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Autore: sesshydil    24/01/2009    5 recensioni
Lei: una rinnegata, con una terribile maledizione, costretta a vivere nella notte, lontana dal sole.
Lui: un elfo, forte e coraggioso, con un gran senso dell'onore.
Possono due persone così diverse stare vicine..o addirittura amarsi?.. Con una guerra in atto, tra armi e battaglie, una storia sta x nascere..
Genere: Romantico, Triste, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Legolas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6°: In viaggio verso la guerra

 

Legolas camminava veloce lungo i corridoi scuri del palazzo. Il cappuccio del mantello era tirato su a coprirgli la testa, a nascondere i capelli dorati e le orecchie a punta. Non una luce ad illuminargli il cammino, ma i suoi occhi di elfo vedevano perfettamente anche al buio.

Dopo esser stato da Ithilwen era tornato nella sua stanza, cercando di pensare, di chiarirsi le idee, ma quasi subito le pareti della sua stanza gli avevano dato un senso di soffocamento, costringendolo ad uscire.

Silenzioso come un’ombra uscì dal palazzo, la fresca brezza mattutina gli si insinuò sotto il cappuccio, scompigliandogli i capelli. Un’onda dorata riuscì a sfuggire al manto e ondeggiò libera davanti al mare blu dei suoi occhi.

Un mare in tempesta.

< Ti credo >

Quella semplice frase continuava a rimbombare nella sua testa, come un’onda che si abbatte sugli scogli, ma una volta infranta torna a colpire ancora più forte, distruggendo le tue speranze di tregua.

Le credeva. Una semplice conversazione era riuscita a cambiare tutto ciò in cui credeva, aveva reso bugie tutto quello che gli era stato insegnato nei lunghi anni della sua vita.

Una piccola parte di lui continuava a ripetere che la ragazza lo stava ingannando, che lo stava prendendo in giro, che era pericolosa.. ma ogni volta che lui tentava di dar retta a quella voce, due occhi viola dalle sfumature azzurre arrivavano a perforargli la mente con la loro austera bellezza e lo trascinavano in un profondo tunnel viola da cui non riusciva ad uscire..

Perché di una cosa era certo: era stata sincera. Certo, non gli aveva raccontato tutto, ma ciò che aveva detto era vero, non poteva mettere in dubbio quelle parole.

La donna lo affascinava, lo attraeva, lei, il suo corpo, la sua storia, quegli occhi viola, quel mare di capelli blu, quelle labbra rosate..

Scosse la testa. Impossibile. Non faceva che pensare a lei. Non riusciva a eliminare quel volto perfetto dalla sua testa.

Avanti di questo passo avrebbe finito per impazzire del tutto, o ancora peggio, avrebbe finito per innamorarsene..

A quel pensiero i suoi occhi si spalancarono. Ma a quali sciocchezze stava pensando?

La guerra si stava avvicinando, presto migliaia di persone sarebbero morte, e non era da escludere la possibilità che lui fosse una di loro, non c’era tempo per pensare a cose stupide come l’amore.

Osservò il sole fare capolino da dietro le colline, illuminando il cielo di striature dorate. Osservò per un tempo interminabile quello spettacolo meraviglioso, fino a quando il paesello non iniziò a risvegliarsi e a fremere in piena attività. Ricordò la conversazione avvenuta il giorno prima: il re, finiti i festeggiamenti, aveva ordinato che i soldati e coloro in grado di combattere si dirigessero il prima possibile al fosso di Helm, per dare man forte in procinto dell’arrivo degli Orchi. La guerra era più vicina che mai.

Riscosso dai ricordi e dal rumore, rimase immobile ancora per un attimo, dopodiché si diresse verso la sala del trono. Il re li aveva convocati tutti per decidere il piano d’azione. Incontrò Gimli nel tragitto che lo conduceva alla sala principale, con un sorriso enorme dipinto sul volto.

