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Autore: Johnlockistheway    03/08/2015    1 recensioni
-Scritta per il Drabble MidWeek del gruppo We are out for prompt (anche se non è una drabble)-
John e Sherlock.
Due cuori, due menti, due anime e una sola supplica.
Ritorna da me.
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per il Drabble MidWeek del gruppo We are out for prompt
Prompt: Johnlock-Ritorna da me.

RITORNA DA ME
 

“Ritorna da me”

Da quando Sherlock se ne è andato, non c'è stato un solo giorno in cui John non abbia pensato o detto quelle parole.
Durante il primo confronto con quella fredda pietra nera con inciso sopra il suo nome così come durante i successivi.In quello con la solitudine dell'appartamento, con il silenzio notturno, il frigo pieno solo di cibo e la poltrona inutilizzata davanti alla sua. 
Nei giorni in cui al lavoro prendeva il telefono e lo vedeva vuoto, non inondato da chiamate e messaggi, e tornando a casa trovava il salotto esattamente come l'aveva lasciato.
Confrontarsi con quelle mancanze, con la mancanza di Sherlock e con i rimpianti che si portava dentro per aver sprecato un sacco di tempo per capire e accettare un qualcosa che adesso non poteva più esprimere, non era per niente facile e davvero non riusciva a impedirsi di pensare quelle parole.
Sopratutto durante la notte, quando si svegliava urlando il suo nome e piangeva, mentre nessun suono di conforto giungeva dal piano di sotto, che gli restituiva solo un silenzio di tomba.
La stessa che adesso era ciò che rimaneva del suo migliore amico.


“Ritorna da me”

John non avrebbe mai pensato di sentire quelle parole pronunciate proprio dal detective.
Dopo che Sherlock era tornato dal mondo dei morti, esaudendo preghiere a lungo sepolte ma mai dimenticate, il medico non era più riuscito a trattenersi.
Pensava che vederlo di nuovo l'avrebbe fatto felice, ma in realtà a primo impatto aveva provato solo una rabbia cieca, profonda, fatta di giorni di solitudine, della sofferenza che si era trascinato dietro, ora dopo ora, per anni e pensare che Sherlock avrebbe potuto dargli un segno, fargli sapere che era vivo ed evitargli tutto quello gli aveva tolto ogni ragione.
Poi le cose si erano placate un po' e anche se la rabbia c'era ancora, era mitigata dalla gioia che provava nel vederlo vivo, nel poter aprire la porta del 221B per trovare Sherlock seduto in poltrona e il salotto colonizzato da un nuovo esperimento.
Tuttavia, non ce l'aveva fatta a tornare indietro: c'era Mary, ora, e anche se ogni giorno con lei gli faceva mancare sempre di più la sua vita, non se la sentiva di tornare indietro, di lasciarla per un qualcosa che tanto aveva sperato e per un sentimento che però appariva fragile, ferito e che poteva spezzarsi da un momento all'altro.
E così, aveva voltato le spalle a quell'offerta-quella /supplica/ che leggeva nei suoi occhi-per un aiuto occasionale quando Sherlock voleva, un matrimonio e un discorso da testimone che era stato come una secchiata gelida.
E nell'attimo di silenzio che l'aveva seguito, aveva capito di aver fatto un grande errore.


“Ritorna da me”

John non ha pronunciato davvero quelle parole, ma le ha pensate, cercando di trasmettergliele con gli occhi e con quella stretta che si sono scambiati davanti all'aereo.
Con Mary dietro di sé e il loro bambino che stava per nascere, l'unica cosa a cui riusciva a pensare era a quella nuova separazione, alla distanza che li avrebbe separati di nuovo molto presto e alla possibilità che questa volta Sherlock non tornasse.
Quasi per ironia, si trovava nella situazione opposta della prima separazione: prima non sapeva che Sherlock era vivo, dove fosse e doveva scendere a patti con la sua morte; ora invece sapeva che stava andando a rischiare la vita lontano e doveva scendere a patti con il fatto che sarebbe potuto non tornare.
Questa volta sul serio.
E forse, davvero, se non ci fosse Mary, vorrebbe provare a dargli un motivo anche concreto per tornare, nonostante la sofferenza che questo porterebbe ad entrambi.
Ma nel momento silenzioso in cui si guardano, vede che Sherlock, quel motivo, ce l'ha già.
E nonostante alla fine il detective non sia partito, quella conferma silenziosa, è quasi più dolorosa di qualsiasi parola.


“Ritorna da me”

Ha sussurrato quelle parole un sacco di volte negli ultimi giorni.
La prima volta è stato mentre stringeva la mano di quello che definiva il suo migliore amico, gli occhi fissi sul suo volto che conosceva meglio del proprio, distrutto, sperando, per la prima volta in vita sua perfino /pregando/, mentre aspettava l'arrivo dell'ambulanza.
La seconda mentre i medici provavano e riprovavano a rianimarlo, una, due, cinque, dieci volte e intanto non succedeva nulla e alla fine, mentre ancora lui ripeteva quelle parole, qualcuno gli aveva messo una mano sulla spalla, dicendo “mi dispiace”.
E le ha ripetute ancora, rifiutandosi di capire, rifiutando quelle parole che non servivano a niente, perché il suo migliore amico è morto, mentre lui è vivo, eppure, nonostante questo, si sente come se i morti, su quel marciapiede, siano due.
La terza è ora, davanti a quella fredda pietra che fa le vedi di un uomo, ultimo segno che attesta la sua passata esistenza, ed è tutto ciò che rimane di lui.
La sua voce e il suo viso, il suo odore e i suoi vestiti, i suoi passi e le sue espressioni... tutto ciò che faceva di lui una persona è diventato un nome su una pietra.
E quel che è peggio, è che lui sa che non c'è trucco e non c'è inganno questa volta perché è successo davanti a lui, senza preavviso; un colpo di pistola e tutto era finito, così.
Osserva la J elegante, la o piccola e perfettamente tonda, la h che si alza come una vedetta silenziosa e la n che chiude il suo nome con eleganza.
4 lettere, un nome e due morti.


“Ritorna da me”
Un ultimo soffio, un ultimo sussurro.


E a rispondere, è solo il silenzio.



Note: Bene! Spero che se siete arrivati fino a qui questo significa che la storia vi è piaciuto e non che avete saltato solo per sentire una giustificazione che non ho. Ormai, si sa, io ho questo rapporto di amore e odio con l'angst che spero mi perdonerete. Alla prossima storia!

   
 
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