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Autore: Ciuffettina    27/07/2015    4 recensioni
Non sarebbe dovuto intervenire ma come faceva a godersi le sue focaccine con quel piagnisteo nelle orecchie?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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Gli umani sono fantastici! Riescono a creare dei dolci deliziosi, con pochissimi ingredienti!” Gabriel aveva scoperto da poco le focaccine al miele e ne era davvero entusiasta. Era sui rami di una pianta, in un bosco, per gustarle lontano dai suoi fratelli che non avrebbero mancato di ricordargli che gli angeli non s’ingozzano come gli umani e che lui era una vergogna per la corte celeste…

Purtroppo la sua quiete fu interrotta da una serie di singulti. “Diamine! Non si può mai stare in santa pace!” Guardando giù vide una graziosa ragazza che piangeva disperata. Il problema del Libero Arbitrio era che lui (come gli altri angeli) poteva intervenire solo su ordine divino o se espressamente richiesto dall’umano nei guai, a meno che questo non contrastasse con precedenti ordini (per cui l’intervento era vietato) ma se il richiedente faceva parte di una delle tre categorie: “Prescelti” (detti anche “Predestinati”), “Profeti” (di cui, solitamente, si occupava Raphael) e “Patriarchi” (futuri tali), l’intervento era invece d’obbligo, anche senza ordini o preghiere.
Sfortunatamente ella non rientrava in alcuna delle tre categorie e non stava neanche invocando l’aiuto del Signore, perciò Gabriel non sarebbe dovuto intervenire ma come faceva a godersi le sue focaccine con quel piagnisteo nelle orecchie?
«Posso esserti d’aiuto?» le chiese, facendo capolino tra le fronde.
«No, nessuno può farlo» rispose l’umana, alzando lo sguardo e asciugandosi gli occhi con il dorso della mano.
«Ti stupiresti delle cose che posso fare io.» Le atterrò davanti, ridacchiando. «Come vedi, sono un arcangelo» le disse, indicando le sue sei ali.
La fanciulla saltò indietro spaventata, poi rispose, tirando su col naso: «Mio padre deve sacrificarmi.»
Non può aver detto sul serio!” «Quando dici che deve sacrificarti intendi…?»
«Sì, deve immolarmi su un altare!» riprese a piangere.
Strano…” pensò, arricciando le labbra. «Tuo padre è israelita?»
«Certo che lo è!» rispose la ragazza, quasi indignata. «Non è uno di quegli…»
Gabriel alzò una mano per interromperla: «Calma! Calma! Non intendevo offenderti!» “Tipica reazione da appartenente al Popolo Eletto, beh vediamo se riesco ad aiutarla.” Non era sicuro di riuscirci, anzi tra ordini divini e libero arbitrio avrebbe potuto rimetterci le ali… «A tuo padre è comparso un angelo a ordinargli il tuo sacrificio?»
«No, ha fatto un voto per cui, se fosse riuscito a sconfiggere gli ammoniti, avrebbe sacrificato al Signore il primo essere che gli sarebbe andato incontro.»
«Così tu saresti la vincitrice, eh? Se fossi in te, scapperei da casa. Un umano simile non merita la tua devozione» disse Gabriel, scrollando la testa e incrociando le braccia.
«Non posso! Lui è mio padre!»
«I padri amano i figli, non li sacrificano per la loro gloria! Non ti ho convinto, eh? Allora passiamo alla seconda domanda: come ha reagito, quando ha visto che doveva sacrificare te?»
«Si è stracciato le vesti(1)
Se trovassi una scappatoia, potrei aggirare il libero arbitrio…” Le si avvicinò e le posò gli indici e i medi sulle tempie: «Non temere, non ti farò male. Voglio che ripensi a quando sei andata incontro a tuo padre, chiudi gli occhi e concentrati.» Chiuse gli occhi anche lui e si ritrovò tra i ricordi della ragazza, il cui nome era Seila(2), eccitata perché suo padre era tornato, la vide afferrare un tamburello e spalancare la porta per corrergli incontro… “Un momento! Che cos’è quello? Sì!” Riaprì gli occhi e abbassò le mani. «Seila, credo di riuscire a salvarti senza che tuo padre infranga quello stupido voto.»
«Davvero?... Ma come fai a sapere come mi chiamo? Non mi sembra di avertelo detto…»
«Ehilà, sono un arcangelo!» cantilenò, alzando l’indice e muovendolo in cerchio a indicare il proprio volto. «Aspetta qui.» Sparì e ricomparve dopo un po’ soddisfatto «Quando devono immolarti?»
«Tra circa un’ora.»
«Allora non facciamoli aspettare, montami sulla schiena e tieniti forte!»

*****

Racconto ispirato al capitolo 11 del “Libro dei Giudici”
1) Segno che manifestava sdegno e dolore.
2) È il nome che le dà Giovanni Granelli nella sua tragedia.
Racconto totalmente inventato, nella storia originale la figlia di Iefte non incontrò alcun arcangelo... :(
   
 
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