 

< finalmente si farà qualcosa!!!!! La guerra sta per iniziare! > disse con un scintillio di eccitazione negli occhi. < insomma, è dall’inizio di questo viaggio che non facciamo che combattere, ma non abbiamo mai avuto una vera guerra.. si insomma, eravamo sempre noi contro una moltitudine di orchi, sempre in svantaggio.. adesso sarà diverso! Certo sarà difficile comunque.. ma sono così eccitato!! Finalmente la mia ascia avrà sangue fresco!!  Potrò tagliare un po’ di teste a quegli esseri schifosi.. o si non vedo l’ora! >

 

< sai, la tua voglia di sangue e morte sarebbe perfetta per il signore oscuro.. sicuro di combattere dalla parte giusta? > chiese malizioso l’elfo.

 

< elfo dannato così mi offendi!! > arrossì il nano, capendo di aver messo troppa enfasi nelle sue parole. < e poi cosa c’è di male nel voler uccidere un po’ di orchi?? >

 

< assolutamente niente… >

 

< ah, o capito sai.. temi di non essere alla mia altezza, hai paura di fare una figuraccia al momento della battaglia! Ma non preoccuparti, ci penserò io a salvarti la vita! > rispose il nano con un ghigno.

 

< Ma quanto sei gentile! A dire il vero sono io a essere preoccupato per te.. in fondo lo sai no, il fosso di Helm è una fortezza con mura altissime, e proprio sopra ad esse dovremo stare a combattere.. >

 

< cosa vorresti insinuare?? >

 

< oh, ma niente.. solo.. ehm.. sicuro che la tua altezza non sia un problema? Sai, temo che le mura siano un po’ troppo alte per te.. e sinceramente troverei scomodo il doverti portare in braccio..> rise Legolas, osservano Gimli diventare rosso dalla vergogna.

 

< elfo insolente ti farò vedere io! > disse il nano, bofonchiando arrabbiato.

 

Ancora sorridente, Legolas entrò nella sala del trono, dove Gandalf, Aragorn e il re stavano già discutendo il da farsi.

 

*****************

 

< Dobbiamo allontanare il più possibile il pericolo da Edoras, non posso rischiare le vita del mio popolo > stava dicendo il re Théoden. < Rechiamoci al fosso Helm con i soldati che disponiamo. Li verremo raggiunti da tutti i nostri alleati. >

 

< E’ pericoloso. La fortezza di Helm è inespugnabile, ma se gli orchi riuscissero ad entrare, si rivelerebbe una trappola mortale. > si inserì Aragorn.

 

< Nessun orco entrerà mai nel tromba torrione! E in ogni caso, non abbiamo altre possibilità. > si infervorò il re.

 

< possiamo combattere in campo aperto. Li coglieremo di sorpresa, e allo stesso tempo avremmo una via di fuga se le cose andassero male > propose Gandalf.

 

< No, è da escludere. Saremo sicuramente in inferiorità numerica, ci serve un qualcosa dietro a cui difenderci, o verremo uccisi di sicuro! Ripeto, andremo al fosso di Helm, e il combatteremo, questa è la decisione. Lascerò un centinaio di uomini a difesa di Edoras, dopodiché partiremo per la guerra. >

 

< Non sarebbe meglio aspettare gli aiuti? Se gli orchi arrivano prima dei nostri alleati al fosso resteremo intrappolati, in inferiorità numerica, e senza possibilità di ricevere aiuti. Sarebbe una disfatta. > si intromise pacatamente Legolas.

 

< state forse insinuando che essi non verranno, elfo? >

 

< Dico solo che gli uomini sono deboli, e non sempre la loro parola è affidabile. Siete certo di voler scommettere sulla vita di tutti noi? >

 

< Se non ci si fida fra amici, allora Sauron ha già vinto. Loro verranno, e arriveranno in tempo elfo. Tu sei liero di fare quello che preferisci, ma io e i miei soldati partiamo fra due giorni > e detto ciò, il re li congedò.

 

*******************

 

< Ci farà uccidere tutti! > esclamò Legolas appena furono usciti dalla stanza.

 

< Vuole solo proteggere il suo popolo.. ma sarà una disfatta. Anche se tutti gli alleati arrivassero, e ne dubito, saremo comunque in inferiorità numerica > disse Aragorn pensieroso, scuotendo la testa.

