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Autore: dino_s    04/08/2015    0 recensioni
Sono trascorsi 10 anni da quando i Digimon Tamers sconfissero il D-Reaper: ora Takato e gli altri sono adulti.
La vita va avanti, ma nel fondo del cuore pesa ancora il dolore per aver detto addio ai loro amici digitali. Anche i Digimon, lontani dai compagni umani, hanno cercato di riorganizzarsi e ora vivono assieme in un villaggio a Digiworld.
Non si sono più rivisti da allora...ma spesso i loro pensieri si toccano, cercando di superare la barriera fra i due mondi apparentemente invalicabile.
Ad un tratto però, una serie di fenomeni misteriosi avvolge la vita dei ragazzi e dei Digimon, insinuando la fievole speranza che il momento di ritrovarsi sia vicino...
Sarà l'ennesima illusione? O forse questi eroi potranno davvero riabbracciarsi, accendendo un'altra volta le strade cittadine con la magia e l'emozione del passato...?
Cosa può significare, per un Digimon, ritrovare il suo domatore adulto? Quanto saranno cambiate le loro vite?
"Digimon tutta la vita" è la storia con cui vorrei restituire a voi lettori quell'atmosfera di tanti anni fa, quando ci sedevamo di fronte alla tv impazienti per la nuova puntata. Un nuovo tuffo, dopo tanto tempo, in quel mondo caro.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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puntataDT2          Trascorse una settimana.

         Cinque piccoli Digimon in una sala comandi circondavano una donna dallo sguardo serio «Sei una maestra...?» chiese la gocciolina digitale «Se tu sei come la nostra LadyWizardmon, però in versione umana...liberaci, per favore! L’altra signora ci tiene prigionieri da giorni! Ci tratta male, e ci dà pochissimo da mangiare!»
         Ma gli occhi taglienti della donna si posarono su di lei, nel sussurro secco «Sta zitta, piccola Jeri...!! Lo vedi o no che sto facendo lezione?!»
         I cinque cuccioli rimasero allibiti, e Stillymon obiettò «No, non lo vedo, mi dispiace...! Tu sei sempre muta...come se non avessi niente da spiegare...» ma alle sue titubanti parole si sovrapposero quelle di Orphanmon «Lei non è Jeri...
         ...perché ti sei rivolta a lei con questo nome, la conosci?»...«Oh, ecco Takato, sempre a difenderla!» ironizzò Asanuma con voce smorzata (mentre gli altri cuccioli «Ehhhh???») «Ti sei trovata un fidanzatino oppure un avvocato?»
         Grassmon esclamò «Noi non siamo quelli che lei crede!!» e Vapormon «E’ pazza! E in qualunque modo ci veda lei ci odia!!» ma la donna si alzò dallo sgabello «Kazu, Kenta, smettetela di disturbare!» avanzando minacciosa «Sempre a darvi man forte l’un l’altro...so qual è il vostro scopo!!...
         ...voi volete andare a Digiworld, sì...!! M-Ma siete crudeli a tal punto...
         ...da abbandonare qui la vostra maestra?!» sciogliendo il suo tono aggressivo in un gemito di pianto «Non capite che io voglio venire con voi?!!...
         ...là in quel mondo...mi aspetta il mio Digimon, sono pronta a giurarlo!! Perché lasciarmi indietro solo perché sono un’adulta, in fondo io...mi sono sempre preoccupata del vostro bene!»
         «Signora, non pianga!» esclamò Fogmon, e gli occhi di lei si posarono stanchi sui suoi saltelli «Se il suo sogno è andare a Digiworld...possiamo tornarci insieme, ormai il varco è aperto! La terra e il mondo dei Digimon sono pronti a riprendere un cammino insieme! Dobbiamo solo fuggire presto da qui, o la signora Violetta ci sentirà e...per punizione ci chiuderà tutti in una cella, lei compresa!»
         «V-Voi mi accompagnereste nel vostro mondo...?» gemeva Asanuma tendendo la mano.
         Orphanmon disse ai compagni «Ragazzi, a me questa maestra fa pena.» e Grassmon «In effetti sembra soffrire tanto!»
         «Vi prego, ragazzi!!» supplicava Asanuma tra le lacrime «Portatemi con voi, io ormai non ho più nessuno sulla terra!»
         «Non ci farà del male...?» chiese timidamente Stillymon, ma la donna replicò «A me non piace far del male alla gente...io ero abituata a prendermi cura di tanti bambini...»
         I Digimon si consultarono fra loro, e sotto le incitazioni dei suoi compagni Orphanmon si fece avanti «Signora Asanuma! Noi siamo disposti a fuggire con lei se è questo che desidera. Abbiamo sempre sognato di conoscere gli umani! E la nostra maestra, LadyWizardmon...ci ha sempre detto di aver atteso un domatore, ma costui non è mai arrivato! E se fosse proprio lei?»
         «Come...?» si asciugò una lacrima la sconcertata insegnante, e Stillymon insistette «Ma sì!! Se ha appena detto che sono tanti anni che attende un Digimon, ma non è mai riuscita a raggiungere Digiworld...non c’è dubbio! Lei è senz’altro la domatrice della nostra insegnante!!»
         «...dite davvero?» domandò Asanuma con un filo di voce. Ma l’ascensore si mosse, introducendo l’esclamazione «Non creder loro!!»
         «Oh?» la donna alzò lo sguardo...e i cuccioli esclamarono in coro «VIOLETTA!!» scappando terrorizzati in ogni angolo della sala comandi.
         «Ti fai raggirare da cinque mocciosi...ma insomma!!» gridò Violetta scuotendola per le spalle «Che diavolo ti è successo?! Che ne è stato della tua antica stoffa da educatrice intransigente!!»...«E’ finita in fondo a un crepaccio...
         ...assieme al mio collega...
         ...assieme a mio marito...o per meglio dire l’uomo che amavo, la mia gioventù, TUTTI I MIEI SOGNI!!» ma l’altra la afferrò per il polso «A uccidere il tuo caro marito...
         ...è stata l’inesperienza di tua figlia, e la tua negligenza come madre!»...«No, non dire questo!» gemeva Asanuma, ma Violetta insisteva «Sì invece!!» fissandola con occhi dilatati e penetranti da intimorirla «Eri una donna rispettabile!...
         ...ma un giorno qualunque ti sei andata a dar via!»...«No!»...«Sì, come no! Hai offerto al tuo corpo alla più deprecabile feccia digitale! Un Digimon malvagio, IceDevimon! Con lui hai messo le CORNA a tuo marito!!» L’insegnante scoppiò in pianto disperato, e Violetta inveì «Nel crepaccio è precipitato perché gli pesavano troppo!!!»
         La donna si accasciò sul pannello di controllo, gridando a gran voce «E’ STATO UN ERRORE!! MI SENTIVO TANTO SOLA!! E TANTO DISPERATA!!»...«Oh sì, questa l’ho già sentita, è quello che ripetono tutte le donne di mezza età frustrate come te Nami ma sta di fatto che non è una...
         ...buona...giustificazione! Credi forse alle parole di quei mocciosi?! EHI VOI BAMBINI TANTO LO SO CHE SIETE QUI NASCOSTI, SE VOGLIO VI TROVO UNO PER UNO!»
         I piccoli tremavano sotto i pannelli tecnologici.
         E Violetta si scostava i suoi riccioli «...questi sciocchi vogliono solo mangiare...
         ...desiderano che qualcuno li aiuti a fuggire, e hanno identificato te perché ora non vedono altro che il fantasma della loro vecchia e arcigna digi-maestra in ogni dove! Dì la verità...» avvicinandosi all’altra e afferrandola bruscamente per gli abiti «...tu credi davvero che là a Digiworld possa aspettarti qualcuno?! Uhmuhmuhm, ma Digiworld ormai è solo polvere...
         ...il D-Reaper lo starà lentamente consumando, ma sono comunque sicura che anche in sua assenza nessuno si sarebbe mai preoccupato di attendere il tuo arrivo. E sai perché? Perché i Digimon...sono creature candide! Fatte su misura per le leggiadre domatrici come me...non per le...
         ...cagne in calore travestite da insegnanti! Che di giorno fanno le virtuose a scuola e di notte si passano un diavolo ghiacciato nel loro letto!!!»...«Ahhh!!!» Asanuma si portò le mani alle orecchie, ma Violetta si piegava su di lei e gridava più forte «Moglie infedele!! Il tuo austero abito è macchiato dal sangue di tuo marito, ed è per colpa tua se ora tua figlia è digievoluta in un mostro!!!...
         ...ma questo mostro...
         ...uhmuhmuhmuhm! Fortuna vuole che sia estremamente utile a me. Il male si ritorce sempre contro i malvagi, ormai questa è una vecchia legge. Pensa che la tua piccola e insopportabile Akiko...» descriveva mentre iniziava ad armeggiare sulla pulsantiera «...è dotata di un apparato tecnologico estremamente futuristico, fornito addirittura di un sistema...in grado di creare illusioni!» Asanuma si volse attonita «Che cosa vuoi fare...?»...«Oh! Non farti sentire ancora giovane e bella, in questo neanche l’incantesimo più avanzato potrebbe riuscire!...
         ...nnno! Grazie a tua figlia voglio...regalare un...bel sogno a un Digimon, prima di eliminarlo definitivamente. Mmm...dov’è il pulsante? Ah, è qui...
         ...ihmf!...
         ...alla polizia si sono rivelati dei veri buoni a nulla!!...
         ...grazie a loro sono passati giorni, e il maledetto amico pennuto della tua alunna è ancora tutto intero! Bene! Ci penserò io a mutilarlo come volevano fare in origine i suoi dooolci, e teneri domatori! Ma egli riuscì a salvarsi grazie al sacrificio di un...orsacchiotto! Mwahahahahahahahahaha, ahahahahahahahah!!!»
         Asanuma fissava impaurita quegli occhi più determinati che mai...



         Il paio di occhialoni da domatore era posato sulla scrivania accanto al pupazzo di Agumon. Vicino c’era la scatola appena aperta di un abito elegante, e la brezza dalla finestra faceva volare la plastica strappata (canzone: Taylor Swift - Back to December (acoustic) )
         “Ci siamo...” pensava quel ragazzo riflesso nello specchio mentre si provava il vestito da sposo “...domani è il 1 agosto. Domani è il gran giorno. Domani...
         ...io sarò il marito di una Digimon.”
         Takato respirava profondamente, e chiudeva i suoi occhi “E’ quasi ironico pensare che questa data così significativa sarà quella che determinerà la mia vita. Evidentemente era il mio destino...
         ...mi sposo con Cindermon...” passandosi le dita nella cravatta “Da domani inizierà il mio cammino per essere un uomo come tutti. Come mio padre avrò al fianco una moglie buona e premurosa...raccoglierò le redini del panificio di famiglia...
         ...forse avrò dei figli...
         ...io e la mia Digimon condivideremo giorno dopo giorno ciò che ci offre il futuro. E sfoglieremo la nostra vita come le pagine di un album fotografico. Tutto questo...è qualcosa di molto dolce...” pensò regalando un dolce sorriso alla sua immagine riflessa, per poi avanzare nella sua stanza “In queste ore dovrei sentirmi felice, e il mio cuore dovrebbe palpitare di emozione come non ha mai fatto. Ma certo: ogni uomo è felice alla vigilia del suo matrimonio...
         ...eppure ancora...!!...” raccogliendo quei vecchi occhialoni, e rivolgendo alla finestra uno sguardo di pena “...un grido di quel bambino dentro di me sembra chiedermi di fermarmi! La voce di quegli anni, nonostante tutto, sembra ancora cercare un’ultima emozione...
         ...un ultimo palpito...
         ...un ultimo tuffo nel pericolo, per la conquista del futuro sognato! E di un...amore autentico...”
         Ma poi abbassò quegli occhiali “Però non devo ascoltarlo...non posso ascoltare la voce che grida in me, altrimenti non crescerò mai. E tanti altri soffriranno a causa dei miei sentimenti.”
         ...e scelse di riporli in un cassetto, per poi riordinare la sua stanza.
         Leaf lo spiava dallo spiraglio della porta “Takato, amico mio...caro compagno di giochi. E’ arrivato il tuo giorno più bello! Ma nei tuoi occhi leggo ancora quella tristezza. La stessa...di quando scoppiò un temporale, e la pioggia portò via la vernice con cui cercavi di nascondermi, grande e imponente com’ero! Ma oggi, dopo dieci anni...sono solo un nanetto con sembianze umane. E come allora non ho parole per aiutarti. Eh sì, perché la ragazza che sposi...è la stessa Digimon che amo io! Vorrei tanto gridarti di seguire il tuo cuore...
         ...e di prendermi per mano come un tempo, per andare a salvare Jeri. La tua Jeri che hai sempre amato, e che forse ami ancora. Ma come faccio a esser certo che parlerei per il tuo bene? E se in realtà lo facessi solo per non perdere l’amore della mia vita?! Questo dubbio...cuce la mia bocca come quella di Arkanomon: se per salvare la mia felicità compromettessi il tuo futuro...allora sì che non potrei mai perdonarmelo. Perché io Takato, anche se non posso svelartelo...”
         ...mentre Takato si volgeva, ed i loro occhi si incontravano da un lato all’altro dello spiraglio...
         “...sono il tuo primo Digimon.”



         Presso la tomba di una ragazza di sedici anni si allungavano due ombre: quella di una creatura alta avvolta in una giacca, e quella di una ragazza che si nascondeva dietro occhiali da sole e un velo attorno alla testa «Allora, il patto è questo: quando domani tutti saranno distratti dalla cerimonia...» mormorava lei «...io e te utilizzeremo questa chiave, e ci introdurremo all’interno di Arkanomon.»
         Lui si chinava a disporre con cura i fiori, replicando un convinto «Ho capito, Jeri!»...«Beelzemon...sei davvero disposto a farlo?» domandava lei sfiorandolo con premura, e il Digimon ammetteva «Ti ho promesso che ti avrei seguita ovunque. Sono il tuo Digimon. Tu piuttosto...
         ...sei sicura che vuoi andare lì da sola, senza l’appoggio dei tuoi amici...e di tuo fratello?» ma lei si accomodava gli occhiali «Non sarei sola perché ci saresti tu. E poi...» smarrendo gli occhi tra gli alberi del cimitero «...vorrei che tu capissi che io...ho bisogno...di fare una volta tanto qualcosa per gli altri! Per chi mi ha amato nonostante i miei difetti, e si è sempre buttato a salvarmi incurante del pericolo. Domani...
         ...Takato si sposa con Cindermon...» mormorò con la voce che le moriva, mentre il Digimon si accostava a lei per sostenerla.
         Jeri continuava «...ormai mi sono arresa ad averlo perso per sempre...ma non voglio uscire di scena senza avergli lasciato qualcosa di me. Io domani non sarò presente alla cerimonia, ma il mio regalo di nozze sarà...
         ...un futuro libero dal D-Reaper, perché io sconfiggerò Violetta.» volgendosi verso di lui in una timida supplica «...s-se tu mi aiuterai.»...«La mia forza digitale...è a tua disposizione.» promise Beelzemon.
         Jeri a quel punto si chinò sulla tomba, adagiando un fiore tra quelli donati dal Digimon «Un fiore bianco...come la tua purezza, Akemi. Come quella purezza di cui parlavano i cartoni che entrambe guardavamo. Noi due siamo state tanto diverse...
         ...e f-finché sei stata in vita...non siamo riuscite ad essere amiche! Solo ora mi rendo conto di cosa mi sono persa...però...spero di ritrovare un pezzo di te in quel Digimon...
         ...che tu amavi tanto, e che così generosamente mi hai lasciato, benché io non l’abbia mai meritato. Mi permetto di parlarti come ad una compagna per chiederti...
         ...il coraggio necessario per l’atto più estremo che abbia mai compiuto come domatrice: gettarmi di proposito nei meandri del mio incubo peggiore, il D-Reaper! E lì...combattere fino al mio ultimo fiato la nemica dei Digimon. Se tu vorrai vinceremo! Domani...è il tuo giorno.» soffiandole un bacio, e carezzando la foto di quella giovane con gli occhiali.
         Beelzemon la aiutò ad alzarsi e chiese «Andiamo alla tomba di tuo padre?»...«Sì...Masahiko e mia madre ci stanno aspettando.» sicché lui allungò la mano, e lei gli si mise sottobraccio.
         Si allontanarono tra le lapidi, mentre lui la aiutava in quel suo incedere claudicante (fine-canzone)



         Leaf discendeva le scale di casa Matsuki, bisbigliando fra sè «Mi è venuto...un certo languorino. Forse saranno tutti questi pensieri. Chissà se è rimasto qualcosa in cucina. Oh?» ma prima che potesse dedicarsi al cibo, la sua attenzione fu attratta da un uomo seduto presso il tavolo, che si passava le mani sul volto.
         Come al solito il rapper fece timido ingresso «...che le succede, signor Matsuki? S-Si sente poco bene, posso fare qualcosa per lei?» ma Takehiro lo scrutò con un sorriso «Grazie...sei sempre così servizievole: temo che mia moglie ti abbia formato in questo modo.» Leaf rise «Uhmuhmuhm, ma no, guardi che io sono così di natura! Lo faccio con tutte le persone a cui voglio bene.»
         Il panettiere gli riaccomodò la maglietta «Ahah...hai sempre il colletto storto, come fai a conquistare le ragazze con quest’aria trasandata, eh? Scherzo...
         ...ti sono grato, ti sei affezionato a noi anche se eravamo perfetti estranei per te.»...«Lei si sbaglia...io è come se vi conoscessi da sempre.»...«E’ proprio questa la cosa sorprendente!» replicava l’uomo a voce sommessa, fra sospiri aggravati «Sembra davvero che tu conosca ogni angolo...più luminoso o più buio della nostra esistenza.»...«Conoscere qualcuno è sempre una fortuna, anche nei suoi angoli più buii.» enunciò il rapper, e Takehiro sorrise malinconico «E’ un’altra cosa che vi dite fra voi rapper? Forse dovrei ascoltare di più il vostro genere musicale, magari mi aiuterebbe a essere un uomo migliore.»...«Lei dovrebbe ascoltare di più il suo cuore.»...«Come?»...«Ma certo. Tutti noi dovremmo seguire il cuore e dare meno retta alla paura...»...«Però lo sai, è strano avere paura di qualcosa che hai desiderato con tutte le tue forze per tanti anni.»...«Perché strano?» replicava Leaf con quella consueta, naturale alzata di spalle «Tutti cambiamo.»...«Ma io pensavo di aver visto ormai tutto nella vita. Mi credevo un uomo esperto, navigato, eppure...
         ...tutto quello che è successo in questo...seppur breve periodo sembra esser bastato per tutta la vita. Sono riapparsi i Digimon...
         ...ho conosciuto mio figlio...il mio secondogenito...Nakao...nato dalla follia di una notte.»...«Una follia...d’amore?»
         Takehiro scrutò Leaf con un paterno sorriso, passandogli la mano sui capelli cortissimi «Forse una follia e basta. Ma quel che è certo è che “amore”...è quello che sento per lui, assieme a tutta...la tenerezza, e l’istinto protettivo tipico di un padre! Anche se lui è un...
         ...fantasma...» pronunciò con tono incorporeo «...ormai mi sono rassegnato, anche se mi sarebbe piaciuto vedere entrambi i miei figli crescere per mano.»...«Lei vuole ancora bene a Takato come un tempo. Vero?»...«...uh? A quale tempo ti riferisci?»...«A quando...
         ...lui era...
         ...dell’età che ha ora Nakao.»...«...a quel tempo sembrava tutto più facile...
         ...persino volare.»...«Si può ancora volare!»...«Uhm, ma adesso persino i Digimon non volano più! Hanno i loro problemi, quando all’epoca sembravano venirci a portare la spensieratezza.»...«Ma se voi crederete ancora in noi...
         ...CIOE’! Nei Digimon...ancora potrà essere possibile quello splendido miracolo! Perché dice che ora i Digimon non volano più, signor Matsuki?»...«A te posso confidarlo...
         ...sono un po’ in pena per la ragazza che vive con noi, quella che mia moglie chiama Cynthia ma che in realtà sappiamo bene chiamarsi Cindermon. Ed essere una Digimon!»...«Ma Cindermon...è la fidanzata di suo figlio!!»...«Questo lo so fin troppo bene.»...«...p-perché dice che è preoccupato per lei...?» balbettò incredulo il rapper.


