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Autore: resi    29/07/2015    1 recensioni
“Prima o poi sarai mia Kaori … e solo dopo inizierà il divertimento vero e proprio”. Salve a tutti! Ecco a voi una nuova storia che vedrà la nostra sweeper alle prese con un'ardua missione: salvare la vita dell'uomo che ama. Ma come potrà riuscirci se il nemico è uno dei killer più abili del mondo? Scopriamolo insieme ...
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Bip …  Bip …  Bip …  Bip …  Bip …  
 
Nella stanza bianca in cui si trovavano Kaori, Mick, Umi e Miki il silenzio era spezzato solo da questo rumore … L’unico rumore del macchinario alla quale era attaccato Ryo, con dei tubi che penzolavano dal suo braccio e una mascherina sul viso che lo aiutava a respirare … in bilico tra la vita e la morte.
Dopo lo sparo Miki aveva prontamente chiamato i soccorsi e per fortuna l’ambulanza non aveva tardato ad arrivare.
Appena venuta a conoscenza dell’accaduto, Saeko raggiunse l’ospedale dove avevano portato Ryo, informando i medici che Saeba era un agente rimasto ferito durante un’operazione di polizia; il tutto documentato da carte ovviamente false per coprire lui e i suoi amici; glielo doveva dopo tutti favori che le aveva fatto. Saeko, bussando lievemente alla porta, entrò in silenzio nella stanza in cui era ricoverato lo sweeper … tutti si accorsero della sua presenza, tranne Kaori; lei era seduta da ore accanto a Ryo tenendogli la mano, il suo sguardo era straziante … Nonostante stesse zitta, senza versare lacrime, il suo sguardo manifestava tutto il dolore che aveva in corpo.
La poliziotta si avvicinò lentamente a Miki.
 
- Come sta Ryo? Si riprenderà?
- Non lo sappiamo – rispose sommessamente Miki – i medici hanno detto che la pallottola non ha toccato organi vitali ma la ferita è molto grave e non è possibile fare previsioni. Hanno dovuto metterlo in coma farmacologico … Potrebbe svegliarsi fra qualche giorno, fra qualche mese … oppure … potrebbe non risvegliarsi più. – Miki lo disse con un sussurro, non voleva che quelle parole arrivassero fino alle orecchie della povera ragazza che stava sul capezzale di Ryo.
 - Mio Dio … non ci posso credere …
Tutti erano sconvolti, tutti non sapevano cosa fare … L’unica cosa che potevano fare era aspettare e sperare in un miracolo.
Dopo qualche minuto entrò nella stanza un’infermiera con in mano i vestiti puliti di Ryo e con sguardo basso camminò verso Kaori …
 
- Mi scusi – le disse l’infermiera – lei è la moglie del paziente?
 
Kaori spostò lievemente lo sguardo cupo verso l’infermiera, poi, guardando con occhi gonfi e rossi i suoi amici che ancora non se la sentivano di lasciarla sola, fece un lieve sospiro e tornò a guardare il volto di Ryo.
 
- No, non sono sua moglie.
- … a chi posso consegnare i suoi vestiti?
- A Ryo, quando sarà guarito – Kaori disse quella frase con la convinzione di una donna che non poteva immaginare la sua vita senza avere accanto l’uomo che amava. 
-  Dia pure a me – intervenne prontamente Mick per togliere l’infermiera da quel terribile disagio.
 
Così, Mick andò verso l’armadietto in cui aveva posato la pistola di Ryo, l’aprì e ci mise anche i vestiti. Kaori lo guardò con uno sguardo apatico … ma appena vide la pistola fece un lieve sorriso e incominciò ad accarezzare dolcemente il braccio di Ryo. Tutti i presenti la guardarono straniti … perché sorrideva?
Come se Kaori avesse intuito la domanda che tutti si stavano ponendo si volto verso i presenti e disse:
 
- Qualche tempo fa Ryo mi venne a cercare in camera mia chiedendomi di pulire la sua pistola perché lui non aveva il tempo di farlo … Sapete cosa ho pensato in quel momento?
 
