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Autore: Choi Yume    02/08/2015    1 recensioni
Kim Sunggyu, Nam Woohyun, Lee Sungjong e Lee Howon lavoravano insieme in un importante compagnia informatica.......
non avevano molto in comune quei quattro eppure erano legati da un’amicizia salda da anni oramai, forse perché nessuno di loro sapeva davvero come ci era finito a fare quel lavoro così poco stimolante, insomma Sunggyu era un amante della musica rock e nella vita avrebbe voluto fare il cantante, Woohyun amava cucinare e sarebbe voluto essere uno chef, Sungjong era un amante delle cose carine e di certo numeri, cifre e codici non erano il suo sogno nella vita, Howon invece aveva sempre sognato di fare il ballerino; si sarebbero potuti chiamare ‘il quartetto dei sogni infranti’ o semplicemente persone che come tutte le altre si erano dovute scontrare con la realtà una volta diventati adulti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Sunggyu, Nam Woohyun, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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[angolino dell'autrice]
premetto che di solito le note le metto alla fine di una storia,ma stavolta ho deciso di fare questa piccola variazione. Questa è la prima Shot che pubblico in questo fandom e ci tengo davvero tanto, ci ho lavorato tanto, so che non è perfetta, ma ho fatto del mio meglio e vorrei davvero un'opinione, grazie e buona lettura.



Kim Sunggyu, Nam Woohyun, Lee Sungjong e Lee Howon lavoravano insieme in un importante compagnia informatica e quella in ufficio non era stata una delle giornate più leggere del mondo anzi, c’era stato un frenetico battere di tasti, persone che correvano su e giù con pile di fotocopie tra le braccia, segretarie che portavano enormi vassoi pieni di tazze di caffè perchè lo sapevano tutti, quel giorno si sarebbe chiuso tardi. Era la giornata della consegna di un nuovo programma per un’importante agenzia di telefonia internazionale e c’erano ancora milioni di cose da fare. Tutti lavorarono ad un ritmo serrato fino alle dieci di sera passate, anche da un bel po’ a dire il vero, ma alla fine un grande applauso si levò in tutto l’ufficio del dodicesimo piano, ce l’avevano fatta.
Quattro uomini uscivano insieme dall’ufficio, le schiene a pezzi per il troppo stare curvi sulla scrivania; non avevano molto in comune quei quattro eppure erano legati da un’amicizia salda da anni oramai, forse perché nessuno di loro sapeva davvero come ci era finito a fare quel lavoro così poco stimolante, insomma Sunggyu era un amante della musica rock e nella vita avrebbe voluto fare il cantante, Woohyun amava cucinare e sarebbe voluto essere uno chef, Sungjong era un amante delle cose carine e di certo numeri, cifre e codici non erano il suo sogno nella vita, Howon invece aveva sempre sognato di fare il ballerino; si sarebbero potuti chiamare ‘il quartetto dei sogni infranti’ o semplicemente persone che come tutte le altre si erano dovute scontrare con la realtà una volta diventati adulti.
“Propongo di andare a bere qualcosa, in fondo stasera c’è da festeggiare no?” propose Howon sciogliendo il nodo troppo stetto della sua cravatta.
“Una birra ogni tanto non fa male a nessuno” commentò Woohyun stringendosi nelle spalle stanco.
“A me va. Posso chiamare anche Myungsoo e gli altri?” chiese il più piccolo del gruppo.
“Certo” disse Howon mentre gli altri due si limitarono ad annuire. Kim Myungsoo il fidanzato di Sungjong, quei due erano la coppia perfetta sotto molti punti di vista anche se in genere tendevano a non mostrarsi molto in pubblico, non si baciavano quasi mai e anche quando si prendevano per mano tendevano a nascondere le loro dita intrecciate nelle tasche del giubbotto di  uno dei due, quasi da avere paura del giudizio degli altri anche se nessuno di loro li aveva mai giudicati per il loro orientamento sessuale restavano comunque riservati. Gli altri a cui aveva accennato il più piccolo prima invece erano amici del suo ragazzo meglio conosciuti come Lee Sungyeol e Jang Dongwoo. Avevano iniziato ad uscire tutti assieme quando Sungjong, testardo come sempre, aveva deciso che gli altri tre non erano solo colleghi, ma i suoi hyung, fratelli e come tali dovevano far parte della sua vita.
“Perfetto! Allora lo chiamo” trillò lui felice.
“E tu Sunggyu hyung vieni con noi?” chiese sempre Howon mentre un braccio pesava sulle sue spalle incurvate.
“Uhm, sì” il maggiore tra i quattro ragazzi era distratto in quei giorni e lo avevano notato tutti, ma Sunggyu non era il genere di persona che ama esternare ciò che pensa o che prova, il massimo che si poteva ottenere da lui era uno scatto collerico durante una ramanzina in ufficio, ma a questo avevano fatto tutti l’abitudine, infatti nessuno aveva osato chiedergli cosa avesse, ma tutti stavano cercando di farlo distrarre in qualche modo e forse anche la birra era uno di quegli strani espedienti che si erano inventati.



Myungsoo e gli altri li raggiunsero dopo circa quindici minuti in un locale non troppo lontano dal loro ufficio, il volto del più piccolo si illuminò subito quando vide il ragazzo dai capelli corvini e si affrettò ad alzarsi e piantarsi davanti a lui con un sorriso da ebete stampato sul volto “Abbiamo già ordinato da mangiare e soprattutto da bere”.
“Ma che bravi” commentò il ragazzo posando un braccio sulle spalle del più giovane attirandolo piano a sè mentre facevano lo slalom tra i tavoli.
