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Autore: FiftyShades97    31/07/2015    10 recensioni
Il giorno prima del suo diciassettesimo compleanno, Anastasia scoprii Christian tradirla con una donna più grande: Elena, la quale, tenterà in tutti i modi di sedurre Christian e di allontanarlo da Anastasia.
Vincerà l'amore o la rabbia?
La rabbia è un'ottima arma che spingerà Ana a respingere Christian, e ad "odiarlo". Ma riuscirà ad essere un'arma tanto potente da spezzare l'amore tra i due?
Riuscirà Ana a perdonare Christian, per il suo IMMENSO tradimento?
E cosa farà lui, per cercare di chiarire, di farsi perdonare, e per cercare di riavere l'unica ragazza del suo cuore, nella sua vita?
Non vi resta che scoprirlo!
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                            MIAMI
 
POV'S ANASTASIA
 
Era passata un'intera settimana da quel dannatissimo giorno, in cui scoprii Christian tradirmi. 
Avevo deciso di prendermi una piccola pausa, e avevo convinto papà, che aveva prenotato i biglietti senza nessuna esitazione. 
 
MIAMI. 
Era questo il posto in cui mi trovavo. 
Sole, mare e relax. 
Cosa avrei mai potuto desiderare di più? 
In realtà, c'era qualcos'altro, o meglio qualcun altro... ma non faceva più parte della mia vita. 
 
Esattamente il giorno dopo il mio "fantastico" compleanno, presi il primo volo con mio padre. 
 
Christian aveva insistentemente bussato alla porta di casa mia, che io continuavo a tenere chiusa. 
Continuava a mandarmi messaggi pieni di suppliche, mi chiamava, mi lasciava messaggi in segreteria dicendomi di spiegargli perché stavo scappando. 
Era ridicolo. Completamente ridicolo. Non sospettava neanche lontanamente che io avessi potuto scoprire il suo tradimento? 
 
-Ehi dolcezza.- Mi disse un ragazzo, alto almeno un metro e novanta. -Noi e tutti i ragazzi della spiaggia, ci stavamo chiedendo perché sei così pensierosa.- Sorrise. 
 
Normalmente avrei avuto paura, avrei cominciato a balbettare, o avrei cercato una scusa per andarmene. Ma in quel momento no. 
Ero diventata insensibile al sesso opposto. 
In realtà ero diventata insensibile a tutti, ma quello non aveva importanza. 
 
-Oh, beh...- Risposi. -Mi dispiace.- 
 
-Perché non vieni con noi? Potremmo essere un'ottima compagnia.- Disse, continuando a sorridermi. -Li ci sono anche un gruppo di ragazze che vorrebbero fare la tua amicizia.- 
 
"Fanculo" Pensai alzandomi e sorridendogli. 
 
-Certo!- Esclamai. -Perché no.- 
 
Raggiungemmo il gruppo di ragazzi e ragazze, e fui subito accolta da numerosi sorrisi. 
 
-Ciao!- Mi disse, un'alta ed attraente ragazza bionda.
Mi ricordava quella... "Piantala Ana!" 
 
-Sono Abby!- Disse, porgendomi la sua mano. 
 
-È un piacere.- Risposi, porgendole la mia. -Io sono... Alyce.- Mentii.
 
Man mano avanzarono altri ragazzi e ragazze, che si presentarono cortesemente. 
Sembravano tutti carini e cordiali. 
Avevo fatto bene ad aggregarmi a quel gruppo. Almeno la mia vocina interiore sarebbe stata messa a tacere per un po'. 
 
:-:-:-:-:-:
 
-Alyce!- Disse qualcuno, raggiungendomi. 
 
Credo che il ragazzo che mi raggiunse si chiamasse... Thomas. 
 
-C'è una festa in spiaggia, questa sera!- Esclamò. -Ho pensato che ti sarebbe piaciuto venire.- 
 
-Oh, forte!- Risposi. -Okay, d'accordo. Ci sarò.- 
 
-Fantastico!- Esclamò lui. -Ci vediamo qui, diciamo alle otto?-
 
-Okay. Ci vediamo alle otto!- Lo salutai.
 
Mi sarei potuta benissimo divertire, utilizzando un falso nome. 
Così, giusto per essere sicura che nessuno mi conoscesse. 
E poi comunque, sarei scomparsa, e nessuno mi avrebbe più trovata.
Era un piano perfetto.
 
-Ciao, papà!- Esclamai, chiudendo la porta della camera dell'hotel in cui alloggiavamo. 
 