 

< La fine del topo!! Intrappolati, senza possibilità di fuga!> urlò Gimli.

 

< Forse, ma in ogni caso non abbiamo possibilità. E’ inutile preoccuparsi ora, quel che sarà sarà. Di certo dovremo impegnarci al massimo. Ma per quanto riguarda l’inferiorità numerica, forse qualcosa possiamo fare. > disse Gandalf.

 

< Che cosa intendi? > dissero entrambi all’unisono.

 

Senza rispondere, Gandalf si fermò davanti ad una porta e bussò. Legolas la riconobbe immediatamente. La stanza di Ithilwen. Ma per quale motivo?

Seguì pieno di dubbi gli altri nella stanza.. e rimase stupito.

La elfa era in piedi, vestita ed armata. Stava sistemando qualcosa dentro aduna bisaccia, il mantello nero e la maschera poggiati sulla sedia li accanto, pronti ad essere indossati.

 

< Sei sicura di farcela? > le chiese Gandalf.

 

< umf, certo che si stregone. Io sto benissimo > rispose lei, acida. Il suo odio per Gandalf era ancora presente. Nonostante il medaglione fosse appeso al suo collo, la finestra era sbarrata, per impedire alla luce del sole di entrare, la stanza illuminata da qualche candela.

 

< Si può sapere cosa succede? Lei è ferita! Non può andare da nessuna parte! > disse Gimli sorpreso.

 

< Non dirmi che adesso ti preoccupi per me nano! > esclamò lei con un sorriso sul volto. Era così bella che non guardarla era impossibile. < Comunque sappi che io sto benissimo. Mi rimetto facilmente > disse con un occhiolino.

 

< Ho chiesto a Ithilwen di andare a cercare la tribù degli Zulus. E’ una popolazione nomade che vive qui vicino. Gente pericolosa, ma sono ottimi guerrieri con un debito nei confronti del re Théoden.. e con un’immensa stima per Ithilwen. Averli dalla nostra parte sarebbe utile. > spiegò Gandalf.

 

< E io ho accettato > concluse la donna. < Non ho intenzione di morire a causa dell’idiozia del re.. > disse con una smorfia.

 

< E noi cosa faremo  invece? > chiese Aragorn.

 

< Io mi recherò verso est, alla ricerca di altri alleati. Tu e Gimli invece, andrete direttamente al fosso di Helm. Il re ha bisogno di voi. Per quanto riguarda Legolas.. beh pensavo che avrebbe potuto accompagnare Ithilwen. > concluse lo stregone.

 

< stupido uomo, te lo ripeto, non ho bisogno di protezione > rispose truce la donna.

 

< lo so, ma sei stata ferita da poco, non vorrei che tu non riuscissi a portare a termine il tuo compito.. > rispose Gandalf. < Legolas? >

 

< Per me va bene. > rispose l’elfo.

 

< Per me no. Vedo che ti fidi di me quanto io mi fido di te..ovvero niente. > l’elfa guardò lo stregone. < Non hai ancora perso l’abitudine di dare ordini… e tutti devono eseguirli come stupide marionette. Ma io non sono una marionetta, stregone, verrà il giorno in cui ti pentirai di questo tuo comportamento. > e detto ciò prese il mantello e la bisaccia e si avvio alla porta. < Sbrigati Legolas, ti aspetto sotto. Gimli, Aragorn, buona fortuna, ci vediamo al fosso > ed uscì.

 

< Ammetto che quando fa così mi terrorizza > disse Gimli.

 

< Già, > rispose Gandalf tristemente. < Non mi perdonerà mai..> sembrava parlare più a se stesso che agli altri. Riscossosi dai suoi pensieri, osservò gli uomini di fronte a lui. < Mi raccomando, prudenza. E tu Legolas.. assicurati che non faccia niente di stupido.>

 

< Stai tranquillo > rispose l’elfo. Un breve arrivederci, e i compagni uscirono dalla stanza, ognuno prendendo una direzione diversa.

