CAPITOLO 6°: In viaggio verso la guerra
Legolas camminava veloce
lungo i corridoi scuri del palazzo. Il cappuccio del mantello era tirato su a
coprirgli la testa, a nascondere i capelli dorati e le orecchie a punta. Non
una luce ad illuminargli il cammino, ma i suoi occhi
di elfo vedevano perfettamente anche al buio.
Dopo esser stato da Ithilwen era tornato nella sua
stanza, cercando di pensare, di chiarirsi le idee, ma quasi subito le pareti
della sua stanza gli avevano dato un senso di soffocamento, costringendolo ad
uscire.
Silenzioso come un’ombra uscì
dal palazzo, la fresca brezza mattutina gli si insinuò
sotto il cappuccio, scompigliandogli i capelli. Un’onda dorata riuscì a
sfuggire al manto e ondeggiò libera davanti al mare blu dei suoi occhi.
Un mare in tempesta.
< Ti credo >
Quella semplice frase
continuava a rimbombare nella sua testa, come un’onda che si abbatte sugli
scogli, ma una volta infranta torna a colpire ancora più forte, distruggendo le
tue speranze di tregua.
Le credeva. Una semplice
conversazione era riuscita a cambiare tutto ciò in cui credeva, aveva reso
bugie tutto quello che gli era stato insegnato nei
lunghi anni della sua vita.
Una piccola parte di lui
continuava a ripetere che la ragazza lo stava ingannando, che lo stava
prendendo in giro, che era pericolosa.. ma ogni volta
che lui tentava di dar retta a quella voce, due occhi viola dalle sfumature
azzurre arrivavano a perforargli la mente con la loro austera bellezza e lo
trascinavano in un profondo tunnel viola da cui non riusciva ad uscire..
Perché di una cosa era certo:
era stata sincera. Certo, non gli aveva raccontato tutto, ma ciò che aveva
detto era vero, non poteva mettere in dubbio quelle parole.
La donna lo affascinava, lo attraeva, lei, il suo corpo, la sua storia, quegli occhi
viola, quel mare di capelli blu, quelle labbra rosate..
Scosse la testa. Impossibile.
Non faceva che pensare a lei. Non riusciva a eliminare quel volto perfetto
dalla sua testa.
Avanti di questo passo
avrebbe finito per impazzire del tutto, o ancora peggio, avrebbe finito per
innamorarsene..
A quel pensiero i suoi occhi
si spalancarono. Ma a quali sciocchezze stava
pensando?
La guerra si stava
avvicinando, presto migliaia di persone sarebbero morte, e non era da escludere
la possibilità che lui fosse una di loro, non c’era tempo per pensare a cose
stupide come l’amore.
Osservò il sole fare capolino
da dietro le colline, illuminando il cielo di striature dorate. Osservò per un
tempo interminabile quello spettacolo meraviglioso, fino a quando il paesello
non iniziò a risvegliarsi e a fremere in piena attività. Ricordò la conversazione
avvenuta il giorno prima: il re, finiti i festeggiamenti, aveva ordinato che i
soldati e coloro in grado di combattere si dirigessero
il prima possibile al fosso di Helm, per dare man
forte in procinto dell’arrivo degli Orchi. La guerra era più vicina che mai.
Riscosso dai ricordi e dal
rumore, rimase immobile ancora per un attimo, dopodiché si diresse verso la
sala del trono. Il re li aveva convocati tutti per decidere il piano d’azione.
Incontrò Gimli nel tragitto che lo conduceva alla sala
principale, con un sorriso enorme dipinto sul volto.
< finalmente si farà qualcosa!!!!! La guerra sta per iniziare! > disse con un scintillio di
eccitazione negli occhi. < insomma, è dall’inizio di
questo viaggio che non facciamo che combattere, ma non abbiamo mai avuto una
vera guerra.. si insomma, eravamo sempre noi contro
una moltitudine di orchi, sempre in svantaggio.. adesso sarà diverso! Certo sarà
difficile comunque.. ma sono così eccitato!! Finalmente
la mia ascia avrà sangue fresco!! Potrò tagliare un po’ di teste a quegli esseri
schifosi.. o si non vedo l’ora! >
< sai, la tua voglia di sangue
e morte sarebbe perfetta per il signore oscuro.. sicuro
di combattere dalla parte giusta? >
chiese malizioso l’elfo.