-Annie!- Esclamò lui, illuminandosi. -Ti sei divertita, tesoro?- Mi chiese. 
 
-Si, molto!- Risposi senza esitazione. -E inoltre...- dissi. -Ho fatto nuove amicizie.- 
 
-Davvero?- Mi chiese lui, sorpreso. -Annie, ma è fantastico!- 
 
-Si!- Esclamai. -Quindi... non ti dispiace, vero? Se questa sera vado ad una festa in spiaggia.- Chiesi, facendogli gli occhi dolci. 
 
Mio padre mi guardò per un attimo turbato e sorpreso.
 
-Ma... sei sicura Annie? Cioè, insomma, dopo tutto quello che è successo, io...- Mi disse, chiaramente a disagio.
 
-Sicura!- Esclamai, dandogli un bacio. -Siamo tutti in spiaggia, non succederà nulla di male, promesso!- 
 
-D'accordo.- Rispose. -Solo... sta attenta.- Disse. 
 
Decisi di mettere un leggero abitino rosso, con la scollatura dietro la schiena. 
Non era chissà cosa, ma andava comunque bene.
 
-Alyce!- Gridò qualcuno. 
 
All'inizio non risposi, e continuai a camminare. Poi, quando mi ricordai che Alyce era il "mio nome" mi fermai di botto, e mi girai. 
Thomas mi stava inseguendo. 
 
-Scusami!- Dissi subito. -Non ti avevo sentito.- 
 
-Non preoccuparti.- Mi disse, con il fiatone. -Sei bellissima, a proposito.- 
 
-Oh...- risposi, arrossendo. -Grazie.- 
 
-La festa è lì.- Mi disse, indicandomi un'enorme gazebo, sulla spiaggia. -Ci stanno aspettando tutti.- 
 
-Bene, andiamo allora!- Sorrisi. 
 
 
La festa era piuttosto divertente e movimentata. Era a tema hawaiano, ed era davvero incredibile. 
C'era un sacco di gente, che gridava e ballava, ma sopratutto che si divertiva. 
Ben presto, anch'io mi immischiai nella folla, e diventai una di loro. Una normalissima ragazza che si divertiva ad una normalissima festa in spiaggia. 
 
-Ecco qui.- Esclamò Thomas, raggiungendomi, e mettendomi una corona di fiori poggiata sulla testa, e una collana con tutti i fiori colorati, al collo. 
 
-È fantastico!- Esclamai, guardandomi la collana. -Grazie mille!- 
 
-Così sei in tema con la festa!- Mi rispose lui. 
 
 
Ballammo e ridemmo per tutta la mezz'ora successiva, finché non calò il buio e accesero gli enormi falò. 
 
-Alyce, vuoi bere qualcosa?- Gridò Thomas, cercando di sovrastare la musica. 
 
-Ehm...- dissi con un attimo di esitazione. -Si!- Risposi. -Si, qualsiasi cosa.- 
Almeno, mi avrebbe aiutata a dimenticare Chri... "no, Ana! Non devi pensare a lui!" 
 
E infetti, avrei smesso volentieri di pensarlo, se non me lo fossi ritrovata davanti.
 
"Merda!" 
"Perché lui è qui?" 
 
Tra la poca gente che vi era attorno al falò, riuscii a scorgere Christian, che faceva avanti e indietro, allungando il collo, nel tentativo di cercare qualcuno. 
Non mi aveva ancora vista, per fortuna. 
 
Dovevo lasciare la festa, e subito. 
 
Indietreggiai lentamente, e quando fui completamente sicura che Christian non mi avesse vista, iniziai a correre dall'altra parte della spiaggia. 
 
Perché lui era li?
Avevo finito tutto con quella donna?
Perché continuava ostinatamente a cercarmi? Non mi aveva già fatta soffrire abbastanza? Cosa voleva ancora da me?
 
Ricacciai le lacrime indietro, e continuai a correre. 
 
"Non devo piangere. Non devo piangere!"
"Lui ti ha fatta soffrire, Ana. Non merita le tue lacrime." 
 
 
Rimasi per un'ora, forse anche di più, seduta sulla fresca sabbia in una piccola parte della spiaggia. Completamente sola. 
Sospirai continuando a guardare il mare. 
Era tutto così ingiusto...
La vita mi odiava alla grande. 
 
Quando decisi di rientrare in albergo, papà era già a letto. 
Chiusi la porta a chiave, e dopo aver messo il pigiama, mi misi a letto, ma il sonno non volle arrivare. 
Al contrario, come al solito, in testa avevo sempre un'unica persona. 
 