 

***********************

 

Poco dopo la riunione nella camera di Ithilwen, Legolas scendeva veloce la gradinata del palazzo di Meduseld, dirigendosi alle scuderie. Sentiva un brivido di eccitazione correre lungo la schiena, ma non riusciva a capire se fosse dovuto alla guerra imminente o al viaggio che avrebbe dovuto fare insieme all’elfa. Velocemente, salì in sella al suo cavallo pezzato e si avviò a passo sostenuto verso l’uscita della città, verso i prati liberi. Era quasi certo che lei lo stesse aspettando li. Eppure, quando arrivò sul verdognolo prato, della fanciulla e del suo nero cavallo non c’era traccia. Sconcertato, rimase in silenzio, ad ascoltare, finchè

Con uno scatto fece partire il cavallo al galoppo, verso una bassa collina, e quando l’ebbe raggiunta, vide, sulla pianura che si stendeva al di sotto di essa, un nero stallone dalla criniera dorata, cavalcato da una figura incappucciata con un nero mantello.

Velocemente le si avvicinò, ma poco prima che lui riuscisse ad arrivare al suo fianco, lo stallone ebbe uno scarto e partì di corsa, costringendo il cavallo dell’elfo a seguirlo faticosamente.

Il messaggio era più che chiaro: la conversazione avvenuta il giorno prima, non voleva dire niente. Il comportamento della donna non sarebbe di certo cambiato. Sospirando, Legolas si rassegnò a seguire il cavallo e la donna, in un clima di silenzio e freddezza. Sarebbe stato un viaggio piuttosto lungo. Nonostante Orthored si fosse adeguato all’andatura del cavallo dell’elfo per evitare che esso restasse indietro, avevano corso per tutto il pomeriggio, ed adesso la cavalcatura era sfinita. Accorgendosene, Ithilwen fece rallentare il suo cavallo, conducendolo verso una fossa naturale del terreno, protetta su un lato da una grande roccia. Arrivati, si diedero subito da fare per accendere un fuoco e per mangiare qualcosa, il tutto, in rigoroso silenzio.

Non che il silenzio lo infastidisse, anzi, ma Legolas sentiva la necessità di parlare con la donna. Dopo la confessione della sera precedente,s i sentiva legato a lei in qualche modo, e il suo restare muta lo rendeva frustrato.

 

< Quanto ci occorrerà a trovare questi Zulus? > osò chiedere l’elfo. Rimase quasi stupito quando sentì la voce della donna rispondergli.

 

< Sono una popolazione nomade, ma in questo periodo di solito si trovano in queste zone, poiché la caccia è più facile. Direi che ancora un giorno di corsa basterà. Anche perché non abbiamo molto tempo. Il re partirà dopodomani per il fosso di Helm, e ci impiegherà meno di tre giorni a raggiungerlo. Questo vuol dire che ne abbiamo solo quattro per trovare gli Zulus e tornare indietro. Non sarà facile > rispose lei sgarbata.

 

Il silenzio tornò a regnare ancora.

 

< Non gradite la mia compagnia? > sbottò allora Legolas, stanco ed infastidito dal comportamento di Ithilwen.

 

Invece di rispondere, la donna si slegò la maschera e tirò indietro il cappuccio, permettendo alla luce della luna di illuminarle il volto.

< Non è la vostra compagnia che mi infastidisce > rispose lei pensierosa dopo qualche minuto < ma è il fatto che voi siate qua per difendermi, per proteggermi, o in ogni caso per controllarmi. E’ questo che non sopporto > disse con rabbia, fissandolo negli occhi.

 

E lui, dovette impegnarsi per non perdersi in quel viola.

< Io non voglio dovervi controllare, e di certo non avete bisogno del mio aiuto per difendermi. Voglio solo evitare che la vostra ferita si riapra e voi stiate di nuovo male. >

 

< sono abituata a cavarmela. Sono sola da sempre, so arrangiarmi. >

 

< lo so. Però adesso non siete più sola, che lo vogliate o no avete dei compagni. Quindi che ne dite di evitare di essere così scontrosa con me che non vi ho fatto nulla, e di accettare il fatto che nel caso abbiate bisogno di aiuto non dovrete essere sola? E’ così difficile accettare il cambiamento? > le chiese lui <.. infondo, mi sembra un bel cambiamento. >

 

Dopo qualche secondo di riflessione, lei gli sorrise, un dei suoi bellissimi e rari sorrisi. < Si avete ragione, è un bel cambiamento. Molto bene, farò il possibile, ma non vi prometto niente. Temo che l’essere “scontrosa” faccia parte del mio carattere > replicò sempre sorridendo.