Durante la serata si era parlato un po’ di tutto mentre le bottiglie di birra e di liquore si accumulavano più velocemente del previsto sul tavolo finché non fu decisamente troppo tardi e finché tutti non furono decisamente abbastanza ubriachi da essere cacciati dal locale. Si divisero già appena fuori da quel posto, Sungyeol, Dongwoo e Howon abitavano nella direzione opposta agli altri che si diressero subito verso est.
“Myungsoo posso avere un bacino?” il più piccolo stava pregando per un bacio arricciando le labbra da ormai cinque minuti buoni, mentre Woohyun ridacchiava dietro di loro alquanto malfermo sulle gambe e Sunggyu si stringeva nelle spalle affondando le mani nelle tasche dei pantaloni come sempre secondo una sua pessima abitudine.
“Jongie sei proprio ubriaco” rise il fidanzato.
“Beh anche tu” disse guardandolo in viso con uno sguardo soddisfatto.
“Uhm...” il ragazzo sembrò rifletterci un po’ poi si mise a ridere chinandosi poi subito dopo a baciare le labbra del suo ragazzo che arrossì di botto “Hai ragione”.
Quella era una delle rare dimostrazioni d’affetto pubblico che quei due avevano a Woohyun venne da ridere mentre la  sua mente poco lucida gli mandava il messaggio sconnesso di dire ad alta voce che quei due erano una bella coppia, ma non fu mai molto certo di averlo detto davvero quella sera
“Noi giriamo qui a sinitra, ci vediamo domani hyung” biascicò Sungjong mentre Myungsoo aveva deciso di rubargli tutta l’aria nei polmoni a forza di baci, voleva un bacio? Beh stava avendo molto di più.
“Sì, sì a domani” disse il maggiore salutandolo con un cenno del capo.
Da quel momento tra i due amici rimasti si creò un silenzio quasi assordante, era tarda notte di un giovedì qualsiasi di fine ottobre,solo qualche taxi girava per le strade ormai semi deserte e  il vento soffiava forte tra i grattacieli e li faceva rabbrividire portandoli a stringersi nelle loro giacche. Camminavano malfermi lungo il marciapiede dandosi leggere spallate di tanto il tanto mentre dondolavano passo dopo passo.
“Credo che abbiamo avuto una pessima idea ad ubriacarci anche se domani è un giorno lavorativo” rise Woohyun non riuscendo bene a concentrarsi sul suono delle sue stesse parole.
“Parla per te, io non sono ubriaco” borbottò il più grande aggrottando appena le sopracciglia cosa che non fece altro che far ridere più forte l’altro “Certo come no hyung, tu non sei ubriaco sei solo diversamente stabile sulle gambe”.
“Come se tu riuscissi a tenerti in piedi come si deve”.
“Oh andiamo possibile che anche da ubriaco devi essere un vecchio scorbutico?”.
“Non sono ubriaco e  non sono un vecchio scorbutico” disse dandogli una spallata, stavolta di proposito.
“Guarda che ci siamo accorti tutti che hai qualcosa che non va” sbuffò il più piccolo dei due stringendosi nel giubbotto a causa di un altro brivido di freddo che gli aveva percorso velocemente l’intera colonna vertebrale.
Sunggyu si limitò a guardarlo senza proferire parola più che altro perchè non era sicuro di riuscire deliberatamente a mentire, non a Woohyun.
“Te ne stai sempre lì più imbronciato del solito, non parli mai, sei proprio un nonno antipatico” disse forse seccato.
“Woohyun io sono solo stanco” il più grande si era fermato in mezzo alla strada, la luce di un lampione gli ammantava le spalle e illuminava i suoi capelli rosso fuoco; si guardò attorno come spaesato e tirò su col naso probabilmente a causa del freddo e prima che il più giovane potesse proferire parola per dirgli che tutti loro erano stanchi non afferrando ovviamente il senso delle sue parole continuò il suo discorso “Sono stanco di questa vita, è tutto così schifosamente vuoto, capisci? Vuoto. Ogni mio sogno è andato in frantumi molti anni fa, ho perso la passione, non ho una moglie, dei figli, non ho neanche uno straccio di fidanzata, sono solo; e sto cominciando a pensarlo Woohyun, sto pensando io che cazzo campo a fare?” ancora una volta tirò su col naso mentre le sue spalle si stringevano su se stesse e il lampione dietro di lui ticchettava appena facendo tremare quel mantello di luce che lo avvolgeva.
Il giovane dai capelli castano chiaro lo fissava con la bocca forse un po’ troppo aperta, avrebbe voluto dare la colpa alla sbornia per quell’ago che aveva infilato nelle meningi, ma la verità era che le parole di Sunggyu gli avevano dato un dolore, quasi fisico che non sapeva spiegarsi benissimo “Tu non sei solo, insomma io e gli altri cosa cazzo siamo?”.
“Non hai capito, come al solito, senti lascia perdere” sbuffò ricominciando a camminare.
“No, aspetta fermo” disse stringendo una mano attorno al suo braccio sinistro “Non puoi dirmi una cosa del genere e poi far finta di nulla”.
Il più grande sospirò “Lascia perdere, non è così importante”.
“Ok, sarò anche ubriaco, ma non sono stupido, Sunggyu sul serio? Il suicidio? Quando hai iniziato a stare così male da non capire che attorno hai delle persone che ti vogliono bene?”.
