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Autore: dalaric    29/07/2015    0 recensioni
Non è stato come lo avevano sempre immaginato. E' stato di gran lunga migliore.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era un’estate caldissima, la più calda da quando ne avevano memoria. Non c’era quasi mai niente da fare in quel quartiere di periferia e i giovani si riunivano con gli amici nei locali, fino a tardi, solo per stare in compagnia, a chiacchierare all’infinito.

Bonnie e Vicky uscivano quasi tutte le sere. Bonnie voleva uscire solo per vedere Brandon, anche se non ci parlava. Le bastava vederlo, salutarlo, per essere contenta, anche se sperava che un giorno si sarebbe accorto di lei. Vicky aveva la patente, mentre Bonnie ancora no, quindi era perfetta per aiutare Bonnie  a “stalkerare” Brandon.

Quella calda sera di fine luglio c’era uno spettacolo nel locale in cui andavano di solito, vicino alla spiaggia, e decisero di mangiare lì. Arrivarono tardi, c’era già tanta gente, ma per fortuna riuscirono a trovare un tavolo per due, con una buona visuale sul palco. La band che suonava quella sera era già pronta per cominciare.

Bonnie si guardò intorno, cercando Brandon con lo sguardo; scrutò tra tutti i tavoli, ma non lo vide. Si sedettero. Arrivò il cameriere per prendere le ordinazioni. Bonnie non smetteva di fissare l’entrata, aspettando di veder comparire Brandon.

“Ho un’ansia terribile” disse a Vicky .

“Non è una novità” rise Vicky.

“Ma proprio l’ansia, quella che ti fa venire il mal di pancia” spiegò Bonnie “e senza motivo.”

“Infatti… il “motivo” non è ancora arrivato” la prese in giro.



Bonnie guardava verso l’entrata ogni dieci secondi; scrutava chiunque entrasse, da lontano, per capire se potesse essere lui.

Finirono di mangiare e rimasero sedute al tavolo, a guardare lo spettacolo, ad ascoltare la band.

Dopo qualche secondo finalmente lo vide entrare. Passò accanto al loro tavolo, era con due amici. Bonnie cercò di assumere un atteggiamento naturale. Non le riusciva molto, però. Brandon si accorse di Bonnie, le sorrise e le disse “ciao”. Lei fece lo stesso. Vicky rideva sotto i baffi. Lei era convinta che anche a Brandon piacesse Bonnie. La rimproverava sempre, per il suo essere così timida e non farsi avanti. Ma Bonnie non la pensava allo stesso modo. Secondo lei, se lui fosse stato interessato, avrebbe fatto qualcosa per farglielo sapere. E poi non voleva illudersi ascoltando le supposizioni di Vicky.



“Vieni con me a prendere l’acqua?” propose Vicky a Bonnie, con uno sguardo complice. Brandon era appoggiato al bancone e parlava con il barista.  
Bonnie esitò: “No, dai, mi vergogno. Sembra che lo faccia apposta. Bevi tra un po’.”.

“Ma io ho sete adesso” insistette Vicky… Bonnie non aveva intenzione di cambiare idea, però. “Va be’, ho capito…” si rassegnò Vicky “ci vado sola.”.

Vicky si avvicinò al bancone, accanto a Brandon. Lui si accorse di lei e la associò a Bonnie. Si voltò verso il tavolo dove Bonnie era seduta e la colse a guardarlo. Lei scostò subito lo sguardo, sperando che lui non se ne fosse accorto, ma era troppo tardi.

Lui si avvicinò al suo tavolo, lei si voltò e se lo ritrovò davanti. “Bonnie..” disse.

“Ehi.. ciao…” disse, nervosa.

“Senti, possiamo parlare un attimo?” le chiese, mentre si toccava nervosamente la barba.

Vicky stava osservando la scena da lontano e anche se aveva preso la sua bottiglia d’acqua, preferì non avvicinarsi.

“Ehm.. certo” disse lei “vuoi sederti qui, o ci spostiamo?”

“Andiamo fuori” propose Brandon. Si diressero verso l’uscita e andarono a sedersi fuori, su una panchina.

“Be’, innanzitutto come va? I tuoi?” chiese Brandon, per rompere il ghiaccio.

“Bene, grazie. Anche a casa, tutto bene” rispose Bonnie “I tuoi? Sophia?” chiese poi.

Bonnie e Brandon si conoscevano da sempre e i loro genitori erano molto amici. Bonnie da qualche anno aveva iniziato a provare qualcosa per lui, ma non ne avevano mai parlato. Non avevano mai parlato di niente in realtà.

“Anche, tutto bene.” Rispose lui.

