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Autore: Chiku    26/01/2009    4 recensioni
La prima cosa che Carlo ha notato di Valerio è il sedere. (Per il compleanno di ISI)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Su questa strada, noi.
Autrice: Chiku
Rating: Pg15
Trama: La prima cosa che Carlo ha notato di Valerio è il sedere.  (Per il compleanno di ISI)
Note dell’autrice: È la primissima originale che mi azzardo a scrivere; se l’ho fatto è solo per ISI, e per il suo compleanno! Per ringraziarla di leggere ogni volta storie su fandom che non le interessano e per essere un’amica (figlia?) tanto buona XD

*Chiku inizia a fischiare, facendo finta di non accorgersi dell’incredulità generale*

Bando alle ciance, ti piaccia o meno questa storia è tutta tua, anche se i protagonisti non sono né il Red, né il Sad, né Nello (Mello, no, non ho nominato te. Torna a fornicare con Near, su!). Sono due piccole creature partorite durante una notte insonne che probabilmente lascerò in pace per il resto della vita. Immagino sarete tutti sollevati, adesso ;-)  Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti accaduti è da considerare assolutamente casuale. A parte la scelta dei nomi, che… be’, non lo dico se non mi prendereste tutti per matta XD
Infine, questa storia ha come avvertimento ‘Slash’. Se non lo aveste notato, e l’amore tra due uomini vi desse ribrezzo, siete ancora in tempo per cliccare la grossa freccia qui sopra. Metto le mani avanti perché poi non mi vorrei ritrovare a dover sbranare qualche pazza omofoba di passaggio ;-) Se, invece, tutto ciò vi piace (*__*), buona lettura! 

Ancora tanti auguri, Isa! 

 
  

Carlo ha vent’anni quando apre per la prima volta la porta del bagno di quello squallido locale per gay. Il pavimento è sudicio e bagnato, e non capisce come faccia a starci sdraiato quel ragazzo dall’aria spossata senza morire dal freddo e dall’olezzo.
A guardarlo sembrerebbe aver appena vomitato dentro la tazza del cesso alle sue spalle tutto quello che doveva aver ingurgitato durante la serata. Non è un eccesso di pietà ciò che lo spinge ad aiutare lo sconosciuto, quanto più la consapevolezza che se non lo avesse fatto avrebbe avuto rimorsi di coscienza per giorni. O forse è il culo grandioso che l’altro si ritrova, il vero motivo.

L’unica cosa che in effetti Carlo nota durante la serata è proprio quel sedere fasciato da jeans attillati: mentre lo guarda pensa che siano stati creati apposta per essere indossati da lui. Lo fanno impazzire, tanto che, se non fosse stato per le condizioni in cui l’ha trovato, a quest’ora l’avrebbe già scopato dentro a uno dei tanti cubicoli del bagno, ed è con questa consapevolezza che si offre e si ostina ad accompagnarlo a casa.

È quando arrivano al portone di casa sua che finalmente nota qualcos’altro: i suoi verdi ed intensi occhi. È convinto che se non fosse per l’annebbiamento dovuto ai fumi dell’alcol brillerebbero intensamente, e la tristezza che lui vi legge non ne nasconde la profondità.

Carlo si costringe ad aspettare almeno un giorno prima di andarlo a cercare. Fortuna che sa dove abita, visto che di lui non conosce praticamente nient’altro. Nemmeno il nome… Entra in vari negozi, lo cerca per svariato tempo, ma non riesce a trovarlo. Non si dà per vinto, in fin dei conti possono esserci mille motivazioni, riflette. Torna a passeggiare per quei marciapiedi anche il giorno dopo e quello dopo ancora; poi, quando inizia a darsi del coglione, perché probabilmente l’altro neppure si ricorda di lui, lo vede. È seduto al tavolo di un bar piccolissimo che le altre volte, ne è sicuro, non aveva neanche notato. Carlo si considera una persona paziente, ma vuole quel ragazzo a tutti i costi.

Quando entra e gli rivolge la parola, il mezzo-sconosciuto-dal-culo-perfetto aggrotta la fronte nel modo più dolce del mondo. Poi, dopo qualche attimo, spalanca gli occhi, meravigliato e anche un po’ contento, si felicità tra sé Carlo. Fa per offrirgli da bere, ma l’altro lo ferma, dichiarando di volersi sdebitare per la sua gentilezza. Sono Valerio, dice allungando la mano destra, e tu…?

La prima volta che fanno sesso, Carlo lo trova intenso ed appagante, come molte altre volte in cui l’ha fatto. Valerio è eccitato prima, e un po’ dolorante dopo, quando stringe tra le braccia l’altro che è appena venuto tra le sue cosce.

