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Autore: pandina    31/07/2015    11 recensioni
Irlanda, un luogo magico in cui tutto può accadere.
Killian Jones cinico scrittore americano, è arrivato sull'isola per assistere alle riprese del film di cui ha scritto la sceneggiatura: La storia di una misteriosa creatura che vive negli abissi del lago e della giovane vedova che che tenterà di salvarla. Killian, la cui vita ha insegnato a non credere in nulla, rimane incantato da Emma Swan, la proprietaria, vedova con un figlio, della fattoria in cui alloggia. Bella forte e genorosa come una dea celtica,Emma s'insinuerà nel cuore dello scrittore, e il vento del cambiamento inizierà a soffiare
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Non dirai sul serio?!?” Impietrita, Emma guardava Killian vuotare i cassetti e buttare tutto in valigia.

“Mi dispiace” Cristo, era un eufemismo.

Il problema era che non c'erano parole per descrivere quello che provava.

“Ho cercato di metterti in guardia.”

Maglioni caddero su camicie, calzini si aggrovigliavano ai jeans.

La felpa di Killian era sporca di sangue, in parte suo, in parte di Scarlet, ma lui non voleva perdere tempo a cambiarla. “Ti ho pur detto che non ero un uomo buono. Sono il cattivo Emma.”

“Questo non è vero! “ Non sarebbe ricorsa alle lacrime, si giurò la giovane donna. Neanche se avesse pensato che quell'antico espediente femminile potesse fargli cambiare idea. “Tu sei buono. Sei un eroe! Hai difeso Elsa...”

“Per poco non ammazzavo un uomo Cristo Santo!”

“No!” Lei scosse la testa con decisione “Non lo avresti mai fatto Killian.”

“Lo avrei fatto, se non me lo avessero tolto dalle mani.”

“Eri furioso per quello che aveva fatto ad Elsa. E avevi ragione di esserlo. Ci sono molte volte in cui mi sono augurata la morte di Will.”

Voleva, doveva convincerlo.

“Tu non riesci proprio a capire, vero?” Gli occhi la fissarono, vuoti. L'azzurro sembrava essere stato sostituito da un coloro cupo, come il buio della notte. “Un conto è augurarsi qualcosa, Swan. Un altro spaccare la faccia di un uomo a forza di pugni.”

“Non sei stato l'unico a picchiare. E non hai iniziato tu.” Il suo cervello stava passando in rassegna tutte le cose che poteva dirgli per fargli capire l'errore che stava commettendo.

“Ogni uomo presente in quel pub può dirti che non sono entrato lì per fare conversazione con Scarlet. Ero andato per ridurgli in poltiglia il cervello.”

“Il che sarebbe stato difficile, dato che non ne ha.” Provò ad ironizzare lei.

Killian scosse la testa.

“Non stai prendendo questa cosa sul serio, dannazione.”

“Certo che sono seria! Come faccio a non esserlo quando l'uomo che amo, l'uomo che dice di amarmi, minaccia di lasciare tutto quello che abbiamo costruito insieme?”

“Io ti amo! “ L'unica cosa che lui rifiutava di fare era mentire, anche se avrebbe potuto rendere le cose più facili ad entrambi. “Ti amo più di quanto avrei mai creduto possibile. E so, che anche se vivessi fino a trecento anni, non proverò più lo stesso per un'altra donna. Tu sei e resterai il mio unico, lieto fine...”

La voce di Emma suonava strana anche alle sue orecchie

“Non voglio contraddirti Killian , ma hai un modo ben strano di dimostrare il tuo amore.”

Gli girava la testa, forse per i pugni o per la decisione presa, ma lo scrittore dovette sedersi sul letto.

“So che sembra così , ma credilo o no, è proprio perchè ti amo, che ti lascio. Prima di poterti fare del male. O farne ad Henry. Sono un uomo violento, Emma vengo da una razza di violenti. Mi ero illuso di aver superato il passato.” Si passò una mano tra i capelli, trasalendo quando le sue dita incontrarono il bernoccolo che Will gli aveva procurato con quella pesante bottiglia di Jameson. “Ovviamente mi sbagliavo”.

“NO!” Su questo punto , Emma fu molto chiara, poi si affrettò ad aggiungere. “Non ho parole per dirti quanto mi dispiaccia per tua madre.” Le aveva raccontato la storia della sua vita, una delle sere che erano abbracciati nel letto.

In quel momento gli sembrava che tutti i fantasmi del passato fossero scomparsi, spazzati via dalle calde braccia di quella dolce donna irlandese.