         Quando presso la stanza al piano superiore «Cind, che cos’hai...?» chiedeva Diamon sedendosi di fronte alla sorella «Hai l’espressione turbata! Sei nervosa perché viene papà?»
         «Tutt’altro!» mugolò Cindermon «...mi fa piacere vederlo, e stavo in pena nel saperlo lì solo mentre a Digiworld imperversa il D-Reaper!»...«A quello anch’io, non c’è ombra di dubbio! Avevo giorno e notte il cuore a farmi tum----tum----tum tanto che a momento lo sentiva pure il mio Kazu, e non riusciva a dormire!»...«Beata te Diamon...la storia fra te e tuo marito sì che assomiglia a una favola!»
         L’altra sgranò i suoi splendidi occhi verdi «Ma Cind...tra poco anche tu sarai sposata come me! Sarai la moglie del terrestre che ami!!»...«Sì, è vero!!» gemette la ragazza digitale, e Diamon «Allora cos’è quel broncio? No! Aspetta...non dirmelo: c’è un altro? Cind, c’è un altro?!!»...«Pfff, zittaaaAAA! Ma nooo, quale altro Diamooon! Dai! I-Io sono...» balzando in piedi e camminando per la stanza, mentre sbuffava «...PEEERSA completamente dietro a Takato, sono pazza di lui!»
         «E allora?!...come si suol dire.»
         Cindermon si volse di scatto «E allora non è come pensavo che fosse!!»
        «Ma come...
         ...ci siamo anche incontrate alla boutique, quando tua suocera...cioè, EHM EHM! La signora Matsuki ti faceva provare il vestito da sposa. Io e Guardromon stavamo facendo la spesa, a lui lo avevo vestito con una maglietta di Kazu da piccolo e andavo dicendo che era il mio bambino. Quando ti abbiamo vista...non sapevamo se fosse una splendida modella, un fantasma venuto da un altro mondo...oppure proprio tu, Cind!»...«Uhmf, avreste dovuto guardare qualche metro più avanti...
         ...Jeri Katou forse aveva la stessa impressione.» Diamon balzò in piedi «Cosa?! E adeeesso me lo dici?!! Quella pazza criminale vi sta forse perseguitando? Dì la verità, sta cercando di rovinarvi la cerimonia!» ma Cindermon ribatté «Non è così! Ha fatto di tutto per non mostrarsi, io l’ho vista...
         ...perché ho cento occhi. Compreso uno per notare che, anche se indossava occhiali da sole, i suoi occhi non erano più astiosi e malvagi come un tempo. Come dirtelo, Diamon...sembra un congedo!»
         «Forse ha capito che fra te e Takato...»...«Bene! Mi compiaccio! Che fra me e Takato cosa? Che non c’è assolutamente niente perché lui continua ad amare lei!»...«Cind!!!» le andò vicina la sorella, prendendole le mani «Non devi dire queste cose. Takato ha promesso che ti vorrà bene!»...«...LO SO Diamon credimi, lo so! Non è lui il problema, lui è sincero!! Sono io! Io...
         ...ahhh, sarà che sono fatta male!» passandosi le mani sul ciuffo «Ma non riesco a togliermi dalla testa la frase che ho sentito da Himi, quando l’altro giorno sono passata da Rika e c’era anche lei. E’ la frase di un vecchio film terrestre, e dice che non si può fare la propria felicità sull’infelicità degli altri, ebbene è quello che penso!» volgendosi verso la stupita sorella e confessando «Io sono fatta così...(canzone: Gigi D'Alessio - Dentro un cinema (strumentale) )
         ...non riesco a godermi la festa se vedo quegli occhi in pena carezzare il mio vestito da sposa come un rimpianto...
         ...e se vedo Takato che mi sorride davanti, ma poi si gira e il suo sguardo si riempie di tristezza e di lacrime, per il passato che sta per lasciare! Forse è perché sono stupida! Forse perché troppo sensibile! Forse perché sono una Digimon: la signora mi dice che non devo assolutamente pensarci e tirare dritta per la mia strada, ma ormai quella è fissata!! Vuole solo che ci sposiamo e non vede nient’altro!!»...«E tu...sorellina?»...«Io cosa?»...«Tu...
         ...non vuoi sposarti con Takato?»
         Gli occhi della Digimon si riempirono di commozione «...la mia parte di ragazza lo vuole...
         ...ma per colpa di papà, noi due siamo per metà delle Digimon!! Adesso mi sente quando viene qui, grazie al suo...bel contributo...!!» tornando a sedersi pesantemente su quel cumulo di cuscini «...mi ritrovo con un cuore fatto di dati che non riesce a darsi pace nel dubbio che il mio domatore scelga un futuro infelice! E che io ne sia l’artefice!! Noi dovremmo esortare i ragazzi a credere fino all’ultimo nei loro sogni...
         ...e a lottare...per imprese difficili, come un amore impossibile, per così dire! Mi sento lacerata...» ammetteva sconsolatamente, scuotendo il capo «...la mia parte umana mi dice...sposati, ma la mia parte da Digimon dice...
         ...scappa col primo che incontri, un musicista, un attore, un rapper! Monta su un motorino e non farti più vedere, sparisci tu e stanno meglio tutti!!»...«Rapper?!! Cindermon, hai detto rapper?!»...«S-Sì...perché, che c’è di strano?»...«Qua in questa casa vive un rapper...
         ...e adesso che ci penso...lui non fa che ronzarti attorno con tutta l’aria di chi è molto interessato alla Digimon che mi è di fronte...!!!»...«Beh, mi fa piacere per lui. CI FA UN GROSSO AFFARE, SE NON SI FA AVANTI!»...«Tu vorresti che lui si proponesse a te???» chiedeva Diamon sempre più sbalordita, e lei «Ah, io non so più quello che voglio, in questo momento sono completamente in tilt! P-Però...
         ...se solo anche uno come un quel tipo bizzarro si fosse fatto venire un po’ di coraggio forse mi avrebbe sgravato la coscienza! In questo modo non si sarebbe posto il problema, rimossa la pietra dello scandalo CIOE’ IOOO...tutto risolto: Takato non si sposa...
         ...pfff...e la mia parte umana prende la stangata più grande della sua vita, ma almeno la Digimon è felice e serena. Ribadisco il concetto: CHE INGRATO COMPITO E’ IL MIO!...
         ...ah...dimenticavo.» lanciando una busta di confetti tra le mani della sorella «Ohp!» e descrivendola con tono grave «LA BOMBONIERA...!!!»
         «G-Grazie!» fece l’un po’ dubbiosa Diamon oscillandola vicino al suo orecchio per sentire se faceva rumore.



         «Signora Wong...» pronunciava timidamente Lopmon «...lei è rimasta la mia ultima speranza. Lei che è una madre forse riesce a capire cosa sta succedendo alla mia Suzie! E’ diversa da solito, e resta lunghe ore in silenzio rifiutandosi di confidarsi con me. Io temo che di questo passo perderemo il bel rapporto che avevamo creato...e ci allontaneremo sempre di più: io non lo voglio, dopo tutto quello che abbiamo passato!»
         Mayumi Wong, dallo sguardo amabile celato dietro i suoi occhiali, la sfiorava in una carezza «Piccola Lopmon, vedi...
         ...quello che forse Suzie non ti ha detto è...»
         Ma prima che potesse continuare, la coniglietta si sentì abbracciata alle spalle con immenso affetto «Perdonami...amica mia.»
         «Suzie...!» esclamò la madre.
         La ragazza, dai capelli raccolti in una coda, stringeva la sua Digimon e versava lacrime «E’ colpa della mia vigliaccheria se sono nati in te timori che non potrebbero essere più infondati. Vieni, andiamo in camera mia a parlare come facevamo un tempo. Ognuno deve affrontare le sue scelte.»
         Lopmon rimase incredula...

         ...e una volta che Suzie la adagiò sul suo letto «Suzie! Ma che cos’è questa valigia?»...«Quella con cui porterò le mie poche cose. Lopmon, io...
         ...ho deciso di ritirarmi a vivere in convento.»...«Cosa?!!» sobbalzò la Digimon.
         E la giovane «Perdonami per non avertene parlato prima!! Non avevo il coraggio!! Temevo che una volta che te l’avessi detto...ti saresti sentita abbandonata, ma non sarebbe così! Io ti resterei vicina...
         ...sempre, solo che mi sono sentita...chiamare...»...«Chiamare...? E da chi?!» domandava la spiazzata Digimon dagli occhi umidi.
         Suzie si aggrappava alle tende della sua stanza, rivolgendo sguardo verso l’alto «Da quel Dio che ha chiamato anche Akemi...
         ...Lopmon...tu non hai mai avuto un modello? Una Digimon alla quale avresti voluto assomigliare...in tutto e per tutto?»
         «Io...» rispose con voce rotta dal pianto «...sarei voluta essere come Renamon: una Digimon coraggiosa! Ma allo stesso tempo una moglie amabile.»...«E per me è lo stesso! Io sento il bisogno di ripercorrere i suoi passi...
         ...sentire l’odore del luogo in cui ha vissuto, e proteggere i miei cari da quelle mura antiche visto che...non riesco a farlo dal mondo esterno!»
         «E’ forse colpa mia?! Sono una guerriera troppo debole, non riesco a darti abbastanza potere...?»...«Tutt’altro...
         ...tu sei una Digimon formidabile...ma io non sono una domatrice altrettanto abile, dobbiamo ammettere l’evidenza.»...«Suzie, ma io ho un altro sospetto! Non sarà che questa è solo una scusa per fuggire...in quanto temi che il tuo amore per Mako non sarà mai corrisposto?!»
         Suzie sedette sul letto ed ammise rigidamente «Non si tratta di un timore ma di una realtà: Mako non mi ama...
         ...e a dispetto delle dicerie della gioventù...io sono più che certa che non potrei mai amare altri ragazzi. Preferisco seguire il cammino che ha scelto sua sorella!» alzandosi con scatto deciso.
         Ma poi volgendosi come rimpianto «...sarebbe troppo chiederti di essere di essere la Digimon...di una suora?» ma Lopmon le si gettò tra le braccia «OH SUZIE!!! Tutto, basta che non mi abbandoni!!!» e la ragazza la strinse forte «Facciamoci l’ultimo pianto a squarciagola!!! Da domani, primo agosto...io consegnerò le mie lacrime a Dio...»
         I loro singhiozzi riempirono la stanza, come la bandiera di un’amicizia eterna che vola sopra le scelte della vita (fine-canzone)



         «Cerca di star fermo, Sandmon!» supplicava Mako, di fronte allo specchio con il suo Digimon «Lascia che ti pettini i capelli!»...«Hai spruzzato un po’ di profumo, Mako?»...«Pfff...sono corso a comprarlo con dei soldi, in teoria, destinati alla beneficienza! Per fortuna che Madre Katsumi è generosa: quando ha saputo chi ti aveva convocato, ha scassinato la cassetta delle offerte!»...«Ma secondo te cosa vorrà un Supremo da me? Mica processarmi per i miei crimini passati??»...«Non dire sciocchezze...» stemperava il ragazzo «...abbiamo incontrato i Supremi a Digiworld, e ci hanno offerto pieno appoggio. Poi Zhuquiaomon è noto per essere giusto e saggio.»
         Il nome del Supremo contraeva di dubbio quei lineamenti di sabbia «Cosa ho a che fare io con quel Supremo...?»...«Smettila di preoccuparti: dove mi hai detto che è l’appuntamento?»...«P-Presso la villa in vendita, ai confini della città! Ora non c’è nessuno, hanno sospeso le vendite perché temono possa allagarsi di D-Reaper! Quel posto dà i brividi...»...«Non preoccuparti, io verrò con te! Sono il tuo domatore, e un’udienza privata con i Supremi è sempre stata il mio sogno!»...«Mio figlio Gravemon ha trascorso qualche notte lì...
         ...è stato tra quelle mura che gli è sembrato di vederla...ma...
         ...temo che anche i sogni di un Digimon d’argilla siano come quelli di un bambino vero: intangibili...» (canzone: Laura Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
         Mako nel frattempo si affacciava alla finestra, e meditava “Che ne sarà di noi...? Il D-Reaper è sempre più vicino, e se si riversa nel convento le sue fondamenta cederanno: è un peccato che un programma di cancellazione per computer debba corrodere mura così antiche e piene di storia...
         ...fra cui anche la storia della tua crescita, sorellina. E del tuo sogno d’amore mai realizzato per Beelzemon...” abbassando il suo sguardo insicuro, ed aggiustandosi gli occhiali con gesto distinto...



         Beelzemon riunì tra le braccia i membri di quella famiglia al cimitero «Coraggio, andiamo a casa.» ma ad un tratto si udì una voce «Aspettate!»
         Il Digimon si volse, ed incrociò gli occhi afflitti di un uomo con i baffi «Ti ho visto portar fiori alla tomba di mia figlia.»
         «Lei...»...«Avrei bisogno di parlarti, Beelzemon!» supplicò l’uomo «Lo immagino, avrai fretta! Però ti assicuro che...è molto importante!»
         Il guerriero si volse verso chi l’aveva accompagnato, ma la sua domatrice mosse un passo ed adagiò la mano sulla sua spalla «Fa come ti dice: è il padre dei tuoi domatori.»...«Jeri, ma voi...»...«Noi torniamo a casa da soli: vedrai, nessuno mi riconoscerà.» replicò la giovane accomodandosi il velo e gli occhiali da sole «Ti aspettiamo, d’accordo?» chiese con voce velata, che sembrava celare una profonda complicità instauratasi tra i due in quei pochi giorni. Lo stesso confermò il gesto impercettibile con cui Beelzemon assentì. Jeri si accostò dunque al suo fratellino e alla matrigna, la quale disse «Vieni cara, appoggiati a me.»...«Grazie mamma.»...«Papà è stato di certo contento della nostra visita. Lo sento!» furono le parole di Puppet, cioè Masahiko.
         Jeri scrutò Beelzemon con la coda dell’occhio prima di congedarsi, lasciandolo col signor Ayami «Non mi tenga sulle spine...è successo qualcosa a Mako? Se ha bisogno di me io corro in suo soccorso! Non era mia intenzione abbandonarlo, ma gli eventi mi hanno costretto!»...«Non temere, Beelzemon. Mio figlio è al sicuro, almeno...credo.»
         Il Digimon restò allibito «Come sarebbe “credo”?!»...«Non lo sai...? Mako non vive più a casa con me. Non ci parliamo dal giorno in cui hanno messo la legge contro di voi e...
         ...la colpa è mia. Io l’ho cacciato di casa assieme a Sandmon. Ero indignato per ciò che dicevano in tv di te e...lo ritenevo una mancanza di rispetto verso Akemi!» ma alle sue parole si sovrapponeva il sussurro sconvolto del Digimon «...cacciato...di casa?!!»...«Ma adesso ti assicuro che sono pentito!! E’ stata la mia ennesima botta di testa: la verità è che da quando mia figlia si è ammalata...e soprattutto ora che non c’è più...
         ...io perdo i colpi, vado alla deriva! La disperazione mi comanda come uno schiavo, tanto che finisco per prendermela con coloro che amo, come i miei figli! O...come mia moglie. Che adesso mi ha dato un ultimatum: dice che vuole divorziare, che la vita al mio fianco è un inferno! E se non convincerò suo figlio a tornare a casa, sarà lei ad andarsene da domani, e stavolta per sempre!»...«DIVORZIARE...?!» scandiva Beelzemon con rabbia «...ah, non posso crederci, è troppo comico o troppo tragico perché sia vero! Volete infrangere la vostra famiglia?!! Dopo tutto il cammino di gioie e dolori che vi ha accomunato?!!»...«N-Non urlare, per caritààà...ti possono sentire e se ti accade qualcosa mio figlio non lo sopporterà! Ha già avuto tanti dolori per la sua età così giovane.»...«Ma a quanto pare non vogliamo risparmiargli il divorzio dei suoi genitori! Certo che voi terrestri siete incorregibili, anche noi Digimon sbagliamo ma almeno noi cerchiamo di rimediare!! E invece no, voi insistete e insistete, non contenti fino ad aver fatto terra bruciata del vostro mondo!! E dei vostri ricordi...»...«Forse ci descrivi in modo giusto. Tu ci conosci. E come Cristo ha preso su di se i peccati degli uomini...
         ...quelli di casa nostra si sono riversati su di te.»...«Ora non...metta di mezzo la religione per farla più poetica, abbiamo un problema concreto da risolvere!! Perché se crede che rimarrò con le mani in mano si sbaglia, io non vi permetterò mai di divorziare, capito?! Mai!! Dovrete passare sul mio cadavere...prima di infliggere alla memoria di Akemi un simile oltraggio: lei avrebbe voluto veder tutti uniti...ma a volte credo che le uniche orecchie tese alle sue ultime parole fossero le mie!»...«A-Anch’io vorrei che mia figlia fosse felice da lassù!! Ma mia moglie è irremovibile e io...non sono sicuro di riuscire a comprendermi con mio figlio!!»...«Beh, sarà meglio che stavolta si impegni, lo dico per il suo bene!!»...«Ti assicuro...che farò tutto il possibile.» disse l’uomo aggrappandosi alla giacca dell’altro «Ma tu ti prego! Mentre io mi reco in convento a esortarlo...tu parla con mia moglie! Chiedile di concedermi un po’ di tempo, dille di credere alle mie promesse! Lei pensa che siano tutte parole!!»...«Chi mai potrebbe biasimarla?»...«Nessuno...
         ...ma tu potresti convincerla ad aprire il suo cuore: tu sei un Digimon...e lei penserà che per mezzo di te sia Akemi a parlare!»
         Beelzemon smarrì gli occhi nel cielo d’estate, compì qualche passo tra le lapidi dopodiché mormorò «...d’accordo...
         ...accetto di andare a casa sua, anche se è pericoloso e possono vedermi...
         ...parlerò con sua moglie, cercherò di evitare il divorzio. Però la avverto che questa è l’ultima volta: noi non facciamo da mediatori familiari...
         ...noi abbiamo bisogno di garanzie quanto voi.»
         «Che il cielo te ne renda merito...e perdoni i miei peccati di padre.»



         «Io voglio dividere la mia vita con te. Desidero che tu diventi mia moglie.»
         ...mentre una mano di petali apriva lentamente un cofanetto, che rivelava un diadema splendente ornato dal simbolo di un cuore verde «Vuoi sposarmi Muskmon? Vogliamo formare una famiglia insieme?» chiedeva con voce timida Gargomon, carezzandole il viso con le sue zampe a mitragliatore.
         Gli occhi dell’incantevole Digimon dai capelli scuri si riempivano di lacrime, mentre indossava il diadema che lui le aveva regalato.
         Lopmon li osservava commossa da dietro la porta...
         «E’ un sì?» chiedeva il grassoccio coniglio, mentre Muskmon gli carezzava il paffuto volto «Sì...! Sì, amore mio!!»...«Vieni qui, piccola...» e i due scivolavano in un tenero abbraccio nel soggiorno di casa Wong.
         Lopmon pensava “Tanti auguri, caro amico...
         ...finalmente è venuto anche per te il momento di farti una famiglia. Mentre a me non rimane che chiudermi in cucina, visto che nessuno vorrà mai assaggiare quello che preparo! Ciò che più mi dispiace è che il mio infausto destino in amore si sia riversato sulla mia domatrice: Suzie vuole chiudersi in convento...e adesso temo che perderò anche lei! Resterò sola, non ci sarà più nessuno per me! Il gelo di quei giorni interminabili alla guardia di Suzakomon sta per riaffacciarsi sulla mia vita. E temo che quello sarà il mio destino per tutta la vita.” dileguandosi nel buio corridoio, per celare le sue lacrime.
         Dopo un’ultima carezza Gargomon congedò la sua fidanzata, e si diresse verso un ragazzo dai capelli scuri e gli occhiali «Henry, Muskmon ha detto di sì: mi sposo!»
         Costui lo guardò con tanto amore, e gli adagiò un bacino sulla fronte «Auguri di tanta felicità...mio grande, e insostituibile amico.» Da quelle parole composte, scivolarono presto in un commosso e intenso abbraccio «A-Aspetta! Benji ti chiama!»...«Molto presto avrà dei piccoli cuginetti digitali con cui giocare!» scherzò Henry sfilando gli occhiali e asciugandosi le lacrime.
         Una volta che il ragazzo si fu allontanato, Gargomon avanzò presso il finestrone a contemplare la città. Una mano si adagiò sulla sua spalla «Signor Wong...»...«Congratulazioni e auguri per il tuo futuro. Ripensavo al giorno in cui regalai a mio figlio quel videogioco. Chi l’avrebbe pensato che al suo interno avrebbe conosciuto te? Che lungo cammino il nostro.»...«Signor Wong, mi dica, ma è vero che Suzie vuole farsi suora?»
         L’uomo sospirò «Sì. Io e mia moglie...non vogliamo opporci se questa è la sua volontà. Però ti confesso che ci manca pensare di non averla più a casa, a colorare i nostri giorni con la sua allegria. Cominciamo a invecchiare. I figli e i loro Digimon si avviano sul loro cammino. E a noi genitori non resta che contemplare la vita da una finestra come questa.»
         «Non dica così.» si introdusse la delicata voce di Muskmon «Noi ci saremo sempre...per voi che ci avete tanto aiutato.»...«...oh, ti ringrazio Muskmon.» replicò Janyu Wong accostando a se con gesto paterno quella creatura legata a lui da incerta parentela, ma da sicuri circoli d’affetto.
         Il D-Reaper aleggiava tra i palazzi sotto di loro, come se neanche un minuto fosse passato di quel lungo cammino (fine-canzone)




         «Pensavo di parlarne con te perché forse...essendo una donna...puoi darmi qualche dritta, io mi sento smarrita!» erano le parole con cui Rea sedeva accanto a Rika, presso il tavolo a casa di quest’ultima «A tua disposizione, dalla premessa sembra allettante! Serviti pure, abbiamo anche i biscotti: fatti da me, così se il discorso prende una brutta piega possiamo scegliere di suicidarci.»...«Credimi, non so dove sbattere la testa!»...«Hai detto che ti senti smarrita? Ma per te dovrebbe essere cosa da poco, da quanto ho capito ti è successo anche al campeggio e...te la sei cavata egregiamente!»...«E’ proprio di questo che volevo parlarti, Rika!!...
         ...è qualcosa che è partito da quel giorno o...per meglio dire...dalla notte che abbiamo trascorso lì...»
         Rika allungava la mano verso un biscotto, e si preparava ad ascoltare celando un lieve sorriso.

