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Autore: Always221B    31/07/2015    3 recensioni
Un cadavere bianco come la neve, con il volto macchiato di cremisi.
Gli occhi eterocromatici sbarrati, un mare di ciano, carta da zucchero, denim e muschio che nuotano nelle iridi del consulente investigativo, la pupilla ridotta ad una minuscola fessura di nero.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Molly Hooper, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao fangirl, dopo un secolo ecco che posto una nuova fanfiction, spero vi piaccia anche se.. D: 
Alla fine vi prego di non uccidermi, sono l'antifluff in persona :( 
Lasciate un commento se avete voglia! La prossima volta spero di farvi rotolare negli arcobaleni, almeno risollevo un po' il morale.
Ciao ragazzi, buona lettura :3


 

 
                       
                            24 W Smithfield, London.
 

Sento un urlo che squarcia il cielo, un fulmine che manda in frantumi una vita intera.
Sento i polmoni che bruciano e la gola che scotta.
Credo di aver gridato.
Di aver gridato il suo nome.
La testa mi gira.
Vedo nero.
È  nero.
È buio.  
Ho un vortice di parole che mi intasano la mente ma restano lì dentro, a ingrigire, a puzzare, a marcire.
Sento ancora urlare il suo nome, con una voce che somiglia alla mia ma non credo mi appartenga.

                                            
                         **********
 
                                                                                        S. Batholomew Hospital – Roof.
 

Il suo nome rimbomba nel vuoto, come un grido soffocato nel dolore.
L’aria è gelida e gli trapassa la pelle, perforando le ossa.
L’uomo si copre, il cappotto nero ben stretto addosso, i ricci indomabili incollati sul volto.
Il suo nome è un eco che persiste, un suono lancinante che lacera la carne.
Sente solo questa voce disperata che risuona cupa e grave su Londra, come una condanna a morte.
Il vuoto è pieno di quel suono, e l’uomo ci si getta, come un folle che va incontro al proprio destino.
Lui è abbracciato dall’aria che diventa sempre più calda, bollente.
Mani di vento lo tirano sempre più giù, la gravità si aggrappa al suo corpo e lui si sente una massa perfetta per l’esperimento di Cavendish.
E’ come se non sentisse il proprio peso.
Il moto uniformemente accelerato è consimile all’effetto generato da un campo gravitazionale.
Odia la fisica studiata per costrizione e, in questo frangente di secondo, odia la chimica che spinge quella voce a chiamare il suo nome.
Sente improvvisamente tirare per davvero, come se gli artigli di un diavolo in cui non crede si conficcassero nella sua carne.
Come se le mani animalesche di quel demonio lo stringessero.
Come se potessero portarlo in un inferno di cenere e sangue.
Come se potessero dividerlo da John Watson.
John. Mi sta chiamando.
Nella sua testa rimbomba il suono straziato di quella voce che ama e che chiama il suo nome.
Solo un nome rimbomba.
SHERLOCK!
Il suo.
        

                          **********

                            S. Bartholomew Hospital – Morgue
 
Le mani di una donna sprofondano in ricci sorprendente  scuri.
Mio Dio, che hai combinato stavolta?
Un uomo disteso di fronte a lei, immobile.
Una pelle diafana, immacolata.
Una pelle tirata, rigida, morta.
Una statua.
Un marmo pregiato importato direttamente da Atene.
Un eroe dai tratti elfici, inquietantemente squadrati, taglienti, gelidi.
Che hai combinato stavolta?
Con la mano sinistra accarezza una guancia dell’uomo.
Molly Hooper fissa i corpo di ghiaccio del consulente investigativo, e ne constata il decesso.

                                          
                        **********
                                                                                                 - Scotland Yard
 
Gregory Lestrade ancora lavora.
Suicidio.
Sfoglia dei fascicoli sul caso Holmes.
Digita un numero sul display del telefono, ma non trova il coraggio di chiamare.
Prova con un messaggio.
Mi dispiace.
Ma non riesce ad inviare, e così lo salva nelle bozze.
Una foto cade dal fascicolo.
Un cadavere bianco come la neve, con il volto macchiato di cremisi.
Gli occhi eterocromatici sbarrati, un mare di ciano, carta da zucchero, denim e muschio che nuotano nelle iridi del consulente investigativo, la pupilla ridotta ad una minuscola fessura di nero.
Cristo.
Sfrega una mano sul viso, tirando indietro i capelli.
Cristo.
                                                                                                 
                                                              
                                        
                           **********
                                                                                                       - Diogenes Club
 
 
Al di là del sorriso tirato e del nodo alla cravatta, il governo inglese riesce a stento a respirare.
Sotto il completo firmato e le scarpe italiane, trema.
Non c’è per lui nessun conforto, nessuna buona azione.
C’era devozione, servilismo, terrore.
Era questo che la gente gli aveva sempre donato: rispetto, reverenza e paura.
Non può piangere, perché al governo inglese non può scappare proprio niente. Neppure una lacrima.
Il tempo sta scorrendo molto lentamente.
E' quasi udibile, palpabile.
Il ticchettio dell'orologio è l'unica cosa a fargli compagnia in quest'ufficio che lo soffoca, pur essendo tanto grande.
Si alza dalla sua poltrona  e si precipita fuori dal suo ufficio per recarsi nella sala comune.
L’unica regola lì è il silenzio.
L’uomo si siede in mezzo ad altre persone, mute e immerse nei loro pensieri, ignorando che il suo costoso completo si sta sgualcendo. 
Il governo inglese si porta le mani sotto il mento, sembra riflettere.
Ma, per una volta nella sua vita, non sta davvero pensando a nient’altro che al suo dolore.
Una lacrima percorre il suo volto gelido, facendo sciogliere il suo mondo creato su fondamenta di ghiaccio.

 

FINE
 

 Eccoci di nuovo! Se vi va lasciate un commento! Grazie a tutti del vostro tempo :)

   
 
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