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Autore: Egomet    26/01/2009    2 recensioni
Seguito de 'La macchina del capo ha un buco nel...motore'. Davide e Alice sono tornati, ma non sono soli. Tra Calvin Klein, i genitori, gli amici e una casa da ridipingere... come andrà a finire?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il viale di periferia, quello che porta all’ospedale, è privo di abitazioni; di tanto in tanto vi passano auto, ma nulla di più. Pochissimi sono i passanti, per lo più medici o infermieri. Ed è per questo che quel viale, parecchio lungo, è il preferito di Davide.

Il quale lo sta percorrendo a passo di corsa.

Ha un iPod attaccato al polso e le cuffie nelle orecchie.

Sono le quattro e mezza, e ha deciso di prendere in considerazione l’idea di un nuovo lavoro. Gli sembra che il bar poco lontano casa di Alice abbia affisso un annuncio.

Più tardi andrà a vederlo.

-Corri, sfaticato!-

Una risata, accompagnata dal cigolare della catena della bici, lo fa voltare; senza smettere di correre la guarda, avanzando a ritroso.

-Visto che se mi ci metto…?- dice, sorridendo anche lui.

Alice lo raggiunge e rallenta il passo, per quanto può. Gli fa segno di togliersi le cuffie, poi dice

-Ho incontrato Marilena-

Davide si preoccupa e fa una faccia timorosa.

-E che ti ha detto?-

La ragazza si acciglia e guarda davanti a sé, affiancandosi al lato sinistro del marciapiede.

-Stavo con mamma a fare compere, che voleva il mio aiuto… e l’ho vista. Ma stava con un altro tipo-

-Ah sì?-

Il ragazzo non smette di correre e perciò inizia a venirgli il fiatone.

-Dovremmo dirlo a Luciano?- domanda lei.

Lui sbuffando, si ferma e si piega, appoggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.

-Sfaticato!- Alice ferma la bici e aspetta.

Davide alza la testa, stringendo gli occhi per via del sole.

-Non so…… quella ragazza è la cosa peggiore che gli sia mai capitata-

-Perché?-

Si siedono sul muretto che contorna il viale.

-Perché… sai, Luciano… fa l’impiegato in una grossa società- fa un bel respiro -e… beh, guadagna abbastanza, direi. Marilena se l’è sempre tenuto stretto, e… e certe volte che voleva mollare lo ha sempre fatto ricredere…-

-Poi lui l’ha tradita?-

-Beh sì, ma… fatti loro, che ne so io…comunque penso che…-

-…che voglia solo il suo bello stipendio?- completa la ragazza.

-Esatto. Oh, ma non una parola con Luciano-

-Sì, certo. Ma lei? Non lavora? Sembra una tipa tutta impegnata…-

Davide ridacchia.

-Sì, lei è una tosta. Ha preso la laurea in scienze della comunicazione, ma… non lavora-

-Non lavora? E come fa?-

-Secondo te perché sta col suo fratellino?-

-Tommaso?-

Lui fa una smorfia.

-Sì. Difetto di pronuncia a parte, lavora all’ospedale, qui- indica il grande edificio alle loro spalle.

-Ma dai! Che forza!- commenta Alice.

-Fa l’infermiere. Ma sta facendo un sacco di corsi per… mi pare sia odontoiatria, boh…-

Rimangono a meditare sulle parole per un po’.

-Quindi lei ha la casa col fratello? Solo perché…-

-…perché ha un bel lavoro, sì-

Alice si acciglia.

-Beh scusa, ma è ingiusto! Che fa, vive alle spese degli altri?- esclama, saltando in piedi.

-Lo so, ma che ci possiamo fare?-

-E tu?- di colpo si fa seria -Tu pensi che io viva a spese tue?-

-No, tu vivi a spese di tua madre e tuo padre-

Per questo riceve un pugno leggero sul braccio.

-Stupido-

-Dai, seriamente. Tu che vuoi fare?-

D’un tratto lei si fa triste e pensosa. Abbassa lo sguardo e fa una buffa smorfia.

-Non so…- poi si appoggia con la testa alla spalla del ragazzo.

Lui sorride divertito. Poi le fa alzare lo sguardo con una mano.

-Stasera vado a vedere per il lavoro al bar sotto casa tua- le dice, per distoglierla da quel discorso.

Lei però non sembra tanto spensierata.

-Bravo…- lo guarda negli occhi, seriamente preoccupata -Tu mi lascerai se non prendo l’università?-

Davide vorrebbe ridere ma capisce che non è il caso. Si stiracchia e le posa una mano dalla presa forte sulla spalla.

-No- dice con un sorriso, tranquillo -dovrei? Tu… fai quello che vuoi. Trovati qualcosa che ti piace…-

-E chi lo dice ai miei?-

-Glielo dico io-

Alice lo guarda stupita; poi sorride e fa un verso scettico.

-Certo… -

-Certo che sì-

Le dà un bacio sulla testa, si alza e riprende a correre.

La ragazza lo guarda andare via, poi si alza anche lei, sorride, mette le mani attorno alla bocca formando un piccolo megafono.