         Dallo spiraglio della porta spuntavano però un ragazzo dalle orecchie a punta e una giovane bionda «Hai sentito sorellina?»...«Il tutto profuma di intrighi d’amore.»...«Non possiamo avvicinarci per sentire meglio?»
         Ma alla loro spalle comparve la loro madre dorata «Figlioli: non...vorrei dire ma ha tutta l’aria di una confidenza personale. Non credete sia il caso di rispettare la loro privacy...?»
         Aladynmon si accostò a lei, bisbigliando «Mamma, la penso come te. Ma è l’unico modo che ho trovato per distrarre mia sorella dal pensiero di Starshipmon!»
         Renamon chinò il capo, riconoscendo che suo figlio aveva ragione.

         Rika si interessò «Sputa il rospo...
         ...c’è qualche problema con Henry?» e l’altra la guardò «Apparentemente no! Sono io che non riconosco più me stessa quando...poso la testa sul cuscino e...
         ...ultimamente, anziché sognarmi mio marito...mio figlio, come è normale che sia! Oppure sogni più ansiosi come il D-Reaper, o interminabili colloqui di lavoro, anche quello è pur sempre plausibile!»...«E invece...?» insinuò Rika con occhietto furbo «E invece...» ripeté Rea che piegava le spalle e chinava il capo, in un imbarazzo scandito da numerosi sospiri «...ah, non so come dirlo!»...«Nell’unico modo possibile. E anche il più tremendo...!» scherzava Rika cercando di far breccia nel suo pudore...(canzone: Taylor Swift - Never grown up)

         Renamon parlava a suo figlio «La Digimon con cui tua sorella ha tanto legato...è prigioniera da giorni e noi siamo ancora in alto mare. I Pionieri Digitali hanno le loro famiglie a cui badare. Abbiamo provato a contattare anche Mitsuo e Riley...ma sembra abbiano problemi: i manifestanti sono stremati, e nonostante sia più di un mese che insistono il governo non vuole abrogare quella legge. Siamo costretti a rimanere nascosti e questo...rende tutto più difficile ma nonostante tutto noi non ci arrendiamo! Di comune accordo con gli altri domatori, e gli altri Digimon, abbiamo deciso di riunirci tutti domani pomeriggio, a seguito del matrimonio di Takato: entro la serata...
         ...dobbiamo in un modo o nell’altro elaborare un piano per rimuovere quella barriera e fra breccia all’interno di Arkanomon. I residui della Torre Digitale sono quasi consumati...»...«Questo mamma vuol dire che...?»...«Proprio così figliolo.» ponendogli le mani sulle spalle «Oramai stai crescendo e penso di poterti parlare con chiarezza: quando la Torre non esisterà più...Violetta assumerà il totale controllo del D-Reaper. E potrà scatenarlo su questo mondo, e sul nostro Digiworld.»...«E’ terribile!» esclamò Aladynmon, ma Renamon lo scosse «Non devi temere! Io e tuo padre lotteremo fino all’ultimo respiro, siamo disposti a dare la vita pur di concedervi un futuro!! Siete le cose più preziose che possediamo...
         ...la nostra unica testimonianza, un giorno che non ci saremo più...
         ...voi dovete fidarvi di noi.» mentre Rapunzelmon si sporgeva dallo spiraglio, cercando di carpire qualcosa dal dialogo fra Rika e Rea. Ma in realtà pensava “Sorella mia...” e nel vedere le due domatrici così vicine, sovrapponeva l’immagine sua e quella di Starshipmon “...anche se cerco di distrarmi non mi scordo neanche per un attimo che tu sei lì. Ma se puoi sentirmi ti chiedo solo di resistere! Sei una Digimon forte: ti ricordi? Abbiamo promesso di scalare il mondo insieme. E anche se ora ci sentiamo piccole, come se fossimo tornate allo stadio neonatale...
         ...abbiamo i nostri genitori al nostro fianco. Loro non smetteranno di lottare, e alla fine troveranno un modo per farci riunire! Dobbiamo essere orgogliose...
         ...abbiamo una stirpe eroica a incorniciare il nostro passato...e a indirizzare il nostro futuro!”

         Rea confessava «E’ da quando Violetta mi ha colpita alla testa...facendomi precipitare nel lago che...faccio tutte le notti lo stesso sogno! Sono lì al campeggio, tra i cespugli avvolti nel buio! Ma non sono da sola, capisci Rika?! A-Assieme a me c’è...»...«Spara!...
         ...Brad Pitt?» ma l’espressione della compagna sembrava smentire «Allora cambiamo genere: un Angemon dai pettorali da urlo?»
         Rea espirava impaziente, e scuoteva la testa con decisione.
         «Cominciamo a restringere il campo: uomo o Digimon?» ma l’altra al culmine del rossore esclamò «Rapper!!» tanto che a Rika sfuggì il biscotto di mano «Con me c’è il rapper che abita con Takato, Leaf! Ti rendi conto a che punto siamo arrivati, Rika?!» esclamava coprendosi il volto «Quando Henry mi dà il bacio del buongiorno io mi sento sprofondare! E la cosa più assurda in tutto questo è che...nel sogno noi chiacchieriamo, ridiamo poi a un certo punto...»
         Rika si volse a guardarla con vivo interesse, ma Rea gemeva «N-Non lo sooo! Poi si riempie tutto di luce, e accade qualcosa che puntualmente al risveglio non ricordo se escludiamo il fatto che...
         ...mi fa sentire bene, felice, contenta come una bambina! Però!!» balzando in piedi «Non farti idee strane, capisco che è fraintendibile! Però io posso giurarti su quant’ho di più caro che amo mio marito, e lui, L-Leaf...n-non è in quel senso che mi piace!!»...«Andiamo siediti, credo proprio che tu stia drammatizzando.» replicava l’altra sgranocchiando biscotti, e Rea tornò a sedersi «Ah sì, hai ragione tu, sto facendo una tragedia di una sciocchezza! Me ne sto preoccupando come se fosse vero, come se quella notte non mi fossi persa da sola! Avevo solo mio figlio con me, Leaf era rimasto all’accampamento con voi!»
         Rika ingurgitò un altro biscotto e commentò con la più assoluta naturalezza «Veramente in quel momento era sparito anche lui. Non avevamo la più pallida idea di dove fosse!»...«Che coooooosa?!!» balzò di nuovo in piedi Rea, passandosi entrambe le mani sul volto «Ahhhh, povera me, ma che cos’è questa, una congiura??? Diventare domatori a quest’età, dover pensare al D-Reaper prima ancora di avere un lavoro stabile non basta, guarda che cosa deve andarti a capitare, ora pure questaaa!»...«Vuoi uno dei miei biscotti?» e Rea replicò tempestiva «Dammelo!» sgranocchiandolo e deglutendo profondamente...
         ...per poi realizzare disperata «Ma non faaanno morire!»...«Grazie, vuol dire che sto migliorando! Ma non riesco ancora a eguagliare la cucina di Gelsomon, dovresti provare...è una vera maga ai fornelli...» affermava con viva ammirazione.
          «Beata te Rika che riesci a pensare a mangiare in un momento del genere!»...«Dev’essere la gravidanza, dicono che ti rende più malleabile: io ormai ho smesso di preoccuparmi, e non potendo neanche lavorare passo il tempo a mangiare e cucinare.» pulendosi la bocca con la punta del tovagliolo, e mormorando con la bocca coperta «Spero in questo modo di invogliare anche Renamon. L’hai osservata?»...«Uh? Mi sembra quella di sempre!» replicò Rea, ma Rika mormorò «Io la conosco bene...e posso assicurarti che non l’ho mai vista così magra. E’ sempre stata abituata a mangiare molto poco, ma in realtà è la stanchezza a deperirla. E’ inutile, siamo alle strette: dobbiamo agire.»...«...hai ragione, sto qui ad andar dietro ai miei sogni quando qualcuno ci sta soffiando la realtà. Dimmi pure che sono sciocca!»...«Tutt’altro!» posò il tovagliolo Rika, accennandole un sorriso «E sulla persona di cui mi hai parlato posso dirti che siamo nella stessa barca, poiché sebbene possa sembrarti strano...
         ...in un certo senso piace anche a me.»
         Rea sgranò gli occhi «...davvero, Rika?!»...«Sì sì, davvero.» bevendo un sorso di bibita, e poi lanciandole un’occhiata «Ma acqua in bocca con mio marito: sarebbe capace di farsi ricrescere i capelli che non ha affinché gli si drizzino!» scostandosi i boccoli ed affermando «Sarò sincera...
         ...quel tipo ha qualcosa di speciale, è benché non sia il fascino che fa palpitare il cuore a noi ragazze...
         ...riesce a farti star bene in sua compagnia, come se tornassi indietro...» smarrendo i suoi occhi lilla tra le pareti della sua casa. Rea le afferrò la mano «Proprio perché è così io ho paura di rivederlo!! E temo quando domani al matrimonio saremo di nuovo una di fronte all’altro!» tirandosi indietro i capelli neri, ed evocando aiuto in ansioso sospiro (fine-canzone)



         Leaf scendeva per l’ennesima volta quelle scale, quando...
         ...il cigolio della porta accompagnò qualcosa che gli fece sgranare gli occhi. E lo portò a tuffarsi dietro il bancone per non farsi vedere...sbirciando poi timidamente tra le bustine di confetti.
         Una sagoma piccola e un po’ ricurva, avvolta in un manto argentato, si destreggiava a stento tra la porta ed una valigia più grande di lui «A-Acc, finalmente sono arrivato...
         ...accipicchia che cose carine qui, se non fosse per il fatto...che nessuno viene ad accogliere questo povero vecchio.»
         Udite quelle parole il rapper si alzò lentamente, palesando la sua presenza.
         «O-Oh, salve ragazzo. Tu lavori qui...? E-Ecco vedi, io sono, sarei il padre della sp...»...«So chi è lei.» fece Leaf accompagnandosi con un sorriso «Uhmuhmuhm! Dia a me che la aiuto con la valigia.»...«Oh che gentile!» disse il vecchio Digimon che cercava di coprirsi il volto dietro il cappuccio, mormorando fra sè «...e poi dicono che non esistono più i giovani servizievoli sulla terra: ne ho qui un perfetto esemplare!»
         “Grande Cyclemon...non immagineresti mai che io sono quella creatura che voleva usurparti il posto, e che nascondeva il volto come ora fai tu. Solo che il mio manto era nero. Invece il tuo ora è d’argento...come si conviene a Digiworld per i matrimoni...” chiudendo gli occhi in un sospiro profondo, sostenendo il manico di quella valigia dall’aspetto antico.
         Ma in quel momento giungeva il ragazzo che si bloccò alla vista del vecchio Digimon. I suoi occhi emozionati si posarono su di lui «Cyclemon...» (canzone: Alessandra Amoroso - Difendimi per sempre) ed incontrarono quello sguardo inumano nell’aspetto ma non nei sentimenti, che fece allusione al rapper «Possiamo parlare liberamente in sua presenza, dunque.» Takato gli venne incontro «Sì...Leaf è un amico. Lui sa tutto dei Digimon! E li rispetta profondamente...
         ...Leaf, sto per presentarti qualcuno di molto importante...»...«Beh, non esageriamo.» stemperò Cyclemon, e il domatore si accostò al rapper indicando «Un grande sovrano digitale...colui che ha raccolto le redini di Digiworld quando il D-Reaper sembrava sconfitto...
         ...e che ha cercato senza sosta un erede umano, fino a che la scelta non è caduta sul nostro Kazu.»
         Il ragazzo appena nominato fece ingresso a sorpresa «Ma che gli ha impedito di ricambiare l’ospitalità! Cyclemon, sono molto offeso! Potevi anche venire a stare da me e Diamon, dopo tutto!»...«Oh! Perdonami, erede prescelto...ma ho saputo che la vostra casa è sempre pulita e in ordine. E io, senza il caos...non mi raccapezzo!»
         Takato si affiancò all’amico «Pulita e in ordine casa di questo tipo qui è davvero una svolta!» ma l’altro lanciò il cappello nero «Merito di Diamon.» per poi riafferrarlo al volo «Dì la verità, suocero: tu morivi dalla curiosità di vedere i preparativi!»...«In effetti non nascondo...» fece il vecchio Digimon guardandosi attorno «...che tutto questo mi suscita una certa emozione.»...«Per forza!» fece Kazu «Il matrimonio rocambolesco strappato all’ultimo istante l’abbiamo fatto io e mia moglie! Takato invece...» ponendo il braccio attorno al collo dell’amico «...ha pensato di fare una cosa con tutti i crismi! E a quanto pare anche Cindermon si è adeguata!»
         «E’ proprio così.» descriveva Cyclemon «La mia figlia ribelle ha finalmente messo la testa a posto, e ha deciso di gettar semi per il futuro. Per questo credo proprio dovremo ringraziare Takato...» ma il giovane sorrideva timidamente «State tutti esagerando...Cindermon ed io abbiamo semplicemente scoperto...di volerci bene, e avere molto in comune.» Kazu scherzò «Per quello non serviva arrivare a sposarsi! Vogliamo dire che le battaglie non parlano da sole?»...«Come esageri, amico mio...parli ancora come se fossi l’unico ad avere avuto il dono di un Digimon.»
         Kazu in quel momento si fece serio «Sì, però tu Takato...
         ...parli come se ormai tutto questo fosse a un passo dall’esserti lontano.»...«Sarà che penso che domani pianificheremo la battaglia...
         ...e se destino vorrà che vinceremo, tutto il resto poi...»...«Tutto il resto un tubo!» obiettò Kazu «Abbiamo tanto lottato per riavere i Digimon, per poi buttar via quello spirito? Abbiamo tutto il regno da ricostruire, e io conto su di voi!»...«Ma certo, quello è scontato: avrete tutto l’aiuto possibile...» replicava dolcemente Takato, ma Kazu si riaccomodava il cappello «...non mi sembri tu, Takato...»
         Leaf si portava una mano al cuore “...è proprio cresciuto. Ormai parla come se il mondo a cui io appartenevo fosse lontano. Forse al suo fianco, giorno dopo giorno in questo panificio, anche Cindermon perderà le sue connotazioni da Digimon. Si trasformerà in una ragazza umana, per essere la moglie perfetta per il mio Takato. Eccola che riprende: quella struggente sensazione di nostalgia che accompagna una storia che finisce...
         ...è come una sottile ferita che ti sanguina nel cuore, e culla con malinconia i tuoi giorni fino al calare della sera. Un giorno forse nessuno ricorderà di noi, e saremo cambiati tanto che sarà impossibile riconoscerci. Eppure una voce in me sembra gridare ancora...
         ...cosa ne sarà di tutti questi giorni? Dell’emozioni e i sentimenti per cui lottavamo con tanto ardore? Cosa ne sarà della storia del mondo...
         ...quando la pagina dei Digimon non sarà altro che storia? Non voglio pensarci...m-mi viene tristezza, quando domani dobbiamo essere allegri!” appoggiandosi alla vetrina “Anche se c’è il D-Reaper...domani è un giorno di festa!”
         Ma in quel momento qualcuno picchiettava con le dita alla vetrina «Oh?»
         Era Cindermon, che lo salutava simpaticamente dall’altra parte del vetro. Ma lui non aveva voglia di ridere, e si limitò a farle spazio per entrare. Lei sembrò notarlo e rimanere un po’ spiazzata...ma la signora Mie era con lei e la esortò a seguirla.
         «Avrei anche una certa voglia di conoscere i miei futuri consuoceri...» mormorava Cyclemon, e Kazu annunciò «Una di questi sta arrivando, e non è sola!»...«Cosa?» si volse Cyclemon.
         E a Cindermon cadde la busta che aveva in mano «...paparino...» ma fu subito redarguita da Mie «Cynthia, la busta!!! Non vorrai far sporcare tutte le cose che hai comprato!»...«Veramente che MI HA comprato, io volevo risparmiare-ptsss, ciao papà come sono felice che tu sia arrivato.» scambiandosi un bacio con lui «La gioia è tutta mia, hai fatto spese a quanto vedo.»...«Non cominciare anche tu! E’ stata la signora, io sono economa e misurata!»...«Ptsss...è lei? La mia consuocera?» alluse Cyclemon, e Cindermon sospirò «Sss...no! Quello lo sarà dopo il matrimonio, per il momento è solo...la mamma di Takato.» in una sfumatura dolce dello sguardo, prima che il fidanzato le andasse incontro «Bentornata, amore mio! Pensavo fossi sparita assieme a mia madre.»...«Ti sarebbe piaciuuuto, eh?!» fece lei spettinandogli i capelli, e Takato le si accostò «Hai visto chi è venuto a farci compagnia?» La Digimon ribatté «A impicciarsi dei preparativi, piuttosto! Ora che c’è anche lui sì che non potrò più respirare!»
         Cyclemon li scrutò e si schiarì la voce «Scherzi a parte, sono felice di vedervi insieme. Sono certo che il vostro amore ci illuminerà la strada, in un momento tanto difficile.»
         Takato e Cindermon si scambiavano un delicato bacio...
         ...mentre Leaf girava lentamente il capo, rivolgendo gli occhi verso il cielo ed un presente già sfumato. Un Digignomo costeggiò la vetrina per salutarlo (fine-canzone)



         In quegli stessi istanti, gli stivali di Sandmon solcavano il pavimento dell’antica villa. I suoi occhi cercavano di mantenersi fieri, ed i suoi denti ondulati di non battere per l’emozione, ma era difficile alla vista di quelle quattro luci colorate che lentamente gli si facevano dinanzi: azzurra dalla scalinata sinistra, Baihumon il leone...
         ...verde dalla scalinata destra, Ebonwumon la tartaruga...
         ...dorata dalla balaustra centrale, Lonemon l’unicorno...
         ...rossa dall’alto, Zhuquiaomon.
         Il loro bagliore si specchiava negli occhiali dell’emozionato Mako, che allungava la mano sul braccio del Digimon «Non ti preoccupare Sandmon, sono qui con te...
         ...ed è a loro che noi dobbiamo i dieci anni di pace che abbiamo avuto. Dieci anni difficili, pur vero...ma sempre dieci anni di pace.»
         Il Digimon di sabbia drizzava la schiena, ed evocava il suo coraggio...



         ...mentre la porta a vetri si apriva sul giardino di casa Ayami. Il cane era assopito, e quei possenti artigli neri gli rifilarono una lieve chiarezza. L’occhio dell’animale si aprì appena, per poi richiudersi acconsentendo all’entrata di chi ben conosceva...
         Beelzemon si trovava nuovamente a camminare fra quelle foto di famiglia «...chissà quando finirà...
         ...eppure stavolta mi sembra diverso dal solito. E’ come se la casa si fosse...lasciata andare. Le tracce della crisi la attraversano, e la portano lontano da quei giorni felici, in cui si poteva piangere per problemi sciocchi. Ma ora non devo distrarmi!» scuotendo il capo «Non devo pensare al mio passato, ma al futuro di questa famiglia: Mako ha bisogno di genitori uniti...
         ...e Akemi di vegliare dall’alto sulla loro felicità. Spero che la signora non si spaventi nel vedermi. E’ permesso?!» esclamò «Signora Ayami...sono io, riconosce la mia voce?!»
         Ma Beelzemon non si accorse dello strato di nebbia che coprì la porta a vetri una volta che si richiuse.
         «Mm...mi scusi per questo arrivo improvviso! Le prometto che non mi tratterrò a lungo nella casa, so che la legge anti-Digimon pone voi cittadini in una situazione difficile! Ma le assicuro che è molto importante...
         ...si tratta dei miei bambini! I suoi bambini, i...nostri bambini! So che Akemi non c’è più ma...
         ...so anche che sia per lei che per me non smetterà mai di vivere!»

