Caro Leo,
Ho
deciso di farla finita.
Ho
capito che senza di te la mia vita non ha un senso. Non posso vivere
senza il tuo sorriso che mi dava forza e mi faceva sentire proprio come una
leonessa.
Ho
versato una miriade infinita di lacrime in questi ultimi giorni
continuando, imperterrita, a pensare ai momenti più belli trascorsi
con te, e a quanto eravamo felici insieme. Per esempio, mi torna in
mente la volta in cui ci siamo baciati in ascensore quando ancora ero
impegnata con Vale, quando ci siamo dichiarati reciprocamente il
nostro amore, quando di sera, senza farci scoprire dai medici e dagli
infermieri, uscivamo di nascosto dall'ospedale e andavamo alla
spiaggia adiacente ad osservare il firmamento e quando cadeva una
stella tu raccontavi la storia di quel corpo celeste. Una volta me ne
raccontasti una che, per certi versi, assomigliava alla tua: una
stella come tante che andava a scuola, aveva amici su cui poter
contare, tante passioni, fra i quali suonare la chitarra, giocare a
pallavolo, pattinare sul ghiaccio ed essere sempre pronta ad aiutare
il prossimo. Ma poi un giorno la Stella si ammalò di cancro – un
tumore ad una delle cinque punte – e gliela dovettero amputare.
Dopo quel delicato intervento la Stella cominciò ad essere meno
abbacinante poiché aveva solo quattro punte anziché cinque – una
stella per splendere al massimo deve essere completa di tutte le
punte – ma tutto sommato era felice perché ora non aveva più quel
brutto tumore che la divorava. Tuttavia, dopo qualche anno notò un
ulteriore declino. Infatti, dopo vari controlli, scoprì di essere di
nuovo preda del cancro. Le venne amputata un'altra punta e la sua
brillantezza diminuì ulteriormente. Anche se la sua famiglia e i
suoi amici le dicevano di farsi forza e di continuare a lottare, lei
non riusciva a più a fare tutto questo, sentiva che la materia della
quale era composta si stava via via deteriorando ogni giorno di più
e che non sarebbe mai più tornata quella di prima. Così un giorno
scrisse una lettera di addio indirizzata a tutti i corpi celesti a
cui voleva bene, e poi “cadde”. Quella storia mi aveva fatto
commuovere, perché avevo pensato che quella stella avresti potuto
essere tu. Invece, sono io quella stella che ha deciso di passare a
miglior vita, perché anche io, come Stella, ho capito che il mio
corpo si sta logorando sempre di più, e non per l'anoressia: è la
tua assenza dalla mia vita, il fatto che al mio posto c'è Nina e che
ora il tuo cuore appartiene a lei...è tutto questo che mi crea quel
tumore invisibile che sta divorando voracemente il mio organismo.
A
volte, avevo addirittura pensato che forse non era vero che tu non mi
amassi più, che fosse tutta una messa in scena, ma quando, in bagno,
mi dicesti che avevi iniziato una relazione con Nina, decisi che
dovevo farmi da parte che non aveva più senso continuare a lottare
per riaverti, anche se mi faceva raggelare il sangue nelle vene e non
volevo credere a tutto ciò che stava accadendo: fin dal principio
avevo sempre sperato che fosse solo un terribile incubo.
Dà
un forte abbraccio a tutti gli altri braccialetti, a Olga e a
Carola, dì a loro che gli voglio bene e che in cielo veglierò su di
loro. Magari troverò Davide lassù e avremo migliaia cdi cose da
raccontarci.
Abbi cura di te,
Cris