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Autore: williams    28/07/2015    0 recensioni
Fuoco e ghiaccio.
Giorno e notte.
Noi siamo così, eravamo così.
Due opposti.
Lui alto, occhi verdi. Atletico. Dolcissimo, solare e caldo come il giorno.
Io bassa, occhi scuri. Pigra. Acida, fredda e desolata come la notte.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Fuoco e ghiaccio.
Giorno e notte.
Noi siamo così, eravamo così. 

Due opposti.
Lui alto, occhi verdi. Atletico. Dolcissimo, solare e caldo come il giorno.
Io bassa, occhi scuri. Pigra. Acida, fredda e desolata come la notte. 


La pioggia infuriava contro l'asfalto, e i vetri e le auto che correvano contro il tempo. Mi guardai intorno, ero stata costretta a rifugiarmi in quell'anonimo locale. Sul palco vi era un poeta che raccontava le sue storie al pubblico, troppo occupato ad ubriacarsi e guardare le ragazze mezzenude sfilargli davanti. 
Mi sedetti al bancone del bar, e chiesi una birra.
Poggiai i gomiti sul bancone ed ascoltavo quel povero omuncolo dimenarsi su quella sedia in cerca di attenzione. 
Parlava di amore, un amore sfuggente che lievemente gli sfiorì tra le dita. 
Lo sguardo tormentato chiedeva pietà, e morte. 
Al mio fianco si sedette un ragazzo. 
Come attratti dalla stessa forza, ci voltammo all'unisono. Scrutrava attentamente i miei occhi, e s'insinuò nel mio sguardo con forza. 
Qualcosa che vide non dovette piacergli molto, dato che si alzò e se ne andò. 
Nel frattempo il temporale andava a scemare e potei tornare al mio appartamento. 


Le mie coinquiline ormai erano assorte nei propri sogni, e mi rinchiusi nel bagno fino a tardi. Restai in ammollo molto tempo, ché le dita s'erano raggrinzite. 
Pensavo, ripensavo allo sguardo di quel ragazzo. Era così stanco, freddo, malinconico.
Mi diede molto da pensare, infatti il resto della notte la passai a braccetto con l'insonnia.


Con molta fatica mi trascinai verso il bagno ed iniziai a prepararmi. 
La fermata del treno era così vuota, vi erano solo poche teste. 
Armeggiavo con l'accendino, quando una fiamma si accese sotto il mio naso; non interessata a chi fosse quello sconosciuto, rimasi china e farfugliai un "grazie". Ma il ragazzo rimase lì fermo, al mio fianco, ad aspettare il treno. 

Mi sistemai sul mio sedile preferito, ed infilai il naso nel libro che mi ero prefissa di leggere. 
All'altro bordo del tavolino si sedette il ragazzo. Alzai lo sguardo, e con noto stupore vidi che era lo stesso che mi aveva tenuta sveglia tutta la notte. 
Aveva gli occhi verdi, ed indossava un maglione a strisce blu, con dei jeans aderenti. Sotto la massa nera di capelli scompigliati mi fissava. 
Al suo fianco vi era una ragazza dai capelli rosso pastello, ed un vestito nero; gli occhi, accuratamente dipinti, erano di un azzurro vivace. 
La ragazza giocherellava con la catenella del suo ciondolo.

«Quindi é lei, la ragazza di ieri sera.» disse.

«Charlotte, per favore!» rispose il ragazzo, evidentemente in imbarazzo. 
Sentii la sua voce per la prima volta, era così calda ed emanava calore. 
La ragazza dai capelli rossi si voltò verso di me, e disse.

«Sono quasi dodici ore che parla ininterrottamente di te, giuro che l'ho odiato. Comunque, il mio nome é Charlotte. Il suo Alec, ed il tuo?»

«Irene.» dissi con un filo di voce, tramortita dalla vivacità del soggettino che avevo di fronte.

«Okay, Irene ora vi lascio soli.» e si alzò per intrattenersi in vivaci conversazioni con altre ragazze sedute in fondo alla cabina. 

Appena fummo soli. 

«Perdonala, é sempre così.. così..»

«Vivace? Iperattiva? Solare?» Lui annuì, e il resto del viaggio lo passammo perlopiù a fissarci. 


Passavano i giorni, e spesso m'intrattenevo con Alec. Ma non sembrava fosse il mio tipo. Era troppo dolce, e solare. 
Erano passati due mesi.
Mi propose di uscire. 
Accettai, forse con troppa leggerezza. 
Mi divertii, comunque.
E da quel giorno, passammo tutti i giorni e tutto il giorno insieme.
Sembrava potesse funzionare. 
All'inizio andava tutto bene, eravamo uniti e dolci. Il mio cuore di ghiaccio sembrava essersi sciolto sotto i suoi abbracci pieni di calore.
Poi, dal nulla, iniziammo a litigare. Le piccolezze su cui prima potevamo passare, adesso ci infastidivano. E ci abbaiavamo insulti. 
Erano, ormai sei mesi che eravamo insieme. 
E pensammo che forse era solo un brutto periodo. E facemmo l'amore. Era la prima volta, sia per me che per lui. 
Fu così dolce. Baciò ogni centimetro di me, e mi riempì con molta tenerezza. 
Eravamo ubriachi di amore appiccicoso, e sembrava che fosse tutto come all'inizio. 
Ma quando con il sesso ci spingemmo oltre, i litigi e l'indifferenza tornarono a gravare sul nostro rapporto. 
Non riuscivamo ad andare avanti così, le urla erano troppo forti e i nostri corpi, ormai, così deboli.
Decidemmo di lasciarci, nonostante la decisione fu di comune accordo, potei notare negli occhi del mio amato il riflesso del mio sguardo. Il dolore aveva vestito le nostre iridi. 


Alec partì, e per mesi non lo vedetti. 

Il dolore che la frattura del nostro rapporto mi aveva procurato, mi consumò fino alle ossa.
Non mangiavo per giorni, e rimanevo nella mia stanza a fumare. 
Ormai, raramente mi ammiravo nello specchio; e sentivo che il riflesso che guardavo non mi appartenesse più. 

Guardai un'ultima volta quella ragazza nel vetro e mi schifai. 

Mi provocai tagli sulle braccia. 


Erano passati quattro mesi da quando Alec era partito, il mio corpo era ricoperto da cicatrici e tagli.


Ero seduta al centro del parco, quando un ragazzo mi si avvicinò alle spalle.

«Ti amo.» disse. 

E mi voltai in lacrime. 

«Ti amo anch'io.» sussurrai. 

Tornammo a casa. 

«Devo parlarti.» gli dissi con la voce spezzata. 
Lui annuì con il volto dipinto dal dolore. I riflessi del dolore nel suo cuore si fecero vividi nei suoi occhi. 

Iniziai a spogliarmi. 
E, lentamente, le lacrime rigarono il suo volto. 
Si alzò di scatto, e corse ad abbracciarmi.

«Fermati, ti prego.» e mi baciò. 

Mi rivestì. E con le labbra mimò un "Sei bellissima."

Alzai gli occhi al cielo. 
Continuò a baciarmi ripetutamente. 

Ed andammo al mare. 

Il tramonto é bellissimo da qui. 
  
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