         Il cucciolo si svegliò di colpo, e batté con la zampa al vetro cercando di entrare. Ma la porta a vetri sembrava bloccata da un fenomeno inspiegabile.

         Beelzemon si guardò attorno «Ma che sta succedendo...? C’è nebbia dappertutto! Come sul sentiero su cui incontrai Caturamon, quando mi propose il patto. E se fosse una trappola?» sfoderando una delle sue pistole «Devo fare molta attenzione...
         ...spero la signora non sia in pericolo! Signora Ayami!!...mi sente?!...
         ...sono Beelzemon!»

         ...giunse così in cucina. Là una donna in grembiule stava tagliando le cipolle, e sui fornelli sembrava cuocersi un pranzo prelibato.
         «Signora Ayami...
         ...posi il coltello e si avvicini a me. Parli piano...la casa è avvolta da uno strano fenomeno, assomiglia a un campo digitale. La porto fuori al più presto!»
         La donna si volse, rivelando i suoi riccioli castani e il suo sorriso «Beelzemon...! Come sono contenta di vederti, mio eroe!» (canzone: Renato Zero - Nei giardini che nessuno sa (strumentale) )
         Il Digimon trasalì «Ahhh, cosa?!! Violetta?!!»



         Sandmon si inchinava, lanciando un’occhiata al ragazzo dai capelli rossi, che si inginocchiava accanto a lui. Il Digimon balbettò «A-Al vostro servizio! Sono pronto a udire qualsiasi cosa vogliate dirmi.»
         Zhuquiaomon atterrò ripiegando le ali ed alitando fuoco «Sandmon!» iniziò con voce tonante.
         I denti ondulati iniziarono a tremare e a zampillare sabbia, tanto che Mako gli adagiò una mano sulla bocca.
         «Ti abbiamo convocato qui...
         ...o meglio...ti ho convocato qui con l’appoggio dei miei amici Supremi...
         ...per parlarti...di Lopmon.»
        «C-COSA?!» esclamò strozzato Sandmon, e Mako balzò in piedi «Perdonatelo! Lui quando è emozionato sputa sabbia dalla bocca, ma vi assicuro che non lo fa per offendervi!»
         «Ascolta Sandmon...» accennava Zhuquiaomon con tono più confidenziale (mentre unicorno, leone e tartaruga si scambiavano occhiate incuriosite) «...io conosco bene Lopmon, è l’ultima della stirpe dei dodici Deva, Digimon eroici che io...avviai verso una triste fine poiché confuso nei miei intenti: credevo che i terrestri fossero una minaccia per il nostro mondo, e volessero impedirci di progredire. La piccola Lopmon fu fortunata, poiché sul suo cammino incontrò una bambina che divenne la sua domatrice. E che lei non esitò a proteggere disobbedendo a un mio ordine, pur sapendo che sarebbe incorsa nella mia vendetta.»
         Mako mormorò col solo labiale «...Suzie...» specchiando occhi ancor più emozionati tra le fiamme di Zhuquiaomon.
         «E’ una Digimon nobile e coraggiosa! Il problema è che...è molto timida. Non è cambiata da allora, e purtroppo non ha nessuno più grande di lei che possa farle coraggio. In questi anni ho maturato il desiderio di farmi perdonare per aver attentato alla sua vita...perciò vorrei agire come farebbe un padre per la mia fedele Digimon, e confessarti che lei...
         ...ti vuole molto bene.»
         Sandmon restò a bocca spalancata, che grondava cascate di sabbia.
         Zhuquiaomon sbatté le ali «Proprio così! Ha avuto il coraggio di sfidare la mia collera ma...
         ...non l’ha ancora trovato per confessare che si è innamorata di un Digimon che seppur fatto d’argilla, ora è fra i membri più importanti della squadra che ci salverà.»
         “Innamorata...?!” pensava Sandmon “Lopmon mi ama...e non ha avuto il coraggio di confessarmelo?! Che cosa dice questo Supremo...? No, non può essere vero.” sicché gli si rivolse «Grande Zhuquiaomon! Io pur rispettando la vostra autorità dinanzi alla mia infima consistenza d’argilla, mi permetto di insinuare che vi state sbagliando!»...«Sandmon!!» lo riprese Mako, ma il guerriero seguitò con sguardo diretto «Il senso di colpa per i vostri trascorsi di sicuro vi annebbia la mente! Vorreste fare qualcosa per Lopmon a tutti i costi, persino assicurarle un posto accanto a un Digimon...che lei non ama, anzi disprezza!»...«Sandmon, chiedi subito perdono!» insisteva il ragazzo «No, Mako! La verità non necessita di perdono. Sono Supremi, hanno bisogno di chi li guardi negli occhi! Non di servi striscianti e servili.»
         «Sei un Digimon dai principi integerrimi.» commentò Zhuquiaomon «E’ proprio vero, anch’io seppur sia un Supremo sono vittima di rimorsi, come ogni creatura vivente. Ma questa volta non sono stati essi a farmi parlare. Sei in errore, Sandmon...e per confermartelo...mi avvalgo della testimonianza di un Digimon speciale! E’ qualcuno che tu conosci!»
         «Di chi si tratta?!» esclamò il guerriero «Chi mai potrebbe intaccare le mie ferree convinzioni?!»
         Ma il suono di un campanellino gli fece cadere la spada di mano.
         Il bagliore colorato dei Supremi permetteva di intravedere nel buio una sagoma femminile. Indossava abiti provocanti, e veniva verso di lui a passo delicato.
         «Non è possibile...
         ...hai l’aspetto di una ragazza, ma io ti riconosco!...
         ...tu sei la mia gatta!...
         ...tu sei Scratchmon.»
         Mako era abbagliato, restava aggrappato al Digimon ma non diceva nulla mentre lei si accostava a loro, adagiando una carezza su quel volto sabbioso con le sue zampe artigliate «Sì, sono io. Perché io non ho smesso di guidare la tua vita, anche se non riesci più a vedermi. Anche se sembro esistere solo nei sogni di tuo figlio...io sono sempre con te...»
         Sandmon le afferrò la mano con i suoi guanti tremanti...e la baciò come quella di una dama, con estrema delicatezza «P-Perdonami se scolo sabbia dalla bocca...io sono sempre un disastro quando cerco di fare le cose bene. Chi mi conosce meglio di te? Che mi hai visto in casa nelle mie abitudini quotidiane.»...«Che bei giorni quelli, vero...?»...«Sigh! B-Benché fossero giorni freddi e senza amore...almeno avevo sempre il tuo morbido pelo a riscaldarmi! Dimmi, che ti è successo? Che ne è stato di te, piccola mia?!» cercando di afferrarle le spalle, ma le sue mani scivolavano «Dimmi chi ti ha fatto del male, così che possa trafiggerlo con la mia spada! Ora ti hanno reso diafana come un fantasma...e-ed io...ho tanto freddo senza di te!»...«C’è qualcuno che ti pensa con più amore di quello che può darti una piccola gatta! C’è una Digimon modesta e silenziosa che veglia sempre su di te anche se non osa avvicinarsi...
         ...lei non è come me, che a volte ero indiscreta e sfacciata!»...«C-CHE COSA DICI, SCRATCHMON?!» gridò nell’immensità della villa «SEI STATA L’UNICO CUSCINO MORBIDO...DI UN PERIODO PIENO DI SPINE!»
         Iasugnumon gli carezzava i capelli biondi anche se era trasparente «Ma ora ti attende una vita di pace e serenità: i Supremi dicono il vero, padroncino caro. Lopmon ti ama! Non ti guarda dall’alto in basso per i tuoi crimini...
         ...non fa ironia su di te per le vostre origini diverse: lei vorrebbe esser fatta della tua stessa pasta...
         ...per conoscere il mondo attraverso i tuoi occhi.»...«Come?!» fece il Digimon ingenuamente. Ma la creatura dai riccioli neri sorrise «...è l’amore...
         ...fosti creato per non provarlo mai. Ma le vite come la tua sfuggono alle redini del male. Corri da lei e dille che la ricambi! Ti fidi abbastanza...se sono io a dirtelo?»
         Sandmon la guardò bagnando di lacrime la sabbia del suo volto...ed ammise «Sì, Scratchmon. Se sei tu a dirmelo ti credo! Solo tu però, nessun altro!!» asciugandosi gli occhi, mentre lei si trasformava in gatta...
         ...per strusciarsi alla caviglia a cui lui legava la catenina d’oro «Va con Dio, come direbbe il tuo domatore: io sarò sempre un’ombra a proteggerti.»
         Mako provò a chinarsi e a raccoglierla...e alla fine ci riuscì, porgendola amorevolmente al suo Digimon che aveva timore di toccarla.
         Ma i quattro Supremi lo guardavano con tenerezza...e alla fine lui riuscì a prendere in braccio la gatta nera, ed abbracciarla tanto forte da farla entrare nel suo cuore (fine-canzone)



         «Che ci fai qui? Cosa ne hai fatto della signora...?» mormorava Beelzemon, e Violetta avanzava nella nebbia «Sono venuta per ravvivare un po’ questa casa! E’ così buia e fredda da quando i signori vogliono divorziare perciò...pensavo di spargervi un buon profumino!» Il Digimon ghignò «Dì piuttosto che morivi dalla voglia di sfidarmi, perché conosci il mio valore! Ma è stata una scelta avventata, perché ora che ti ho qui ti sconfiggerò...
         ...per sempre!!!» piombando su di lei con i suoi artigli, ma poi si accorse «C-Che cosa?!»
         L’aveva attraversata, ma non trafiggendola poiché lei era come un fantasma «Incredibile...certe abitudini sono ardue a morire: la stessa mossa! Quella con la quale hai ucciso Leomon. Solo che io ho dovuto prendere qualche precauzione...» enunciava lei con sfizio, mentre Beelzemon fissava attonito la sua mano.
         «...per questo incontro mi dispiace, ma vige la regola del guardare...ma non toccare, uhmuhmuhm.»...«Che ne hai fatto della signora Ayami...?»...«E’ uscita a fare la spesa, non devi temere per lei. Oh Beelzemon mi fai pena! Anni e anni a preoccuparti per gli altri, non hai mai smesso di combattere e alla fine che ne hai ottenuto? Niente.»...«Falla finita, non voglio ascoltare i tuoi discorsi!» ma Violetta descriveva «La tua vita è un completo disastro...
         ...cerchi di riparare ciò che si è rotto, ma ricuci un braccio e si strappa tutto il resto del corpo. L’esistenza di un Digimon come te...è grigia e senza traguardi. Grigia e senza amore! Non pensi che il destino dopo tutto il tuo impegno poteva lasciarti almeno Akemi...?»
         Il Digimon respirò profondamente, ammettendo «...ho compiuto brutte cose in passato...io raccolgo quello che merito, niente di più e niente di meno.»...«Sei sicuro?» piegò il capo Violetta «Oh, sei troppo severo con te stesso...
         ...non hai mai rimpianto per un attimo quella gloria a cui tanto anelavi...?»...«...non rievocare il passato.» le volse le spalle Beelzemon, serrando gli occhi «Io ho scelto la via dell’amore e dell’umiltà! Non voglio più essere un guerriero potente e temuto.»...«Hai guardato bene in fondo al tuo cuore...?» sussurrò Violetta, avvicinandosi a lui «Io potrei renderti ancora più forte di quanto avrebbero fatto i Deva...se sceglierai di seguirmi diventeresti il cavaliere oscuro del D-Reaper, e non è tutto: io potrei offrirti qualcosa che hai tanto desiderato in questi anni...» sbottonandosi lentamente il grembiule «...e che non hai mai osato chiedere.»...«Ahhh! Ma cosa fai?!!» arretrò il Digimon attonito...(canzone: Evanescence - Missing)
         «Uhmuhmuhm, non guardarmi così, andiamo! Lo sai che non c’è niente di male...» sorrideva la donna calpestando lo stesso grembiule che si era sfilata, ora che la nebbia sfumava il suo corpo completamente nudo «...tu sogni amore e passione! Da quando tornasti a Digiworld il tuo corpo e il tuo cuore non hanno fatto che chiederli, al pari di come accade per un adolescente che cresce!»


         ...in quegli stessi istanti Mako raggiungeva il suo cane «Che ti succede, cucciolo?! Mamma ti ha lasciato chiuso fuori?!» ma Taisho bisbigliò «Shhh, fa silenzio Mako! Avverto la presenza di qualcuno...» mutando in Sandmon «...di molto pericoloso!» e sfoderando la spada...
        ...mentre adagiava un mazzo di rose tra le mani del signor Ayami «La prego non le faccia rovinare: sono per la mia Lopmon!»...«Come se fossero per mia moglie! Ma tu proteggi lei e mio figlio!» replicò costui «Non si preoccupi: sono nelle mie mani!» promise il Digimon dopodiché «Mi autorizza?»
         ...e sfondò il vetro della porta con un pugno «Vieni Mako!»...«Sì!» scavalcando le schegge assieme al ragazzo con il Digivice...


         «A-Ahhh, questa nebbia...fa bruciare i miei occhi!» gemeva Beelzemon, mentre Violetta recuperava silenziosamente il suo coltello tra le cipolle...
         ...e vestita solo di nebbia avanzava su di lui «In questa casa sognavi un focolare domestico con la piccola Akemi, ma basta un po’ di nebbia a confondere il presente! Io dopo tutto potrei essere lei! Amore mio...aspettavo il tuo ritorno: ti ho preparato un pranzetto delizioso!» scorrendogli la mano lungo le spalle...
         ...e avvicinandolo a sè in un bacio.
         “Akemi!!!” gridava l’animo di Beelzemon, ma il ricordo del volto della giovane suora si perdeva in un fitto strato di nebbia «Io sono il concretizzarsi del tuo sogno...
         ...finalmente in questa casa regna la pace!!» esclamava entusiasta Violetta, mentre alzava lentamente l’altra mano brandendo il coltello.
         “Akemi, amore mio! Dammi la tua forza per riemergere da questa trappola!!”
         Ma la lama del coltello sibilò a contatto con la spada di Sandmon, il quale scandì «Attenta Violetta...
         ...perché il tempo delle coccole coniugali ormai è finito!»...«Ahhh!!! Che ci fai tu qui?!!» gridò la donna colta alla sprovvista, ma in quel momento sopraggiunse Mako «BEELZEMOOON!!!»
         Violetta incrociò le braccia per coprire il suo corpo «AAAHHH!!! TIENI QUEL MOCCIOSO LONTANO DA ME! Un adolescente ed i suoi occhiacci addosso, che orrore!!!» ma Sandmon ribatté «Ti sbagli! Lui non ha occhi che per il suo Digimon!»
         Infatti Beelzemon esclamava «Mako! Bambino mio...» gettandosi disperato tra le sue braccia «Fratello caro...» disse il ragazzo «...quella pazza ha osato farti del male?!»...«...no, ma ha giocato con i miei ricordi! E con il mio amore per Akemi...» replicava Beelzemon con le lacrime agli occhi, e Mako si volse indignato «Come hai osato?!!» però Sandmon spiegava «Calmati Mako! Non vi è motivo di temere Violetta, ormai...fa pena.»
         Costei si copriva col grembiule raccolto da terra, e colui che era stato suo marito le avanzava incontro «Possibile che non ti accorgi quando è il momento di smetterla? Le nostre vite sono cambiate, i nostri figli sono cresciuti! E oggi Scratchmon è venuta da me...per esortarmi a confessare i miei sentimenti a Lopmon! L’amore ci unisce, perché non lo accetti anche tu anziché insistere nel seminare odio?»
         «Voi non capite...!!» replicava lei versando lacrime, e contraendo in un broncio stizzito i suoi lineamenti «I vostri circoli d’amore legano solo voi e io ne sono esclusa! Persino una maledetta gatta fantasma è più amata di me, quando il suo solo merito è aver sporcato la casa con il suo pelo! Quando grazie a me avreste potuto avere tutto...la gloria...il potere!!»
         Sandmon mutava in Taisho, e le puntava occhi diretti «Hai preferito lasciare a lei il tuo cuore...e seguitare a vagare come un fantasma.» mentre la nebbia si diradava attorno a loro «Non capisci che dovresti imparare da lei? La sua esistenza è durata un soffio, eppure l’ha passata a riscaldare gli altri. Forse lasciava peli alle sue spalle, è vero. Ma così facendo, tu lasci solo terra bruciata.»...«Allora spero che questa terra possa seppellirvi!!! Così da bruciare quelli che siete, uomini, donne, animali e Digimon!! Tanto il D-Reaper sta invadervi...e nel momento del suo trionfo sarò io a regnare sul vostro mondo distrutto!! SOLTANTO IO!!!» dissolvendo il suo ologramma assieme alla nebbia restante...
         ...congedandosi con il sussurro metallico «...ormai manca poco...molto poco!!»
         Mako tirò un sospiro di sollievo...
         ...e Taisho raccolse il grembiule da terra.
         Il signor Ayami giunse assieme a sua moglie «State tutti bene?! Figliolo! Beelzemon!»...«Grazie a Dio sì, papà...» replicò il ragazzo gettandosi tra le braccia del padre. La signora Ayami li abbracciò entrambi commossa «Da questo momento...non ci separeremo mai, è una promessa.»
         Taisho guardò verso l’alto, esprimendo «Ci si vede sul campo, moglie mia.»
         Stringendo il grembiule, questo esplose in un vortice di dati.
         Un petalo di quel mazzo di rose gli era rimasto tra gli abiti, e si adagiò a terra vicino al coltello abbandonato (fine-canzone)