“Quello che ti successe fu atroce. Nessun bambino dovrebbe soffrire così, Killian. E mi si spezza il cuore sapere che non avesti degli adulti , nella tua vita, che potessero proteggerti da tanta brutalità.” Si strinse le mani.

“Come tu oggi hai protetto Elsa e Roland.”

Lui sapeva dove lei volesse arrivare.

“Ciò che ho fatto, usare la violenza per rispondere alla violenza, non è giusto.”

“Non in condizioni normali. Ma forse è l'unica cosa che un uomo come Will capisce. Passerà molto tempo prima che torni ad alzare un dito su sua moglie, o su qualsiasi altra donna.”

Quelle parole colpirono l'attenzione di lui.

“Elsa non resterà con lui, vero?”

“No. Ma anche se ora abbiamo il divorzio in Irlanda, non è una cosa facile ottenerlo Anche nelle migliori delle circostanze, con un accordo da entrambe le parti, richiede cinque anni di separazione. Non che a Elsa interessi, dato che non ha nessuna fretta di mettersi con un uomo.”

Lo scrittore annuì

“Merita di meglio. E anche tu.” Emma roteò gli occhi

“Così siamo tornati al punto di partenza. La tua assurda fissazione di non meritarmi.” Sospirò lei.

Si inginocchiò davanti a lui, posandogli la mano su una coscia.

“Oh Killian ...Non sei uno dei cavalli di mia cognata. Sei un uomo, sei dotato di una tua volontà. Hai l'intelligenza per fare le tue scelte. Solo perchè tuo padre era un uomo crudele e brutale...”

“Che usava i pugni invece di discutere.” Le ricordò lui, abbassando lo sguardo sulle proprie nocche gonfie e spellate.

“No.” Lei scosse di nuovo la testa. “Non capisci? Tuo padre era come Will! Tu non hai nulla in comune con nessuno di loro.”

Come avrebbe voluto crederle!

“Non posso correre il rischio... Non con te, con voi.”

“Questo non dovrei esserlo io a deciderlo, Mr Jones?”

Toccò a lui scuotere la testa. Risoluto

“No. Non è facile crescere un ragazzino. Un giorno Henry potrebbe farmi perdere il controllo. E io potrei colpirlo istintivamente. O forse tu e io potremmo avere una discussione. Sai essere una donna testarda, Emma , quando vuoi e...”
Lei continuava ad accarezzargli la coscia.

“Lo so. Cercherò di migliorare. Non sei l'unico ad avere difetti.” Provò l'accenno di un sorriso.

“E hai l'abitudine ad interrompere quando un poveretto prova a spiegare un concetto.” Borbottò lui.

“Solo quando il concetto è una emerita stupidaggine” lo rimbeccò

“Non è una stupidaggine.” Lui abbassò lo sguardo sulle loro dita che nel frattempo si erano intrecciata sulle gambe. Si portò la mano di lei alle labbra.

“Ti amo infinitamente Emma. E se mai, MAI, dovessi alzare anche un solo dito su di te, mi ucciderei.”

“Non faresti mai una cosa simile !”

Lei alzò il mento, in quel modo che gli faceva sempre venire voglia di baciarla.

“Lo so che non lo faresti mai, perchè ti conosco Killian Jones. Ci scommetterei la mia vita.”

Lo scrittore chiuse gli occhi stringendoli.

“Non capisci? E' proprio quello che faresti.” Questa volta lui sorrise.

Ma non c'era allegria in quel sorriso.

Era , pensò Emma, il sorriso più triste, che lei avesse mai visto in vita sua.

Anche più triste, di quella sottile cicatrice bianca che, ora lo sapeva ,era stata lasciata sul suo bel volto, dalla cinghia del padre.

“No” lui lasciò andare la mano di lei e si alzò in piedi. “Non correrò il rischio. Non ti permetterò di correre il rischio. Ti amo Emma. E ti amerò per sempre.”

E con quelle parole se ne andò.

Dalla finestra , Emma guardò la BMW girare l'angolo e sparire dietro il muretto di pietra a secco che separava la fattoria dalla strada.

Aveva detto che se ne andava perchè non voleva farle del male. Il suono roco che le sfuggì dalle labbra era metà risata e metà singhiozzo.

Non si rendeva conto che era proprio quello che aveva fatto?

Non capiva che le aveva ferito il cuore più profondamente che se gliele avesse trafitto con le antiche spade del castello di Kilkenny?

Coprendosi il volto con le mani, Emma finalmente cedette alle lacrime che tratteneva da quando era arrivata all'ospedale e aveva scoperto che l'uomo che amava era tornato a rinchiudersi nel suo oscuro e gelido guscio.