< elfo dannato così mi offendi!! >
arrossì il nano, capendo di aver messo troppa enfasi nelle sue parole. < e poi cosa c’è di male nel voler uccidere un po’ di orchi?? >
< assolutamente niente… >
< ah, o capito sai.. temi di non essere alla mia altezza, hai paura di fare
una figuraccia al momento della battaglia! Ma non
preoccuparti, ci penserò io a salvarti la vita! > rispose il nano con un ghigno.
< Ma
quanto sei gentile! A dire il vero sono io a essere preoccupato per te.. in fondo lo sai no, il fosso di Helm
è una fortezza con mura altissime, e proprio sopra ad esse dovremo stare a
combattere.. >
< cosa vorresti insinuare?? >
< oh, ma niente.. solo.. ehm.. sicuro che la tua altezza non sia un
problema? Sai, temo che le mura siano un po’ troppo alte per te.. e sinceramente troverei scomodo il doverti portare in
braccio..> rise Legolas, osservano
Gimli diventare rosso dalla vergogna.
< elfo insolente ti farò vedere
io! > disse il nano, bofonchiando
arrabbiato.
Ancora sorridente, Legolas
entrò nella sala del trono, dove Gandalf, Aragorn e il re stavano già discutendo il da farsi.
*****************
< Dobbiamo allontanare il più
possibile il pericolo da Edoras, non posso rischiare le vita del mio popolo > stava dicendo il re Théoden.
< Rechiamoci al fosso Helm
con i soldati che disponiamo. Li verremo raggiunti da
tutti i nostri alleati. >
< E’ pericoloso. La fortezza di
Helm è inespugnabile, ma se gli orchi riuscissero ad entrare, si rivelerebbe una trappola mortale. > si inserì Aragorn.
< Nessun orco entrerà mai nel tromba torrione! E in ogni caso, non abbiamo altre
possibilità. > si
infervorò il re.
< possiamo combattere in campo
aperto. Li coglieremo di sorpresa, e allo stesso tempo avremmo una via di fuga
se le cose andassero male >
propose Gandalf.
< No, è da escludere. Saremo sicuramente
in inferiorità numerica, ci serve un qualcosa dietro a cui
difenderci, o verremo uccisi di sicuro! Ripeto, andremo al fosso di Helm, e il combatteremo, questa è
la decisione. Lascerò un centinaio di uomini a difesa di Edoras,
dopodiché partiremo per la guerra. >
< Non sarebbe meglio aspettare
gli aiuti? Se gli orchi arrivano prima dei nostri alleati al fosso
resteremo intrappolati, in inferiorità numerica, e senza possibilità di
ricevere aiuti. Sarebbe una disfatta. > si intromise pacatamente Legolas.
< state forse insinuando che
essi non verranno, elfo? >
< Dico solo che gli uomini sono
deboli, e non sempre la loro parola è affidabile. Siete certo di voler
scommettere sulla vita di tutti noi? >
< Se non ci si fida fra amici,
allora Sauron ha già vinto. Loro verranno, e
arriveranno in tempo elfo. Tu sei liero di fare
quello che preferisci, ma io e i miei soldati partiamo fra due giorni > e detto ciò, il re li congedò.
*******************
< Ci farà uccidere tutti! > esclamò Legolas appena furono usciti dalla stanza.
< Vuole solo proteggere il suo
popolo.. ma sarà una disfatta. Anche se tutti gli
alleati arrivassero, e ne dubito, saremo comunque in inferiorità numerica > disse Aragorn pensieroso,
scuotendo la testa.
< La fine del topo!! Intrappolati, senza possibilità di fuga!> urlò Gimli.
< Forse, ma in ogni caso non
abbiamo possibilità. E’ inutile preoccuparsi ora, quel che sarà
sarà. Di certo dovremo impegnarci al massimo. Ma per quanto riguarda l’inferiorità numerica, forse
qualcosa possiamo fare. > disse Gandalf.