-Guarda che ci conto!- gli grida dietro.

Lui si volta e ricambia.

-Promesso!-

Scuote la testa, prende il manubrio della bici e monta su.

 

Qualche manciata di minuti dopo, si ferma all’entrata della piscina comunale.

Sta aspettando la sua amica per farsi un giro, come sempre.

Ecco che esce, puntuale com’è suo solito, ma non è sola.

Non è possibile. Le viene voglia di battersi una mano sulla fronte.

Insieme a Giorgia c’è Oscar.

Oh, possibile che ci dobbiamo sempre incontrare? Madonna, e che è?

Quando si fanno vicini compone un bel sorriso.

-Ehilà… ciao-

-Chi si rivede. Allora è proprio destino…-

Fa un altro di quei sorrisi da svenimento, ma lei ha tanta voglia di alzare un sopracciglio e mandarlo a quel suo ricco paese.

-Sembra… beh, andiamo?- fa rivolta a Giorgia.

Lei scuote la testa.

-Come no?-

-Ha chiamato mia madre, devo stare a casa con mio fratello. Mi spiace…-

-Oh, ma se vuoi… ti accompagno io…- dice Oscar con disinteresse.

-Beh…-

Alice alza un sopracciglio e scambia un’occhiata con l’amica. Però deve aver sbagliato espressione, perché Giorgia batte sulla spalla del ragazzo.

-Ma sì, dai, vacci con lui!-

Con un sorriso a denti stretti lei sibila

-Grazie…-

Poco dopo sono sul corso, camminano vicini.

Oscar si infila le mani in tasca e comincia

-Dove vuoi andare?-

-C’è un negozio… là in fondo… non so se lo conosci…- indica un punto dall’altra parte della strada -lì vendono belle cose. E non costano manco una cifra- propone.

Se proprio deve passarci un pomeriggio, che lo passi a modo suo. Decide almeno di divertirsi.

Lui scuote il capo, divertito.

-No no no… Alice, ma che mi combini? Invece ti porto io in un posto-

-Che posto?-

-Vedrai- fa misterioso.

La guida fino ad un negozio molto elegante, ben arredato e con parecchi capi costosi in esposizione.

Alice sgrana gli occhi davanti a tanto sfarzo; sbalordita entra e si guarda intorno. Però non osa nemmeno avvicinarsi ai vestiti, anche solo per guardarli da vicino: non potrebbe permettersi neanche una manica, pensa.

Oscar, sicuro di sé, entra dentro e la conduce alla cassa.

Appena lo vede, la commessa gli fa un enorme sorriso.

-Buonasera, signorino Perugini. Compere stasera?- esordisce speranzosa con un sorriso che più allargato non si può.

-Solo di passaggio; anzi…- guarda un attimo Alice -…mi chiami Ines?-

-Certo, vado subito-

Svolazzante che sembra una farfalla, e velocissima, vola nel retro del negozio.

La ragazza la guarda andare via e poi fissa il ragazzo; sembra molto tranquillo e a suo agio.

-Ehm…- cerca di attirare la sua attenzione.

-Si?-

-Non credo di potermi permettere nulla…- spiega a bassa voce -sai… puntavo a qualcosa di meno… principesco-

Guarda gli abiti, ma basta anche solo osservare l’arredamento e i colori del negozio. Il bancone di vetro, le poltrone argentate, i tappeti grigio chiaro e l’aria che tutto, lì sia perfetto.

-Ma sono il meglio del meglio- ribatte lui.

-Beh sì, ma- Alice sorride come quando si spiega qualcosa di ovvio -costa troppo-

-Tu lascia fare a me- conclude, bloccando altre risposte alzando una mano.

-Oscar!-

Chiamato, si gira.

Una signora in tailleur compare dal retro e gli va incontro a braccia aperte.

Sempre con quel sorriso incredibilmente allargato, lo bacia (per modo di dire, più che altro ha fatto solo la mossa, pensa Alice) e lo esamina.

-Ma guardati, sei… sei incredibilmente fantastico!-

-Anche lei- fa lui compiaciuto del complimento.

Ines sposta lo sguardo sulla ragazza, alla quale non piace per niente l’occhiata “a scanner” , come la ribattezza nella sua mente, che le ha dato.

-E lei?-

-Un’amica. Mi chiedevo se tu avessi qualcosa di adatto per farla sembrare molto più bella di come non sia già-

A quell’inaspettato complimento lei arrossisce, ma non ribatte.

La signora la scruta di nuovo, pensosa. Poi agita l’indice.

-Credo di avere qualcosa. Vieni, forza-

La prende per mano (anche se come Alice sottolinea in mente, la rapisce) e la porta nella zona camerini. Le pareti nere contrastano col pavimento argentato e con la fila di tendine gialle che nascondono i cubicoli.

Ines va verso i manichini.

-Allora…. Ehm…-

-Alice-

-Sì, bene. Alice, cosa ti piacerebbe indossare?-

-Beh io…-

Osserva i vari modelli esposti, non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe dovuto scegliere fra quelli. Però Alice è pur sempre Alice. Non può farsi prendere in contropiede.

