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Autore: _Akimi    28/07/2015    0 recensioni
"Quella era la vita di un guerriero, sinonimo di precaria gloria, priva di duratura felicità. La loro, era un'esistenza formata da attimi, momenti che dovevano rimanere nella Storia, ma che per gli stessi samurai sarebbero passati veloci."
SongFic - The Beginning by One Ok Rock
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ishida Mitsunari, Tokugawa Ieyasu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE BEGINNING
by One Ok Rock


 
«Just give me a reason
To keep my heart beating

Don’t worry it’s safe

right here in my arms.
As the world falls apart around us
All we can do is

hold on, hold on.»


 
Resistere.
Mitsunari ormai credeva di non riuscirci, non c'era più un vero motivo che lo spingesse ad andare avanti e continuare a credere che ciò che faceva fosse giusto.
Infondo, i suoi gesti non portavano più a nulla di concreto, Lord Hideyoshi era morto già da molto, troppo tempo e Hanbei era finito con l'impazzire, biascicando un paio di frasi prive di senso.
Faceva male pensare che non c'era più nulla, non una singola persona che potesse aiutarlo ad uscire da quella situazione.
Il suo cuore,alle volte, pareva fermarsi, pregava il proprio padrone di lasciarlo in pace una volta per tutte e di osservare il mondo cadergli attorno in un mesto silenzio.
Mitsunari Ishida non era più un uomo, né un assassino. Era rimasto solo un involucro vuoto ad avvolgere i suoi organi vitali, ma l'anima se n'era ormai andata via, andata via in quell'esatto giorno in cui aveva visto il corpo di Lord Toyotomi privo di vita, ai suoi piedi.
Il sangue non l'aveva mai turbato come quel giorno, l'odore di morte aveva penetrato violentemente nelle sue narici, obbligandolo a chiudere gli occhi e a trattenere lacrime salate che minacciavano di bagnare il suo volto.


Mitsunari odiava piangere perchè non voleva che sciocchi sentimenti si impossessassero di lui, eppure, quando aveva visto Hanbei domandare dove fosse finito il suo Signore, quando l'aveva visto brancolare verso di lui con le mani sporche di sangue, non era riuscito a nascondere le proprie emozioni.
La rabbia e la tristezza avevano avuto la meglio, martoriando la sua anima più di una volta. Non bastava il ricordo di Lord Hideyoshi per sentirsi meglio, Mitsunari lo voleva lì, accanto a lui, ma non c'era più possibilità di vederlo ritornare indietro.
Quella era la vita di un guerriero, sinonimo di precaria gloria, priva di duratura felicità. La loro, era un'esistenza formata da attimi, momenti che dovevano rimanere nella Storia, ma che per gli stessi samurai sarebbero passati veloci.


Una parte di sé odiava profondamente Ieyasu Tokugawa per questo. Voleva la sua testa il prima possibile, voleva vedere le mani sporche del suo sangue e il suo corpo inerme ai propri piedi. O forse no, l'avrebbe minacciato solamente per vedere come fosse capace di pregare per essere risparmiato, per sentire i suoi sciocchi discorsi sui legami.
Voleva vederlo disperarsi per non incontrare così presto la Signora Morte, sapendo che la sua anima non avrebbe raggiunto nessun luogo utopico.
Non c'era nessun Dio ad attenderlo, solo degli oscuri corvi avrebbero potuto gioire nel vedere il suo corpo esposto agli agenti atmosferici, divenendo in fretta banchetto degli stessi tetri volatili che dominavano la Terra del Sole Nascente.


Questo odio, tuttavia, veniva perfettamente contrastato con un senso di angoscia che più di una volta aveva messo in dubbio le sue stesse intenzioni nei confronti di Ieyasu.
Sapeva, per quanto fossero ormai lontani, che l'altra parte di sé era legata in modo indissolubile al destino di quell'uomo. Con la sua morte non avrebbe ottenuto nient'altro che dolore, dolore unito alla perdita di Hideyoshi e di Hanbei.
Non voleva arrivare davvero a quel punto, rimanendo in solitudine perchè la sua sete di vendetta non smetteva di assalirlo, non gli permetteva di ritornare alla propria quotidianità.
Voleva un'altra possibilità, un altro modo per poter riportare indietro i suoi cari, rivedere la forza di Hideyoshi istaurare la pace nel Giappone e la saggezza di Hanbei guidare la schiera di soldati che avevano aderito alla loro causa.
Voleva che il mondo appartenesse al suo Signore, ma era ormai troppo tardi.

 

« Nigirishimeta
ushinawanu youni to
Te wo hirogereba koboreochisou de
Ushinau mono nado nakatta
hibi no dasei wo sutete… kimi wo.»