Non aveva modo di sapere che, mentre lasciava Castlelough, Killian non poteva fare a meno di pensare che si stava lasciando alle spalle , la parte migliore di tutta la sua vita.

 

 

“Killian tornerà.” Henry si stava versando la cioccolata calda in una delle tazze preparate sul tavolo.

“Tesoro...” Emma si voltò dai fornelli, cercando di decidere se fosse meglio lasciare che il figlio continuasse ad illudersi o troncare le sue speranze con la triste realtà.

”Io non ci conterei troppo.” Disse dolcemente.

“Tornerà” L'espressione di Henry era fiduciosa, come lo era sempre stata nelle ultime settimane. “Ieri sono stato al lago e... beh la Signora mi ha parlato...” Non alzò gli occhi dalla cioccolata.

Emma si voltò di scatto, il cucchiaio con cui stava cucinando lasciato a mezz'aria.

“Mi ha detto che Killian ha dei fantasmi da esorcizzare prima di poter far parte della nostra famiglia.”

La madre lo fissò sbalordita da tanto acume.

“Non so cosa dirti...” Sussurrò in tutta onestà.

Non avendo mai mentito a suo figlio, non intendeva incominciare proprio allora.

“Non occorre che tu dica niente mamma. Dobbiamo solo essere pazienti. Lo ha promesso la Signora.”

E con queste fiduciose parole, Henry finì di bere la sua cioccolata.

 

 

All'altro capo del mondo, Killian era seduto sulla terrazza di casa sua e guardava l'oceano.

L'acqua azzurra e limpida gli ricordava Emma.

Ma del resto tutto in quei giorni gli ricordava Emma.

“Ti rendi conto , naturalmente, che stai diventando noioso.”

Lui lanciò un'occhiata a Milah, che era seduta accanto a lui, i piedi nudi appoggiati sulla balaustra e le lunghe gambe abbronzate esibite in tutta la loro bellezza da un paio di calzoncini bianchi.

“Mi spiace di non essere una compagnia migliore.”

“Oh non scusarti.” lei bevve un sorso di vino bianco e sorrise dolcemente sopra il bordo del bicchiere. “Ho sempre ammirato ammirato il fatto che tu non abbia mezze misure, caro. E il modo in cui ti sei comportato da quando abbiamo lasciato l'Irlanda è il miglior esempio di autocontrollo che io abbia mai visto in vita mia.”

L'unica risposta di Killian fu una colorita imprecazione. Bevve un lungo sorso di tè ghiacciato.

Era diventato la sua unica bevanda in quelle ultime due settimane, poiché temeva che se avesse cominciato a bere, non avrebbe più smesso.

“Perchè diavolo non torni da lei?” Gli domandò l'attrice, non per la prima volta.

“ Invece di continuare a fare infelici entrambi. Per non parlare di quel povero ragazzino. Deve sentirsi tradito.”

Killian non voleva pensare a Henry.

Era già abbastanza penoso sognare il suo faccino tutte le notti.

“Ti ho già spiegato tutto.”

Non era stato facile aprirsi con lei, confidare di nuovo la storia della sua vita.

Ma aveva sentito il bisogno, terribile, di confidarsi con qualcuno.

E sorprendentemente, Laura, si stava dimostrando un'ottima amica.

“Lo so.” Lei sospirò e scosse la testa “ E credo che sia la scusa più ridicola per piantare in asso una donna , che abbia mai sentito.”

“Questa è la tua opinione.”

Lei lo guardò, poi mise giù le gambe e si alzò.

Pensando che tornasse in casa a riempirsi il bicchiere vuoto, Killian riportò lo sguardo sul riflesso del sole sull'acqua.

Era magnifico!

Peccato che fosse l'Oceano sbagliato...

Chiuse lentamente gli occhi, per illudersi di essere ancora là, dove era stato finalmente felice.

A un tratto udì uno schiocco e sentì un pungente bruciore alla guancia.

Si portò la mano alla pelle arrossata e alzò di scatto lo sguardo su Milah.

“Ma che...? Perchè lo hai fatto?” le chiese senza rancore.

“Era un test” Sorridendo, lei alzò la mano e gli schiaffeggiò con forza, anche l'altra guancia. “Consideralo una specie di esperimento scientifico.”

“Ma di che diavolo parli?” Era confuso.

“Ti ho picchiato.” Gli fece notare l'attrice “E tu non hai alzato un dito contro di me.”

“Per forza!” Killian cominciava a capire dove lei volesse arrivare, con quel suo trucchetto da psicologa dilettante.