         Mentre Snowhitemon aiutava il suo giovane domatore a trasportare delle casse amplificatrici «E queste a cosa servirebbero? Per le vostre registrazioni?»...«Sì...ora più che mai i cittadini hanno bisogno di sostegno. Ho scritto nuovi pezzi sul D-Reaper: ti va di ascoltarli?»
         ...tra le mura un po’ scrostate di quella umile casa, Jeri sussurrava «Dici davvero, LadyWizardmon?»...«Capisco che possa fare un effetto strano.» ammetteva la Digimon con occhi maturi, ma la ragazza le sfiorava la falda del cappello «Non a me...
         ...ormai ho imparato a conoscere sulla mia pelle le sfumature chiare e scure dell’amore...»...«Ma a volte l’amore può avere una sagoma scura: ma nel tuo cuore...
         ...brillare come la luce più chiara e splendente che esista.»...«...così tu...»...«Sì, Jeri: sono perdutamente innamorata di Beelzemon. Mi sono ritrovata così da...un giorno all’altro, senza che neanche me ne accorgessi. Ti rendi conto? Alla mia età...?» raccontava con modestia, sfumando lo sguardo oltre la finestra «Lui...ha l’aspetto di un giovane forte nel fiore degli anni, mentre invece...pfff, guarda me. Come sono ridotta.»
         Però la ragazza accennò un sorriso, e le sfiorò la falda del cappello «Lo sai...? Tu sei l’esemplare femminile di un Digimon...ben noto ai nostri ricordi di bambini.»...«Uhm?» si volse colpita l’insegnante. La ragazza sorseggiava lentamente una tazza di latte, e svelava «Un Digimon dagli ideali nobili e dall’animo tanto delicato. Sempre pronto a gettarsi nelle grinfie del pericolo...
         ...e quando necessario a sacrificarsi. Bisognerebbe essere tutti come lui...»
         «Ma Jeri!» si premurava la creatura «Non devi parlare di rischi e di sacrifici!» Eppure gli occhi della giovane si riempivano di assorta commozione. LadyWizardmon insisteva «Adesso hai ritrovato un fratello, una signora che ti vuole bene...come una figlia! Hai sentito? Il piccolo Masahiko ha scritto dei brani sul D-Reaper, nonostante la sua giovane età egli è pieno di buoni propositi! E chi ascolterà i suoi ideali...se non tu, che sei sua sorella?» Jeri la guardò con malinconia, e rispose «...il pubblico. Masahiko è destinato a una vita di successo, tutti debbono conoscere la ricchezza del suo animo! I suoi brani...non sono nati per essere offerti a una sorella che forse tra poco...non sarà più con lui!» LadyWizardmon dilatò lo sguardo «Che cosa dici, Jeri...?!»...«La sola verità!! (canzone: P!nk - I don't believe you (instrumental) ) LadyWizardmon, mi hai confessato che anche tu ami...
         ...puoi capirmi...»
         La Digimon rimase immobile e attonita di fronte a quello sfogo. Il sole filtrava sul volto pallido di Jeri, mentre confessava «...mentre noi siamo qui a parlare...i preparativi per il matrimonio di Takato proseguono in una cornice di allegria. Io talvolta in questi giorni, senza farmi vedere...
         ...ho seguito come un’ombra lui e la sua fidanzata, mentre assieme alla signora Matsuki andavano ad acquistare i mobili che arrederanno la loro stanza!...
         ...e benché nei pochi negozi aperti regnasse un’atmosfera oscura e allarmata a causa del D-Reaper, che sospende il futuro della città...
         ...il loro amore come una dolce magia riusciva a sciogliere i sorrisi dei negozianti, e degli altri clienti presenti! Improvvisamente la vita normale sembrava tornare a scorrere, e loro sceglievano i loro acquisti fino al più piccolo dettaglio...
         ...un colore, una forma, una funzione sulla quale sono puntualmente d’accordo! Si vede che sono fatti l’uno per l’altra...
         ...questo matrimonio è un velo di gioia, sulla nostra difficile realtà.»...«Ma tu, Jeri...»...«Ma io ormai sono questo! Un’ombra!! E forse...
         ...me lo sono meritato.» smarrendo lo sguardo avanti a sè «Osservarli in questi giorni mi ha dato la conferma a ciò che ho sempre saputo, benché mi rifiutassi di ammetterlo...
         ...Cindermon è onesta...» versando una lacrima «...quella Digimon...è la donna ideale per il mio Takato. Sicuramente lei, nel tempo che verrà non riuscirà mai a farlo soffrire!»...«Jeri...il tempo che verrà è purtroppo appeso a quella sfera nel cielo in cui sono prigionieri i miei alunni, e che ho saputo essere...!!...» esclamava con pena «...in realtà nient’altro che la biodigievoluzione di una bambina, una piccola Digimon!!»...«La figlia...del mio povero maestro.» disse Jeri alzandosi con un po’ di sforzo sulla gamba dolente. LadyWizardmon accomodò il cappello e disse «Veramente il Digivice afferma altro...
         ...dice che Akiko è...»...«Lo so! La figlia di IceDevimon, ma questo...cosa conta se il signor Mori la amava come fosse sangue del suo sangue?!» avvicinandosi alla finestra e scrutando Arkanomon nel cielo, per poi volgersi «...è come me, LadyWizardmon...
         ...Takato sta per diventare il marito di Cindermon, ma in fondo al mio cuore...lui resterà sempre legato a me, capisci?! E minuto dopo minuto, in cui lui si allontana...io sento di sparire con lui. Mi dispiace, per tutti coloro che mi sono attorno!! Ma non posso evitarlo...» affacciandosi allo spiraglio della porta...
         ...e scrutando con affetto la confidenza fra suo fratello e Snowhitemon, il quale stringeva un cellulare nella zampa, e teneva le cuffie alle orecchie.
         «Sento che il mio è un congedo! Che della vita futura io vedrò solo un accenno, LadyWizardmon...»
         L’insegnante si alzò, e le andò vicino mormorandole «...Jeri...sei ancora sconvolta per tutto ciò che sta succedendo attorno a te.» ma la ragazza le sorrise «No, credimi: questa volta no. Non sono né plagiata...
         ...ne è l’effetto di un trauma. Io sono consapevole della realtà. Io me ne sto andando! Sto svanendo assieme a quel Takato bambino, che era innamorato di me. Ogni bomboniera che consegnano...contiene una parte di me che non potrà più tornare, e anche questo sole d’estate io...!!...
         ...sento che lo sto salutando, e lui saluta me. Le stagioni e la gioventù, che per tanti anni mi hanno accompagnato, mi condurranno per mano fino alla soglia del luogo in cui si terrà quella...splendida cerimonia! E in mezzo ai fiori Takato dirà il suo fatidicò sì: il mio compagno di scuola...sarà un uomo sposato...
         ...ed io allora gli dirò addio, e lo dirò anche a me stessa, ma non come quel giorno che sono salita in cima alla torre!» alzando lo sguardo verso l’alto, e mormorando «...forse sarò di nuovo lassù, è vero...
         ...ma per un altro motivo.» scostando le tende e scrutando Arkanomon «Io e Beelzemon andremo a salvare i tuoi alunni. E tentare di riprenderci la figlia del signor Mori.» LadyWizardmon si gettò ad abbracciarla «Dovete stare attenti!! Per carità, non fate sciocchezze! Lassù si nasconde la madre di quella bambina! Io l’ho conosciuta, e tutti voi...più di me.» Jeri si chinò «Intendi dire la signora Asanuma?» e LadyWizardmon svelò «Quella donna è arida d’amore e carica di rabbia...per la frustrazione di non aver mai avuto un Digimon! Io posso in parte capirla perché...» smarrendo lo sguardo tra i raggi «...anch’io ho per anni atteso un domatore che non si è mai affacciato sulla mia vita. Però...ho cercato di andare avanti lo stesso e con umiltà.» aggrappandosi poi alla ragazza «Ma per lei è diverso! Se vi avvicinerete vi farà del male!!»
         Ma Jeri parlava ormai con un dolce distacco dal mondo «Anche la signora Asanuma è qualcuno che ha cercato l’amore, e forse quando l’ha ottenuto...l’ha calpestato. Bisognerebbe smettere di aver paura di ciò che tanto ci assomiglia.» disse per lo più rivolta a se stessa, per poi avanzare per la stanza con il suo passo claudicante...
         ...ed estrarre dal cassetto una foto dei tempi della scuola, che la ritraeva sorridente assieme a Takato e i suoi compagni. Sullo sfondo c’era anche la loro insegnante. Osservando quel ricordo, Jeri ebbe un’intuizione «Un attimo...
         ...! Hai detto che tu hai atteso per anni il tuo domatore, esattamente come Asanuma che non ha mai incontrato il suo Digimon.»...«Proprio così. Si tratta di una coincidenza...» cercò di razionalizzare la Digimon, ma la giovane si volse «E se così non fosse?»
         Gli occhi verdi di LadyWizardmon si spalancarono di stupore.
         Jeri con la foto in mano disse «E se voi foste due tasselli di un puzzle che non sono mai riusciti ad incastrarsi...?»
         LadyWizardmon chinò il capo, fino a che la falda del cappello non celò il suo sguardo...

         
        ...mentre Asanuma avanzava verso quell’oblò che altro non era che l’occhio destro di Arkanomon, e da esso guardava tutta la città, carezzando il vetro con pudore.
         Tra i flussi di D-Reaper, in avanzata sempre più massiccia, si smarrivano le sue lacrime e galleggiavano i frammenti del suo passato...


         ...quel passato di cui restava una foto che ora era tra le mani di LadyWizardmon. Ed i suoi guanti consumati per la prima volta sfioravano quella donna, guardandola con occhi diversi seppur sempre verdi e belli (fine-canzone)



         Nei corridoi del convento, la domatrice dai capelli scuri fu accolta dalla suora dai capelli bianchi «Suzie, sei veramente decisa a compiere questo passo? Alle altre sorelle non l’ho detto perché non si spaventino ma a te...posso parlare chiaro, tu conosci queste cose: il D-Reaper si sta insinuando sottoterra proprio come un brutto male si diffonde nell’organismo. Le fondamenta del convento sono a rischio, e da un momento all’altro potrebbe succedere qualcosa! Noi siamo vincolate dal nostro voto a restare qui, però tu, ragazza mia...» ma Suzie la bloccò afferrandole delicatamente la mano «...Akemi...non vi avrebbe mai abbandonate in un momento di difficoltà.»
         Con un velo di dispiacere sugli occhi, la suora replicò «Ma Akemi...era Akemi, e tu sei tu.»...«Cosa potrebbe poi differenziarci...? Domatrici lo siamo state entrambe. Ed entrambe...» compiendo un respiro profondo mentre entrava nella stanzetta «...abbiamo amato.»
         Madre Katsumi non replicava mentre la giovane sedeva sul letto preparato per lei, e smarriva gli occhi verso il crocifisso e lungo le pareti, carezzandole con un particolare rispetto misto ad affetto, come le mura che avrebbero accolto il suo futuro.
         «Così questa...diventerà la mia nuova cameretta?» domandò la ragazza, e la suora piegò appena le spalle «Se tu lo vorrai.»
         La giovane estraeva dalla borsetta il suo Digivice «...è così diversa da quella in cui finora ho vissuto...ma è perfetta così. Sì, lo voglio...
         ...come si dice in un matrimonio, chiunque sia lo sposo...» soffermandosi su quella croce appesa al muro, per poi adagiare lo sguardo sul congegno tra le sue mani...
         ...i ricordi la portarono indietro, dinanzi a quell’imponente coniglio che aveva guardato con sospetto la vivace bambina, e che poi l’aveva condotta sulle spalle...
         ...poco dopo la luce, tra le lande desolate di Digiworld aveva plasmato il Digivice che i suoi occhi di bimba scrutarono incredula, come un giocattolo bellissimo...
         ...ma che poi ebbe il coraggio di sfoggiare con l’impeto di un’adulta, per attestare a suo fratello che quella era la sua Digimon, e che nessuno gliela avrebbe portata via.
         “Piccola Lopmon...” pensò, ricordando il momento in cui aveva visto Antylamon regredire. E poi in un vortice, i loro giochi e le confidenze di una vita “...perdonami per il passo che sto compiendo! Tu sei stata il dono più bello che la mia giovinezza potesse concedermi...
         ...e ti posso garantire che ogni mattina pregherò per la tua candida e pura esistenza...”
         La commozione affiorava ai suoi occhi emozionati...



         ...mentre Lopmon camminava tra i cespugli di un giardino «Suzie è andata nuovamente a trovare Madre Katsumi, per prendere gli ultimi accordi. Ma non è lei il problema: la piccola Suzie è cresciuta, ed ormai è coerente nelle sue scelte. Sono io che sembro essere cristallizzata nel tempo...
         ...non cresco mai, ed il perché delle mie azioni comincia a sfuggirmi...anziché sentirmi più sicura, sono più confusa: ad esempio adesso...perché sono giunta presso questa casa?» alzando lo sguardo verso quell’edificio dalla porta a vetri...


         Quando all’interno dell’abitazione...
         «Perdonami, figlio mio!» esprimeva il signor Ayami «La paura e la diffidenza mi hanno spinto a ferire i tuoi sentimenti. Perdonatemi anche voi Digimon...» rivolgendosi a Sandmon e Beelzemon, il quale disse «Non ci pensiamo più. I litigi sono stati...un soffio. Nient’altro che un soffio fuggevole nella grandezza della vita, ora ci aspetta il domani...»
         La signora Ayami si accostò al marito, rivelando «Tutti gli ostacoli attraversati, e la costante paura del futuro ci hanno esasperati! Saremmo andati in pezzi come un giocattolo smontato dai bambini...se voi non aveste lottato affinché restassimo uniti. Il Cielo un giorno ricompenserà il vostro operato.»...«La ringrazio, signora!» replicava Beelzemon «Ma per quanto mi riguarda il Cielo mi ha già premiato: vedere l’armonia regnare fra voi è ciò che ho sempre sognato!»
         Mako si accostava a lui, adagiandogli una mano sulla spalla «Dimmi...come sta Jeri?»...«Lei...fa ciò che ha sempre fatto: lotta. Come tutti voi domatori.»...«Salutamela tanto quando la rivedi.»...«Senza dubbio! Mako...ascolta, dimmi la verità.»...«Chiedi tutto quello che vuoi: non potrei mentire a colui che per me è sangue del mio sangue!» Beelzemon domandò «Tu nutri ancora dei sentimenti per lei...?»
         Il ragazzo dai capelli rossi sorrise «Io? Senza dubbio!...
         ...affetto e amicizia come quelli che si possono provare per una compagna. Ma ho capito che il mio per Jeri non era vero amore: io di lei amavo solo l’apparenza! La ragazza allegra e spensierata con cui cercavo di colmare il mio vuoto. Volontariamente ho scelto di fermarmi alla superficie...ma forse c’è qualcuno che l’ha amata per quello che veramente è, con le sue ombre e i suoi problemi. Io spero che sia questo qualcuno a restarle al fianco per la vita.»...«Non sai...quanto anch’io vorrei lo stesso per la mia domatrice...» replicò il Digimon con sguardo interdetto, per poi affermare «Aspetta un attimo! Noto una strana sfumatura nel tuo sguardo Mako...sono ancora inesperto, ma non sarà che stai pensando a qualcuno che occupa un posto speciale nel tuo cuore?»
         Il ragazzo si raddrizzò gli occhiali...


         Lopmon nel giardino notò «Ma cosa sono questi petali di rosa? Ci sono anche schegge a terra? Sarà mica accaduto qualcosa di brutto in casa?!»
         Ma il cane lasciava la sua cuccia poiché attratto dal fantasma di una gatta nera, i cui occhi gialli e vigili sembravano attenti ai passi di Lopmon, che percorreva quel sentiero di petali e schegge avvicinandosi all’abitazione...(canzone: Shania Twain - Forever and  for always)


         Mako confessava «Io sono innamorato di Suzie, Beelzemon! Lei non mente, non recita, lei è davvero quella ragazza gioiosa e piena di vita! Lei è la principessa dei miei sogni...»...«Come dici?!» sussultò il Digimon «Ma questo...è fantastico! Anche lei ti ricambia!»...«Forse mi ricambiava prima, prima che tu fossi costretto a nasconderti!! Da allora tante cose sono cambiate...fra ragazzi è così, l’amore passa e va!»...«Non sempre!» ribatté il Digimon con espressione ferrea nei suoi tre occhi «Anche alla vostra giovane età ci sono amori destinati a durare per tutta la vita...» ed il loro sguardo si soffermò sulla vicina foto di Akemi: con il suo sorriso, sembrava esortarli ad andare incontro a un futuro felice.
         Sandmon intanto ipotizzava «Chissà cosa avrà il cane da abbaiare in questo modo!» ma il signor Ayami replicò «Forse anche lui è entusiasta per la riconciliazione della nostra famiglia.»...«Lo credo anch’io!» disse la moglie aggiungendo «Sempre là fuori nella sua cuccetta, è stato partecipe di tutte le nostre vicende, nel bene e nel male.»...«Non lo metto in dubbio, ma stavolta la sua nota ha qualcosa di strano!» ribatté il Digimon di sabbia «Sarà che mi sono abituato presto, o che Beelzemon mi ha indottrinato su tutte le sfumature! Scu-Scusate...potreste separarvi un attimo?» chiese ai due genitori, ma il baffuto gemette beatamente «Nooo...!» e la moglie «Ora che ci siamo ritrovati, abbiamo intenzione di non separarci più!» ma Sandmon supplicò «Un istante soltanto, non dico tutta la vita!! S-Se mi state di fronte non riesco a vedere oltre il vetrooo!!!» separandoli a forza, per incrociare oltre lo squarcio nel vetro un paio di occhietti conosciuti «...Lopmon...?»
         La coniglietta fra petali e schegge fu pervasa da un brivido «Sei tu...
         ...amore mio.»
         I coniugi Ayami gemevano «Caraaa...!»...«Amore mio, non starmi così lontano!» ma il loro figlio e Beelzemon si volsero «Certo che dovete sempre esagerare!» disse il Digimon, ed il ragazzo seguì «Volete una cosa, e l’attimo dopo il suo contrario! E poi criticate noi giovani!»
         Seguitando a tenere separati i due, Sandmon mosse il capo nervosamente «Dove ho messo il mazzo di rose?!»...«Dovrebb’essere qui, da qualche parte...!» replicò l’altro Digimon, e Mako «Beelzemon, cerchiamolo!»

         ...poco dopo, con passo un po’ frettoloso e goffo, Sandmon venne fuori dalla casa col mazzo di rose tra le mani, e scavalcando il vetro infranto lo porse alla coniglietta «Lopmon!! Queste rose sono per te...»
         «Per me...? M-Ma sei impazzito?!» balbettò la Digimon, e lui «Nooo, non può trattarsi di uno sbaglio se è stata proprio la mia gatta a confermarmelo! Lo spirito della mia adorata Scratchmonina...
         ...mi ha detto che tu sei innamorata di me!»...«Cosa?!» la Digimon drizzò le sue orecchie, e il guerriero insistette «Anche il tuo ex-capo di lavoro ha confermato la stessa cosa!»...«Zhuquiaomon...ha fatto questo per me?»...«Allora lo ammetti...» mormorava Sandmon mentre il cane abbaiava, e gli altri si riunivano presso la porta a vetri infranta, ad osservarli con dolcezza.
         «...tu glielo avevi chiesto...
         ...lo desideravi, lo volevi almeno quanto lo voglio io!»...«P-Perché, tu Sandmon...
         ...mi ami?»...«C-Con tutto...il me stesso di argilla!! Tu non ti vergogni di me perché sono stato fabbricato, vero?!»...«No...» scosse ingenuamente il capo Lopmon «...e tu...non hai timore di me perché ero una guardiana solitaria? Sandmon, io non so cosa voglia dire essere una moglie...
         ...ho visto Muskmon accettare la proposta di Terriermon...
         ...ho visto la signora Wong affiancare giorno per giorno suo marito nelle vicende della vita...ma...io resto ancora inesperta! Sono soltanto una zitellina...con alle spalle freddi giorni di guardia!»...«Alle spalle! Assieme a Zhuquiaomon, i Deva, e quel passato che ormai per tutti noi è solo un ricordo...
         ...ma guarda davanti a te, Lopmon! Dopo le ultime schegge...ci sono le mie rose. Tuffati tra i loro petali, è questo il tuo posto! Il posto di una Digimon...
         ...bella e affascinante come te.»...«...oh cielo Sandmon...
         ...che bella dichiarazione! Quando ho udito quella di Terriermon io ho pensato che...»...«Che nessuno te ne avrebbe rivolta una migliore?»
         Il guerriero di sabbia sorrise paternamente «...è che hai sempre poca fiducia in te, piccola. E non ne hai motivo, perché sei parte insostituibile di una squadra leggendaria. Le tue gesta sono memorabili e immortali come quelle dei tuoi compagni.»...«D-Davvero...pensi questo di me?» domandava la coniglietta commossa, e lui chinò il capo «Al punto tale...
         ...che non trovavo il coraggio.»...«Però adesso l’hai trovato! Gli spiriti che ti accompagnano hanno capito quanto vali ancor prima che lo scoprissi tu stesso! Io...non potrò che esser grata loro a vita.» volgendosi verso la gatta nera, ed affermando con occhi commossi «...grazie di cuore.»
         Lo spirito di Scratchmon mutò in Iasugnumon, e si accucciò vicino al cane festante, per seguire con occhi inteneriti il tuffo di Lopmon tra quelle rose.
         «Piccola Lopmon...» pronunciava Sandmon pieno d’amore, mentre i petali rossi calavano su di loro, incorniciado l’unione tra argilla e leggenda «Ci sposeremo quando il D-Reaper sarà andato via, vero...?» chiedeva lui, e Lopmon «Ma certo amore mio, certo! Staremo insieme per sempre...»
         «Come sono carini!» osservava la signora Ayami, e Beelzemon commentò «Finalmente in questa casa nascono tanti amori. Dal cielo scendono petali di rosa: merito di chi ormai vi abita. E riversa sulla terra il suo dolce influsso.»
         La famiglia si volse a contemplare la foto della ragazza con gli occhiali.
         Quando d’un tratto Lopmon sbucò tra le rose «Fermi tutti, aspettate un attimo!»...«Lopmon, che ti succede dolcezza mia?» domandò Sandmon, e lei esclamò «Mako!!»
         Il giovane si volse, e la coniglietta riferì «Suzie! Suzie ha intenzione di compiere...la stessa scelta di tua sorella!»
         «C-Come hai detto?!» esclamò il ragazzo, a cui per il sussulto caddero gli occhiali (fine-canzone)


         (canzone: Valerio Scanu - Can't stop)
         «Papà...» sussurrava Starshipmon dal buio della sua prigionia «...sento che sei felice. Meno male. A poco a poco tutti i frammenti si stanno riunendo...molto presto la luce regnerà.» ma uno spiraglio di luce fredda si spalancò su di lei, introducendo una sagoma dai capelli ricci «Me la pagheranno cara, molto cara!! Devo affrettare i tempi...» avanzò con passo deciso «...non permetterò a quegli STUPIDI di godersi la loro felicità!!»...«Mi spiace, ma ne uscirai sconfitta...» mormorò la pallida figlia.
          «Come, prego...?!» Violetta si portò la mano al petto «E questo chi lo stabilirebbe...?!» puntualizzò indispettita. Ma Starshipmon reagì a sorpresa «Io!! CHE TI FERMERO’!!» sfoderando una lama dalle polsiere e liberandosi dai lacci che la imbrigliavano.
          «AAAHHHHHH!» strillò Violetta quando la guerriera piombò su di lei, ma riuscì a schivarla «Anche se ridotta allo stremo delle forze ti impedirò di spargere dolore!!» gridava Starshipmon «A noi due, difenditi mamma!!» affondando con la lama sul ponte metallico, e disgregandone un segmento «TRADITRICE...» scandiva Violetta sulla sponda opposta «...il potere di cui disponi lo devi a me!!...
         ...io ho ucciso Guardianmon, affinché tu potessi crescere e diventare potente!!»...«Lo hai fatto solo per soddisfare la tua ambizione! Ma come tributo al Digimon onesto che hai eliminato...sfrutterò i suoi dati per sconfiggerti! Mitragliatore galattico!!» alzando il braccio tremante...
         ...e centrando Violetta con il mirino. Ma quando iniziò a liberare colpi la polsiera andò in cortocircuito, scaricando elettricità sulla stessa proprietaria «A-Aaahhhh!!!»
         «E’ inutile...» mormorava Violetta evitando facilmente i proiettili, che perforavano la colonna «...senza la mia guida non riesci a far niente, sei solo un rottame digitale!»
         «N-NON MI IMPORTA!» esclamava Starshipmon scivolando in ginocchio «Lottano tutti, non posso essere da menooo...!!...
         ...ti sconfiggerò anche a costo di sparire per sempre!» e di nuovo si preparava a mirarla. Ma Violetta mosse una leva sul pannello di controllo «Bambole digitali, all’attacco!!! Presto, schieramento offensivo!!!»
         I tasselli che componevano il muro si abbassarono, rivelando così...
         ...una moltitudine di Digimon meccanici delle forme più celebri. Starshipmon dilatò lo sguardo «E quelli chi sono?!»...«Come, non li riconosci tesoro?! Sono i tuoi fratellini!!...
         ...li ho creati io utilizzando la stessa argilla, soltanto mi sono preoccupata di dosare le quantità, in modo che nessuno di loro sviluppasse il tuo caratteraccio!!!»
         Starshipmon non sapeva chi mirare: le bambole erano appostate in ogni spazio di muro, e si illuminavano nel caricare i loro attacchi «Finalmente li vedi con i tuoi occhi...
         ...loro sono la nuova specie digitale!!! Sono l’impero di cui io sono la regina, e ora che ci sono loro non c’è più bisogno di voi! Presto miei prodi, eliminatela!!»
         “Non così facilmente...” pensò Starshipmon, chiudendo gli occhi in quella che sembrava una decisione delicata. E quando le bambole concentrarono l’attacco, lei compì un balzo vertiginoso «LI SMONTERO’ TUTTI! UNO AD UNO!...
         ...MITRAGLIATORE GALATTICO!!!...
         ...AAAAAAAAAHHHHHHH!!!» iniziando a roteare su se stessa, mitragliando incurante delle scariche che pervadevano il suo corpo.
         «Aaaaaaaaaaaahhhh!!!» gridò Violetta abbassandosi di colpo, con le mani alle orecchie «E’ pazza, è completamente fuori seee!!!» gemeva con sguardo rivolto ai suoi soldati «Non le importa di autodistruggersi, trascinando nella sua fine anche le mie bamboleee!»
         In effetti i pezzi di quell’esercito meccanico iniziavano a saltare sotto le insistenti raffiche di Starshipmon, e le strutture della sala cedevano, prossime al collasso...