L'anima di Ieyasu piangeva ormai da tempo, celava il proprio dispiacere dietro ad uno dei suoi luminosi e splendidi sorrisi, mentre le nocche delle sue mani si schiarivano nervosamente, ogni qualvolta il giovane uomo stringesse i pugni in segno di rabbia.
Era arrabbiato con sé stesso, prima di tutto, perchè nessuna delle sue parole era servita a tenere stretto a sé la persona a cui era più legato.
Non aveva mai accettato vedere Mitsunari allontanarsi da lui, non aveva mai accettato vedere come i suoi occhi chiari lo guardavano, giudicandolo come un lurido assassino.
Ieyasu non voleva lasciarlo andare, sapeva che il suo pensiero era egoistico. Egoistico era il pensare che Ishida l'avrebbe perdonato, cancellando dalla propria mente i peccati commessi.
Tuttavia, la speranza di Tokugawa non si era mai allontanata, non finché il cielo che dominava sopra le loro teste sarebbe rimasto così limpido e chiaro.
Adorava il calore del Sole sulla propria pelle, immaginando il giorno in cui si sarebbe rincontrato con Mitsunari e avrebbe potuto dirgli di tutto ciò che provava a proposito del loro rapporto.
Sapeva che il passato non sarebbe ritornato prerompendo nelle loro vite, ma era proprio questo pensiero che lo portava a proseguire avanti.
Voleva salvare Ishida dalla propria disperazione, voleva rivederlo brandire la spada per una motivazione che non fosse impregnata di vendetta o morte.
Gli mancavano le notti di Luna piena dove non c'era nessun suono, nessuna presenza ad interromperli : solo loro due, mormorando parole che sarebbero rimaste come piccoli segreti tra di loro.
Ieyasu, per quanto odiasse le menzogne e la crudeltà, si era accorto degli errori che aveva commesso, si era accorto che erano stati proprio i suoi silenzi ad allontanare lentamente Mitsunari.
Nonostante volesse ritornare indietro ai giorni in cui Ishida era accanto a lui, Ieyasu non aveva mai provato rimorso per le sue azioni.
Hideyoshi andava eliminato perchè nei suoi pugni non risedeva altro che violenza e dolore, tristezza che avrebbe portato solamente a sopprusi e ancora alla guerra.
Doveva trovare un modo per poter riunire tutti, senza dover rinunciare al proprio legame con Mitsunari.
 
Era ancora possibile?


Se lo domandava spesso, ma non riusciva mai a trovarne risposta. Alle volte, si domandava se la strada che avesse preso fosse giusta, se non bastasse arrendersi all'amico e dirgli che poteva fare ciò che voleva di lui, ma che avrebbe assicurato la pace nella loro Patria.
Non voleva vedere il Giappone sprofondare nella stessa disperazione che ora impossessava il suo cuore, non voleva vedere i giovani pregare per un futuro migliore e gli anziani rimpiangere i giorni in cui tutti erano felici.


L'anima di Ieyasu piangeva per tutti i soldati morti vanamente, morti per una causa che aveva portato solo distruzione, ma piangeva anche per il dolore che avrebbe provato nel vedere il corpo di Mitsunari ai propri piedi e non c'era giorno in cui non ripensasse al viso di quest'ultimo bagnato da salate lacrime rosse.
Doveva ammetterlo : era troppo legato ad Ishida per lasciarlo andare così facilmente, voleva che tutto potesse ritornare come un tempo e che l'altro potesse dimenticare il modo in cui si erano divisi.


 
La Luna e il Sole non potevano, almeno per una volta, convivere assieme?


 
«Just tell me why baby
They might call me crazy
For saying I’d fight until there is no more.
Urei wo fukunda senkougankou wa

kankakiteki shoudou.
Blinded, I can’t see the end
So where do I begin?
»