“Non sto dicendo che ho intenzione di suicidarmi, sto solo dicendo che sono stanco...tu...ecco prendi Sungjong, anche lui fa un lavoro insoddisfacente, ma lui è sempre felice, ha sempre quel dannato sorriso del cazzo stampato sulle labbra perchè lui nella vita ha trovato qualcosa a cui aggrapparsi, lui ha Myungsoo, il suo ragazzo, il suo compagno o in qual si modo lo si voglia chiamare, lui ha la sua roccia, io davvero non ho più un cazzo”.
“Non possono essere i tuoi amici la roccia che tanto cerchi?”.
Il maggiore fece schioccare la lingua contro il palato “L’amicizia non basta Woohyunie, mi serve qualcosa di più, un sentimento più grande che mi sono scordato persino che sapore ha” sospirò di nuovo e un sorriso amaro gli deformò il viso “Ora è tardi e domani dobbiamo lavorare...” non concluse la frase si limitò a guardare la mano del più piccolo ancora stretta attorno al suo braccio in una tacita richiesta di essere lasciato.
Il ragazzo dai capelli castano chiaro lo guardò in volto quasi come se faticasse a metterlo a fuoco poi si ridestò e gli lasciò il braccio lasciando l’altro libero di avanzare a passo lento verso casa sua, guardò le gambe dell’amico muoversi a tentoni per compire un passo dopo l’altro, si morse il labbro mentre più pensieri contrastanti con i contorni offuscati dall’alcol gli vorticavano nel cervello facendogli girare la testa.
Sunggyu si dava dello stupido all’incirca ogni due passi, come aveva potuto scoprirsi così tanto con Woohyun, certo lui era la cosa più vicina ad un migliore amico che avesse, gli piaceva chiacchierare con lui, lo faceva anche ridere di tanto in tanto, ma da qui a rivelargli quegli strani pensieri che aveva in testa da un po’  era decisamente un passo troppo lungo. Non riuscì a darsi dello stupido per circa la decima volta che sentì una mano posarsi sulla sua spalla; non sobbalzò,non fece una piega, non sapeva bene dire se fosse perchè si sentiva davvero troppo stanco o perchè sapeva benissimo chi gli stava stringendo una spalla solo le dita. Si voltò, ma la mano non si mosse seguendo semplicemente i movimenti del suo corpo, anche la mano sinistra del suo amico si ancorò saldamente all’altra spalla.
“Aspetta...” pronunciò in un sussurro l’amico più basso di lui di qualche centimetro.
“Woohyun è tar...mhh” la sua frase fu bloccata e trasformata in un mugolio quando le labbra del castano si posarono prepotentemente sulle sue, quello di certo non se lo aspettava, tutto tranne quello. I suoi muscoli erano rigidi e i suoi occhi spalancati, ma quando sentì la lingua umida di Woohyun premere sulle sue labbra una specie di scossa elettrica gli attraversò la spina dorsale diramandosi negli arti ad una velocità impressionante e si mosse, di scatto, gli afferrò il viso con due mani aperte, gesto imitato anche dall’altro, e lo avvicinò al suo biaciandolo, un bacio confuso fatto di morsi, denti e lingua. Si baciarono a lungo, sul marciapiede , nella notte buia illuminata solo da insegne e lampioni finché i polmoni non iniziarono  a bruciare per la poca aria; si separarono, le labbra umide e gonfie e il petto che si alzava e abbassava velocemente per riprendere aria, si guardarono negli occhi per un lungo istante, ognuno cercava nell’altro le sue risposte, quelle di cui aveva disperatamente bisogno.
“Io...io...devo andare a casa” Woohyun scosse la testa serrando per un attimo gli occhi per poi correre via nella notte mentre Sunggyu restava impalatò lì con ancora sulle labbra il sapore dell’alcol e di un bacio troppo irruento.

La mattina seguente nessuno dei due si recò sul posto di lavoro, avevano chiesto entrambi un giorno di permesso; non erano sicuri di essere pronti a vedere in faccia l’altro dopo la sera prima.
Woohyun era completamente assente, perso nei suoi pensieri aveva bruciato la colazione, ben tre volte.
Nam Woohyun sei solo uno stupido sconsiderato. Se lo ripetè per circa l’ottava volta mentre gettava i resti della sua terza colazione fallita nella pattumiera. Come diavolo gli era venuto in mente di baciarlo così dal nulla? Cosa diavolo aveva in testa? Pigne? Però...però non sembrava essergli dispiaciuto, lo aveva ricambiato in fondo, c’erano molte cose che non gli erano perfettamente chiare di quella sera, ricordi offuscati, ma il fatto che Sunggyu avesse ricambiato il suo bacio era perfettamente nitido nella sua testa, la ricordava la lingua del più grande che si intrecciava sulla sua, i morsi sul suo pronunciato labbro inferiore, lo aveva ricambiato eccome se lo aveva ricambiato. Si passò entrambe le mani tra i capelli come se volesse mettere ordine nei suoi stessi pensieri, non doveva farsi illusioni molto probabilmente il gesto dell’altro era stato dettato unicamente dal fatto che era ubriaco solo questo, niente illusioni, solo cruda realtà.

Sunggyu era appena uscito dalla doccia, un asciugamano posato sui fradici capelli rossi e un altro stretto alla vita che gli copriva le cosce fino al ginocchio; si guardò allo specchio, il petto glabro, gli addominali appena accennati, la pelle chiara, si sfiorò appena le labbra con la punta delle dita...Woohyun lo aveva baciato, lo aveva fatto davvero e lui lo ricordava benissimo nonostante l’alcol che aveva in circolo in quel momento e la cosa che forse lo destabilizzava di più era che lui lo aveva ricambiato, anzi gli era piaciuto, aveva avvertito una scarica elettrica attraversargli tutto il corpo mentre quelle labbra piene erano posate sulle sue, era stata una bella quanto strana sensazione; chiuse gli occhi e sospirò chiedendosi come avrebbe dovuto affrontarlo a lavoro il giorno dopo, di certo non avrebbe potuto far finta di nulla, purtroppo, o meno, quel bacio c’era stato e la situazione andava chiarita.
