra qualcosa a pochi centimetri dal mio viso, stringendomi per i polsi ed io cerco di mettere più distanza possibile tra di noi.
"E mollami" farfuglio.
Mi guarda negli occhi così intensamente che non posso fare a meno di ricambiare lo sguardo.
"Ti sono mancato, eh?"
Il solito tono suadente mi risveglia di scatto
"Non spreco certo tempo nel preoccuparmi di te. Ti dirò però che sono felice che tu sia qui... Com' era il gabinetto?"
Fa spallucce.
"Non so dimmi tu, ci sei passata prima di me"
Libero i miei polsi dalla sua presa, lanciandogli un'occhiataccia.
Passa un pollice sulla mia guancia destra.
"Cosa hai fatto?" chiede mascherando un velo di preoccupazione.
"Mi sono presa a schiaffi" rispondo di slancio.
Scoppia di nuovo a ridere e la cosa mi infastidisce ancora di più.
Mi volto dandogli le spalle ed invitandolo ad uscire. Ma che diamine mi é preso? Cretina io che gli ho detto una cosa del genere.
Sento la sua mano trattenermi per un braccio, segno che ancora non ha tolto il disturbo
"Su chica, stavo scherzando" dice mettendo una mano davanti la bocca per nascondere un'altro sorriso.
"E perchè lo avresti fatto?" chiede ma io sto zitta.
E a te cosa interessa? vorrei rispondergli ma non ho voglia di sprecare fiato con lui.
Restiamo un po' di tempo a guardarci negli occhi, senza aprire bocca, quando lui rompe il silenzio.
"Ho davvero voglia di baciarti e so che anche tu ce l'hai. Come la mettiamo ora?" sussurra al mio orecchio e un brivido mi percorre da capo a piedi.
"Come ti viene in mente che io possa anche solo pensare di baciare uno come te" rispondo tagliente.
Sulle prime sembra essersi offeso, poi si riprende subito e passa una mano dietro al mio collo ravvivando i capelli ormai asciutti da dietro l'orecchio. Traccia appena il profilo delle spalle fin quando non arriva a sfiorare il fianco destro.
Io abbandono le mani inermi al suo petto. Questa volta a percorrermi è una vera e propria scarica elettrica.
"Perchè sento che effetto ti faccio. Come diventi scontrosa per essere sicura che non ti lascerai andare. Come diventi rossa quando ti guardo. Come rabbrividisci al solo mio tocco" sussurra roco.
"Brividi di orrore" riesco solo a formulare.
"É il meglio che sai fare Heather?"
Basta, mi sta facendo impazzire.
Attacco le braccia al suo collo, passandogli le dita fra i capelli.
Lui mi tira a se e porta una mano a sfiorarmi l'intera spina dorsale.
Non ne posso più. E'insopportabile.
Tiro di scatto il capo indietro e faccio sfiorare le nostre labbra. Le sue sono calde, soffici e un po' ruvide, riesco già a percepirlo. E quel profumo...
Non voglio dargli soddisfazioni, non sarò io la prima a cedere. Eppure prima che risca a finire di formulare un singolo pensiero ecco che lui ha cancellato la misera distanza fra di noi.
Sento le sue ferite bruciarmi sotto pelle e l'unica cosa a cui penso é se anche lui riesce a sentire le mie.
"Ti odio" ripeto come un mantra.
Mi prende per la vita in modo da non doversi chinare e io stringo le gambe attorno al suo bacino.
Poi l'asciugamano e i suoi vestiti finiscono a terra.
 
Mi risveglio che il sole è già alto.
Sono intorpidita dalla testa ai piedi e non è una cosa che mi vada proprio a genio. Ruoto il viso verso la parte destra del letto cercando di accoccolarmi meglio che posso nelle coperte, quando noto la schiena di Alejandro vicino a me. Sbarro gli occhi al ricordo della sera precedente.
 
Salgo sopra di lui tenendomi appoggiata alle ginocchia e lascio i nostri visi a pochi centimetri, in modo da poter parlare.
"E così io non sarei solo'poco attraente'" gli chiedo tra il malizioso e il provocante.

Lui inverte le nostre posizioni, prendendomi di sorpresa.
"Non sei mai stata solo attraente" risponde lui.

I nostri nasi ora si sfiorano. Affilo lo sguardo.
"E dovevi proprio dirlo in diretta nazionale davanti a tutto il mondo?" dico con tono di sfida.

"Dovevo pur parlartene in qualche modo prima della finale"
Blocca i miei polsi nella sua stretta, attacandoli al materasso e così impedendomi di muovermi.
"Ed ora pretendo una risposta"nfa con una luce divertita negli occhi chiari.

Mi divincolo e riesco a girarmi su un fianco dalla parte opposta dov'è lui.
"Magari... potrei" snocciolo.

Passa un dito sulla mia pelle, in modo da tracciare il contorno sinistro della mia figura fino alla alla parte superiore delle gambe. "Mmh" Mi ritraggo con la paura di perdere la concentrazione.
"Potresti..." sussurra poggiando le labbra sulla mia spalla.
Giro il corpo verso di lui  e mi avvicino, fino a sentire il calore sprigionato dal suo corpo.
"Magari potrei provare... Chissà... Qualcosa" dico citando gli ultimi istanti prima che il vulcano eruttasse.
Vedo con piacere che rabbrividisce d'orrore.

 "E' forse un si?" mi chiede. Gli chiudo la bocca con un bacio.

"Heather!" grida lui spaventato.
Le lacrime continuano a scendere inesorabili dai miei occhi.
Mi stringe al suo petto e sussurra paroline dolci.
I miei singhiozzi squotono anche il suo torace per quanto forti.
Sono scoppiata così, all'improvviso. Ho cominciato a piangere e non riesco più a fermarmi. Mi sento così fragile eppure così al sicuro con lui che basta farmi coinvolgere un momento per crollare.
Prende il mio viso tra le mani, alzandolo delicatamente nella sua direzione.
"Non piangere" dice asciugando le lacrime con i pollici.