Miki la guardò e dolcemente le fece cenno di no col capo …
 
- Ho pensato: “E se gliela rovino maldestra come sono?” … l’ho maneggiata come se fosse fatta di porcellana. Quel giorno mi aveva anche ringraziato per il favore, con un sorriso che … mi ha fatto sciogliere il cuore …
 
Miki non riuscì a trattenere una lacrima che prontamente asciugò. Non poteva vedere la sua amica soffrire in quel modo, e presa da un forte istinto protettivo si alzò e andò ad abbracciarla …
 
- Vedrai che tutto andrà per il meglio Kaori … Si sveglierà …
 
Fu in quel momento che Kaori scoppiò di nuovo in lacrime, tenuta saldamente fra le braccia dell’amica …
 
- È tutta colpa mia … Quella pallottola era destinata a me … e ora lui sta rischiando la vita per colpa mia! … Io sono la sua rovina …
- No Kaori non dire così, non è colpa tua … Non potevamo prevedere quello che sarebbe successo …
 
Miki cullò Kaori fino a che non calmò un po’. Poi Umibozu si accorse che erano le 23.00 passate … Con estremo tatto prese con se Miki facendole capire che li non potevano fare niente.
 
- Kaori, tesoro, è tardi … noi torniamo domani … va a casa anche tu a riposarti … - disse l’amica.
- No, non lo lascio solo.
- Resto io con lei –  intervenne Mick.
Tutti i presenti uscirono piano dalla porta senza far rumore … mentre Mick andò nel bar dell’ospedale per prendere un panino, una bibita e una coperta per la ragazza …
Quando rientrò nella stanza sentì Kaori che parlava a Ryo nella speranza che potesse sentirla.
 
- Ryo? Mi senti Ryo? Tu devi svegliarti … Ti prego … Non mi abbandonare così …
 
E iniziò di nuovo a piangere appoggiando la testa sul petto di Ryo …
 
 
 
Passarono ancora tre giorni ma in Ryo non si notarono cambiamenti, non peggiorava ma nemmeno migliorava …
Kaori era rimasta li, aveva il terrore di allontanarsi da lui … non mangiava e non dormiva, si alzava solo per andare in bagno ma subito si rimetteva accanto a Ryo. Mick l’aveva persino supplicata di andare a stendersi un po’ ma Kaori non voleva sentire ragioni. Erano tutti preoccupati che si ammalasse, una mattina, entrando nella stanza, Miki, Umi e Mick trovarono la ragazza addormentata sulla sedia con la testa a penzoloni …
 
- Povera cara, è allo stremo delle forze … - disse Miki – dobbiamo obbligarla a riposarsi almeno per qualche ora …
 
Così le si avvicinarono e con estrema delicatezza Miki le prese le spalle … la poverina si svegliò di colpo …
 
- Ryo … Sei tu?
- … No Kaori, sono io … ti prego va a casa … Non lo vedi che sei a pezzi? Così rischi di ammalarti …
 
Kaori era ritornata nella sua crudele realtà, Ryo era ancora li in coma … credeva che quel tocco fosse il suo, lo aveva sperato con tutta l’anima ma ricevette una brutta delusione quando si accorse che non era così …
In riposta alla richiesta di Miki la ragazza fece no con il capo … ormai non aveva più la forza nemmeno per parlare o piangere. Sentiva che non ce la faceva più … ma come poteva andarsene a dormire sapendo che Ryo rischiava di non svegliarsi più …
Mick le si avvicinò e tentò ancora una volta di convincerla a uscire un po’ …
 
- Vieni con me Kaori, dai … solo un po’ … Ti prometto che se c’è anche il pur minimo miglioramento Miki verrà subito ad avvisarti … Ti prego …
- Sì tesoro, resto io con lui … vai …
 
Kaori capì che avevano ragione. Non poteva andare avanti così … Si convinse ad alzarsi e appoggiandosi a Mick andò nella sala di attesa. Prontamente l’uomo le portò un panino e una bottiglietta d’acqua … Kaori mangiò e bevve tutto nel giro di un minuto …  aveva soppresso la fame e la sete per tre giorni e ora il suo corpo agiva contro il suo volere, ingurgitando tutto con voracità. Finito il pasto Mick si sedette accanto a lei e la avvolse con un braccio, facendole appoggiare la testa sulla sua spalla …
 
- Andrà tutto bene Kaori, Ryo è un uomo forte e non sarà di certo un proiettile ad ucciderlo. Credimi, presto si sveglierà …
 
Quanto avrebbe voluto credere a quelle parole … Ma più passavano i giorni più le speranze di Kaori si affievolivano. Però non poteva arrendersi così, Ryo non lo avrebbe mai fatto … doveva continuare a sperare, sempre … e mentre lasciava che le parole di Mick le entrassero bene in testa la ragazza le si addormentò addosso per sfinimento.
 