Però il giorno dopo era Woohyun che sembrava far di tutto per evitarlo, certo con gli altri si comportava con la sua solita fierezza e la sua solita spigliata simpatia girando con sicurezza tra computer e pratiche, ma agli occhi del rosso non era più la stessa persona con cui aveva lavorato fino al giorno prima, si muoveva con destrezza e sempre più lontano da lui e questo lo aveva notato benissimo, forse perchè aveva smesso di guardarlo e aveva iniziato ad osservarlo ora notava molte più cose di lui, notava il suo modo fiero di camminare, notava che quando le sue labbra si piegavano in un sorriso cordiale ai lati dei suoi occhi si formavano delle piccolissime rughette che stranamente nonostante lo avesse davanti tutti i giorni non aveva mai notato fino a quel momento, le trovò quasi carine e si sentì in imbarazzo anche per il fatto di averlo solo pensato, abbassò lo sguardo pochi istanti prima che il più piccolo alzasse il suo per controllare se il suo hyung lo stesse effettivamente ignorando come pensava.
“Non trovi che oggi anche Woohyun sia strano Howon hyung?” commentò Sungjong, mentre  in realtà quei due sarebbero dovuti essere concentrati sul lavoro.
“Uhm? Di cosa parli?”.
“Oh andiamo, ora va persino a fare le fotocopie, di solito scarica i piccoli lavoretti a chi come noi è più giovane di lui”.
“Sono solo di un mese più piccolo di Woohyun”.
Sungjong roteò gli occhi come esasperato “Non afferri il punto hyung, Woohyun hyung ha qualcosa che non va, anche lui...non è che quei due hanno una relazione segreta e lo nascondono?” chiese più a se stesso che all’amico che non sembrava per nulla interessato a queste stravaganti ipotesi fatte dal collega.
“Non credo Sungjong-ah, fino all’altro giorno Woohyun era preoccupato quanto noi per Sunggyu hyung”.
“Vero...” disse l’altro mordendo distrattamente il cappuccio di una penna “Ma qualcosa mi puzza”.
“Non ti immischiare Sungjong-ah”.
“Uffa sei sempre così noioso hyung”.
“Concentrati sul lavoro ragazzino” disse scompigliandogli  affettuosamente i capelli castani per poi tornare a concentrarsi davvero sul lavoro.

Certo il giovane Sungjong non poteva immaginare che la sua teoria che suonava così assurda alle orecchie di Howon non era poi del tutto errata, qualcosa tra quei due c’era stato, solo per una manciata di minuti, ma c’era stato e Sunggyu non poteva fare a meno di pensarci, di guardarlo di soppiatto, di notare cose, sarebbe impazzito se avesse continuato a pensarci ecco perchè un giorno di circa due settimane dopo quel bacio, due settimane che i due avevano passato ovviamente ad evitarsi, il maggiore decise che era arrivata l’ora di chiarire quel dannato equivoco, perchè di un equivoco doveva trattarsi, non c’erano altre spiegazioni, o almeno non c’erano nella sua testa. Seguì di soppiatto l’amico che si stava dirigendo nell’archivio cartaceo della compagnia probabilmente per confrontare alcuni dati con quelli registrati nel database dei computer. In quel posto come al solito non c’era praticamente anima viva, nessuno scendeva mai in quel luogo umido, specialmente d’inverno a meno che non fossero costretti da un superiore che ama dare ordini e il caso volle che quel giorno uno di quei superiori capricciosi avesse mandato laggiù proprio il ragazzo dai capelli castano chiaro.
Quando il rosso fu certo che in giro non ci fosse nessuno che potesse vederli si avvicinò a lui stringendogli un braccio come aveva fatto lui quella sera.
Woohyun sobbalzo “Porca puttana hyung, non farlo mai più, mi hai fatto perdere dieci anni di vita” disse ritraendosi prontamente dal suo tocco per poi continuare a camminare guardandosi attorno, mai come in quel momento concentrato sul suo lavoro. “Hanno mandato anche te quaggiù?” chiese distrattamente  guardando le date stampate sugli scaffali.
“In realtà no, sono venuto perchè dobbiamo parlare”.
Woohyun inchiodò come se sotto i suoi piedi ci fossero stato cemento a presa rapida “E di cosa dobbiamo parlare hyung?”. Non si voltò.
“Di due settimane fa”.
“Due settimane è tanto tempo io quasi non ricordo perchè mi hanno mandato qui e tu mi parli di due settimane fa?” disse l’altro ridendo meglio che poteva.
Sunggyu strinse di nuovo una mano sul suo braccio facendolo voltare “Il bacio Woohyun, il bacio”.
Il più piccolo aggrottò le sopracciglia come se stesse cercando di rievocare un ricordo così lontano da essere ormai sbiadito, era uno dei suoi talenti, quello di saper mentire spudoratamente. “Oh quello...” disse infine.
“Sì, quello”.
“Eravamo ubriachi hyung ci pensi ancora?” disse cercando di usare un tono divertito, quel ragazzo era un attore fatto e finito.
“Quindi lo hai fatto solo perchè eri ubriaco non sei gay o qualcosa del genere?”.
