I just want an ice-cream!

Quel pomeriggio in spiaggia c'erano molte persone, ma in mezzo a quel numero indefinito di ombrelloni e ragazzini intenti a scattare fotografie, spiccava una bimba di circa due anni, impegnata a riempire il secchiello verde con la sabbia calda. Indossava un costume intero bianco, a pois rosa, e i capelli rossi erano raccolti in un buffo codino laterale.
Ad un tratto, sentì qualcosa di freddo e appiccicaticcio depositarsi sulla sua gamba. Abbassò istintivamente lo sguardo, e lo rialzò subito dopo: un bambino poco più grande di lei le era passato di fianco, e aveva involontariamente fatto colare del gelato.
La piccola si pulì col dorso della mano, dopodiché si voltò verso il padre, intento nella lettura.
«Daddy...»
Ryo scostò gli occhi dal giornale, dedicando tutta la sua attenzione alla figlia. «Che c'è, tesoro?»
«Voglio un gelato» disse semplicemente lei, lasciando andare la paletta a terra.
Al sentir quelle parole, l'americano sospirò con fare scocciato. «Sam, poco fa hai mangiato un panino, e ancora prima un ghiacciolo. Non puoi riempirti lo stomaco in questo modo.»
«Ma papà...»
«Niente ma.»
La bimba sbatté il piede per terra, irritata. «I just want an ice-cream!»
«Samantha, ho detto di no.»
Ichigo comparve nel loro campo visivo solo in quel momento. Teneva le braccia incrociate, il sopracciglio destro leggermente alzato, ma il costume coi gattini rovinava la sua aria da dura.
«Vado a fare il bagno cinque minuti e quando torno voi già litigate?»
«Non stiamo litigando» ribatté il biondo, passandosi una mano sul viso. «Lei...»
«Papà non mi compra il gelato!» sbottò la rossa, con gli occhi lucidi.
Ichigo le sorrise con fare materno, poggiando la mano sulla sua spalla. «Hai già mangiato abbastanza, tesoro. E se vuoi fare il bagno più tardi, ti conviene non riempirti più la pancia. Capito?»
Samantha annuì debolmente, abbassando la testa. La sua espressione, da arrabbiata e innervosita, era divenuta estremamente malinconica.
Ryo la guardò provando una stretta al cuore: l'espressione della figlia gli ricordava tanto quella Ichigo anni prima, quando era stata lasciata da Masaya, e proprio in quell'occasione, le aveva offerto un gelato per farla stare meglio.
«Andiamo, ti compro il gelato.»
La bimba osservò speranzosa la mano che il padre le stava tendendo. «Dici davvero?»
«Sì, davvero» rise l'americano, osservando con divertimento le guance paffute della bimba tingersi dello stesso colore dei suoi capelli.
La ex Mew Neko scosse la testa, esasperata: «Mi spieghi perché gliela dai sempre vinta?»
Ryo non riuscì a trattenere un sorriso. «Perché somiglia a te.»

Questa probabilmente sarà la prima e ultima Ryochigo che scrivo. Non è da me xD
*inizia a correre perché le Ryokuro shippers la inseguono con dei forconi*

P.S. Ringrazio il bimbo che stamattina piangeva perché voleva un Chupa Chups per avermi dato l'ispirazione♥ ^^"