 

Legolas ricambiò il sorriso. < Posso chiederti il perché odi tanto Gandalf? >

 

< Puoi chiedermelo, certo > disse lei, il sorriso svanito < Ma ciò non significa che io ti risponderò. > e detto ciò rimase in silenzio.

 

< Capisco.. allora posso chiederti il perché continui ad indossare il mantello e la maschera nonostante porti al collo il medaglione? >

 

< Beh, direi che un po’ lo faccio per abitudine. Sai, quando si fa una cosa per tanto tempo poi è difficile cambiarla. Inoltre, lo faccio per evitare di attirare l’attenzione. >

 

< Attirare l’attenzione? >

 

< Domani ti farò vedere > disse con una smorfia, e detto ciò, restò in silenzio e chiuse gli occhi.

 

********************

 

Ripartirono prima dell’alba, ma questa volta i due cavalli correvano uno di fronte all’altro, e, come promesso, Ithilwen non indossava ne la maschera ne il cappuccio, lasciando il mantello libero di svolazzarle alle spalle. Legolas non riusciva a capire il perché dovesse attirare l’attenzione. Forse per i capelli blu e gli occhi viola? Eppure era sicuro che non fosse quello a cui si riferiva. Curioso, continuò a correre al suo fianco, sbirciandola di tanto in tanto. Fu così, che il sole sorse.

Legolas ci mise un attimo a capire che la donna non correva più al suo fianco. Girandosi, la vide ferma in sella al suo cavallo, ad osservare il sole. Ed allora capì cosa aveva voluto dire la sera precedente. I raggi del sole illuminavano il suo viso, ma era come se non riuscissero a toccarlo del tutto. Una barriera trasparente era porta fra lei e il sole. Una barriera sulla quale i raggi di sole scivolavano ma allo stesso tempo, si concentravano, avvolgendola tutta. Sembrava cercassero un modo per entrare, cercavano una breccia, e in questa loro operazione la illuminavano di una luce eterea e accecante. Legolas non riusciva a non guardarla. Gli occhi erano spalancati ad osservare quella bellissima creatura circondata da fasci di luce che giocavano ad ogni suo movimento, che la illuminavano di una luce irreale, rendendola ancora più bella e impossibile. Non poteva esistere al mondo una creatura così.

 

< Te l’avevo detto che attiravo l’attenzione > disse lei sorridendo, ed osservando la sua mando circondata da un raggio di luce dorata.

 

< Sei bellissima > rispose lui senza fiato.

 

Scuotendo la testa, si rimise il cappuccio e si coprì con il mantello, lasciano però stare la maschera. Fu così che ripartirono al galoppo.

 

*******************

 

Trovare gli Zulus fu più facile di quanto avessero pensato. Spinti dai problemi della guerra, si erano avvicinati ancora di più a Rohan, facilitando così il compito dei due elfi. Convincerli a combattere fu però più difficile.

 

< Pehr qualhe motihvo dovrhei iho combhattherhe pehr vohi? > domandò per l’ennesima volta il capotribù Pokiuh ai due elfi, con quel suo strano accento, strascicando le parole.

 

< Perché tu e il tuo popolo avete un debito in confronto di re Théoden. Se non fosse per lui sareste già tutti morti da un pezzo! E lo sai bene. E’ solo merito suo se voi continuate ad esistere, se avete il permesso di cacciare dove volete. E adesso dovete restituirgli il favore! > rispose stancamente per l’ennesima volta Ithilwen, osservando quell’uomo dalla barba nere e arruffata, le guance scavate e gli occhi neri e cupi. Era vestito malamente con pochi stracci, e dall’odore che aveva non si lavava da molti giorni.