L’altro scoppiò a ridere, stavolta non stava recitando, la faccia di Sunggyu era davvero buffa e lui proprio non riuscì a trattenersi “E tu eri solo ubriaco o sei per davvero un depresso con pensieri suicidi?” chiese con tono ironico, nascondendo la preoccupazione in fondo alla gola.
“No, non sono depresso” mentì o meglio, lo fece solo in parte, ormai era da un po’ che i suoi pensieri non si posavano sul fatto che fosse completamente perso in quella vita che sembrava mille volte più grande di lui, ultimamente i suoi pensieri si erano concentrati su altro.
“E io non sono gay”. Bugiardo, forse il peggiore dei bugiardi quello che mente sapendo di mentire.
“Bene” disse il più grande “Bene” gli fece eco l’altro; ma non si mossero, restarono lì a guardarsi nello sconfinato silenzio di quel luogo, la mano di Sunggyu ancora stretta al braccio del più piccolo, poteva sentire la sua pelle calda attraverso il tessuto della camicia e si ricordò di quella scarica elettrica che l’aveva pervaso quando le loro labbra si erano toccate, quella strana sensazione che gli aveva fatto vibrare persino le ossa. Gli occhi ancora piantati in quelli dell’altro, le labbra serrate, gli pizzicavano come quando si ha bisogno d’acqua nel pieno del deserto, una parte di lui sperava che l’altro si allontanasse insultandolo per quella stupida improvvisata che non l’aveva portato da nessuna parte, ma un’altra voleva che non si muovesse, che stesse lì fermo immobile mentre lui si avvicinava al suo viso nella ricerca disperata di contatto. Un bacio. Lo aveva baciato lui stavolta e quella scossa elettrica era tornata a viaggiare veloce nel suo corpo, sorrise nel bacio, era questa che voleva provare quella sensazione forte che lo faceva sentire vivo, come quando torni a respirare dopo essere stato sott’acqua troppo tempo, quell’inquietantemente bella sensazione di starsi aggrappando a qualcosa, la sentiva mentre lo baciava, mentre posava i palmi aperti sulla sue spalle e iniziavano a camminare alla cieca finché la schiena di Woohyun non andò a sbattere sontro uno scaffale facendo tremare appena le scatole che vi stavano accumulate sopra, le mani del più piccolo ancorate così forte dalla sua camicia da far scivolare qualche bottone dalla propria asola. In quel posto il freddo entrava dritto nelle ossa, ma a nessuno dei due sembrava importare, nemmeno quando le mani avevano tirato prepotentemente via la camicia dai pantaloni per permettere alle mani di vagare sulla pelle che si tendeva involontariamente sotto il tocco l’uno dell’altro, unghie corte che graffiavano appena la pelle dei fianchi mentre le lingue lottavano per la predominanza. Quand’è che avevano perso il controllo? Nessuno dei due seppe dirlo, forse nell’istante preciso in cui le loro labbra si erano unite e non si erano più staccate se non per qualche secondo per riprendere un minimo d’aria per poi tornare a toccarsi in un bisogno crescente che cresceva nei loro corpi. Una mano di Woohyun aveva stretto la fibbia della cintura del maggiore che emise un ringhio basso muovendo i fianchi in avanti toccando quelli dell’altro che ansimò appena. La situazione stava degenerando. Ma nessuno dei due sembrò farci caso, si erano persi dentro loro stessi, dentro i desideri più nascosti e soffocati sul fondo della loro anima; molto presto anche le cinture furono slacciate come erano state mezze aperte le camicie dando il via libera alle mani che toccavano il corpo dell’altro in preda ad una smania sempre maggiore mentre i fianchi si spingevano l’uno contro l’altro facendo traballare lo scaffale al quale erano appoggiati con il risultato di far cadere un’enorme scatolone con un rumore che li fece sobbalzare e di conseguenza facendoli allontanare. Quella fu la prima volta che si guardarono da quando era scattato il primo bacio, videro il loro riflesso sfatto negl’occhi dell’altro e si chiesero come fossero arrivati a quel punto.
 Sunggyu non voleva quello, lui voleva solo chiarire, chiarire quello che era successo tra di loro e chiarire quegli strani sentimenti che gli montavano dentro, di certo non voleva che tutto si confondesse di più, non in quel modo.
Neanche Woohyun si sarebbe mai aspettato una cosa del genere quando l’avevano fatto andare nell’archivio, non si aspettava quello dal suo hyung, non si aspettava quell’aspetto scombussolato e una mezza erezione tra le gambe, si passò una mano fra i capelli, non voleva quello, cioè magari un paio di volte ci aveva pensato, ma non così. Ecco che spuntava l’oscuro segreto di quel ragazzo che appariva spesso spensierato e presuntuoso sotto certi punti di vista, era gay, lo era sempre stato e lo aveva sempre nascosto, aveva sempre voluto una vita normale con un bel lavoro e una bella famiglia, per anni era anche riuscito a soffocare se stesso sotto cumuli di menzogne poi aveva conosciuto Sungjong e la sua sfrontataggine nel dichiararsi apertamente omosessuale, per un po’ lo aveva persino odiato, perchè lui riesce a vivere così bene con se stesso e io no? Si chiedeva guardandolo mentre le sue dita si intrecciavano  a quelle del suo ragazzo, ma alla fine aveva accettato che la verità era semplicemente che Sungjong aveva più coraggio di lui che non era altro che un vigliacco. La situazione, poi, era andata solo peggiorando si era innamorato del suo hyung, del suo migliore amico, del suo collega, lui aveva perso completamente la testa per Kim Sunggyu e ora lui quasi ci scopava contro uno scaffale in ufficio. E perchè? Voleva forse un modo per non pensare? Voleva forse sfogare le sue frustrazioni su di lui? No, questo non glielo avrebbe permesso.