< Che cosa intendi? > dissero entrambi all’unisono.
Senza rispondere, Gandalf si fermò davanti ad una porta e bussò. Legolas la
riconobbe immediatamente. La stanza di Ithilwen. Ma per quale motivo?
Seguì pieno di dubbi gli
altri nella stanza.. e rimase stupito.
La elfa era in piedi, vestita ed armata. Stava sistemando
qualcosa dentro aduna bisaccia, il mantello nero e la maschera poggiati sulla
sedia li accanto, pronti ad essere indossati.
< Sei sicura di farcela? > le chiese Gandalf.
< umf,
certo che si stregone. Io sto benissimo
> rispose lei, acida. Il suo odio per Gandalf era
ancora presente. Nonostante il medaglione fosse appeso al suo collo, la
finestra era sbarrata, per impedire alla luce del sole di entrare, la stanza
illuminata da qualche candela.
< Si può sapere cosa succede? Lei
è ferita! Non può andare da nessuna parte! > disse Gimli sorpreso.
< Non dirmi che adesso ti
preoccupi per me nano! > esclamò
lei con un sorriso sul volto. Era così bella che non guardarla era impossibile.
< Comunque sappi che io sto benissimo. Mi rimetto facilmente
> disse con un occhiolino.
< Ho chiesto a Ithilwen di andare a cercare la tribù degli Zulus. E’ una popolazione nomade che vive qui vicino. Gente
pericolosa, ma sono ottimi guerrieri con un debito nei confronti del re Théoden.. e con un’immensa stima
per Ithilwen. Averli dalla nostra parte sarebbe utile.
> spiegò Gandalf.
< E io
ho accettato > concluse la donna. < Non ho intenzione di morire a causa dell’idiozia del re.. > disse con
una smorfia.
< E noi cosa faremo invece? > chiese Aragorn.
< Io mi recherò verso est, alla
ricerca di altri alleati. Tu e Gimli invece, andrete
direttamente al fosso di Helm. Il re ha bisogno di
voi. Per quanto riguarda Legolas.. beh pensavo che
avrebbe potuto accompagnare Ithilwen. > concluse lo stregone.
< stupido uomo, te lo ripeto,
non ho bisogno di protezione >
rispose truce la donna.
< lo so, ma sei stata ferita da
poco, non vorrei che tu non riuscissi a portare a termine il tuo compito.. > rispose Gandalf. < Legolas? >
< Per me va bene. > rispose l’elfo.
< Per me no. Vedo che ti fidi
di me quanto io mi fido di te..ovvero niente. > l’elfa guardò lo stregone. < Non hai ancora perso l’abitudine di dare ordini…
e tutti devono eseguirli come stupide marionette. Ma
io non sono una marionetta, stregone, verrà il giorno in cui ti pentirai di
questo tuo comportamento. > e
detto ciò prese il mantello e la bisaccia e si avvio alla porta. < Sbrigati Legolas, ti aspetto sotto. Gimli,
Aragorn, buona fortuna, ci vediamo
al fosso > ed uscì.
< Ammetto che quando fa così mi
terrorizza > disse Gimli.
< Già, > rispose Gandalf
tristemente. < Non mi perdonerà mai..> sembrava
parlare più a se stesso che agli altri. Riscossosi dai suoi pensieri, osservò
gli uomini di fronte a lui. < Mi raccomando,
prudenza. E tu Legolas.. assicurati che non faccia
niente di stupido.>
< Stai tranquillo > rispose l’elfo. Un breve arrivederci, e i compagni
uscirono dalla stanza, ognuno prendendo una direzione diversa.