Passò qualche ora … Mick non si mosse di un millimetro per paura che Kaori si svegliasse, ma gli incubi non lasciavano in pace la poverina, si agitava in continuazione, rivedeva sempre la scena in cui il killer colpiva Ryo al petto, come un nastro che continuava ad avvolgersi e a ripetersi all’infinito … sentiva la voce di Ryo che la chiamava con un eco distante che si faceva sempre più forte, sempre più vicino, sentiva il presagio che presto il suo amore avrebbe riaperto gli occhi … ma forse quello era solo il lato del suo inconscio che non accettava una realtà diversa, e dopo un sussulto  si svegliò con la fronte sudata.
 
- Mick … dove sono … dov’è Ryo?
- Tranquilla darling, sei in sala d’attesa … hai dormito per un paio d’ore …
- Ryo …
- Non ci sono notizie ancora … Ma non preoccuparti, ci sono Miki e Umi con lui …
- Voglio andare da lui …
- No resta qui, dormi ancora un po’ … facciamo così io vado a sentire se ci sono notizie e poi torno subito da te, ok?
- … va bene …
- Brava, tu intanto riposati ancora un po’
 
Mick andò in camera di Ryo e lì vi trovò Umi e Miki che parlavano tra loro …
- Come abbiamo fatto a non accorgerci di quel killer – si chiese Miki.
- Abbiamo solo abbassato la guardia … Anche Ryo non se n’era accorto … in più eravamo stanchi dopo la battaglia. Non c’è nessuna colpa. Il caso ha voluto che le cose andassero così.
- Mmm … però questo non mi fa sentire meglio … povero Ryo …
- Ragazzi, novità? – chiese Mick
- No, purtroppo …
 
Umi non poteva vedere Miki così triste, la avvicinò un poco a sé e, rosso per l’imbarazzo, la consolò con qualche carezza sul braccio … Ma proprio in quel preciso momento Miki notò qualcosa … un movimento piccolo ma ben evidente delle dita di Ryo …
 
- Oddio … Ryo! Riesci a sentirmi?? Ryo …
 
Miki si alzò di colpo e subito gli prese la mano … L’uomo, sentendo quel contatto aprì piano gli occhi e si guardò intorno …
 
- Sei in ospedale Ryo, ti hanno colpito al petto con un proiettile. Però ora sei al sicuro … -  Miki lo informò velocemente.
 
Ryo, con un gesto lento si portò la mano al volto e si tolse la mascherina per poter parlare.
 
- … Ka … Kao … Kaori … - le sue parole erano a mala pena udibili.
- Sì! Certo! Vado subito a chiamarla … - disse Miki fiondandosi fuori dalla stanza.
 
Lo sguardo di Ryo oltre a d essere tirato dallo spossamento e dall’indolenzimento, era anche triste … Mick capì subito che l’amico sperava di trovarsi accanto Kaori… E non trovarla li lo ferì molto. Non sapeva il perché, ma Mick sentì la necessita di tirarlo su di morale dicendogli la verità.
 
- È solo un caso che Kaori non sia qui in questo momento. Ti ha vegliato per tre giorni di fila senza sosta … l’abbiamo costretta noi ad andare a riposarsi per qualche ora …
- … E adesso dov’è …?
 
Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che subito la ragazza arrivò di corsa dentro la stanza … I loro  occhi si incontrarono e continuarono a fissarsi per un tempo che sembrò infinito, Kaori piangeva e sorrideva nel contempo … la felicità nel vederlo sveglio era troppo grande per non esternarla in tutti i modi possibili.
 
-Ehm … Umibozu, Miki -  disse Mick – forse è il caso di andare a chiamare il dottore, che dite?
- Sì … andiamo …
 
Questo era un altro regalo che Mick volle fare più a Kaori che a Ryo … Lui le aveva fatto capire che i suoi sentimenti erano reali e si era dichiarato apertamente, ma doveva essere leale  … Ora era il turno di Ryo, anche lui doveva avere la possibilità di parlarle … Kaori doveva scegliere a chi avrebbe donato il suo cuore.
   
 
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