         Improvvisamente, tra le punte gemelle di quel grattacielo cittadino avveniva un prodigio: si delineava lo spirito di un guerriero iridescente “Cosa succede...?” si chiedeva costui, che indossava una maschera “Sento che l’altra metà dei miei dati sta per liberarsi: siamo forse a un momento decisivo? Oh?!!” ma poi la sua attenzione fu attratta da un altro particolare.
         Quando guardò sotto di sè, si accorse che all’interno degli edifici si respirava tensione.
         «Noi non ce la facciamo più!!!» gridavano alcuni uomini, gettando a terra i loro striscioni «Se resteremo qui avremo più probabilità di essere inghiottiti dal D-Reaper, che di convincere il governo a desistere!! Ma non capite, Mitsuo, Riley?!!...
         ...i Digimon ci hanno abbandonati!! Noi stiamo difendendo audacemente la loro causa, ma quelle creature ci hanno traditi!!»
         «Vi preghiamo di avere ancora pazienza!» era però l’esclamazione di una donna dai capelli rossi, affiancata dalla bionda collega «Siamo convinti che è questione di tempo, e interverranno!»
         In ultimo parlava il biondo uomo «Per favore, abbiamo fatto tanto per arrivare fin qui. Non arrendiamoci proprio adesso...»
         Ma gli altri manifestanti rispondevano «Siete penosi...!!! Voi tre siete rimasti a dieci anni fa!»
         Gli sguardi di Mitsuo, Riley e Tally calavano sconfortati mentre qualcuno gridava loro «NON REALIZZATE CHE I TEMPI SONO CAMBIATI?!»

         Il guerriero iridescente disse fra sé “Mamma...papà: sono in difficoltà, devo aiutarli...
         ...anche ridotto in questo stato, io...non posso abbandonarli.” e così il suo spirito calò all’interno dell’edificio, smaterializzandosi in tante piccole luci (fine-canzone)



         Arkanomon rivolgeva al cielo uno sguardo sofferente.
         E il suo interno iniziava a essere scosso da molteplici esplosioni.
         Sopra la testa di Violetta sembravano abbattersi fuochi d’artificio «Mmmaledetta Starshipmon, il lavoro di giorni andato in fumo, che rabbia!!»
         Dinanzi allo spettacolo della distruzione delle bambole, la guerriera si lasciava andare a un sorriso di speranza «Ce l’ho fatta...!!» ma poco dopo trasaliva alla vista della colonna che si spezzava «Aaaaahhhh?!» e che le piombò addosso, spingendola a terra.
         «Ah, ben le sta per aver distrutto le mie bambole! Ascensore di soccorso!!» invocò Violetta, montando sulla piattaforma appena affiorata «Meglio lasciare alla svelta questa stanza, tanto lei ormai è inoffensiva! Morirai sola e abbandonata, come castigo per esserti ribellata a me!!!» gridò mentre fuggiva a bordo del congegno di soccorso.
         Le luci di quel luogo iniziavano a spegnersi, mentre una mano insanguinata sporgeva ancora dai detriti, nel soffocato sussurro «Scratch...mo...nina...»



         Lo spirito di Iasugnumon ebbe un sussulto, e guardò con pena il cielo per poi chinarsi sul cane degli Ayami, cercando in lui un po’ di conforto.

         In quegli stessi istanti Lopmon spiegava, rapendo lo sguardo di tutta la famiglia «Ha detto che lei considera Akemi un modello! Per questo vuole seguire le sue orme. Però io so che fa questo non tanto per amicizia o spirito di emulazione! Dietro la sua apparente vocazione c’è la certezza...
         ...che il sogno d’amore con te Mako sia ormai sfumato! Quando invece in me, che le voglio bene da così tanti anni...c’è la convinzione che non sia così, che ci sia ancora speranza! Mako...guardami negli occhi, tu vuoi bene alla mia piccola Suzie. Vero?»
         «Io...» accennava il ragazzo spiazzato, ma Beelzemon si accostava a lui «Sì! Sì che è così, me l’hai detto prima! Mi hai confessato con parole testuali che sei innamorato di lei, che Suzie è la ragazza dei tuoi sogni!»...«Io ho paura di commettere un errore!» replicò il ragazzo «E se con le mie parole gettassi scompiglio in un animo chiamato dal Signore?!» Ma Beelzemon esclamò «No, non ci credo che è per questo!!» e a quel punto il giovane chinò il capo «...hai ragione Beelzemon...è che in realtà io...
         ...temo come andrà a finire! Siamo così giovani, in un mondo che non crede più nell’amore. E se il nostro sogno dovesse spezzarsi? Se io dovessi perdere anche lei? Io mi conosco, non sono tagliato per avere altre storie, altre ragazze, per voltare pagina come fanno tutti! Uno come me, quando ama, è per sempre!»...«Lo sai? Una volta Suzie mi disse le stesse parole! Ed era di te che stava parlando!»...«Dici davvero, Beelzemon?!» ma il Digimon gli pose le mani sulle spalle «Mako...nella vita bisogna essere disposti a rischiare, i fattori che possono separare due cuori si nascondono ovunque! Ma proprio per questo bisogna saper lottare, finché si è ancora in tempo, finché si ha ancora fiato! E tu hai ancora fiato: tiravi così forte, per reclamare ciò che era tuo.» (canzone: S Club 7 - Have you ever)
         Entrambi tornarono con la mente a quell’orsacchiotto...mentre Beelzemon affermava «E tu...sei ancora in tempo, non condannarti al mio stesso destino: ritornare con la mente a quell’istante, e pensare mille volte che tutto sarebbe stato diverso se solo tu fossi stato lì...ormai per me e tua sorella non si può fare più nulla.» gettando uno sguardo alla foto di Akemi, per poi scuoterlo «Ma per te e Suzie è ancora tutto da decidere! E dipende da te: realizzeresti questo mio sogno? Corri da lei...e fermala, confessandole tutto il tuo amore.»
         Il ragazzo si sfilò gli occhiali asciugandosi gli occhi, per poi abbracciare il Digimon «Con tutti i sogni che tu hai realizzato per me, realizzare il tuo è il minimo che possa fare.»
         Nello sguardo di Lopmon si accese la luce di una speranza...


         Suzie stava camminando per la stanza del convento, scorrendo la mano sulle mura per prendervi confidenza “La mia nuova casa: questo sarà il luogo dal quale offrirò a Dio i miei sogni, chiedendo per Mako e per gli altri il futuro felice in cui avrei voluto crescere...”
         Ma un ragazzo dai capelli rossi si affacciò alla porta della stanzetta, introdotto dalle esclamazioni delle suore “Mako! Dove corri così?”
         Fino a che i loro occhi non si incontrarono, tra gli affannosi respiri di lui per riprendere fiato «Ho saputo...che vuoi farti suora.»
         Suzie rispose con dignitoso contegno «E’ così. Ma per te non dovrebbe essere una novità, hai già avuto un’esperienza del genere in famiglia.»...«Appunto, l’ho già avuta!!» ribatteva lui avanzando «E sinceramente me n’è bastata una nella mia famiglia!!»...«Credo che tu ti stia confondendo!» fece lei volgendo il capo «Noi non siamo parenti, io sono “la sorella di Henry”, non ricordi?!» ma lui ammise deciso «Ti sbagli.»...«Ah sì, e chi mai sarei?!!»...«...mia moglie.»
         «Cosa?!» la ragazza dilatò i suoi occhi, e Mako la prese per le braccia «Fra qualche tempo! Quando tu vorrai, prima ci fidanzeremo, convivremo, faremo tutto ciò che tu desideri purché tu mi stia...sempre vicina! Io ti amo Suzie...»...«Mi prendi in giro?!» ribatté lei sospettosa, ma il giovane incalzò «Possibile che non te ne rendi conto?! Guardami negli occhi! Guarda oltre i miei occhiali: qui...non si tratta solo di amarti, io sono completamente pazzo di te! Tu mi fai girare la testa, non mi fai più dormire, non mi fai più mangiare perché mi sei...entrata dentro, e se ti farai suora io...mi farò frate! Per strisciare ogni notte nel corridoio come un’ombra...
         ...e venire a baciarti...così...» travolgendola in un bacio appassionato che la lasciò esterrefatta.
         «Mi credi adesso, Suzie...? Non ho mai...fatto cose del genere, ti assicuro, né detto cose come quelle che ho detto...prima.» affermava il ragazzo le cui mani tremavano mentre stringevano quelle di lei, che scuoteva il capo commossa «Io...non so che dire!»...«Non dire niente, ma fa una cosa! Tirami: tirami a te come se fossi un giocattolo, e io resterò con te per l’eternità!»
         La giovane accennò un sorriso felice, dopodiché lo tirò a sé e scivolarono assieme sul letto, in un abbraccio impetuoso «Ti amo, ti amo da impazzire...»...«Anch’io Suzie!»...«Mako, i tuoi occhiali!»...«Non importa, non potrei confonderti...con nessun’altra...»
         ...e dietro la finestra a osservarli c’era Beelzemon “Piccola mia, il nostro Mako ce l’ha fatta: ha trovato il coraggio necessario per confessare i suoi sentimenti alla ragazza che ama. Guardandoli sembra quasi di rivedere noi due: io che arrivo in fretta e furia, e tu barricata nel tuo rispettoso pudore. Io che ti grido di aspettare, con la poca grazia che mi contraddistingue, tu che inizialmente resisti. Ma poi...
         ...ci sciogliamo in un bacio e ci incamminiamo verso il futuro. Sarebbe stato bello che fosse andato così, ma ora non c’è tempo per i rimpianti: il nostro bambino ha realizzato per noi il nostro sogno! Sono felice...lo sei anche tu, vero?”
         In quel momento arrivò un gruppo di suore «Ragazzi, dobbiamo sbrigarci, crolla il convent-uuuuhhmmm!!!» sobbalzando in una serie di grida spiazzate quando videro i due giovani in teneri atteggiamenti «Oh! Perdonateci, sorelle! Non volevamo mancarvi di rispetto!» fece Mako, e Suzie «Crolla il convento?!»


         ...pochi istanti dopo, mentre la terra tremava, Beelzemon aiutava le suore a mettersi in salvo «C’è ancora qualcuno dentro?!»
         Madre Katsumi gli rispose «No, siamo usciti tutti. Anche questo luogo può raggiungere l’aldilà.»
         Così, alle sue parole e sotto gli occhi dei ragazzi e delle suore, il D-Reaper sgorgò dal giardino e provocò il crollo definitivo di quell’antico edificio.
         Mako abbracciato a Suzie mormorava «Sorellina...mi dispiace per com’è andata ma vendicheremo il luogo in cui sei cresciuta.» e la ragazza sfiorava la spalla dell’anziana suora «Madre Katsumi...»...«Non devi dirmi niente cara, so che sei dispiaciuta. Ma è giusto così: tutto ha una fine su questo mondo, tranne l’amore. E sono felice che l’ultima scena che il nostro convento ha ospitato sia stata così dolce.» lanciando un’occhiata ai due giovani, per poi ammettere «Eravamo affezionate a questo luogo come una casa. Ma a poco a poco lo ricostruiremo, con il nostro impegno...e con l’aiuto del Signore.» Beelzemon al suo fianco promise «Se questa legge che ci costringe a nasconderci un giorno scomparirà, avrete tutto l’aiuto possibile da noi Digimon!» volgendo gli occhi verso le rovine surclassate dalla massa rossastra, ed ammettendo «Costruiremo un muro ancora più alto...
         ...tanto che cielo e terra potranno toccarsi!»
         Suzie e Mako gli andarono vicino, e lui li abbracciò entrambi come un tempo avrebbe fatto con i suoi piccoli domatori (fine-canzone)



         Scese la sera su quel mese di luglio, ad incorniciare Arkanomon i cui frammenti che le fluttuavano attorno erano ormai ridotti a piccoli sassi...

         Nella penombra del giardino di un’abitazione, la sagoma di una creatura alata e quella di una ragazza dialogavano tra loro «Vederli assieme mi ha suscitato una...forte emozione.» spiegava il primo «E’ come se un piccolo frammento di quel passato si fosse potuto salvare...»
         Lei, dal viso pallido e i lunghi capelli castani, sorrideva dolcemente «Sono contenta per Mako, e anche per Suzie: è sempre bello quando un’amore riesce a trionfare sopra tutte le difficoltà...anche in un’epoca come questa, in cui sono rimasti in pochi a credervi...»
         Il Digimon a tre occhi sembrava provare pena per lei, come se avesse voluto far qualcosa per rimuovere quel velo di malinconia dal suo sguardo. Ma spoglio di parole, si limitò a chiedere «Tuo fratello...?»...«E’ andato a dormire assieme a Snowhitemon, dopo aver corretto con il suo aiuto alcuni suoi testi.» replicò pacatamente lei, aggiungendo «Anche mia madre si è coricata.»...«E tu?» chiese Beelzemon «Quando andrai a riposare? Ricorda che hai bisogno di dormire...se domani sei intenzionata a fare...quello che abbiamo programmato...»
         Jeri avanzò verso di lui con i suoi passetti esitanti, fino a sfiorargli la spalla «Certo che lo sono. Sono intenzionata ad andare fino in fondo. E a mio modo mi sto preparando. Vedi Beelzemon...tu in questa settimana hai fatto acquisti online per potenziare il tuo equipaggiamento. Io invece...sto attingendo dalla notte tutto il mio passato. E tutti i miei ricordi...
         ...per poter scendere in battaglia armata di ciò che di più caro, e anche di più doloroso mi ha accompagnato in questi ventun’anni. Domani se il destino vorrà sarà...
         ...l’ultima...battaglia.»
         Nel loro modo di guardarsi si leggeva una comprensione nuova e profonda, e anche nei loro piccoli gesti e numerosi silenzi. Jeri gli sorrise, chiedendogli dolcemente «Lascia che continui.» e Beelzemon senza aggiungere altro si ritirò all’interno della casa...
         ...ma oltre a loro c’era una Digimon ancora sveglia, i cui grandi occhi verdi non smettevano di seguire l’alto e imponente guerriero alato «O-Oh...?» lui la notò con la coda dell’occhio, e alzò la mano per salutarla «B-Buonanotte, LadyWizardmon!»
         «Buo-Buonanotte!» fece altrettanto lei...ma poi nascose scoraggiata lo sguardo sotto la falda del suo cappello. Fino a che Jeri non si accostò a lei con fare premuroso «Segui ogni suo movimento...vero?»...«Mi rapisce completamente...»...«Ti capisco bene.»...«Se...fossi in un’altra posizione...» spiegava la Digimon «...gli parlerei del dubbio che adesso non fa che tormentarmi.» tornando a sfoderare quella vecchia foto scolastica «E se fosse vero che la domatrice che ho a lungo aspettato ora si nasconde in quel luogo infernale...di rimpianti e dolore, che fluttua sopra il nostro cielo?»...«Mi dispiace se con le mie parole ho gettato altra incertezza nel tuo animo.» espresse Jeri, ma la Digimon si volse a fissarla, nel sussurro «Non devi scusarti...
         ...non vi è solo incertezza, c’è anche...un grande...improvviso affetto che non avrei mai creduto di provare! Però certo, non si può escludere che il dubbio sia grande. Quanto pagherei in questo momento per avere una conferma. Come vorrei trovarmi nella sua casa di ragazza, per potermi infilare in un vecchio sgabuzzino e passare ore a scartabellare vecchi diari: mi basterebbe anche leggere di un sogno...un sogno in cui lei avesse visto l’ombra del mio cappello...»
         Jeri sembrava riflettere, come se volesse aiutare l’insegnante digitale. E ad un tratto «Asanuma appuntava continuamente delle cose mentre ci faceva lezione.» LadyWizardmon si volse «Anche se fosse...si tratterebbe di materiale cartaceo di più di dieci anni.»...«Però nella nostra scuola esiste un archivio! E sarei pronta a scommettere che nessuno si è scomodato a buttare del vecchio materiale. Tantomeno lei...
         ...io non lo avrei mai fatto.»...«...però adesso come potremmo accedervi? La scuola è chiusa, ci sono le vacanze estive! Ed anche il D-Reaper...»...«Meglio ancora: per questa ragione non troverò alcun custode!»...«Stai pensado di recarti lì...??» sgranò gli occhi la Digimon, quando vide la ragazza avvolgersi di nuovo il capo in un velo. Ma poi questa si chinò su di lei «Tu resta qui a riposare...lascia che io mi addentri in quel luogo di ricordi.»...«Jeri, guarda che non è necessar-»...«Shhh...
         ...lo faccio poiché lo desidero.» specificò la ragazza, in un sussurro lieve come la notte nella quale si allontanò, con i suoi passi pazienti e incerti, sotto lo sguardo della digi-insegnante.