“Non ti sembra interessante?” Lo schiaffeggiò di nuovo, questa volta con tanta forza da fargli girare la testa. “Si direbbe che un uomo con tendenze genetiche violente come le tue avrebbe dovuto provare il bisogno di reagire.”

“Milah non funziona.”

“E perchè no?” lei inarcò un sopracciglio perfetto “Credevo mi avessi detto che non eri riuscito di impedirti di pestare a sangue quel bruto, seviziatore di mogli...”

“E' diverso” Scosse la testa lo scrittore “Tu non sei come Scarlett”

“Oh, questa è una notizia interessante.” Lei incrociò le braccia sul petto. “E, se posso azzardare un'ipotesi, non credo lo sia nemmeno Emma Swan. O suo figlio. O qualunque altro bambino.”

Quando Killian non rispose, lei gli posò la mano sul braccio.

“Tu non faresti mai del male a quei due, Killian. Lo so. E sono convinta, che nel profondo del cuore, lo sai anche tu.”

“Allora, di me, ne sai molto di più di quanto non sappia io.”

Lei rise piano.

“Non hai nemmeno avuto l'istinto. Il tuo pugno non si è contratto nemmeno un attimo. L'ho guardato.” Disse lei, vedendo che lui abbassava lo sguardo sulle proprie mani. “Hai permesso a quel sadico, bastardo di tuo padre di controllare i primi trentacinque anni della tua vita. Sei troppo intelligente, e Emma troppo speciale, perchè tu gli permetta di controllare anche i prossimi trentacinque.”

Lui esitò.

“Ci penserò...” Mormorò

Lei sorrise , poi gli posò un bacio sulla guancia che ancora portava l'impronta rossa delle sue dita.

“Fallo caro.”

 

 

Killian Jones era un uomo straordinariamente intelligente.

Per questo era una totale sorpresa per Emma , che potesse essere così ottuso riguardo ad una cosa tanto semplice.

Tanto importante.

Lei aveva cercato di essere paziente, di dargli il tempo di rendersi conto dell'errore madornale che aveva commesso, ma ogni giorno che passava, temeva che il muro che aveva cominciato a sbriciolarsi durante il soggiorno a Castlelough, tornasse a rafforzarsi.

Si facesse più alto, questa volta. E più spesso.

Per questo, tre settimane dopo la partenza di Killian dall'Irlanda, mentre giaceva sola, nel suo letto con addosso la maglietta che lui aveva dimenticato in un cassetto, capì quello che doveva fare.

Sarebbe andata in America e lo avrebbe convinto che erano fatti l'uno per l'altra.

E poi gli avrebbe detto che era disposta a lasciare l'Irlanda e a vivere in California con lui.

“Mi rendo conto che non sarà facile.” Disse alla sua famiglia, mentre erano seduti tutti a tavola,la domenica all'ora di pranzo. “Peter, capisco che tu non voglia cambiare i tuoi progetti universitari. Né devi farlo.”

“Non preoccuparti” Disse Cora . “Lo terrò d'occhio io. E potrà venire a trovare te e il resto della famiglia in California. Non è che il tuo futuro marito non possa permettersi il biglietto aereo.” Disse con sarcasmo.

Emma guardò sua nonna.

“Sei sicura di non voler venire?”

“Ho vissuto più di ottant'anni in questa fattoria, cara. Le mie radici affondano troppo nella torba per poterle trapiantare sulla sabbia della California. Ma sta pur certa che verrò in America per il battesimo di tutti quei bellissimi bambini che tu e Killian metterete al mondo.” promise la donna.

Anche se il pensiero di lasciare la sua adorata nonna le appesantiva il cuore, Emma non potè fare a meno di sorridere.

“E tu Wendy?” Chiese a sua sorella. “ Mi rendo conto che non sarà facile lasciare le amiche nel tuo ultimo anno di scuola. Se preferisci restare...”

“No.” Wendy scosse la testa con decisione. “Anche se è vero che preferirei restare qui, la California ha i suoi aspetti positivi. E magari Killian potrebbe aiutarmi a trovare lavoro nell'industria cinematografica.”

Quello del cinema non era l'argomento preferito di Emma.

Ma allo stesso tempo era sollevata dall'idea di non lasciare a Cora la responsabilità delle intemperanze adolescenziali della sorella.

Infine Emma guardò verso suo figlio, che continuava tranquillamente a masticare la sua fetta di Currant Squares.

Lui alzò gli occhi verso la madre e a bocca piena disse.

“Di me non preoccuparti, mamma. Io verrò in America senza nessun problema. Ho voglia di scoprire se anche là ci sono Creature come la nostra Signora. Solo... potremmo portare Maeve con noi?”

Emma sorrise e arruffando i capelli al figlio parlò con la voce rotta dall'emozione.