Indica un vestito grigio chiaro.

-Può andare- acconsente la signora. Lo sfila e glielo porge.

Poi le indica uno dei camerini.

La ragazza ne esce tutta stretta nell’abito più scandaloso e al tempo stesso da capogiro che abbia mai indossato.

Certo le Adidas non vanno bene sotto, ma guardandosi allo specchio non riesce a credere al riflesso che le dà.

-Sei bellissima-

Oscar le sorride nello specchio e voltandosi lo vede a braccia conserte, vestito con la camicia nera e i pantaloni bianchi, che la osserva attento.

-Sì, ma si può far di meglio-

Ines va immediatamente a prendere in mano un altro abito, nero stavolta.

Glielo porge e lei obbediente lo indossa.

Esce nuovamente da camerino, stavolta ancora più scoperta. Lo spacco è molto alto e anche la scollatura non scherza. Tanto che spunta un po’ del reggiseno nero dall’abito. Si guarda di nuovo allo specchio.

-Stupenda. Favolosa- decreta il ragazzo, seduto su una poltroncina.

-Esattamente-

-Dici?- Alice lo guarda un po’ incerta.

Poi si volta verso lo specchio e piega di lato la testa.

Non le convince.

-Tesoro, se non ti piace questo non so che farti. Ti sta d’incanto. Sembra fatto per te-

Ma ancora non è convinta.

Cerca un modo per dirlo a quei due, che sembrano d’accordo. Per un attimo pensa alla faccia di Davide se la vedesse con quel vestito. Sorride; avrebbe tanta voglia di fare una piroetta in modo che la gonna le svolazzi intorno; ma non può, insomma, sembra di essere dal sarto di una principessa.

Però, in ogni caso, non sia mai che Alice si faccia comandare da qualcuno.

Si volta, prende fiato.

-A me piace l’altro- dice convinta.

-L’altro? Questo?-

Ines lo mostra con disprezzo.

-Sì-

-Questo ti sta molto meglio, lascialo dire a chi di moda se ne intende-

Lei si acciglia e ribatte istintivamente.

-Beh, non so, certamente lei capirà quanto cavolo vuole di moda, ma chi sceglie il vestito sono io scusi!-

Poi guarda Oscar, che pare sbalordito.

-Anzi- prosegue -non lo voglio questo vestito, visto che io- e marca il pronome -di moda non me ne intendo!-

Va nel camerino e si cambia.

Ma quando esce i due sono scomparsi.

Li trova all’ingresso del negozio, intenti a confabulare. Oscar si riprende una carta di credito e prende la ragazza per mano.

Ines la guarda accigliata e sibila un -Buonasera- molto tirato.

 

Una volta fuori il ragazzo le domanda

-Ma sei impazzita? Farla arrabbiare così! Quella è…  è la regina qui! Nessuno sano di mente la contraddirebbe!-

-Beh scusa, mi ha detto che non capisco nulla di moda!- ribatte con le mani sui fianchi.

-Cercava di consigliarti…-

-Non è vero-

Oscar sorride comprensivo e la prende per le mani.

-Dai…-

Le porge la busta che ha in mano.

-Ti piace allora?- domanda mentre lei si fa scorrere fra le mani il tessuto grigio chiaro del primo vestito. Schiude la bocca, sorpresa.

-Mi hai comprato quel vestito?-

-Sì-

Prima scuote piano la testa, fissando l’abito fra le sue mani; poi sorride e lancia un piccolo urlo.

Gli salta al collo.

-Grazie grazie!- si allontana e guarda prima lui poi il vestito -Io… grazie, ti sarà costato una fortuna…-

-Le belle ragazze si meritano solo il meglio, no?- fa lui, sorridendo.

Anche Alice sorride, poi si accorge che sono molto vicini.

Non abbassa lo sguardo, ma sembra, da come la guarda, che Oscar stia pensando le stesse cose.

Non osano avvicinarsi, ma prima che uno solo dei due possa fare altro, una voce femminile chiama la ragazza.

-Alice!-

Lei si volta e vede sua madre venirle incontro.

-Mamma?- chiede stupita -Che fai qui?-

-Oh nulla, cercavo solo… non so, qualcosa di carino… beh, e voi?- la signora guarda il ragazzo accanto alla figlia.

Riconosce che non è Davide e lo fissa attenta.

-Lui chi è?- domanda.

-Lui è Oscar. Mamma, Oscar; Oscar, mamma- li presenta.

-Piacere- fa il ragazzo, sorridendo invitante -stavamo facendo delle compere anche noi-

Sua madre ha quell’espressione che conosce bene, come di quando si ha un’idea, e non le piace affatto.

Poi, la tragedia.

-Ti andrebbe di venire a cena da noi?-

Argh.

E da lì, cominciano i guai.

 





Domando scusa per il ritardo, ma ho avuto un po' di problemi fisici (non auguro a nessuno di rompersi l'osso del collo). Grazie per i commenti che mi avete lasciato, e cercherò di aggiornare quanto prima possibile.
  
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