***********************
Poco dopo la riunione nella
camera di Ithilwen, Legolas scendeva veloce la
gradinata del palazzo di Meduseld, dirigendosi alle
scuderie. Sentiva un brivido di eccitazione correre lungo la schiena, ma non
riusciva a capire se fosse dovuto alla guerra imminente o al viaggio che
avrebbe dovuto fare insieme all’elfa. Velocemente,
salì in sella al suo cavallo pezzato e si avviò a passo sostenuto verso l’uscita
della città, verso i prati liberi. Era quasi certo che lei lo
stesse aspettando li. Eppure, quando arrivò sul verdognolo prato, della fanciulla e del suo nero cavallo non c’era traccia. Sconcertato,
rimase in silenzio, ad ascoltare, finchè…
Con uno scatto fece partire
il cavallo al galoppo, verso una bassa collina, e quando l’ebbe raggiunta,
vide, sulla pianura che si stendeva al di sotto di
essa, un nero stallone dalla criniera dorata, cavalcato da una figura
incappucciata con un nero mantello.
Velocemente le si avvicinò, ma poco prima che lui riuscisse ad arrivare
al suo fianco, lo stallone ebbe uno scarto e partì di corsa, costringendo il
cavallo dell’elfo a seguirlo faticosamente.
Il messaggio era più che
chiaro: la conversazione avvenuta il giorno prima, non voleva dire niente. Il
comportamento della donna non sarebbe di certo cambiato. Sospirando, Legolas si
rassegnò a seguire il cavallo e la donna, in un clima di silenzio e freddezza. Sarebbe
stato un viaggio piuttosto lungo. Nonostante Orthored
si fosse adeguato all’andatura del cavallo dell’elfo per evitare che esso
restasse indietro, avevano corso per tutto il pomeriggio, ed
adesso la cavalcatura era sfinita. Accorgendosene, Ithilwen
fece rallentare il suo cavallo, conducendolo verso una fossa naturale del
terreno, protetta su un lato da una grande roccia. Arrivati, si diedero subito
da fare per accendere un fuoco e per mangiare qualcosa, il tutto, in rigoroso
silenzio.
Non che il silenzio lo
infastidisse, anzi, ma Legolas sentiva la necessità di parlare con la donna. Dopo
la confessione della sera precedente,s i sentiva
legato a lei in qualche modo, e il suo restare muta lo rendeva frustrato.
< Quanto
ci occorrerà a trovare questi Zulus? > osò chiedere l’elfo. Rimase quasi stupito quando
sentì la voce della donna rispondergli.
< Sono
una popolazione nomade, ma in questo periodo di solito si trovano in queste
zone, poiché la caccia è più facile. Direi che ancora un giorno di corsa
basterà. Anche perché non abbiamo molto tempo. Il re partirà dopodomani per il
fosso di Helm, e ci impiegherà meno di tre giorni a
raggiungerlo. Questo vuol dire che ne abbiamo solo quattro per trovare gli Zulus e tornare indietro. Non sarà facile > rispose lei sgarbata.
Il silenzio tornò a regnare
ancora.
< Non
gradite la mia compagnia? > sbottò
allora Legolas, stanco ed infastidito dal
comportamento di Ithilwen.
Invece di rispondere, la
donna si slegò la maschera e tirò indietro il cappuccio, permettendo alla luce
della luna di illuminarle il volto.
< Non è
la vostra compagnia che mi infastidisce > rispose lei pensierosa dopo qualche minuto < ma è il fatto che voi siate qua
per difendermi, per proteggermi, o in ogni caso per controllarmi. E’ questo che
non sopporto > disse con rabbia,
fissandolo negli occhi.
E lui, dovette impegnarsi per
non perdersi in quel viola.
< Io non
voglio dovervi controllare, e di certo non avete bisogno del mio aiuto per
difendermi. Voglio solo evitare che la vostra ferita si riapra e voi stiate di
nuovo male. >
< sono abituata a cavarmela. Sono sola
da sempre, so arrangiarmi. >
< lo so.
Però adesso non siete più sola, che lo vogliate o no
avete dei compagni. Quindi che ne dite di evitare di essere così scontrosa con
me che non vi ho fatto nulla, e di accettare il fatto
che nel caso abbiate bisogno di aiuto non dovrete essere sola? E’ così
difficile accettare il cambiamento? > le
chiese lui <.. infondo, mi sembra un bel cambiamento. >
Dopo qualche secondo di
riflessione, lei gli sorrise, un dei suoi bellissimi e
rari sorrisi. < Si
avete ragione, è un bel cambiamento. Molto bene, farò il possibile, ma non vi
prometto niente. Temo che l’essere “scontrosa” faccia parte
del mio carattere > replicò sempre
sorridendo.