Cercò di rimettersi in sesto quanto più veloce possibile mentre Sunggyu ancora lo guardava spaesato  “Woohyunie...”
“No sta zitto... non mi importa qualunque cosa tu dica...solo... d’ora in poi stammi lontano” si abbottonava la camicia con le mani che tremavano, lui voleva solo essere normale, nient’altro.

Non si erano più rivolti la parola da allora, Woohyun lo evitava il più possibile e proprio quando erano costretti a stare insieme per lavoro lo trattava con freddezza mentre Sunggyu in sua presenza sembrava totalmente assente come se pensasse ad altro e per loro sfortuna il piccolo Sungjong si era accorto di tutto questo.
“Dobbiamo fare qualcosa hyung” disse d’un tratto mentre l’altro era completamente preso dal suo lavoro, certo non gli piaceva, ma doveva farlo quindi tanto valeva concentrarsi e farlo bene. “Di cosa parli stavolta?” chiese quasi esaspetato.
“di Sunggyu e Woohyun hyung, non dirmi che neanche stavolta lo hai notato?”.
“Ho notato che sono strani, ma sono adulti Sungjong, sapranno risolvere i loro problemi da soli”.
“Stiamo parlando delle stesse persone?”
Howon sospirò, in fondo non aveva tutti i torti quei due erano la reincarnazione dell’orgoglio “E cosa avresti intenzione di fare?”.
“Beh la mia teoria su di loro la conosci” disse facendo schioccare la lingua contro il palato “A vederli così direi che hanno litigato e direi che quello che ha sbagliato e Sunggyu hyung quindi dovremmo spingerlo a fare il primo passo per farsi perdonare dal suo amore”.
Il più grande dei due sbattè un paio di volte le palpebre “Non credi di aver viaggiato troppo con la fantasia? Quei due non sono gay”.
“Non puoi saperlo”.
“Neanche tu”.
“Benissimo, allora troverò il modo di farti capire che ho ragione” disse alzandosi indispettito con un plico di fogli stretto in una mano.
“Hyung” disse civettuolo il ragazzino sedendosi accanto al rosso.
“Cosa vuoi Sungjong-ah? Ho da fare” disse burbero, nonno antipatico, pensò il ragazzo.
“Stavo leggendo queste fotocopie per il corso di aggiornamento e  c’è questo passaggio che non mi è chiaro, tu che sei così saggio e intelligente potresti spiegarmelo?”. Usò il miglior modo per ingraziarselo, i complimenti.
Sunggyu roteò gli occhi “E va bene”.
Howon li osservava da lontanto chiedendosi cosa il ragazzino avesse in testa e lo scoprì qualche minuto dopo non appena il più grande finì di spiegare quel passaggio in realtà demenziale che l’altro aveva capito fin troppo bene “Capito?” disse il rosso massaggiandosi le palpebre “Uhm? Scusa hyung mi sono perso, sai oggi è il mio quarto anniversario con Myungsoo, sono così felice” trillò mentre Sunggyu lo fissava come assorto “Sai qualche giorno fa avevamo litigato, ma ora è tornato tutto a posto, è bello amare così tanto qualcuno no?” chiese poggiando la testa su un palmo stranamente interessato alla sua risposta.
“Immagino di sì, non ho una ragazza” disse distratto, amore.
“Ma avrai amato qualcuno no? Conoscerai quel brivido che ti da giusto?”. Brivido.
“Sembri una ragazzina isterica Sungjong, concentrati sul lavoro” disse dandogli un buffetto sulla testa “Hai capito questa sequenza no? Io ho da fare non posso perdere tempo con te”. Il ragazzo ghignò quasi come se fosse soddisfatto par aver ricevuto una ramanzina e si alzò “Certo che ho capito hyung non sono stupido” disse per poi tonare da Howon.
“Visto? Quei due non stanno insieme”.
“Forse...” disse guardando Sunggyu a bracia incrociate con lo sguardo di chi la sapeva lunga “Ma di sicuro il nostro caro hyung è innamorato”disse per poi dirigersi nuovamente alla sua scrivania.

E forse era vero, Sunggyu era innamorato, non sapeva neanche lui cosa fosse quel sentimento, ci aveva provato a capirlo, ma nel frattempo il tempo aveva continuato a scorrere impetuoso e Woohyun si era trovato una ragazza, una bella ragazza  che a lui non stava poi così simpatica, anche se non l’aveva mai vista di persona. Woohyun si vantava spesso di lei, mostrava le loro foto assieme, raccontava degli appuntamenti, dei baci infuocati, delle serate passate tra le lenzuola. Tutte bugie o quasi, la ragazza se l’era trovata davvero, era la nipote della vecchietta che abitava proprio nell’appartamento sotto al suo, lei ci aveva sempre provato, ma lui aveva sempre fatto finta di non vederla, fino a quel giorno in ufficio almeno, ma di baci infuocati e notti passate tra le lenzuola ce ne erano state davvero poche se non zero, era pur sempre gay anche se fingeva spudoratamente di non esserlo, gli riusciva difficile pensare a lei in quel senso, ma se nella sua testa si formavano le immagini giuste riusciva a concludere qualcosa. Si  sentiva frustrato da tutta questa situazione, ma almeno il rosso sembrava essere tornato ad evitarlo, aveva il solito sguardo annoiato mentre gli parlava, quello con gli occhi quasi chiusi che sembrava dire tu parla che io non ti ascolto e a lui andava bene così, aveva deciso, se lo sarebbe scordato e non sarebbe tornato indietro.

