Il modo in cui socchiude le labbra di fronte alle telecamere, rivelando una fila di denti bianchissimi e perfettamente dritti, gli strappa sempre a sua volta un sorriso; basta solo una sua risata pura e cristallina a donare un senso nuovo alla sua giornata.

Ma c'é una grande differenza fra i sorrisi regalati ad una telecamera, a volte anche forzatamente allegri, e quelli che Ryo rivolge unicamente a lui quando sono da soli, sotto le coperte del loro letto, cercando di non svegliare i vicini con le loro risate.

Il suo sorriso raggiunge anche gli occhi, che spesso lacrimano dalle troppe risate (specialmente quando il più piccolo incomincia a solleticarlo soltanto per il puro piacedere di vederlo contorcersi sotto le sue mani), ed è una visione talmente bella e indescrivibile e pura, che difficilmente qualcuno la abbinerebbe alla fama di Sexy Osaka Man che lui stesso si è costruito.

Così, mentre si allontana da lui per farlo respirare, entrambi col fiato corto, i capelli scarmigliati più che mai ed il viso rossissimo - sembra quasi che abbiano fatto dell'altro, quando invece stavano facendo la loro solita 'gara di solletico' -, Yamapi riflette su quanto sia fortunato. Posa un piccolo bacio sulla guancia di Ryo, il quale, piacevolmente stupito da quel gesto, con una leggera pressione della mano sulla sua schiena sudaticcia lo fa sdraiare accanto a sé.

Yamapi si mette un poco più comodo. Appoggia il capo sul petto del ragazzo più grande, la stoffa bianca della canottiera che solletica leggermente la sua guancia, ed alza lo sguardo: Ryo ha gli occhi socchiusi e sorride fra sé e sé, mentre fa scorrere le proprie dita fra i capelli del suo compagno più piccolo, in un massaggio lento e dolce allo stesso tempo. Prendendo la mano libera dell'altro nella sua, stringendola un poco e facendo intrecciare le loro dita, Yamapi si lascia sfuggire a sua volta un sorriso.

“Cos'hai da ridere?” La voce del più grande é volutamente bassa, quasi avesse paura di rovinare la tranquillità del momento.

Il suo sorriso, nonostante le parole dell'altro, si allarga. Perchè ti amo tantissimo, perchè sei la cosa più bella che mi sia capitata, perchè sono dannatamente fortunato, perchè riesci a riscaldare il mio cuore con solo la tua presenza. “Boh, così. Niente in particolare.”

Vedi di dormire. Domani mattina devi alzarti presto no?”

Yamapi inarca un soppracciglio, fingendosi offeso. “E da quando in qua sei il mio manager?”

Entrambi ridacchiano, ma Ryo non risponde – se gli rispondesse, continuerebbero a battibeccare all'infinito –. Si limita a continuare a massaggiare i capelli del più piccolo con movimenti lenti e dolci, perché sa che basta accarezzargli il capo per farlo scivolare nel mondo dei sogni.

Non è questione di essere manager o no, lo sanno bene. È questione che è normale e giusto preoccuparsi della persona amata, e Ryo, con lui, era dolce e protettivo come nessun altro.

Così Yamapi chiude lentamente gli occhi, cullato dal battito calmo dei loro cuori, il petto del suo amante come il più morbido e caldo dei cuscini, strofinando di tanto in tanto una guancia accaldata contro la canotta chiara.

Sente a malapena il “buonanotte, Pi” pronunciato stancamente da Ryo, prima di scivolare nel regno di Orfeo.

Non lo può vedere in faccia, ma sa che sta sorridendo.