-Fanculo..- sussurrai, ormai incapace di trattenere le lacrime. 
 
:-:-:-:-:-:-:
 
A svegliarmi fu l'insistente bussare alla porta, da parte di qualcuno. 
Borbottai qualcosa che in realtà neanch'io riuscì a comprendere, e mi alzai. 
Dove diavolo era mio padre? 
Accanto al mio comodino, però, c'era un biglietto che mi fece sorridere.
 
"Oggi è la giornata perfetta per pescare, Annie! 
Spero che non te la prenderai se il tuo vecchio passa qualche ora fuori. 
Tornerò presto. 
Un bacio. 
-Papá " 
 
Quel qualcuno continuava ancora a bussare e a bussare. 
Probabilmente a momenti avrebbe buttato giù la porta. 
 
-Arrivo! Arrivo!- Borbottai, andando ad aprire. 
 
-Che c'è?- Chiesi infastidita. 
Ma ciò che mi ritrovai davanti, fu orrendo. 
 
-Christian...?- Sussurrai, guardandolo a bocca aperta. 
"Come ha fatto a trovarmi?"
 
-Ana. Oh mio Dio, Ana!- Esclamò lui, avvicinandosi. 
 
-No, non entrare!- Dissi. -Non. Osare. Entrare.- Gli ringhiai contro. 
 
-Ana..- spalancò gli occhi, sorpreso. -Ma che ti prende, che cos'hai? Perché sei scappata?- Mi chiese. -Sono stato un inferno, mentre tentavo di ritrovarti.- 
 
-Tu? Tu sei stato un inferno?- Quasi risi. -Con quale coraggio TU vieni a presentarti qui?- Gli gridai contro. -Dimmelo Christian! Che cosa vuoi ancora da me?- 
 
-Che vuol dire?- Mi chiese, arretrando di un passo. -Da un giorno all'altro hai iniziato ad ignorarmi, e poi sei scappata via. Che diavolo è successo?- 
 
-Che diavolo è successo?- Chiesi. "Ma è serio?!"
 
-Che fine ha fatto quella "bellissima" donna bionda, con cui hai preferito tradirmi?- Chiesi, furiosa. 
 
Lui impallidì e spalancò la bocca. 
-Tu hai visto...?- Provò a dire, ma non riuscì a finire la frase. 
 
-Sei un pezzo di merda!- Esclamai. -Solo questo, e nient'altro. E se tu ti azzardi ad avvicinarti un'altra volta a me, giuro che ti farò fuori!-
 
-Ana, io...- 
 
-Come diavolo hai fatto a trovarmi, poi?- Sbottai, senza ascoltarlo. -Non avevo detto a nessuno che sarei venuta qui, nemmeno a Kate!- 
 
-Ho rintracciato il cellulare di tuo padre.- Mormorò.
 
Restai a guardarlo interdetta per un minuto intero. 
-Sai che potrei anche denunciarti, vero?- Chiesi. 
 
-Si, lo so.- Rispose assente. -Ana mi dispiace tantissimo.- Disse. -Non sai neanche di quanto io me ne penta e me ne vergogni...- 
 
-Non mi interessa.- Lo bloccai, alzando una mano. -Quello che hai fatto, è ormai fatto. Ma sta pur certo che io non ti permetterò mai più di rientrare nella mia vita.- Affermai. 
 
-Ana, ti prego io...- 
 
-No!- Dissi. -Ti prego niente.- Affermai, guardandolo negli occhi. 
E mi stupii del fatto che non vi era nessuna lacrima che minacciava di scendere. C'era soltanto rabbia. Rabbia e disprezzo, nient'altro.
 
-Ora per favore vattene.- Dissi. 
 
-Tornerai..?-
 
-Devo.- Risposi, più fredda possibile. -Ma non per te.- Conclusi, chiudendo la porta. 
 
Mi appoggiai alla porta e alzai la testa. 
Lo avevo mandato via. 
Gli avevo esplicitamente detto che non avrei mai più voluto vederlo. 
Era quello che volevo, no? 
E intanto, le lacrime che non avevano voluto scendere prima, iniziarono a sgusciare fuori, e a bagnarmi le guance. 
 
"L'amore fa schifo." Pensai, afflosciandomi a terra.
 
Ma avrei rimediato.
Mi sarei scordata di Christian. 
 
Avrei mai smesso di amarlo? 
Lo speravo.
Ma sapevo che non era così. 
 