Non mi chiede perchè pianga, da quando o quando abbia intensione di smettere.
Mi stringe a se con forza, quasi a voler portare via il mio dolore e portarlo sulle sue spalle. Questo pensiero mi fa piangere ancora di pi. Perchè lui farebbe tutto per me, anche dopo ciò che gli ho fatto. Io, invece, non farei proprio niente.

Quelle parole mi girano un po' per la testa fino a quando non vanno a schiantarsi contro qualche neurone.
Mi trascino vicino a lui, tenendo la testa poggiata sul palmo della mano.
Poi decido di alzarmi e prendo velocemente dei vestiti dall'armadio, visto che quelli di ieri sono ancora bagnati. Mi lavo alla bell'e meglio e quando torno in camera è ancora lì che dorme.
Mi accovaccio vicino a lui.
"Alejandro?"sussurro dolcemente.
Si limita ad annuire con gli occhi chiusi.
"Sai che ore sono?" sussurro di nuovo.
Fa segno di no.
"E' l'ora che tu te ne vada da questa camera" dico ad altezza vocale normale, spingendolo giù dal letto.
Cadendo porta con se la maggior parte delle coperte. All' impatto col pavimento gelido si massaggia la testa infastidito.
"Siamo sempre così socevoli di prima mattina?" domanda con una punta di acidità.
"Dipende da chi mi sta vicino appena mi sveglio, sai com'è. Di solito con me stessa dormo  meglio e più comodamente" rispondo, stando al gioco.
"Mi sembra che ieri sera non ti dispiacesse molto dormire vicino a me" ribatte alzando un sopracciglio con il suo solito sorrisetto cretino stampato sul viso.
Arrossisco lievemente, ma ricaccio subito indietro l'imbarazzo.
"Questioni di punti di vista" rispondo.
Fa per alzarsi ma lo blocco con un cenno della mano.
"Scusami? Adesso io esco e tu ti cambi per poi scendere giù a fare colazione come niente fosse"
Pausa.
"Cosa più importante io esco e tu ti cambi. Chiaro il concetto o devo farti un disegnino?" spiego gesticolando.
"Chiarissimo" risponde per poi alzarsi e dirigersi verso il bagno.
Io, esasperata, punto lo sguardo sul quadro al di sopra della testata.
"Che c'è Heather, paura?" chiede mentre raccata i suoi vestiti.
"No AL, si chiama pudore"
Fa una leggera smorfia al sentire il suo nomignolo. Passa accanto a me e io mi attacco al muro scrostato.
"Buongiorno" dice lasciandomi un bacio sulle labbra.
Mi irrigidisco e non ricambio ma lui non sembra farci troppo caso perché sparisce sorridente dietro la porta del bagno.
Prendo l'elastico per i capelli e mi do una sistemata. Prima di uscire grido ad Al di avvertirmi se rimane chiuso dentro (come spero), ma probabilmente non mi sente. Non recepisco nessuna risposta sarcastica.
Esco dalla porta principale della mia sottospecie di appartamente e vengo subito aggredita da Sierra, la quale cmincia a far domande su domande. La liquido facilmente, almeno fin quando Alejandro non esce dalla mia camera.
Dannazione! Ma dove ho la testa?
Lei emette un suono sorpreso e spalanca la bocca.
"Ok ora stammi bene a sentire, se tu provi anche solo a pensare di aver potuto ipoteticamente visto questa cosa giuro sul mio orgoglio che renderò la tua vita un'inferno" dico puntandole minacciosamente un dito contro la faccia.
Fa segno che sarà muta -meglio per lei- come un pesce così me ne vado stizzita seguita a ruota da Alejandro, il quale mi raggiunge camminando all'indietro.
"Guarda che così rischi di rovinare il tuo bel faccino" gli dico.
Lui si mette una mano sul petto e finge un'espressione commossa.
"Oh,ti proccupi per me".
Alzo gli occhi al cielo.
Arrivati sulle porte delle scale, mi blocco improvvisamente.
Saremo sicuramente l'attrazione principale dato tutto quello che è successo ieri.
Prima che qualcuno possa vedermi, Alejandro mi scansa da lì e tira in corridoio.
"Senti Heather, sappiamo entrambi cosa succederà oggi"
Stringo gli occhi e alzo un sopracciglio
"Ma davvero?" dico con fare ovvio.
"Quindi tanto vale se mettiamo subito le cose in chiaro" dice prendendomi la mano.
La levo prima che qualcuno possa vederci.
"Ma sei percaso impazzito?!" urlo a bassa voce.
"Perchè c'è qualche problema?" chiede iniziando ad alzare la voce.
Ci guardiamo male per qualche secondo.
"Se per te é così insopportabile la mia presenza siamo sempre in tempo a cambiare idea" sibila. "Mi stai per caso sfidando, Burromuerto? Ma fammi il piacere" "Made de Dios! Anche se fosse non..." fa per ribattere ma io lo interrompo. "Non capisco ancora come faccia ad amati se ti odio così tanto!" dico in preda ad uno sfogo.
Subito dopo mi accorgo di ciò che ho fatto e tappo la bocca con le mani, facendo uscire gli occhi dalle orbite.
Per la seconda volta. Per la seconda volta ci caschi Heather!
Sul suo viso si allarga un sorriso a trentadue denti ed ogni traccia del nervosismo viene scacciata. Riprende la mia mano nella sua.
"Penso che lo scopriremo presto"
 
 
 
 
 
 
   
 
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