         In quel clima di intolleranze, il tavolo della cena in casa Matsuki sembrava un buon esempio di incontro fra terrestri e Digimon.
          «Io sono un vecchio lupo digitale. E ne ho viste e sentite tante!» spiegava il Digimon dal cappuccio argentato «E chi potrebbe mai negarlo, Cyclemon!» replicava Kazu, ospite da loro assieme a sua moglie. L’anziano seguitava «Al D-Reaper ho rifatto presto il callo, anche se non lo vedevo da più di dieci anni! Sono avvezzo al colore, alla sua ormai storica pericolosità...ma nonostante tutto c’è qualcosa che ancora non mi riesce di sopportare!»...«Si tratta di dati tecnici?» chiedeva Diamon, aggiungendo «Ah se sono dati tecnici puoi anche non spiegarli, tanto non ci capisco niente!»...«Zuccona!» scherzava il marito «Sei fatta di dati e neppure capisci te stessa!»...«Beh ma che c’entra?» faceva lei «Anche un essere umano non è detto che sia esperto di anatomia! Se io per esempio ti chiedessi dov’è lo stomaco, sapresti rispondere?!»...«Uhm! Beeeh...su per giù! So solo che è pieno!» fu la risposta del giovane. Cindermon chiedeva incuriosita «Beh allora? Quale sarebbe questo particolare che scalfisce anche una vecchia roccia come te, papà?» ed il padre dilatò i suoi occhi in umani «...ma la puzza!»
         Cindermon sbatté gli occhi, e a Diamon caddero i bastoncini di mano «Possibile che voi non la sentite? Forse perché siete giovani, io laggiù a Digiworld non sapevo più cosa fare con tutta quella puzza: non-la-sopporto! Mi spiace, è più forte di me.»
         Ma nell’eco di quei discorsi, Takato sembrava restare assorto e riusciva a malapena a mangiare. Lo stesso avveniva per Leaf, che non staccava gli occhi da lui accorgendosi che il suo cuore era altrove...
         «Sniff, sniff! Cioè papà tu ci vuoi far credere che il D-Reaper ha un odore?» cercava Cindermon di affinare il suo fiuto, e suo padre replicava «E’ inutile che ti sforzi figliola, da qui non riuscirai a percepirlo: c’è odore di buona cucina!»
         A quelle parole giunse la signora Mie con nuove porzioni «Ci fa molto piacere che appreziate le specialità della casa! Questo fa presagire bene riguardo ai rapporti tra le nostre famiglie.» ma Takehiro balzò in piedi «Ptsss, cara non affaticarti: in questi giorni hai continui sbalzi di pressione!»...«Ptsss, ma per chi mi hai presa?! Non una parola, specie di fronte al nostro suocero digitale! Desiderate servirvi ancora, grande Cyclemon?»...«La ringrazio molto signora Matsuki. Ma sono pieno.» rispose Cyclemon. Kazu alzò il suo piatto «In compenso io favorirei volentieri!» ma lei lo sistemò con uno scappellotto «Ugh!»...«Hai mangiato fin troppo e per troppi anni seduto a questa tavola! Gente come te e i tuoi amici con poca voglia di studiare...
         ...ha finito per contagiare mio figlio!» borbottò dopo essersi allontanata.
         «Veramente erano molti anni che non venivo a mangiare qui...» disse Kazu fra sè, abbassando il suo piatto e facendosi più serio «...forse la signora non ricorda il cammino che abbiamo percorso. L’ultima volta che ho preso posto a questa tavola, Takato era di fronte a me come oggi...ma ricordo che non era così pensieroso. E se non fosse convinto del gesto che sta per fare?» Diamon si accostò a lui, mormorandogli all’orecchio «Questa mattina ho parlato con Cind, e anche lei, contrariamente al suo solito, sembra così insicura! Mi ha persino detto di aver intravisto Jeri...»...«Jeri...» ripeté Kazu, guardando verso l’alto «...sembra che con questo mese anche lei debba venir sfogliata, come la pagina di un calendario. Eppure sono sicuro che questa notte, lei è nella mente di Takato più di sempre. E non solo...anche in quella di tutti noi suoi amici...»
         «Cynthia!» l’esclamazione della signora Mie si frappose fra le risate «Hai fatto vedere a mio figlio quello che hai comprato?» al che la Digimon le rifilò un’occhiataccia «Signora dico, è pazza? Ha mangiato qualcosa di troppo, forse le ha fatto male?» Cyclemon intervenne «Perché? Sono curioso anch’io!» ma Cindermon lo bloccò «Papà, non ti ci mettere anche tu!» Mie però sfoggiava un sorrisetto orgoglioso «Ti assicuro che non sono stata mai lucida come adesso! Abbastanza da ricordare che certe astuzie vanno sfoggiate subito! Non fra troppi anni!»...«No no no no, signora! Cosa fa?! Lasci quella busta, la rimetta a posto, io la implor-» ma la futura suocera aveva già infranto la plastica «Takato!»
         ...destando solo in quel momento, e un po’ a stento, l’attenzione di suo figlio «Guarda la tua fidanzata cosa mi ha costretto a comprare!» lasciando tutti i presenti allibiti alla vista di quel completino intimo scarlatto.
         «Oh mamma...» mormorò Leaf attonito, mentre lei gemeva «Takato non le credere!! Io non ho costretto nessuno a far niente, è lei che ha costretto me!! I-Io ti giuro che sono scoppiata a piangere appena mi ha preso per il braccio e mi ha trascinata a forza nel negoziooo!» Però il domatore si alzò, andandole vicino e sfiorandole la spalla «Cosa c’è di male...? E’ un completo stupendo.» e Mie a insistere «Vedi?! Cosa ti avevo detto, e tu che frignavi come una bambina! Con gli uomini bisogna sfoggiare il proprio arsenale! E non sempre si tratta solo di tecniche speciali!!»...«Gran bel servizio, signora!!» ribatteva la Digimon, coprendosi il volto con le mani «Persino di fronte a mio padreee!»...«Uuuh, quante storie!» tagliò corto Mie, allontanandosi non senza rifilare uno schiaffetto al marito «E tu non fare quella faccia da allocco!! E’ la fidanzata di tuo figlio, un po’ di contegno almeno con lei!»
         Takato cercava di consolare la Digimon «Guarda che non devi assolutamente vergognarti...! Le mamme sono così, e poi casomai è a me che fa il dispetto: in questo modo...rende l’attesa molto più difficile.»...«Takato, stai dicendo sul serio o mi prendi in giro anche tuuu???»...«Per quale motivo dovrei prenderti in giro? Lo pensano...tutti quelli che mi conoscono, o oseresti forse dire che non sei una Digimon attraente?»
         Sotto gli occhi di Leaf, che serio li osservava, Cindermon chiedeva conferma «Takato tu pensi davvero che io sia bella? D’accordo potente, va bene abile in battaglia però...tu sei realmente attratto da me?! Da me come ragazza, ora intendo!»...«Vorresti forse metterlo in dubbio? Altrimenti perché ti sposerei...poi ora che ho visto i tuoi acquisti, ancora di più. Tanto che preferisco andare a dormire, perché so già Kazu cosa sta pensando! Non fa che fissarmi e...mi sento in imbarazzo.» accennava con un modesto sorriso...
         ...mentre Kazu mormorava a mezza bocca «...e invece non lo immagineresti mai.»
         Takato annuciò «Scusate, io sto...veramente bene in vostra compagnia. Però capitemi, domani è un giorno importante per cui preferirei andare al letto per poi essere...in piena forma.» Il padre rispose «Non preoccuparti Takato...capiamo benissimo.» ma la madre «Io un po’ meno! Non trovo consono abbandonare la tavola in presenza del tuo futuro suocero!»...«Vai pure Takato.» sovrappose Cyclemon, piegando il tovagliolo e aggiungendo «Il palazzo reale di Digiworld...ti autorizza.»
         Takato lanciò uno sguardo a Kazu, che alzò la mano «Confermo.» seguito da Diamon «Via libera!»...«Scusate ancora. Buonanotte.» si congedò il ragazzo...
         ...mentre Leaf pensava “Takato...
         ...che cosa starai pensando? Domani ti sposi e io...sono qui a mangiare come un idiota! Non posso aiutarti, a dispetto di colui che sono!”

         Quando Takato ebbe lasciato la cucina, si passò la mano sul volto stanco e poi fu tempo di salire quelle scale ancora una volta “Sì, domani mi sposo...(canzone: Westlife - You raise me up)
         ...ma mi sembra, gradino dopo gradino, di ripercorrere tutta la mia vita. Ed ogni volto che ne ha fatto parte flutta attorno a me. Perché non riesco a liberarmi da questo pensiero...? Da ogni singolo bagliore del Digivice...
         ...da ogni singola vittoria, e sconfitta. Da ogni sorriso e ogni lacrima...
         ...da ogni sogno...e ogni bacio.” ed era arrivato alla sua camera buia. Anche questa volta preferì non accendere la luce, ed avanzare verso la finestra fino ad affacciarsi...
         ...il D-Reaper faceva galleggiare sul mistero il suo destino, in quella sera speciale in cui la luna aveva gli occhi...

         ...e delle mani bendate sollevavano un completo intimo scarlatto «Puoi anche bruciarlo!» esclamò Cindermon «Tanto io non lo volevo.»...«Ma vuoi almeno...sposarti?» accennò il rapper timidamente, per poi balbettare «Scusa scusa! Non per niente. Te lo chiedo da amico. Perché noi siamo amici...vero Cindermon? E lo resteremo anche quando tu sarai diventata la signora Matsuki.»...«Noi due? Amici...?» domandò la Digimon con aria un po’ sconfortata. Ma poi adagiò una carezza sul viso del giovane rapper «Ma certo che lo siamo...dai, mica faccio toccare il mio reggiseno ai semplici conoscenti!»...«Uhmuhmuhm!» rise un po’ Leaf...ma poi la sua espressione tornò triste. E chiese «Sei proprio sicura che non vuoi indossarlo?»...«Se sapessi, Leaf...
         ...ho i brividi a pensare alla mia vita tra ventiquattro ore: non è accaduto neanche alla vigilia delle più importanti battaglie! Se penso che domani salirò quelle scale al suo fianco...
         ...e finalmente le sue mani attraverseranno il mio corpo, saremo una cosa sola...ma in modo diverso rispetto alla biodigievoluzione! Tutto questo appare ai miei occhi come la realizzazione di un sogno. Se voglio indossare quel coso? Ma certo che voglio indossarlo!...se a lui piace, come ha appena affermato. Quella che non voglio indossare...
         ...è una maschera! Qualcosa che occulti il mio vero volto, e anche quello di Takato! Noi siamo fatti per stare sotto la luce del sole! E correre e giocare come tanti anni fa...» sussurrò magicamente.
         «Come ti capisco...» disse il rapper con sguardo amorevole, ponendo la sua mano bendata su quella di lei...


         ...ma c’era qualcuno che quella notte indossava una maschera: era lo spirito del guerriero nascosto all’interno dell’ex-sede di Hypnos. E che vegliava su quei tre ex-colleghi che ora si stringevano tra loro «Cosa facciamo...?» mormorava Riley «...questa è la fine...non abbiamo più niente per trattenerli.» Tally confermava «Questa volta ci hanno sconfitti...il mondo non crede più nei Digimon, solo noi sappiamo che stanno lottando contro la diffidenza...per proteggerci ancora!»
         «Se almeno avessimo ancora il nostro equipaggiamento, potremmo aiutarli contro quella barriera...» alzava lo sguardo Mitsuo «...ma purtroppo queste spoglie pareti non ospitano più le nostre postazioni. Avete sentito le ultime notizie?»...«Sì Mitsuo...» rispose la moglie «Sembra che la polizia verrà a intimarci con la forza di lasciare l’edificio!» Tally aggiunse «Hanno saputo che la resistenza sta cedendo, e hanno aspettato il momento propizio: che vigliacchi!» Mitsuo decretò «Voi andate via se volete, siete ancora in tempo!! Ma io giuro che quando quei bastardi si presenteranno mi troveranno qui! In nome di mio padre, e di tutto il suo impegno...»...«Stai scherzando, Mitsuo? Ti ricordi quando Hypnos crollava?» accennò la moglie...
         ...ed entrambi ricordarono il loro sguardo, che si incrociava nella pioggia di detriti...
         «Come no, Riley...»...«Non ti abbandonerò nemmeno questa volta.» fece lei abbracciandolo, e Tally scherzò «In tutto questo non occorre che una collega impicciona! A controllare che facciate i bravi!» ma quando costei si unì al loro abbraccio...
         ...una luce iridescente comparve dal buio, ed una carezzevole voce maschile pronunciò «Vi sbagliate, manca ancora una cosa: un Digimon...per tramutare i vostri sogni in realtà.»
         «Ahhh!» Mitsuo sussulto, ed anche sua moglie e la bionda collega.
         «Non posso crederci, è un’apparizione!» esclamò il biondo uomo «Hideki, sei tu...?» chiese la donna dai capelli rossi e le lacrime agli occhi, mentre la sua amica la fissava attonita.
         «Avvicinatevi, non abbiate paura...» tendeva la mano Guardianmon «Sono solo uno spirito, ma se crederete in me...potremo accendere gli ultimi frammenti di fiducia nei cuori della gente. Finora siete stati degli studiosi esperti e razionali...
         ...vi fidate di un fantasma?»
         I tre si consultarono, e Mitsuo rispose un deciso «Sì!» gettando a terra il suo palmare «Ormai le tecnologie non servono più!»
         «Seguitemi...» mormorò...
         ...e si avviarono con lui nel buio, nel quale ognuno di loro rivedeva tanti giorni di un periodo lontano (fine-canzone)



         «E così, dopo aver concesso ai Digimon il potere di biodigievolvere sulla terra...» narrava come se fosse una favola la voce di una giovane bionda «...Dobermon si dissolse.»...«Però, solo apparentemente!» si affiancava la voce di un signore evanescente dai riccioli neri «...perché sarebbe rimasto sempre vicino a quella giovane domatrice, seppur scomparsa troppo presto.»
         Unendo le mani come due genitori, benché riuscissero a toccarsi a stento, constatarono che la loro leggenda aveva fatto addormentare quel ragazzino dai capelli neri. Alice lo carezzò con la sua mano pallida come il viso di lui, per poi sussurrare «Vecchie storie sono sempre efficaci.»...«Andiamo a dormire, Alice.» la invitò Refrainmon, che a metà strada da lì alla stanza mutò in grosso cane dal collare borchiato...(canzone: Anastacia - I dreamed you)

         Gelsomon metteva a letto i draghetti, dopodiché i suoi artigli intrecciavano quelli di suo marito per coricarsi assieme...

         Renamon e Imagomon restavano l’una accanto all’altro, a osservare i loro ragazzi accovacciati nell’angolo della stanza...

         Solo LadyMeramon restava a leggere fino a tardi, seduta sul tetto come una torcia accesa. Ma quando il suo pregiato segnalibro volava via nella brezza di luglio, c’era una mano di fuoco trasparente che puntualmente glielo restituiva...

         Infine c’era quel ragazzo senza ciglia né capelli, che raggiungeva sua moglie nel letto «Gli spiriti vanno a dormire, e così anche gli umani. Domani è il gran giorno, Rika...»
         Costei posò la spazzola che aveva passato tra i suoi capelli, e domandò «Secondo te riusciremo a farcela? Riusciremo a trovare quel cavillo informatico...che ci permetterà di oltrepassare la barriera?»...«Io ho fiducia! Finora abbiamo attraversato sfide ben peggiori.»...«Credo tu abbia ragione...» sussurrò lei, dopodiché «Rika!»...«Sì...?»...«...c’è qualcos’altro che mi dà pensiero.» La ragazza gli si aggrappò apprensiva, ma lui «No no! Niente che riguardi la mia salute: so che l’hai pensato...ma mi riferivo ad altro: non sarà che, approfittando della confusione...
         ...Takato e Cindermon stanno per fare una stupidaggine?»
         La domatrice sospirò «Non ti nascondo che l’ho pensato anch’io.»...«Ma in questo caso bisogna fermarli!» esclamò Ryo «Il D-Reaper è solo un nemico informatico! Ma un matrimonio sbagliato si paga per tutta la vita. Ed io credo che Takato, nonostante sia legatissimo alla sua Digimon...
         ...non l’abbia mai amata.»...«Lo penso anch’io!!» esclamò Rika con pena «Però non è un problema d’amore...bensì d’amicizia! Nonostante il passato ci abbia reso tutti amici di Jeri...ora anche Cindermon ha conquistato il nostro affetto! E lei è profondamente innamorata di Takato. Questo matrimonio rappresenta la realizzazione di un sogno! Con quale coraggio si potrebbe mettere una parola a sfavore? Mi sembrerebbe...di pugnalarla alle spalle!»...«E neanche a dire che si può regalare un Digivice, come è stato per Himi e Imagomon! Perché Takato e Cindermon...lo possiedono già.»...«Non abbiamo alternative, Ryo: dobbiamo confidare nelle loro scelte. Sperando che siano abbastanza maturi...
         ...e che non compiano passi falsi.»...«Già...» replicò il ragazzo con le mani dietro la liscia nuca «...la vita è come un campo di battaglia. Buonanotte, mia regina dei Digimon...» spegnendo la luce, per poi baciarla nel buio...



         Henry e Rea osservavano il loro bambino dalla sponda del letto, quando lei bisbigliò «Ptsss! Dov’è il nostro Digimon?»...«...Terriermon è uscito poco fa.» replicò Henry, e lei «Uscito? Ma non sarà pericoloso?»...«Non temere, quel furbacchione non si farà certo prendere dalla polizia ora che ha deciso di sposarsi! Conosce la città come le sue tasche.»...«E’ stato merito tuo?» sussurrò la moglie con un sorriso furbetto, quando Suzie irruppe nella stanza «Ooooohhhhhh, fate qualcosa, non resisto più! Mako è chiuso in salotto con papà e mamma da ore, e io non so cosa si stiano dicendo!» Rea però le venne incontro «Eccola qui, la brava suorina! E’ la giusta punizione per aver voluto lasciarci.» ed Henry «Sicuramente i nostri genitori le staranno dicendo quanto sei discola! E che a sposarti non ci fa certo un affare!»...«Mmm, siete insopportabili: un fratello maggiore elevato al quadrato! A proposito, Lopmon dov’è, nel lettino di Benji?»...«Veramente no...» rispose Rea, e Suzie fece «Strano!»
         Henry pensò a rassicurarle «Tranquille, ragazze: penso che dopo le emozioni di oggi, le proposte che hanno ricevuto...
         ...e la sfida che ci aspetta domani, i nostri Digimon abbiano bisogno di riflettere. E di respirare l’aria delle strade che li hanno accolti tanti anni fa, dando inizio alla leggenda...»
         Le due domatrici guardarono verso l’alto, smarrendo lo sguardo nel buio e nel passato...


         ...e mentre Mako conversava con i, dopo tutto compiaciuti, signori Wong, alle loro spalle Sandmon dava la notizia del suo fidanzamento a Muskmon, la quale ricambiava con quella del suo imminente matrimonio: l’entusiasmo sfociò in un abbraccio festante...proprio nel momento in cui Janyu Wong poneva una mano sulla spalla del giovane pretendente della figlia.



         «Buonanotte mamma! Dormi bene papà.» furono le parole con cui Kenta congedò i suoi genitori, prima di tornare in salone dove sua moglie stava riordinando, dando qua e là un’aggiustata ai loro graziosi soprammobili «MarineAngemon, tu credi che riuscirai a dormire?»...«Io? Niente affatto! E tu?»...«Neanch’io...non faccio che pensare a tutto quello che abbiamo costruito.»...«Ti ricordi? Questa casa l’abbiamo arredata soprammobile per soprammobile. Scelto d’amore e d’accordo come sempre, a parte qualche legnata!»...«Lo stesso sembrano star facendo Takato e Cindermon...» commentò il ragazzo, ma la biondina replicò «Sì ma loro senza legnate! Vanno anche fin troppo d’accordo, ogni tanto qualche lite ci sta bene. Fa parte della vita!»...«Tu sei stata sempre una fautrice della loro coppia!»
         A quel punto Yuki sospirò, posando lo straccio «Sì, è vero...
         ...però giunti a questo punto non so se è stato un bene. Io credo abbiano fatto tutto troppo in fretta, e secondo me qualcuno ci ha messo lo zampino. Non ti dico chi perché è fin troppo ovvio. E la conosci da più tempo di me!»
         «La signora Matsuki...» abbassò il capo il ragazzo occhialuto. E la grassoccia moglie ribatté «Quella non vede più il D-Reaper, non vede più niente se non i suoi sogni frustrati! Però questa volta non si può far niente, il tempo stringe! E ci sono troppe persone in ballo.»...«Ogni forma di intervento a noi è preclusa. Però sarebbe bello che qualcuno fermasse il mio amico, se è vero che sta per dare alla sua vita un corso sbagliato!»
         «L’unico che poteva farlo sai bene chi era.» disse Yuki lucidando un piatto e poi riponendolo. Suo marito concluse «Ma purtroppo lui ormai fa parte del passato...»



         ...quando il silenzio scese su casa Matsuki, quel rapper di bassa statura si sedette sulle scale, tormentandosi le mani bendate «Che cosa devo fare? Qual è in questo momento il dovere di un Digimon...??» ma ad un tratto udì una voce «Leaf...»
         Si volse stupito, pronunciando con un filo di voce «Takato...»
         Il ragazzo aveva la borsa a tracolla «Io esco un attimo.»...«Non hai detto che avevi bisogno di dormire?»...«Ho bisogno di riflettere...
         ...tu non dire niente a mia madre, per favore. E nemmeno a Cindermon. Tornerò per domani mattina...
         ...buonanotte!»...«Buo...buonanotte!...
         ...dove starà andando?» tanto che alla fine, seppur titubante...
         ...scattò in una corsetta e lo seguì (fine-canzone)



         «Nonostante una minaccia incomba su di noi...» pronunciava la piccola e assorta Lopmon, camminando per le strade desolate di Tokyo ricolme di recinzioni e sbarramenti «...il mio cuore è felice e ama! E’ incredibile come un destino che sembra già segnato possa cambiare in pochi secondi, e questo solo grazie al potere dell’amore. Questa notte mi sento forte, non ho paura di niente e voglio camminare. Voglio raggiungere un posto alto e osservare tutta la città, nel bene e nel male! Ho deciso!» alzando gli occhi verso l’edificio vicino a lei «Non sarà il tetto più alto di Tokyo. Ma questa notte voglio passarla sulla cima della scuola dei ragazzi. Questo luogo adesso è abbandonato! Ma le sue mura sono piene di fantasmi...» sicché scivolò rapida tra le sbarre di quel cancello scricchiolante...
         Ma non erano i passi di un fantasma bensì di un ragazzo, quelli che si affacciarono al medesimo cancello pochi istanti dopo. Takato alzò lo sguardo e pensò “Signor Mori...ora che lei non è più tra noi ho bisogno più che mai di un adulto che mi consigli. Di un maestro che possa guidarmi. Per questo, anche se è notte fonda...
         ...e domani devo decidere per la mia vita, sono tornato in questo luogo dove di sicuro il suo spirito mi sta aspettando, seduto alla cattedra come un tempo. Perché cerco lei? Perché anche lei ha conosciuto l’amore, sia quando esso è illuminato dal sole...
         ...sia quando lo è dalla luna.” lanciando un’occhiata fuggevole ad Arkanomon, per poi proseguire all’interno...