:-:-:-:-:-:-
 
-Alyce!- Gridò Thomas, raggiungendomi. -Oh Cristo Santo! Stai bene?- Mi chiese, terrorizzato. 
 
-Si...- risposi, confusa. -Perché non dovrei?- 
 
-Beh, perché ieri sei praticamente scomparsa!- Esclamò. -Non sapevo più dove cercarti! Non sapevo neanche se avrei dovuto chiamare la polizia!- 
 
-Oh...- mi sentii terribilmente in colpa. -Mi dispiace così tanto! È solo che c'era una ragazzo che non mi piaceva... e così mi sono allontanata.- Spiegai. -Mi dispiace, avrei dovuto avvisarti.- 
 
-Si, avresti dovuto e come!- Rispose, sorridendomi. -L'importante è che tu stia bene, però! Ti ha fatto del male quel ragazzo?- Mi chiese, serio. 
 
-Si..- sussurrai. -Ma non nel senso che intendi tu.- (tutti i riferimenti sono puramente casuali u.u).-
 
-E allora..?- Cercò di dire.
 
-No. Sul serio, non mi va di parlarne.- Dissi, abbassando lo sguardo. 
 
-Okay...- Rispose. -Senti, sono di fretta. Ci rivediamo questa sera?- 
 
-Si. Certo!- 
 
-A questa sera, allora!- Rispose, e dopo avermi dato un bacio in guancia, andò via. 
 
Sorrisi e scossi la testa. 
Thomas era davvero carino. 
 
-Chi era quello?- Mi ringhiò all'orecchio Christian, facendomi spaventare. 
 
-Ma tu...- Provai a dire. -Mi stavi seguendo?!- Chiesi, sbigottita.
 
-No, per niente.- Rispose furioso. -Chi era quello?- Mi richiese. 
 
-Non sono affari tuoi, Christian!- Sbottai. -Ti avevo detto di non avvicinarti più a me!- 
 
-Lo so, lo so.- Mi rispose lui. -Ma Ana, io sono davvero pentito. Non potrei mai immaginarmi un'altra giornata senza di te...- 
 
-Oh, ma che peccato!- Esclamai. -Forse avresti potuto pensarci prima di tradirmi!- 
 
-Possiamo parlare?- Mi chiese. -Ti prego!- Mi supplicò.
 
-No, scordatelo.- Risposi. 
 
-Io non me ne andrò finché non avremo parlato, però.- Disse. 
Era incredibilmente cocciuto. 
Come sempre, in fondo...
 
-Non preoccuparti.- Risposi. -Me ne vado io.- Affermai, andando dalla parte opposta alla sua. 
 
-Oh, no!- Esclamò lui, afferrandomi per un braccio.
 
-Christian, lasciami!- Gridai. 
 
-Puoi decidere se parlare qui come una persona matura, oppure posso benissimo caricarti in spalla, e portarti all'albergo in cui alloggio. Decidi tu, Ana.- Mi disse. 
 
-Persona matura?- Chiesi, sbigottita. -Proprio tu parli?- Dissi. -Io non ho niente da dirti, Christian.- 
 
-Okay..- sospirò lui. -Allora faremo così, io parlo e tu mi ascolti.- 
 
-Ma io non voglio ascoltarti!- Esclamai. 
 
In un attimo mi ritrovai caricata nella sua spalla. 
 
-Christian!- Gridai. -Mettimi giù!- 
 
-Scordatelo.- Disse lui. -Ti metterò giù, non appena saremo nella mia camera.- 
 
:-:-:-:-:-:-:
 
-Non posso credere che tu mi abbia davvero portata qui!- Esclamai, furiosa. -E mi hai portata in braccio come se fossi una bambina!- 
 
-Se non lo avessi fatto, credi che avremmo parlato?- Mi chiese lui, azzardando in un sorriso. 
Era così bello...
 
-No, certo che no!- Risposi. -Ma non puoi costringere le persone ad ascoltarti, contro la loro volontà!- 
 
-Ana. Ti prego.- Mi supplicò. -Lasciami spiegare, almeno.- 
 
-Spiegare cosa, Christian?- Sbottai. -Io ti ho visto baciarla!- Esclamai. -Che cosa c'è da spiegare? Vuoi dirmi per caso che la colpa era sua, e che tu non volevi lei ti baciasse? Perché se è così, sappi che potevi benissimo scansarti o respingerla!- Gridai.
 
-Vorrei solo spiegarti perché ho fatto ciò che ho fatto, nient'altro. Poi potrai decidere tu cosa fare...- sussurrò.
 