Ma avrai amato qualcuno no? Conoscerai quel brivido che ti da giusto?.
Quel brivido, quel bisogno disperato di aggrapparsi a qualcosa lui lo aveva sentito, lo aveva sentito forte e chiaro mentre baciava Woohyun, era quello l’amore? Era quella la forza che stava cercando? Quel qualcosa a cui aggrapparsi per pensare che la sua vita non facesse poi così schifo? Si gettò sul letto con un gemito frustrato. Perchè ci pensava ancora? Anche se fosse stato amore ormai era troppo tardi, lui aveva una relazione stabile ora eppure...chiuse gli occhi... loro due soli in mezzo alle strade deserte mentre respiravano l’uno nella bocca dell’altro....nell’archivio dell’ufficio, apparentemente soli, contro uno scaffale, con il bisogno di un contatto più profondo, i palmi aperti che gli accarezzavano la pelle come fa un cieco che cerca di scoprire il volto di una persona, voleva memorizzarlo le sue mani avevano fatto lo stesso con lui, lo avevano accarezzato, ricordava che lo aveva appena sfiorato sopra ai boxer, cosa sarebbe successo se quello scatolone non fosse caduto? Sarebbero per caso finiti a fare sesso in ufficio? Si sarebbe perso nel calore del corpo stretto di Woohyun? Un ansito, si stava eccitando, rise, era caduto davvero in basso...  lo voleva, e non solo in quel senso, voleva vederlo sorridere come quando portava uno dei suoi nuovi esperimenti culinari in ufficio e tutti mangiavano con gusto, voleva vedere i suoi occhi brillare, voleva vedergli fare quell’espressione adorabile di quando era concentrato con le labbra spinte all’infuori, voleva vederlo felice, triste, arrabbiato, assonnato, voleva vederlo sempre. Sì, ora aveva trovato qualcosa a cui aggrapparsi forte, con le unghie e con i denti, quella cosa era l’amore per Woohyun, si era innamorato, ossessionato forse folle, sì. Si alzò dal letto, afferrò il cappotto e il cappello per combattere il freddo delle domeniche mattine d’inverno; che quella stupida oca andasse a farsi fottere, doveva dirgli che lo amava, stava andando da lui.

Woohyun era già sveglio da un po’ con le braccia aperte sul letto che fissava il soffitto, la sera prima ci aveva provato di nuovo, ma non ci era riuscito, non ce l’aveva fatta, quella ragazza non era stupida, avrebbe presto capito che c’era qualcosa che non andava in lui e lo avrebbe mollato, era tutto così squallido, la sua vita lo stava diventando e lui iniziava ad essere stufo. Sentì bussare alla porta, probabilmente era lei, non aveva voglia di alzarsi, avrebbe fatto finta di dormire e sarebbe finita lì o almeno così sperava, ma continuavano a bussare insistentemente, si alzò dal letto ancora con una tuta sformata addosso e andò ad aprire.
Era davanti a lui, alcune ciocche di capelli rosso fuoco sfuggivano dal berretto di lana, stretto nel suo cappotto blu notte, non fu in grado nemmeno di pensare ad un modo per insultarlo per essere piombato a casa sua si domenica mattina che Sunggyu lo aveva baciato, gli occhi spalancati, lo aveva spinto via “Ma che cazzo ti salta in mente?” aveva urlato pulendosi la bocca.
“Ti amo” un sospiro, respirava come se avesse appena corso una maratona, come se il cuore gli martellasse furiosamente nel petto.
Woohyun sbattè più volte le palpebre credendo di non aver capito bene “Come?”.
“Ricordi quelle cose che ti dissi sulle emozioni che avevo dimenticato, sul io cosa cazzo campo a fare, sulla mia roccia, insomma tutto quel discorso che ti feci quella sera quando  ci baciammo per la prima volta? Io l’ho trovata la mia roccia, sei tu, cioè quello che provo per te. Ti amo, ti amo e basta, sono venuto per dirtelo”.
Il più giovane lo guardò mordendosi il labbro, perchè più cercava di dimenticarlo e vivere da persona normale più lui decideva che doveva arrendersi e amarlo e mostrarsi al mondo da  frocio quale era? “Quale parte di d’ora in poi stammi lontano non hai capito? O forse e la frase ho una ragazza che non hai compreso?”.
“Le ho comprese benissimo, non pretendo che tu ora mi confessi in lacrime che mi hai sempre amato, insomma non siamo in un dannatissimo drama, volevo solo dirti che ti amo e anche ringraziarti perchè ora ho una roccia a cui aggrapparmi nella tempesta, cioè fanculo l’amore non ricambiato, io ti amo e va bene così, grazie” ma se proprio vuoi baciarmi in questo momento ti prego fallo.
“Ti hanno mai detto che hai una bella faccia tosta Kim Sunggyu? Come ti viene in mente di presentarti a casa mia di domenica mattina, baciarmi e dirmi che mi ami. Potevo benissimo essere a letto con la mia ragazza ora come ora, sei davvero assurdo lo sai?”.
“Sì lo so, di lei mi importa ben poco a dire la verità e scusa, ma dovevo dirtelo o sarei impazzito, ora vado via e vi lascio in pace” chinò appena in busto per salutare e fece qualche passo all’indietro.
Woohyun roteò gli occhi e lo afferrò per il bavero del cappotto portandolo ad un palmo dal suo viso “Non ho detto che è qui, né tanto meno ti ho detto di andartene razza di pel di carota”. Si baciarono di nuovo, Sunggyu avvertì la solita forte scarica elettrica attraversargli le membra, sarebbe potuto morire attaccato a quelle labbra carnose.