Valerio è giovane, ma sa come vanno queste cose di solito. Ogni altro ragazzo con cui è stato precedentemente non è durato più di qualche giorno, o al massimo di qualche settimana. Ma si rende conto che con Carlo tutto sarebbe stato diverso quando iniziano ad uscire insieme. Nessun altro prima di lui lo avrebbe mai portato al cinema o a cena fuori, un po’ per vergogna, un po’ per scarso interesse. Fare sesso era molto più divertente, dicevano. Ma non è tanto questo, ciò che gli fa sperare che tutto sia diverso: è quella luce che brilla negli occhi di Carlo appena lui lo vede, sono i piccoli gesti che l’altro compie per fargli sentire la sua vicinanza. Si ricorda che sua madre li chiamava ‘effetti da innamoramento’, anche se sicuramente è troppo presto perché Carlo possa provare qualcosa del genere per lui. Ma sua madre diceva pure che sognare non costa nulla.

Carlo non sa come Valerio possa piacergli tanto. È presuntuoso, arrogante e testardo. Fin troppo orgoglioso e caustico, per i suoi gusti. Non è solo per il suo corpo, ormai se n’è reso conto. E nemmeno per i suoi occhi, o perlomeno non è quel verde meraviglioso a fargli battere più velocemente il cuore. È impazzito, con ogni probabilità. Non è mai stato così… sdolcinato; con nessuno, e sicuramente non ha intenzione di iniziare adesso. Ma qualunque cosa si sia costretto a pensare, non può negare la grandiosità di quel mondo che è semplicemente Valerio. La sua ingenuità e la sua dolce insicurezza, la sua forza e la sua indipendenza. Il suo grande attaccamento alla famiglia – a sua madre –, e ai pochi amici che ha. Sono quella fierezza e quella malinconica nostalgia che legge nei suoi occhi ad attirarlo così tanto, a spingerlo a scoprire tutto di Valerio.

Ha appena finito la scuola, ma sa già cosa vuole fare da grande, al contrario di tutti i suoi amici e dei suoi compagni di classe. Diventerò dottore, aveva affermato orgoglioso a suo padre, quando ancora lo riteneva un uomo degno della sua stima. Molto prima dell’arrivo di quell’altra donna che gli aveva rubato il suo affetto. Carlo gli chiede il perché una sera che si trovano sdraiati sul prato di casa del più grande, intenti a godersi il venticello serale. Quando ero piccolo avevo paura anche del sangue, spiega lentamente. Poi la possibilità di aiutare gli altri mi è sembrata la più gratificante, anche quando questi altri hanno iniziato a deridermi e a chiamarmi scherzo della natura. Sarà capitato anche a te. Essere chiamato frocio non è così male, se devi scegliere tra questo e l’essere pestato. Ma la cosa che mi ha sempre affascinato di più è l’idea di tenere un cuore tra le mani, sussurra, cercando di farsi sentire il meno possibile, timoroso di ricevere solo scherno dall’altro per le sue parole. Carlo, invece, fissa il cielo stellato, consapevole che Valerio senza immaginarlo, tra le dita, un cuore già ce l’ha.

La prima volta che fanno l’amore, Carlo lo percepisce. È uguale, ma completamente diverso da tutte le altre volte. E benché lui si ripeta che, cavolo!, non è una stupida femmina mestruata, gli sembra di sentire una bolla d’aria all’altezza dello stomaco in procinto di scoppiare, ma che non lo fa, che resta lì fino a che non si addormenta tra le braccia di Valerio, giusto un attimo dopo essersi chiesto se magari quel calore è solo senso d’appartenenza.

La prima cosa che ha notato di Valerio è il sedere. La seconda sono gli occhi. Carlo ha scoperto che sono in grado di parlare, o almeno che ci riescono con lui. Lo avvisano di lasciarlo stare se lui è irritato; gli gridano fanculo quasi ogni volta che litigano. Le restanti volte invece dicono scopiamo; quando sono avvolti da quella fiera tristezza lo supplicano di abbracciarlo, e Carlo lo fa come se Valerio fosse un bambino indifeso e bisognoso d’affetto, o il dono più prezioso di una vita intera; ci sono giorni, invece, che brillano di gioia e sembrano essere in grado di illuminare la volta celeste come l’astro più stupefacente. 

Non ci sono giorni che Carlo preferisce ad altri, davvero. L’importante, pensa sorridendo – lo fa spesso, mentre lava i piatti, a volte mentre sale sull’autobus, altre quando osserva mariti e mogli ottantenni che si tengono per mano e si sorreggono a vicenda lungo la strada –, l’importante per lui è camminare, correre, saltare, addirittura fermarsi, se ce n’è bisogno, con Valerio affianco. Carlo ha paura di sembrare una donna in menopausa quando lo pensa, e che sia avvenuto davvero qualche errore alla nascita, ma in fondo sa anche lui che è la verità: Valerio non è tutto ciò che ha. È solo tutto ciò di cui ha bisogno.

 

 

 Note finali (superflue, ma anche no):

Ringrazio chiunque sia arrivato fino a qui, chiunque sprecherà qualche attimo per dirmi cosa pensa di questa shot e chiunque leggerà soltanto!

E, ah, sì! Auguri Isa! Sai, per qualche attimo sono stata tentata di pubblicare anche quelle cavolate su Piton che scrissi anni e anni ora sono ;-) Ma la voglia è passata subito XD

  
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