Si trovavano in un radura circondata da pietre, accerchiati da dieci membri della tribù, convocati da Pokiuh per aiutarlo a scegliere. Erano li già da ore ormai, e non riuscivano a convincere il capotribù ad aiutarli.

 

< Théodhen buohn reh, ma guehrra suha, nohi no cenhtrihamo  > rispose testardo.

 

< La guerra non è sua ma di tutti! Cosa credete? > si infervorò Legolas < Potete scappare da questa battaglia, ma non potete fuggire alla guerra! La guerra è di tutti, colpisce tutti allo stesso modo, il signore oscuro non avrà pietà per nessuno! Re Théoden sta cercando di combattere, e combatte non per se stesso, ma per il suo popolo, per i suoi uomini, per le persone a cui vuole bene. E lo stesso dovresti fare tu. Ti vuoi tirare indietro da questa guerra? Bene. Ma il prima o poi ti toccherà combattere, e allora non ce la farete. Gli orchi uccideranno te, la tua famiglia, tutta la tua tribù morirà. Non dico che Théoden vincerà, io non prevedo il futuro. Ma è giusto combattere con lui, è giusto tentare di aiutarlo. E se morirete, sarete morti per una causa giusta, sarete morti sapendo che stavate cercando di difendere la vostra famiglia. Ripeto, dalla guerra non potete scappare, e allearsi con Théoden è forse l’unica possibilità per vincerla. > e detto ciò, Legolas si alzò, seguito da Ithilwen, lasciando i membri della tribù a discutere.

 

< Beh, devo ammettere che sei stato fantastico. Il tuo discorso li ha davvero colpiti. > disse la donna ammirata.

 

< Speriamo. Dovevo fare qualcosa, siamo qui da ore e non abbiamo ancora risolto niente. Pensi che cederanno? >

 

< Pokiuh è un uomo d’onore, sa di essere in debito con Thèoden, e sa che tu hai ragione. Vedrai, riuscirà a convincerli. > rispose lei, sedendosi per terra con la schiena appoggiata ad una roccia. Aveva gli occhi chiusi, una mano a tenersi il fianco ferito.

 

< Come va? > chiese Legolas preoccupato, sedendosi al suo fianco.

 

< Per fortuna la ferita non si è riaperta, eppure è lenta a cicatrizzarsi. Speriamo che migliori un po’, o sarà un problema in combattimento > rispose con una smorfia.

 

L’elfo fu sul punto di dire qualcosa ma venne interrotto dall’avvicinarsi di un uomo. < Il caphotribhu vuhole vehedervhi >

 

< Thu hai raghionhe. Combhattherehmo cohn vohi > disse Pokiuh rivolgendosi a Legolas, quando i due elfi l’ebbero raggiunto.

 

< Bene. Allora dobbiamo sbrigarci. Abbiamo meno di tre giorni per raggiungere il fosso di Helm. > disse l’elfo sollevato.

 

< Tuh cahpihre dehvi che cih serhve un po di thempho pehr prheparharchi. >

 

< Quanto tempo? > chiese Ithilwen preoccupata.

 

< Uhn gihornho almheno.>

 

< Ma così non arriveremo in tempo! > esclamò lei.

 

< Nhon prehoccuhpahtehvi corhagghiosha Morhwehn, nohi cohnosherhe scohrcihatohia. Arrihvahre in tempo nohi si! Eh pohi vohi stahncha e luhi anchè ripohsahre stha notthe. > concluse lui.

 

< Molto bene, capo Pokiuh, ti ringraziamo > rispose Legolas.

 

*****************

 

Era occorso tutto il giorno seguente perché la tribù si preparasse alla guerra. Alla fine, fra donne e uomini, erano riusciti a reclutare più di 700 combattenti. Ora Ithilwen e Legolas si trovavano al fianco di Pokiuh, che, sbrigate le ultime faccende era pronto a partire.

Riposati e pronti alla guerra, partirono.

Pokiuh fece fare al gruppo un giro strano, che ne Ithilwen ne Legolas avevano mai percorso. Marciarono per ore e ore, concedendosi brevi riposi, e fermandosi un po’ di più solo a notte inoltrata, per concedersi qualche ora di sonno.