Legolas ricambiò il sorriso. < Posso chiederti il perché odi
tanto Gandalf? >
< Puoi
chiedermelo, certo > disse lei, il
sorriso svanito < Ma
ciò non significa che io ti risponderò. >
e detto ciò rimase in silenzio.
<
Capisco.. allora posso chiederti il perché continui ad
indossare il mantello e la maschera nonostante porti al collo il medaglione? >
< Beh,
direi che un po’ lo faccio per abitudine. Sai, quando si fa una cosa per tanto tempo poi è difficile cambiarla. Inoltre, lo faccio per
evitare di attirare l’attenzione. >
<
Attirare l’attenzione? >
< Domani
ti farò vedere > disse con una
smorfia, e detto ciò, restò in silenzio e chiuse gli occhi.
********************
Ripartirono prima dell’alba, ma questa volta i due cavalli correvano uno di fronte
all’altro, e, come promesso, Ithilwen non indossava
ne la maschera ne il cappuccio, lasciando il mantello libero di svolazzarle
alle spalle. Legolas non riusciva a capire il perché dovesse attirare l’attenzione.
Forse per i capelli blu e gli occhi viola? Eppure era sicuro che non fosse
quello a cui si riferiva. Curioso, continuò a correre
al suo fianco, sbirciandola di tanto in tanto. Fu così, che il sole sorse.
Legolas ci mise un attimo a
capire che la donna non correva più al suo fianco. Girandosi, la vide ferma in
sella al suo cavallo, ad osservare il sole. Ed allora capì cosa aveva voluto dire la sera precedente. I
raggi del sole illuminavano il suo viso, ma era come se non riuscissero a
toccarlo del tutto. Una barriera trasparente era porta fra lei e il sole. Una barriera
sulla quale i raggi di sole scivolavano ma allo stesso tempo, si concentravano, avvolgendola tutta. Sembrava cercassero un
modo per entrare, cercavano una breccia, e in questa
loro operazione la illuminavano di una luce eterea e accecante. Legolas non
riusciva a non guardarla. Gli occhi erano spalancati ad
osservare quella bellissima creatura circondata da fasci di luce che giocavano
ad ogni suo movimento, che la illuminavano di una luce irreale, rendendola
ancora più bella e impossibile. Non poteva esistere al mondo una creatura così.
< Te l’avevo
detto che attiravo l’attenzione >
disse lei sorridendo, ed osservando la sua mando
circondata da un raggio di luce dorata.
< Sei
bellissima > rispose lui senza fiato.
Scuotendo la testa, si rimise
il cappuccio e si coprì con il mantello, lasciano però stare la maschera. Fu
così che ripartirono al galoppo.
*******************
Trovare gli Zulus fu più facile di quanto
avessero pensato. Spinti dai problemi della guerra, si erano avvicinati ancora
di più a Rohan, facilitando così il compito dei due
elfi. Convincerli a combattere fu però più difficile.
< Pehr
qualhe motihvo dovrhei iho combhattherhe
pehr vohi? > domandò per l’ennesima volta il capotribù Pokiuh ai due elfi, con quel suo strano accento,
strascicando le parole.
< Perché tu e il tuo popolo
avete un debito in confronto di re Théoden. Se non
fosse per lui sareste già tutti morti da un pezzo! E lo
sai bene. E’ solo merito suo se voi continuate ad esistere, se avete il
permesso di cacciare dove volete. E adesso dovete restituirgli il favore! > rispose stancamente per l’ennesima volta Ithilwen, osservando quell’uomo dalla
barba nere e arruffata, le guance scavate e gli occhi neri e cupi. Era
vestito malamente con pochi stracci, e dall’odore che aveva
non si lavava da molti giorni.
Si trovavano in un radura circondata da pietre, accerchiati da dieci membri
della tribù, convocati da Pokiuh per aiutarlo a
scegliere. Erano li già da ore ormai, e non riuscivano
a convincere il capotribù ad aiutarli.