“Quindi non sei depresso?” chiese dopo averlo allontanato tirandogli i capelli rossi sulla nuca.
“No, e tu non sei gay?” sorrise beffardo nonostante la presa dell’altro gli facesse male.
Il castano sorrise “Sì lo sono, sono gay e non mi sembra che ti dispiaccia”.
“Per niente”. Si baciarono di nuovo a bocca aperta, con gli occhi chiusi mentre i respiri si fondevano e le lingue si intrecciavano. Ne avevano bisogno entrambi, si erano mancati più di quanto volessero ammettere o di quanto si rendessero realmente conto, non c’erano più se e ma, ora c’erano solo loro stretti contro la porta di casa a baciarsi come se quello fosse il loro ultimo bacio, ma pienamente consapevoli che era solo il primo di tanti. “Ti amo anch’io” sussurrò il più piccolo quando si staccarono poco prima  di entrare in casa “Lo so, ma ora basta parlare” rispose l’altro per poi tornare a baciarlo.
Sunggyu non doveva più chiedersi come sarebbe stato, ora lo sapeva, lo sapeva com’era stare nel corpo stretto e caldo di Woohyun, avvertiva quel calore bruciante contro la pelle, sentiva il sapore salato della sua pelle imperlata dal sudore sotto la lingua, ne sentiva la consistenza sotto i denti e sotto le dita, udiva la sua voce farsi acuta quando toccava quel punto, nonostante provasse a tenere i gemiti ancorati al fondo della gola mordendosi il labbro inferiore forse nel tentativo di conservare un po’ del suo orgoglio maschile, ora sentiva l’odore fresco dei suoi capelli schiacciati contro il cuscino, ora vedeva il suo corpo contorcersi in preda al piacere, vedeva il suo bellissimo viso che restava tale anche durante il sesso. Ora sapeva com’era fare l’amore con la persona che si ama, aveva provato la sua roccia e ci si sarebbe aggrappato con tutto quello che aveva, non l’avrebbe lasciato andare per nulla al mondo.
Dal canto suo anche Woohyun non si era mai sentito così bene in vita sua, non solo dal punto di vista fisico, no c’era qualcosa di più, si sentiva bene con se stesso, aveva ammesso di essere gay ad alta voce e gli aveva persino detto di amarlo, lui, un altro uomo, ma non un uomo qualsiasi lui amava Kim Sunggyu e non se ne pentiva, non aveva paura, non voleva nascondersi, avrebbe potuto baciarlo anche in un luogo affollato, lì davanti a tutti e non si sarebbe sentito sbagliato, ma allo stesso tempo non voleva rendere tutto meno speciale, così pubblico, non voleva far svanire la magia sotto gli occhi degli altri, forse ora capiva perchè Myungsoo e Sungjong erano così riservati, per la voglia di vivere quell’amore così forte solo in due. Gli accarezzò i capelli rossi, si era addormentato da poco nel letto accanto a lui, con il sorriso sulle labbra, sorrise anche lui prima di baciarlo dolcemente e lasciarlo riposare mentre lui si allontanava con l’intenzione di farsi una doccia, perchè era sporco e non nel senso metaforico del termine, ma fu fermato, una mano forte gli strinse il polso. “Dove vai?”. Mugolò appena con una guancia schiacciata contro il materasso. “A lavarmi, non ti preoccupare non scappo, non lo farei comunque dato che è casa mia questa” rise.
“Mi piacciono quelle piccole rughe che ti si formano ai lati degli occhi quando ridi, sei bello Woohyun, sei davvero una bella persona” mormorò mordendosi l’interno della guancia.
“Yah guarda che lo so di essere bello sai?”.
“Volevo dirtelo, tutto qua, non voglio che sia solo per il sesso quindi ti dico quello che penso” lo fissò in silenzio con quei suoi occhi liquidi, poi proseguì “Ti amo”.
“Ti amo anch’io, torno subito giuro, poi magari ci cucinamo anche la colazione ok?”disse accarezzandogli i capelli, così steso quasi in posizione fetale sembrava quasi un gattino pronto a fare le fusa.
Sungkyu annuì “Fa presto” il castano annuì sorridendo, si sentivano entrambi completi adesso.

Ora non c’erano solo più solo Myungsoo e Sungjong a nascondere le dita intrecciate nei cappotti, non avevano mai fatto  un annuncio pubblico tipo sapete la novità? Stiamo insieme. Si erano semplicemente scambiati un piccolo bacio a stampo una sera come tante altre passate tutti insieme, nessuno aveva fatto commenti, avevano sorriso felici per i loro amici che avevano finalmente trovato la persona giusta, perchè spesso succede così hai tutte le risposte della vita davanti agli occhi, ma non le vedi, ti sfuggono, poi però, ogni tanto ti capita, di trovarne qualcuna in mezzo al caos e senti di poter toccare il cielo con un dito; la vita non ci da tutto quello che desideriamo, ma quello di cui abbiamo bisogno.

Visto? Te l’avevo detto che quei due stavano insieme”.
“Beh, alzo le mani, avevi ragione ragazzino”.
“Io ho sempre ragione” sbuffò. “Vero amore mio?” disse facendo gli occhioni da cucciolo.
“Uhm...forse ora esageri”.
“bene, me ne ricorderò Kim Myungsoo” disse incrociando le braccia al petto con fare indispettito.
“Tanto non mi resisti tesoro” disse mordendogli appena il collo facendolo mugolare.
Howon roteò gli occhi, doveva decisamente trovarsi una ragazza.

 
  
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