Gli occhi verde smeraldo, una Masamune e tanto sangue.
Così Sephiroth mette fine alla vita di Aerith.
Via il dente, via il dolore.
L'atmosfera dentro il suo corpo era diventata cupa, tetra, insostenibile.  
Chiunque gli si fosse presentato davanti in quel momento, avrebbe avuto la sua stessa sorte.
La mente di Sephiroth era perversa, contorta, non capiva nemmeno lui che cosa volesse realmente.
Non badò alla dolce Aerith, distesa a terra a pancia in giù.
In fondo non era la sua prima vittima, era abituato a uccidere.
E poi Aerith non valeva niente in confronto al grande potere che lui possedeva, in confronto al potere che la Madre possedeva.
I ricordi però non gli lasciavano via di fuga, lampeggiavano nella sua mente come fari a intermittenza.
I suoi "amichetti" non sapevano tutto su di loro.
Sephiroth, con il suo passo leggiadro ma nel contempo deciso e militaresco, si avvicinò alla ragazza, lasciando cadere la spada.
Provò pietà, ma del suo corpo morto e ancora sanguinante.
Avvertiva in lui il desiderio di piangere, ma non doveva farlo. 
Sarebbe diventato un dio al fianco della legittima erede del pianeta, ma senza Aerith.
Lei non avrebbe assistito alla sua vittoria.
Si inginocchiò con la sua dama tra le braccia e la osservò.
I suoi capelli bruni, i suoi riccioli, le sue labbra rosa, la sua pelle candida.
Era viva nella morte.
L'occhio di Sephiroth cadde su una delle tasche sulla camicetta rosa di Aerith, sembrava avesse un rigonfiamento.
Non si fece alcuno scrupolo, e sbottonò il taschino, trovandoci due fogli a righe ripiegati più volte.
Sephiroth rimase sconcertato non appena aprì il primo foglio.

"Mio amato Sephiroth, questa lettera l'ho scritta per te.
Ti scrivo perchè temo di non rivedere mai più il tuo splendido viso."

Il grande distruttore si soffermò realmente di fronte a quelle parole, e leggeva la lettera davanti al corpo senza vita della ragazza che l'aveva scritta.

"Quando ero piccola sognavo il principe azzurro, l'uomo che mi avrebbe salvata e che mi avrebbe sposata.
Non credevo di trovare te, lungo il mio tragico cammino, mio caro.
Non pensare che io non ti ami più, non potrei mai dimenticare quello che abbiamo fatto insieme, e sono sicura che nemmeno tu lo dimenticheresti.
Mi hai chiamata ingenua, sognatrice, stupida...mi hai anche insultata pesantemente più di una volta.
Ma mi hai anche accarezzata, baciata...mi hai amata.
Quelle notti, lontano dagli occhi dei nostri nemici...ti ricordi, mio caro Sephiroth?
Abbiamo guardato le stelle un sacco di volte insieme, ci siamo raccontati tutto quello che avevamo da raccontare, e ci siamo confrontati su ogni nostro pensiero.
Ricordo il nostro primo bacio ogni volta che ti vedo, mio tesoro, ricordo ogni singolo particolare.
Parlavamo del futuro, quel futuro incerto che ci sta pian piano inghiottendo.
All'improvviso ti sei avvicinato a me, mi hai accolto tra le tue braccia rassicuranti e hai rapito le mie labbra, costringendole ad attaccarsi alle tue.
E' stato un momento meraviglioso.
Ero felice di renderti felice, di renderti meno solo.
Le nostre paure si dissolsero quella notte in cui decidemmo di spogliarci, in cui facemmo l'amore per la prima volta.
Il tuo bellissimo corpo finalmente si mostrava ai miei occhi, e io finalmente mi mostravo a te per quella che ero.
La tua bocca assaporava fiera ogni parte di me, e io te lo lasciavo fare, perchè ti desideravo, e ti sto desiderando anche adesso, mentre scrivo; è irrefrenabile la voglia che ho di te.
Sei entrato in me come un lampo improvviso, ma lievemente come una farfalla.
Mi sono lasciata toccare da te, perchè mi sentivo protetta, e perchè eri tu a doverlo fare.
Ho dimenticato tutte le paure, con te, da quella notte alle altre notti in cui al mondo c'eravamo solo io e te.
Rimpiango di non aver osato di più, angelo mio.
Ti ripetevo di lasciare il tuo sogno folle e di seguire me, ma tu cambiavi faccia e non volevi ascoltarmi.
Non volevo rovinare il tuo meraviglioso sorriso con le mie suppliche, così ti prendevo il viso e ti baciavo avidamente, senza fermarmi fino a che tu non lo chiedessi.
Ma io sono certa che un giorno mi darai retta.
Non mi sento in colpa ad aver mentito ai miei amici, perchè in quel momento eri tu la cosa più importante per me, e spero che anche io sia stata la cosa più importante per te.
Ti amo e voglio rivederti, prima di andarmene.
Scusa se ti parlo così francamente, ma sento che sarai tu stesso a uccidermi.
Nonostante questo, spero sempre in una svolta nella tua vita...lo dico per te e per noi, non far finire tutto in questo modo, ti scongiuro.
Salvaci.
Salva il nostro legame."
                                                                                                                            La tua Aerith.

Sephiroth accartocciò entrambi i fogli e si accasciò tremante sul corpo inerme della sua amata.
I ricordi che prima lampeggiavano, si erano fatti più chiari e ben visibili nella sua mente instabile.
Lui aveva amato follemente Aerith, l'aveva desiderata, l'aveva baciata, l'aveva toccata, l'aveva voluta nei suoi sogni, l'aveva messa a paragone con il suo sogno di dominio sul mondo intero, e aveva scelto se stesso.
Le mani di Sephiroth toccarono quelle di lei, mentre la bocca si aprì in un suono sommesso; ormai le mani di Aerith erano solide e fredde.
Restò muto aspettando di piangere.


                                                                                                                                            Fine