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Autore: Akuma    28/02/2005    9 recensioni
E' difficile comprendere lo scopo della propria vita. Ma quando ci si riesce, e tuttavia si fallisce, quando non si è in grado di perseguirlo, allora il fallimento sfocia nel più fosco nulla.
I pensieri di colui che è solo un numero, niente di più.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 17
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solamente un numero

Solamente un numero

Dischiudo lentamente le palpebre, permettendo alla luce di penetrare nei miei occhi.

Un ragazzo.

Un ragazzo?

No. Non lo sono più.

Soffro?

No, nemmeno quello. Sono indifferente alla realtà, tutto qui.

Solo. Sono rimasto solo.

Per scelta, sono stato libero di scegliere. Potevo benissimo scegliere di seguire la mia metà, colei con cui sono sempre stato. Mia sorella.

Malgrado ciò non l'avevo fatto. Preferisco starmene abbandonato a me stesso che mischiarmi a quella gente. Erano stati miei nemici, ma ora nulla contava più.

Ora sono solo. Ma infondo... lo sono sempre stato.

La gente è cattiva.

Io sono stato malvagio.

Ma mai come la gente... che giudica.

Amici?... ne ho sentito parlare, proprio da quel tipo dagli strani capelli... proprio quello che dovevo uccidere... ma non ci ho mai creduto.

Non credo negli amici. Gli amici sono persone, le persone formano le gente e la gente... è cattiva.

Non ho mai potuto fidarmi di nessuno, ho sempre contato su me stesso.

Sentimenti? Dovevo averne avuti una volta, ma ora non lo ricordo.

Non posso farlo.

Eppure mi sono divertito quella volta quando con mia sorella e quello strano androide avevamo rubato quel furgoncino.

Mi piacevano le auto, mi piaceva guidare.

C'erano milioni di altre cose che amavo fare... ma ora... ora non ha più importanza. Mi ero interessato a combattere, a battermi con quegli avversari così forti. Avevo provato sensazioni estranee... così eccitanti e divertenti ma allo stesso tempo tanto diverse e anormali. Come posso provare dei sentimenti, io?... io?

Odio. Una sensazione di odio profondo si fa strada dentro di me. E lo sto provando davvero.

Quindi posso sentire queste sensazioni.

Cosa sono?... Perché non riesco a percepirle a pieno?...

Tutta colpa di quel maledetto... se potessi averlo di fronte a me lo ucciderei altre mille e mille volte.

Sì era odio.

Quel pazzoide mi ha trasformato in ciò che sono. Mi ha tolto i ricordi, la vita, dandomi che cosa? Soltanto un'esistenza di cui non riesco a capacitarmi.

Detesto sentirmi così... non voglio, dannazione!

Ma che posso farci? Suicidarmi forse?... no, non lo farei mai. E' il modo più orrendo per morire.

Uccisi da sé stessi... dai propri dubbi... dalle proprie paure. No.

Quanto vorrei aggrapparmi disperatamente ad un ricordo... ma quale?... Non possiedo ricordi... Né sogni. Non posso avere sogni.

Sono tante le cose che non posso fare. Troppe.

Un ricordo... darei di tutto per avere un ricordo... come uno di quegli stupidi umani.

Stupidi?... no, fortunati. Solo visionari fortunati.

Alcuni credono di essere felici, ma non si rendono conto che ognuno nasconde un demonio che si fa sempre vivo, in ogni caso. Pronto per tradirli, per trafiggergli il cuore in un bagno di muto dolore.

E un sogno?... che cos'è?... per me soltanto una parola.

Ho mai avuto un sogno?... una di quelle cose per cui le persone fanno di tutto perché si realizzi.

Una cosa per cui vale la pena di vivere. Una cosa importante... forse una volta ce l'ho avuto... forse.

Una lacrima?... da dove vengono le lacrime?... perché si formano le lacrime?... che significato hanno?... gioia o dolore.

Gioia? Dolore?... sentimenti profondi che fanno sgorgare il pianto. Io l'avevo mai fatto?... molto probabile, magari da bambino. Ma chi poteva saperlo?...

Sono soltanto tanto stanco di trascinarmi dappertutto senza meta e senza ragione. Mi sembra che le tenebre mi avvolgano quando scende la notte e che non mi lascino nemmeno con il più caldo sole. Che intorno a me ci sia un alone nero da cui non posso separarmi mai. E cadere in un baratro nascosto senza fine che nessuno può scorgere e quindi correre ad aiutarmi... ma infondo voglio aiuto?... no.

Voglio solamente rimanere solo e continuare a cadere.

Nel dolore. In ciò che rimane di me... ormai mi sono rassegnato.

Ho lottato parecchio per rimanere ciò che ero ma... infondo avevo perso me stesso già da molto tempo. A cosa serve lottare fino a che non mi si lacera l'anima se non ho nessun'anima?... Dopotutto quest'anima è una cosa troppo difficile da razionalizzare, e poi non voglio nemmeno sapere di cosa si tratta. Non bramo più di scoprire alcun segreto, di fare alcuna scoperta, semplicemente perché... non voglio.

L'unica cosa che desidero è chiudere gli occhi e dormire per sempre. O forse semplicemente tornare indietro e per non essere ciò che sono. Tuttavia ho avuto modo di notare gli sguardi delle ragazze che mi osservano. Lineamenti delicati, naso all'insù, capelli lunghi e di un nero intenso. E poi i miei occhi di ghiaccio. Ghiaccio vivo. So che quando guardo le persone il mio sguardo non ha espressione. Strano... ma una volta non erano così i miei sguardi. Di questo sono sicuro.

Come lo so? Forse lo sento dentro al cuore. Ma quale cuore?... ce l'ho un cuore?... quando chiudo gli occhi e rimango in silenzio, riesco a percepire un battito. Un battito regolare. E' forse questo il cuore?

Richiudo gli occhi in un sospiro e me lo domando di nuovo: chi sono?

La risposta è sempre la stessa.

Solamente un numero. 17.

   
 
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