-Io ho già deciso, Christian.- Risposi, cercando di calmarmi. -Hai due minuti. Non uno di più.- 
 
-Ho incontrato Elena...- cominciò. 
 
-Elena?- Lo interruppi subito. 
 
-Il nome di quella donna...- rispose. 
 
"Cristo Santo, la donna con cui mi ha tradito ha un nome!"
 
-Stavo dicendo..- ricominciò. -Che ho incontrato Elena esattamente una settimana prima del tuo compleanno. 
Stavo sistemando il giardino ai suoi, sai... per racimolare dei soldi, per comprarti il regalo di compleanno...- rispose fermandosi, e aspettandosi probabilmente una mia qualche reazione. 
Io al contrario, cercai di restare totalmente indifferente. 
 
"Ti ha tradita, Ana. Ti ha tradita!"
 
-È venuta a portarmi una limonata, ringraziandomi per il bel lavoro che stavo facendo...- sussurrò, impallidendo. -Poi... poi mi ha chiesto se volevo entrare dentro con lei.- 
 
-Ma io ho subito rifiutato!- Disse, sentendomi sussultare. -Le ho detto che ero di fretta, e che magari sarebbe stato per un'altra volta. Ma io non avevo nessuna intenzione di tornare da lei. Poi lei... mi ha baciato.-
 
"Fantastico!"
 
-Ma io l'ho respinta!- Esclamò. -Lei si è arrabbiata e mi ha dato uno schiaffo, poi un altro bacio. Subito dopo è tornata in casa come se non fosse successo nulla.- 
 
Lo fissai confusa. 
Era pazza lei? O forse era pazzo lui?
 
-È stato dopo quell'episodio che io sono diventato strano...- sussurrò. -Ero turbato e confuso da morire. Non avevo capito nulla di ciò che era successo, e non volevo farti preoccupare inutilmente.- Disse. -Poi lei mi ha mandato un messaggio, dove mi diceva che avrei dovuto fidarmi di lei, e che avrei dovuto raggiungerla a casa sua, e... beh, io non volevo andarci, ma...-
 
-Ci sei andato.- Tagliai corto.
 
Lo fissai. 
Ero un misto di odio e rabbia. 
 
-Vi siete divertiti, almeno.- Borbottai acida. -Perché è così, vero? Siete andati a letto insieme.- 
 
Sembrava realmente pentito, e dopo un attimo di esitazione, sussurrò un "Si..."
 
Respirai a fatica, e cercai di controllare un singhiozzo, ma inutilmente.
 
-Ana io...- provò a dire Christian. 
 
-Ti senti meglio, adesso?- Gli chiesi. -Credi che dopo avermi fatto sapere che tu e quella donna avete scopato, io ti perdonerò?-
 
-So di aver sbagliato. Così come so di essere stato un coglione. 
"Ho tradito Ana." Continuavo a dirmi. "L'ho tradita." 
Elena è una psicopatica, Anastasia. Tu non hai neanche idea di quale sia il suo concetto di "sesso".- Mi disse con disprezzo. -Lei fa cose che tu... insomma, ho capito di aver sbagliato. Cavolo se ho sbagliato! 
Ho tradito l'unica ragazza di cui io sia mai stato innamorato, per fidarmi di una psicopatica!- Esclamò con voce spezzata. 
 
Distolsi lo sguardo. 
Cosa pretendeva che gli dicessi ora? Che andava tutto bene? Che avevo capito? 
Che poteva succedere?! Ma che se mi avrebbe promesso che non lo avrebbe mai più rifatto io lo avrei amato di nuovo?
 
-Di qualcosa, ti prego..- Disse. 
 
-Che cosa vorresti che ti dicessi, Christian?- Chiesi. 
 
-Senti Ana... io non voglio vivere una vita senza di te.- Affermò, costringendomi a guardarlo. -Non voglio e non posso. Il mio è stato molto più che un tradimento, lo so. Ma potremmo ripartire dall'inizio. Devo solo riconquistare la tua fiducia, e dimostrarti che ho capito di essere stato un completo idiota. 
Ma ti prego Ana, ti prego, dammi un'altra possibilità.- Mi supplicò.
 
 
 
ANGOLINO AUTRICE:
Sono addirittura in anticipo (amatemi per questo u.u) quindi godetevi il primo capitolo!! 
P.s: sono mooolto in ritardo per chiederlo, ma a voi è piaciuto il film? 
   
 
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