< Théodhen
buohn reh, ma guehrra suha,
nohi no cenhtrihamo >
rispose testardo.
< La guerra non è sua ma di
tutti! Cosa credete? > si infervorò
Legolas < Potete scappare da questa battaglia, ma non potete fuggire alla guerra!
La guerra è di tutti, colpisce tutti allo stesso modo, il signore oscuro non
avrà pietà per nessuno! Re Théoden sta cercando di
combattere, e combatte non per se stesso, ma per il suo popolo, per i suoi
uomini, per le persone a cui vuole bene. E lo stesso
dovresti fare tu. Ti vuoi tirare indietro da questa guerra? Bene. Ma il prima o poi ti toccherà combattere, e allora non ce la
farete. Gli orchi uccideranno te, la tua famiglia, tutta la tua tribù morirà. Non
dico che Théoden vincerà, io non prevedo il futuro. Ma è giusto combattere con lui, è giusto tentare di
aiutarlo. E se morirete, sarete morti per una causa giusta, sarete morti sapendo che stavate cercando di difendere la vostra
famiglia. Ripeto, dalla guerra non potete scappare, e allearsi con Théoden è forse l’unica possibilità per vincerla. > e detto ciò, Legolas si alzò, seguito da Ithilwen, lasciando i membri della tribù a discutere.
< Beh,
devo ammettere che sei stato fantastico. Il tuo discorso li ha davvero colpiti.
> disse la donna ammirata.
<
Speriamo. Dovevo fare qualcosa, siamo qui da ore e non abbiamo ancora risolto
niente. Pensi che cederanno? >
< Pokiuh è un uomo d’onore, sa di essere in debito con Thèoden, e sa che tu hai ragione. Vedrai, riuscirà a
convincerli. > rispose lei, sedendosi
per terra con la schiena appoggiata ad una roccia. Aveva
gli occhi chiusi, una mano a tenersi il fianco ferito.
< Come
va? > chiese
Legolas preoccupato, sedendosi al suo fianco.
< Per
fortuna la ferita non si è riaperta, eppure è lenta a cicatrizzarsi. Speriamo
che migliori un po’, o sarà un problema in combattimento > rispose con una smorfia.
L’elfo fu sul punto di dire
qualcosa ma venne interrotto dall’avvicinarsi di un
uomo. < Il caphotribhu vuhole vehedervhi >
< Thu
hai raghionhe. Combhattherehmo cohn vohi > disse Pokiuh rivolgendosi a Legolas, quando i due elfi l’ebbero
raggiunto.
< Bene. Allora dobbiamo
sbrigarci. Abbiamo meno di tre giorni per raggiungere il fosso di Helm. > disse l’elfo sollevato.
< Tuh
cahpihre dehvi che cih serhve un po di thempho pehr prheparharchi. >
< Quanto tempo? > chiese Ithilwen
preoccupata.
< Uhn
gihornho almheno.>
< Ma
così non arriveremo in tempo! >
esclamò lei.
< Nhon
prehoccuhpahtehvi corhagghiosha
Morhwehn, nohi cohnosherhe scohrcihatohia. Arrihvahre in tempo nohi si! Eh pohi vohi stahncha e luhi anchè ripohsahre stha notthe. > concluse lui.
< Molto bene, capo Pokiuh, ti ringraziamo > rispose Legolas.
*****************
Era occorso tutto il giorno
seguente perché la tribù si preparasse alla guerra. Alla fine, fra donne e
uomini, erano riusciti a reclutare più di 700 combattenti. Ora Ithilwen e Legolas si trovavano al fianco di Pokiuh, che, sbrigate le ultime faccende
era pronto a partire.
Riposati e pronti alla
guerra, partirono.
Pokiuh fece fare al gruppo un giro strano, che ne Ithilwen ne Legolas avevano mai
percorso. Marciarono per ore e ore, concedendosi brevi
riposi, e fermandosi un po’ di più solo a notte inoltrata, per concedersi
qualche ora di sonno.