La guardò negli occhi per qualche istante, senza dire niente.

Bonnie era nervosissima. Aveva caldo e non sapeva come avrebbe dovuto comportarsi. Era in ansia perché non sapeva cosa voleva dirle Brandon.

“Allora, cosa volvevi dirmi?” si fece coraggio e glielo chiese, per rompere quell’infinito attimo di silenzio.

“Sto… cercando le parole giuste” sorrise Brandon, passandosi una mano tra i capelli.  Era evidentemente nervoso anche lui. “Non so se l’hai notato, ma… be’, provo qualcosa… per te.” La guardò negli occhi con tutta la serietà che riuscì a trovare dentro di sé. “E ho capito che anche tu provi lo stesso” fece una pausa “ti prego, non negarlo. So che ho ragione.” Bonnie si limitò ad annuire. Era sconvolta, incredula. Non capiva se quello che stava succedendo fosse vero o stesse sognando. Era senza parole. Senza fiato.

“Ma è complicato. E’ da un po’ che voglio dirtelo, ma mi sentivo frenato.” Aggiunse.

“Frenato da cosa?” chiese Bonnie.

“Non lo so. Il fatto che i nostri genitori siano così amici, rende tutto più difficile. Siamo giovani, potrebbe non funzionare e ho paura che questo possa influire sul loro rapporto. Se dovesse succedere, non me lo perdonerei.” Spiegò Brandon.

“Capisco perfettamente cosa vuoi dire, perché ci ho pensato anch’io. Tantissime volte. Non mi sono mai permessa di confessarti i miei sentimenti per questo motivo, oltre che per il fatto che sono troppo timida. E pensavo di essere la sola a provare qualcosa. Ma ora siamo in due e questo potrebbe cambiare le cose..” disse Bonnie.

“vorrei solo baciarti in questo momento e stringerti tra le mie braccia” disse Brandon guardandola negli occhi. Le scostò una ciocca di capelli dal viso. Poi abbassò lo sguardo e strinse i pugni: “ma non posso essere egoista. Non stavolta. Non con te.” Fece un secondo di silenzio. La guardò come se la stesse guardando per l’ultima volta, poi aggiunse: “Anche se è la cosa che vorrei di più al mondo, non possiamo stare insieme, Bonnie…”

“Allora perché hai deciso di confessarmi i tuoi sentimenti? Fa solo più male così. Era più facile pensare che non provassi niente per me.” Bonnie non riusciva a capire.

“Avevo bisogno di fartelo sapere” le disse. Le accarezzò il viso: “tu avevi bisogno di saperlo”. Si alzò in piedi.

Bonnie era perplessa, arrabbiata. Aveva voglia di piangere per il nervoso, perché non trovava un senso a tutto ciò.

“La tua amica si chiederà che fine abbia fatto… torniamo dentro?” le chiese.

“Va’ pure avanti. Io arrivo tra un secondo.” Rispose Bonnie. Aveva bisogno di un momento da sola.

Brandon si diresse verso l’entrata, pensando a quello che aveva appena detto e stava malissimo. Ma cercava di convincersi che avesse fatto la cosa giusta. “Non posso essere egoista” si ripeteva. Poi gli vennero in mente i suoi occhi. Quei grandi occhi marroni e il modo in cui l’avevano guardato.

Strinse i pugni. Non era ciò che voleva davvero. Il suo cuore e la sua testa erano in guerra. Non riusciva a tornare a sedersi. Doveva tornare indietro. Doveva tornare da lei. Doveva rimediare. Era ancora in tempo per farlo.

Bonnie si alzò e stava per rientrare, Vicky la stava aspettando.

Prima che potesse rendersene conto si ritrovò Brandon davanti.

Le prese una mano e la trascinò vicino a sé. Le tolse quella ciocca dal viso, che le copriva i suoi meravigliosi occhi e sorrise.

Bonnie ci capiva sempre meno.

“Ricordi quello che ti ho detto poco fa? Bene, dimenticalo” la guardò intensamente negli occhi.

Bonnie stava per svenire.

“Non me ne frega un cazzo dei nostri genitori. Di quello che diranno. Io non resisto.” Le guardò le labbra. Si morse le sue. La guardò intensamente negli occhi, poi le prese il viso e la baciò. Senza lasciarle il tempo di dire niente. Anche se non avrebbe avuto niente da dire. L’aveva lasciata senza parole.

Si guardarono e si sorrisero, come se finalmente avessero trovato il pezzo mancante del puzzle delle loro vite.

Era il momento che aspettavano entrambi, da troppo tempo ormai. Non era stato affatto come lo avevano immaginato, era stato di gran lunga migliore.
  
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