Ad ogni modo, fu con incredulità che dopo il secondo giorno di marcia, arrivarono in vista del fosso.

 

< Ammetto di aver temuto che non ce l’avremmo fatta > disse Legolas con un sospiro di sollievo.

 

< Vale lo stesso per me. Ma adesso siamo arrivati, siamo in tempo, e abbiamo svolto il nostro compito.. tutto sommato siamo stati bravi > gli rispose lei con un sorriso.

 

E detto ciò, si avviarono verso la fortezza.


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Tadatataaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!

Eccomi tornata!!!

Lo so lo so lo so lo so con un ritardo spaventoso.. so di non poter essere perdonata ma spero che il capitolo nuovo vi abbia addolciti almeno un po’..

Ok potrei continuare all’infinito a chiedere perdono, ma preferisco sapere da voi.. cosa ne pensate del nuovo capitolo?? Ovviamente alcune cose sono inventate.. spero che si capisca ciò che dice il capotribù ma mi pare di si ^^

Lo so non è niente di che, nessuna rivelazione sconcertante, ma si sta avvicinando la guerra e bisogna prepararsi!!!

E già, proprio così, prossimo capitolo, guerra!!! Che cosa succederà?? Vi avverto già che ci sarà un colpo di scena diciamo XD

Bene fatemi sapere.. scusate ancora e un bacio a tutti!!!

 

RINGRAZIAMENTI:

 

Illidan: Ciao! Prima di tutto scusami tanto per il ritardo.. allora: grazie molte per i complimenti, mi fa piacere che la storia ti sia piaciuta, e si.. il serpente mi ispirava particolarmente sia per il significato malvagio sia perché la forma di per se la trovo molto intrigante, arcana e misteriosa. Mi sembrava facesse un bell’effetto ^^.  Aaaaa ecco le domande! Ovviamente non posso rispondere a tutte quante, in parte anche perché man mano che il tempo passa, più l’idea si modifica e cambia. In ogni caso, perché Sauron ha paura di Ithilwen.. ah no questo proprio non si può dire! Però in effetti hai ragione, questo spiega la fissazione per gli anelli.. siamo riusciti a risolvere il grande segreto del libro! Perché parla di anelli? Perché è stato respinto da una donna XDXD sono certa che Tolkien sarebbe d’accordo con noi U_U  mmm poi come hai scoperto no, nessun orchetto ha cercato di uccidere Ithilwen.. ci sarà un piano più terribile in atto! Er quanto riguarda Legolas… ah chissà potresti avere ragione.. ma non posso svelarti niente, altrimenti poi non leggi più! XD ti posso assicurare però che questa ff sarà piena di colpi di scena, e diversa da quello che potresti immaginare… sa si vedrà! Spero in una tua prossima recensione ciao!

 

Chicchetta99: ciao chiedo scusa per il ritardo.. mmm il fatto che ci avessi quasi azzeccato mi fa temere che sia un po’ troppo scontata come ff.. spero però non sia così! Grazie mille per i complimenti, e spero che il capitolo ti sia piaciuto.. a presto bacio!

 

Strowberry_sin: ed eccomi arrivata a te.. sembri essere la più presa da questa storia, quindi ti chiedo veramente scusa!! Il mio ritardo è imperdonabile! Spero comunque che il capitolo ti sia piaciuto! Ammetto di averlo scritto soprattutto per te.. non fosse stata per la tua insistenza non so quando avrei aggiornato! ^^ mi spiace gettarti in dilemmi biblici, e quindi ti posso aiutare: Legolas sempre e comunque!! Mi sembra la soluzione migliore…anche perché a dire il vero io non sopporto i serpenti sono un mio terrore! E poi Legolas è indubbiamente più bello e affascinante di un coso strisciante U_U dimmi cosa ne pensi un mega bacione  e un abbraccio!

 

CaMbAbOy: mi fa piacere che ti piaccia la storia e chiedo scusa per il ritardo! Dimmi cosa ne pensi un bacio!

 

Un grazie particolare a tutti coloro che mi seguono.. un bacione!!

 

 

 

 

 

 

  
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