“Credo che sia una bellissima idea!”

 

 

Era la sera prima della sua partenza per la California.

Emma aveva deciso che sarebbe andata da sola, e avrebbe fatto mandare a prendere il resto della famiglia non appena avesse appianato le cose con Killian.

E adesso era arrivato il momento degli addii che aveva rimandato fino all'ultimo.

“Di a quel tuo americano, che se non farà di te una donna onesta, dovrà vedersela con me. “ Disse con finta cattiveria August.

Lei rise.

“Glielo dirò.” Le si incrinò la voce e gli occhi le si riempirono di lacrime quando buttò le braccia al collo dell'amico d'infanzia.

“Ti voglio bene August. E mi mancherai terribilmente.”

“Verrò a trovarti. Anzi magari farò proprio in America il viaggio di nozze.” La voce sembrava aver trovato un tono più entusiasta.

“Noi torneremo per Natale.

Si abbracciarono di nuovo. Poi asciugandosi le lacrime, Emma guidò fino alla fattoria di Elsa.

“Mi mancherai” Disse la cognata, porgendole una tazza di cioccolata alla cannella.

Dopo la sua separazione da Will, Elsa aveva iniziato a sbocciare come un fiore selvatico le cui radici avevano finalmente trovato l'acqua dal sottosuolo.

“Non più di quanto tu mancherai a me.” Gli occhi di Emma si inondarono nuovamente di lacrime. Buttò giù un secondo sorso della bevanda scura, cercando di deglutire il nodo che aveva in gola. “Ho promesso alla nonna che torneremo a Natale.”

“Ci concederemo una giornata di shopping a Galway” Scherzò Elsa “ Pensa come ci divertiremo a spendere i soldi del tuo ricco marito!”

Mentre Emma rideva, una lacrima le rotolò giù dalla guancia.

“Ci sentiremo tutti i giorni! E faremo fondere il modem per le ore che passeremo su Skype”

Si strinsero la mano.

Non come cognate, né come amiche, ma come due sorelle che avevano, fin'ora, condiviso tutto dalla vita .

“Sono così contenta per te. Killian è un uomo meraviglioso, Emma.” Ora erano gli occhi di Elsa ad avere un luccichio sospetto.

“Sì” Disse semplicemente l'amica.

Nessuna delle due aveva più parlato della zuffa tra Killian e Will al pub.

Il litigio aveva portato allo scoperto gli abusi a cui Will Scarlet aveva sottoposto la famiglia, smascherandolo in un modo, che la gente del paese non aveva più potuto ignorare.

Come se si fosse reso conto che restare a Castlelough avrebbe voluto dire una vita d'ostracismo, Will era tornato a Donegal.

La lettera che gli aveva mandato l'avvocato di Elsa lo aveva diffidato dall'avvicinarsi alla sua famiglia, se non voleva subire un'ulteriore denuncia per percosse e violenze.

E fin'ora aveva funzionato.

Parlarono ancora un po'. Piansero ancora un po'.

“Avrai una famiglia meravigliosa.” Disse Elsa, mentre si abbracciavano sulla porta.

“Lo so.” Emma fece un sorriso triste a sua cognata. “Mi auguro solo che tu possa incontrare un uomo come Killian.”

“Chissà, forse un giorno. Ma per il momento apprezzo il fatto di stare da sola , godermi mio figlio e far prosperare la mia fattoria”

Mentre si avviavano verso il maggiolino giallo, dopo essersi scambiate un ultimo abbraccio, Emma si rese conto che finalmente sua cognata, poteva guardare al futuro senza timori e questo le rese il loro addio un po' più leggero.

Mentre vedeva i fanali tondi, sparire dietro al muretto in pietra, Elsa sorrise al pensiero di qualcosa, che neanche la sua amica ancora sapeva.

Abbracciando Emma, aveva avvertito un calore, lo stesso calore che aveva già sentito dieci anni prima quando seppe che sarebbe diventata zia.

Emma portava in grembo il figlio di Killian.


 



Ciao!!
Ecco il penultimo capitolo.
Killian se ne andato, ma ama Emma da morire.
Emma non rinuncia a lui e coraggiosamente decide di andare in America.
Vivono il loro amore in modo diverso, ma questo amore li rende uguali.
E alla fine....Boom! Ciò che ancora nessuno sa, ma solo la "magia fa capire" : Emma è incinta!
Grazie mille, sempre per leggere e recensire la storia, vi chiedo di accompagnarmi dietro l'ultima curva di questa lunga strada per vedere insieme cosa ci aspetta.
Un abbraccio
Gra
  
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