Per molto tempo Mitsunari non era stato capace di vedere nulla, accecato dal dolore, dalla perdita delle persone che l'avevano aiutato a crescere. L'esercito era diventato la sua famiglia, ma insieme a quei soldati e generali, c'era anche lui.
Il suo cuore percepiva sempre la sua presenza, i suoi occhi non perdevano mai una sua singola espressione.
'E' davvero quello che Ieyasu desidera?' - Era arrivato a pensarlo, quando per la prima volta aveva visto Tokugawa posizionarsi davanti a lui, difendendolo dagli attacchi dei nemici.
Perché si ostinava a provare dolore, a proteggerlo in quel modo?
Mitsunari non era certo di meritarselo, ma ora che erano così lontani, non riusciva al contempo a smettere di pensare a quanto gli mancasse lo Ieyasu che aveva conosciuto anni prima. Voleva potersi fidare dell'uomo che sorrideva illuminato dalla luce calda del Sole, voleva vederlo inginocchiarsi per aiutare i bambini che lavoravano assieme ai loro genitori nei campi di Toyotomi.
Sapeva che Tokugawa era troppo diverso da Hideyoshi, ma nonostante le differenze, Mitsunari ogni qualvolta avesse provato ad allontanarlo da sé, in realtà, non faceva altro che mentire a sé stesso.
Voleva dimenticarsi del volto sofferente dell'uomo, del sangue del proprio Signore che aveva sporcato quelle mani, quelle mani che avevano sempre aiutato i più deboli e che avevano difeso lo stesso Mitsunari.
Forse, agli occhi di Ieyasu, Ishida sarebbe sempre rimasto uno di loro.
Un debole.
Forse, secondo la sua ottica, Mitsunari non era altro che uno sciocco giovane samurai alle prese con i propri sentimenti, con la propria rabbia. Ma come dargli torto, infondo, lo stesso uomo dai capelli argentei sapeva di non essere più lo stesso.
Non riusciva più a sopportare la perdita dei propri amici, non voleva davvero uccidere Ieyasu, ma doveva farlo, sempre se lo spirito di Hideyoshi glie lo avrebbe permesso.
 
Stava davvero chiedendo redenzione ad un morto?


 
«Look how far we made it
The pain I can’t escape it
Kono mama ja mada owarase koto wa

dekinai deshou?
Nando kutabarisou demo

kuchi hateyou tomo owariwanaisa »


Il 21 ottobre 1600 era giunto. Ieyasu si era svegliato con gli occhi accecati dalla luce del Sole, il petto gli faceva ancora male dopo quella notte alle prese con gli incubi del suo passato.
Non poteva ancora credere che erano arrivati entrambi a quel punto, si sarebbero incontrati in quel vasto campo di battaglia che era Sekigahara, i loro sguardi si sarebbero incrociati e Ieyasu avrebbe chiesto perdono Mitsunari per la sua violenza.
Sperava ancora di poterlo fermare, di aver tempo di dirgli che era inutile combattersi arrivati a quel punto.


Perché dovevano entrambi soffrire in quel modo? Cosa ci avrebbero davvero guadagnato?


Più si domandava questo genere di cose, più sentiva il Sole bruciargli la pelle chiara. Non doveva arrendersi, doveva rendersi conto che l'inizio doveva essere quello, doveva essere la fine della vita di Mitsunari.
Avrebbe dovuto infrangere la promessa che si era fatto a sé stesso, sporcandosi di nuovo le mani di sangue e distruggendo il legame più forte che gli era rimasto.
Diamine, aveva ancora così tante cose da dirgli : voleva parlargli di come sarebbe stato bello costruire un nuovo Giappone assieme, di vedere la Terra del Sol Levante finalmente dominata dalla pace, ma purtroppo, date le drastiche circostanze, nessuno dei avrebbe potuto apprezzare allo stesso modo la propria patria.
Mitsunari avrebbe abbandonato la propria spada e avrebbe raggiunto i propri cari nella vita successiva.


Forse era giusto così, forse era giusto che Ieyasu vivesse in un mondo senza Ishida, senza il miglior samurai che avesse conosciuto, senza il suo compagno.


Non era giusto farsi sconfiggere dalla negatività ora, non in quel momento in cui lo stendardo lillà di Ishida si intravedeva tra le collina davanti a sé.
La battaglia conclusiva era giunta e finalmente il Giappone avrebbe visto un nuovo inizio...


 
It finally begins...






ANGOLO DELL'AUTRICE
Vi linko il testo della canzone  CLICK!  con ovviamente anche la traduzione (grazie a The Theater of Kiss), vi consiglio di leggerla tutta perchè io ho scelto solo alcune delle strofe, a parer mio, "più significative" per i due, ma la canzone è bella nel suo complesso e nel leggere la fanfic (avrei dovuto dirlo prima) vi consiglio la versione Acoustic (Jam Session)
Detto questo, la fanfiction può essere concepita con una pairing o no, a dire il vero ho preferito non parlare di nessun sentimento amoroso tra i due (per quanto sia una pairing che shippo) per il semplice fatto che, in questo caso, mi sembrava di rovinare il vero rapporto che c'è tra Ieyasu e Mitsunari.
Infondo rimangono due personaggi storici, per quanto romanzati in diverse serie, non voleva inventare qualcosa di troppo strano per loro.
Credo che questo sia un piccolo assaggio che voglio dare per il fandom di Sengoku Basara. Ho intenzione di scrivere molte fanfic a riguardo, è una delle mie serie preferite e non mi stancherà mai.
Grazie per averlo letto!

 
  
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