Ad ogni modo, fu con
incredulità che dopo il secondo giorno di marcia, arrivarono in vista del
fosso.
<
Ammetto di aver temuto che non ce l’avremmo fatta > disse Legolas con un sospiro di sollievo.
< Vale
lo stesso per me. Ma adesso siamo arrivati, siamo in tempo, e abbiamo svolto il
nostro compito.. tutto sommato siamo stati bravi > gli rispose lei con un sorriso.
E detto ciò, si avviarono verso la fortezza.
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Tadatataaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!
Eccomi tornata!!!
Lo so lo so lo so lo so con
un ritardo spaventoso.. so di non poter essere
perdonata ma spero che il capitolo nuovo vi abbia addolciti almeno un po’..
Ok potrei continuare all’infinito
a chiedere perdono, ma preferisco sapere da voi.. cosa
ne pensate del nuovo capitolo?? Ovviamente alcune cose sono inventate.. spero che si capisca ciò che dice il capotribù ma mi pare
di si ^^
Lo so non è niente di che,
nessuna rivelazione sconcertante, ma si sta avvicinando la guerra e bisogna
prepararsi!!!
E già, proprio così, prossimo
capitolo, guerra!!! Che cosa succederà?? Vi avverto
già che ci sarà un colpo di scena diciamo XD
Bene fatemi sapere.. scusate ancora e un bacio a tutti!!!
RINGRAZIAMENTI:
Illidan: Ciao! Prima
di tutto scusami tanto per il ritardo.. allora: grazie
molte per i complimenti, mi fa piacere che la storia ti sia piaciuta, e si.. il
serpente mi ispirava particolarmente sia per il significato malvagio sia perché
la forma di per se la trovo molto intrigante, arcana e misteriosa. Mi sembrava
facesse un bell’effetto ^^. Aaaaa ecco le domande! Ovviamente non posso rispondere a
tutte quante, in parte anche perché man mano che il tempo passa, più l’idea si
modifica e cambia. In ogni caso, perché Sauron ha
paura di Ithilwen.. ah no
questo proprio non si può dire! Però in effetti hai
ragione, questo spiega la fissazione per gli anelli.. siamo riusciti a
risolvere il grande segreto del libro! Perché parla di anelli? Perché è stato
respinto da una donna XDXD sono certa che Tolkien
sarebbe d’accordo con noi U_U mmm poi come hai
scoperto no, nessun orchetto ha cercato di uccidere Ithilwen.. ci sarà un piano più terribile in atto! Er quanto
riguarda Legolas… ah chissà potresti avere ragione.. ma
non posso svelarti niente, altrimenti poi non leggi più! XD ti posso assicurare però che questa ff
sarà piena di colpi di scena, e diversa da quello che potresti immaginare… sa
si vedrà! Spero in una tua prossima recensione ciao!
Chicchetta99: ciao chiedo scusa per il ritardo..
mmm il fatto che ci avessi quasi azzeccato mi fa
temere che sia un po’ troppo scontata come ff.. spero
però non sia così! Grazie mille per i complimenti, e spero che il capitolo ti
sia piaciuto.. a presto bacio!
Strowberry_sin: ed eccomi
arrivata a te.. sembri essere la più presa da questa
storia, quindi ti chiedo veramente scusa!! Il mio ritardo è imperdonabile! Spero
comunque che il capitolo ti sia piaciuto! Ammetto di averlo scritto soprattutto
per te.. non fosse stata per la tua insistenza non so
quando avrei aggiornato! ^^ mi spiace gettarti in dilemmi biblici, e quindi ti
posso aiutare: Legolas sempre e comunque!! Mi sembra
la soluzione migliore…anche perché a dire il vero io non sopporto i serpenti sono un mio terrore! E poi Legolas è indubbiamente
più bello e affascinante di un coso strisciante U_U
dimmi cosa ne pensi un mega bacione e un abbraccio!
CaMbAbOy: mi fa
piacere che ti piaccia la storia e chiedo scusa per il
ritardo! Dimmi cosa ne pensi un bacio!
Un grazie particolare a tutti coloro
che mi seguono.. un bacione!!