         ...ma in quell’edificio all’apparenza abbandonato, qualcuno aveva spezzato un lucchetto che ora giaceva a terra, tra i banchi accatastati «E’ proprio quello che cercavo...
         ...la signora Asanuma ha lasciato qui questo diario! Ci sono anche...frammenti dei nostri vecchi temi.»
         Le mani di Jeri sfogliavano quelle pagine, ed i suoi passi claudicanti la conducevano presso la finestra, così che la luce delle stelle potesse rischiarare la sua lettura “In questa calda mattina, i miei alunni sono partiti. Mi fa uno strano effetto, e confessarlo mi fa vergognare anche di fronte al mio stesso diario. Ma non riesco a liberarmi di questo pensiero: vorrei tornare bambina per poter viaggiare con loro. Mi piacerebbe essere come Jeri: di sicuro il futuro a cui andrà incontro sarà gioioso e felice...
         ...vivrà avventure ed emozioni intense...
         ...incontrerà il ragazzo dei suoi sogni tra le lande di quel mondo a me precluso, ed una volta cresciuta...
         ...lo sposerà. Suo padre allestirà una festa meravigliosa per le sue nozze. E la sera prima lei resterà alzata a contemplare la luna, ritornando indietro con la mente a questo giorno...
         Con il cuore colmo di incredula emozione, Jeri si volgeva verso il cielo, su cui troneggiava Arkanomon cristallina e solenne...
         “...che magia meravigliosa è la vita...
           ...ma l’età adulta è un’ombra pericolosa. Sono innamorata del mio collega, Tokiashi. Ma non ho amici ad incoraggiarmi affinché sia più docile con lui, di modo che possa intuire i miei sentimenti. Per tutti io sono l’arcigna signorina Asanuma...
         ...ma in realtà vorrei riempire questa scuola di fiori! Vorrei offrire il caffè a tutti. E far da guida ai miei alunni tra i Digimon, come qualche tempo fa al campeggio. Solo che non ho il coraggio. O forse l’abilità. Forse mi manca il carattere...
         ...o forse soltanto un amico, a ricordarmi che essendo se stessi nella vita non se ne esce sconfitti. Anzi. E’ l’unica formula per un futuro che valga la pena di proteggere! E in cui...valga la pena di tuffarsi. Come quel varco di luce in cui immagino saltare Kazu, Kenta...Takato, e Jeri.
         Questi ultimi due per mano. Si vede da lontano un miglio che si ameranno per tutta la vita.
        Come li invidio. E forse è per questo che vengo punita. Anche se in teoria sarei io l’insegnante...
         ...o forse sei stata tu a mettermi in castigo? So che sei un’insegnante digitale. Forse nel mondo in cui vivi io sono una tua alunna. So un’altra cosa di te...
         ...che non esisti...e che non ti incontrerò mai. Anche se vivessi mille anni...
        Le lacrime solcavano gli occhi di Jeri mentre stringeva al petto quel diario «...eccola...
        ...la risposta che cercavo. Posso tornare a casa...» ma ad un tratto udì un rumore. E si volse di scatto «Ahhh! C’è qualcuno...» muovendosi a passi cauti...
         ...ed estraendo lentamente il cellulare. Scorrendo tra le ultime chiamate, evidenziò il nome Beelzemon mentre in punta di piedi strisciava nel buio e tra i banchi accatastati...
         ...venendo fuori dallo stanzino, e sporgendosi presso le scale...
         ...finché non lo vide in fondo ai gradini «Ahh...Takato.» (canzone: Mariah Carey - Through the rain)
         Il ragazzo alzò gli occhi attonito, forse per un momento pensando che fosse un fantasma «Tu...?...
         ...che ci fai qui?»
         Takato salì così gradino dopo gradino, finché non fu di fronte a lei che gli rivelò «Cercavo un vecchio diario della nostra maestra...
         ...Takato...
         ...avresti detto mai che Asanuma è...
         ...una nostra compagna? Lei ha un Digimon! La sua Digimon è LadyWizardmon...e non si sono incontrate perché...
         ...beh...
         ...perché a volte anche se si è destinati a restare assieme per sempre, si viene divisi dalla vita.»...«Jeri...»...«No, aspetta! Non fraintendere le mie parole...»
         La ragazza lo guardava con occhi assorti, ma con un’espressione diversa dal solito che non mancò di colpire il ragazzo. Ora in lei sembrava leggersi sincerità, ed una profonda premura per il suo futuro «...non mi sono spinta fino alla nostra vecchia scuola...
         ...per rifilarti la solita me. La solita Jeri avida ed egoista...che con i suoi inganni ti ha rovinato la vita. Vorrei che per un attimo dimenticassi la stranezza della situazione...
         ...e che sono ricercata. Vorrei che fosse come incontrarsi per strada: ho saputo che ti sposi...
         ...congratulazioni...amico mio...» mormorava alzando la sua mano tremante, e carezzandogli il viso «...non ti serbo rancore. Il passato ormai è passato. E Cindermon merita appieno il posto che ha ottenuto. L’ha conquistato lottando accanitamente...
         ...contro una rivale spietata come me. Se è riuscita a superare le mie trappole, disseminate ovunque sul suo cammino come un campo minato, significa...che ti ama veramente. E allora merita di stare al tuo fianco...per tutta la vita.»
         Takato raccolse delicatamente la mano, chiedendole «Dimmi, tu come stai...?»...«Io? Sto bene Takato, tranquillo...
         ...io sto bene...
         ...a poco a poco mi sto riprendendo. Guarda? Prima quelle scale le ho fatte da sola. La gamba mi fa ancora male, però se mi impegno riesco a farcela. E poi mia madre ha intenzione di farmi operare! Ah!...
         ...forse...non sai di chi sto parlando. Eh già. Ti sei perso un po’ di cose, devo aggiornarti...sulle ultime novità. Tanto per cambiare!...
         ...ma questa volta sono notizie bomba: io...ho ritrovato mia madre! Quella matrigna che ho a lungo scansato. E’ tornata da me assieme...a mio fratello. Tieniti forte...quando ti dirò chi è...
         ...non riuscirai a crederci, rischierai di rotolare dalle scale! E’ il domatore di Calumon...»...«Puppet...?» Takato sgranò gli occhi «Proprio così...»...«...l’avevo sempre detto che aveva qualcosa di te!»...«Ah sì?» sorrise Jeri «Allora è vero ciò che ci dicevano un tempo, e cioè che ci somigliavamo.»...«...dunque lui è Masahiko in realtà?»...«Non solo...
         ...è anche un ragazzo profondo e sensibile. Che ha saputo perdonarmi per non averlo difeso di fronte alla ristrettezza di nostro padre. Da qualcuno...
         ...devo pure aver preso il mio carattere ostinato e caparbio. Ma forse mia madre...quella vera intendo, colei che mi ha dato alla luce...
         ...aveva un cuore docile e tollerante, capace di dimenticare il passato. Forse un frammento di lei è scivolato in me...
         ...lasciandomi in dono l’abilità di poter...
         ...perdonare Beelzemon.»...«Come dici...?»...«Sì, Takato...e questa volta l’ho fatto davvero. Egli non è più il Digimon che ha ucciso Leomon. Beelzemon è...
         ...il mio Digimon...» scandì la ragazza nel suo sussurro «...colui che continua la missione di Leomon. Una missione non facile...
         ...quella di badare a me: un’impresa adatta soltanto a Digimon forti...che sappiano vedere oltre le imperfezioni di noi ragazzi. Ma adesso basta parlare di me!» prendendogli le mani «...dimmi di te...
         ...sei emozionato? Ora nella tua casa immagino si respiri tanta allegria. E che si contino le ore che ci separano da domani...1 agosto...
         ...1 agosto, ti ricordi Takato? Quanto questa data ci ha fatto sognare: per noi piccoli telespettatori...era l’inizio di tutte le avventure. Il mio grande desiderio...
         ...è che per te rappresenti la stessa cosa. Per l’appunto, prima che scocchi la mezzanotte...ho bisogno di chiederti una cosa. Io ti chiedo...
         ...perdono per tutto il male che ti ho fatto.»
         Takato la fissava incredulo, mentre lei gli parlava con fraterna dolcezza «Non voglio che tu vada incontro ad una festa del genere con l’orribile ricordo...di me. Io riconosco di aver commesso tanti errori. E di aver calpestato l’affetto...di coloro che mi circondavano. Scusati anche con la tua Digimon da parte mia, ti prego. Scusati con la tua fidanzata. Pensi che riuscirà mai a perdonarmi?» ma Takato le strinse le mani «Cindermon...non è capace di portare rancore!»
         «E tu...?» domandò Jeri in un timido sussurro.
         Takato la fissò, e poco dopo disse «Io non potrei mai serbare rancore verso di te. Tu sei un pezzo della mia vita!...
         ...un frammento fondamentale di quello che sono oggi, e che sarò in futuro!»...«Takato!...posso abbracciarti?» supplicò lei, e il ragazzo «Ma certo...!» così si strinsero, in un’ intensa commozione.
         “Jeri...
         ...!!” chiamava l’animo del ragazzo, e benché lei si sentisse sciogliere d’amore ad un tratto si asciugò gli occhi «Bene! Ora mi sento più leggera. Ma dimmi, perché tu sei venuto nella nostra scuola?»...«Per prepararmi a domani...»...«Un’altra cosa che ci accomuna: si vede che siamo cresciuti insieme. Senti, se non ti dispiace possiamo approfittare di questo buio e andarcene un po’ in giro, ti va? Tanti pezzi di noi sono dispersi qua in giro. E ci aiuteranno a ricomporci per...
         ...ciò che...ci aspetterà domani. Di qualsiasi cosa si tratti. Hai abbastanza coraggio...?»
         «Io sono un domatore...non te lo dimenticare.» replicò lui serio in volto. Lei sorrise ancora «Non potrei mai...» tendendogli la mano.
           Lui la raccolse, e per un attimo fu come tornare bambini (fine-canzone)


          Nel frattempo anche gli occhi di Leaf si smarrivano nel buio del campetto della scuola. La porta della mensa era semiaperta, e al suo interno era rimasto disordine e vecchi avanzi. Il cuore tornò indietro ad una mattina assolata, e a una scorpacciata che aveva fatto disperare il personale scolastico. Ma quella notte egli decise di non toccare cibo, forse in preparazione dell’abbuffata matrimoniale, o forse perché quando il cuore è colmo di pensieri anche la fame non è più accanita. Sicché passò oltre...

         ...mentre qualcuno sul tetto ipotizzava «Ho visto un’ombra. Forse un custode, viene ad assicurarsi che non rubino nulla. Io a volte lo facevo nella mia scuola al villaggio.»
         Si trattava di un Digimon verdino dalle lunghe orecchie, e dagli occhi puntiformi che si smarrivano nel panorama. Ma un’ombra identica alla sua si affacciò poco distante da lui «Ti ricordi? Per quante notti ci trattenemmo fino a tardi, alla luce di una sola lanterna nelle nostre mani. A ricordare i nostri domatori, e a immaginare i loro volti...cambiati dalla crescita!»
         «...Lopmon! Sei tu. Che combinazione incontrarci qui. Avevo bisogno di ricordare. Ancora una volta!»...«Anch’io, per questo sono qui.» ricambiò il sorriso la coniglietta, spiegando «Quando le cose cambiano troppo in fretta...a volte c’è bisogno di una pausa.»...«Credo che tu sappia già che mi sposo. Vero?» disse lui, e Lopmon annuì «Uhm uhm. Certamente! Quello che forse tu non sai è che...
         ...uhmuhmuhm, mi sposo anch’io!»
         «Davvero?!» il Digimon drizzò le orecchie...ma poi le abbassò pacatamente «Non mi sorprende poi tanto. Prima o poi doveva succedere.»...«Dici sul serio, Terriermon...?»...«Certo! Era ovvio che presto o tardi qualcuno si sarebbe accorto del tuo grande valore. Tu sei una Digimon fenomenale!»
         La compagna si accostò a lui «Sono state le stesse parole del mio fidanzato. E’ strano però che solo voi riusciate a vedermi così. Io mi sento sempre...
         ...piccola. Benché per Suzie la prima volta fossi alta alta...» smarrendo i suoi occhietti nel cielo «Ma questo è ovvio, Lopmon! Nonostante il cammino percorso abbiamo ancora...tanto da imparare. Forse la luce del giorno confonde. Ma con l’alone della notte è più facile scorgere che siamo sempre...
         ...quei piccoli Digimon...che tanti anni fa si accostarono ai loro domatori, pieni di buoni propositi! Ma di altrettante incognite sul futuro. Ma non vi è da temere: finché le nostre mani rimarranno unite e la nostra amicizia non si spezzerà...potremo affrontare qualsiasi nemico. E respingere il D-Reaper ogni volta che riaffiorerà!»...«E’ proprio vero, Terriermon...guardiamo il cielo assieme. E ripensiamo a quelli che eravamo...»
         I due coniglietti si accostarono in una fraterna contemplazione delle stelle...



         L’atmosfera all’interno dell’edificio sembrava essersi sciolta «Ahahahahah! Ti rendi conto che potrebbero arrestarti per complicità in reato?» scherzava Jeri «Se fossi un bravo cittadino dovresti denunciarmi alla polizia!»...«Se fossi un bravo cittadino!» obiettò lui «Ma se avessero voluto arrestarmi, potevano farlo per ben altre cose...» giungendo all’interno di un’aula. Lui si sedette sulla cattedra, e lei su di un banco...
         ...accennando un timido e incuriosito «Per esempio...?» che lo spinse a riflettere «Ad esempio...aver sognato una vita diversa da quella delle altre persone. Aver voluto prolungare l’infanzia, illecitamente. Trattenere i Digimon...
         ...non permettere agli amici di vecchia data di dividersi. Non lasciare che...» e si interruppe, guardando oltre il vetro della finestra.
         Lei non disse nulla, si limitò a scostarsi i capelli e a contemplarlo.
         «...i vecchi legami...» riprese lui «...fossero spezzati dal tempo. Per il mondo questi sembrano crimini, ed io ho tutta l’aria...di un recidivo incallito.»...«In questi...”crimini” come li chiami tu, hai coinvolto molta altra gente. Ma ora ti è grata. Rika, Ryo...Henry, Rea e tutti gli altri nostri amici ora non rinuncerebbero mai alla vita che hai regalato loro con la tua testardaggine!»...«Io non ho fatto niente...» sorrise umilmente Takato, ma Jeri disse «Ti sbagli: in una notte lunga e interminabile come questa hai tenuto una fiaccola accesa...
         ...e ci hai permesso di crescere illesi. E’ vero, una tempesta ci è passata attraverso...
         ...ma in questi attimi...sono sicura che nessuno di loro dimentica che domani sarà l’anniversario dei Digimon. E’ una cosa rara...
         ...non tutti hanno te nella loro vita, Takato...»...«Uhm...sarà per questo che il mondo va avanti?» ipotizzò lui, ma lei scosse il capo «Non sono d’accordo: io credo invece questo sia il motivo...per cui il mondo fa così fatica.»
         Quelle parole lo colpirono, ma non disse nulla.
         Jeri si guardò attorno, sussurrando «...ti ricordi? Questa era la nostra classe...»...«Non sono entrato qui a caso.» replicò lui, e la giovane abbassò lo sguardo «...hai visto...povero signor Mori? Ce lo hanno portato via...»
         Il ragazzo continuò «Violetta l’ha ucciso senza pietà...» e Jeri «Che motivo ne aveva? Quell’uomo non poteva ostacolarla...era solo un maestro che la vita aveva costretto sulla sedia a rotelle. Non era un Digimon né un domatore. Ancora mi chiedo, senza trovare una risposta, come ha fatto a non nutrire alcun rimorso. O forse poi l’ha provato, chi può dirlo...» Takato la guardò stupito, mentre lei svelava «Sai Takato...non si può giudicare mai qualcuno fino in fondo. Magari appare come una creatura spietata, ma in solitudine compone un diario in cui parla di sogni e di cose belle. Sono giunta alla conclusione...
         ...ma bada che è solo un’ipotesi, devo ancora chiarire molte cose...
         ...che...in fondo ognuno di noi assomiglia a quei Digimon malvagi di cui tanto avevamo paura. E che credevamo fossero l’opposto dei nostri amici...e di noi. Ma a questo servono i banchi come quelli su cui siamo seduti. A capire che la linea che li divide con la cattedra...è solo illusoria. Così come il confine fra la luce e l’oscurità. Siamo tutti bambini. Siamo tutti malvagi...
         ...ma tutti quanti...forse nascondiamo gelosamente un fiore sotto la coltre di ghiaccio. E se qualcuno si sofferma ad osservarne le sfumature...
         ...potrà leggervi tutti i sogni, le aspettative e i buoni propositi che la vita ha seminato in noi...e a cui non sempre ha permesso di germogliare.»
         Il ragazzo la guardò con dolcezza «Forse hai ragione, smettendo di temere chi ha un aspetto crudele...ci si sente più sereni!»...«Allora anche tu te ne accorgi! Sono contenta. Sono riuscita a comunicarti i miei pensieri!» esclamò felice, balzando di scatto da quel banco «Ahi!»...«Sta attenta.» giunse lui a sostenerla, mentre lei svelava «Sai, a volte ancora mi perdo nei miei discorsi e mi dimentico di avere questa gamba fragile...
         ...ti va di affacciarti alla finestra? Tanto non fa freddo.»...«No, infatti adesso fa caldo anche a quest’ora di notte. Siamo nel pieno dell’estate...»...«Già...» sussurrò lei assorta, e lui la aiutò a camminare fino a giungere presso la finestra.
         «Come amavo questa stagione...» descriveva Jeri smarrendo lo sguardo nelle stelle. Lui si sedette accanto a lei sul davanzale chiedendo «E adesso? Non la ami più...?»
         Con un cenno del capo, lieve come il suo sorriso, replicò «...ma sì! In fondo anche adesso. Nonostante tutto quello che comporta, Takato!» Lui si confidò «Io mi sono accorto che tutto quello che amavo un tempo, non sono mai riuscito a smettere di amarlo!»
         «Davvero?! Ogni cosa...?» domandò lei nell’accendersi di un guizzo di speranza. I loro occhi si incontrarono, sospesi su un silenzio denso di parole...
         ...dopodiché lei sorrise «Sono una sciocca a chiederlo. Parlano i fatti! Tanti anni fa questa scuola ha ospitato il tuo amore per i Digimon! E domani mattina...sarà una di loro che sposerai.»...«Già...»...«Ti legherai per sempre alle creature dei nostri sogni! Dev’essere una cosa meravigliosa quella che è accaduta a Kenta, a Kazu...e che ora sta accadendo a te. Nonostante i molti tentativi degli uomini di dividere i due mondi...l’amore sta cucendo un laccio indissolubile. Mi raccomando amico mio, restale sempre vicino. E cerca di farla felice. Un pezzetto di Digiworld ti è stato posto tra le mani...custodiscilo con cura, come se fosse...»...«Come se fosse...?» chiese lui...
         ...ma Jeri dopo un sospiro replicò «...il...primo Digivice. O il primo amore.»...«Cindermon...
         ...non è stata il primo amor-»...«Oh, ma non importa!» stemperò lei spigliatamente «Questo è normale! Ognuno di noi ha avuto il suo percorso, le sue esperienze! Takato, non importa ciò che è stato il passato: dobbiamo guardare al futuro, per tutti coloro che si sono impegnati per regalarcelo. I nostri genitori...nonostante i loro errori. I nostri amici! I nostri Digimon...»
         «Credo che tu abbia ragione...» disse lui stirando le braccia sul davanzale.
         Lei contemplava il campetto deserto con una tenerezza infinita «Le ore scorrono...(canzone: Vienna Teng - Lullaby from a stormy night)
         ...il 1 agosto scivola nella nostra vita ancora una volta, senza che quasi ce ne accorgiamo...
         ...mi piace stare qui, ti confesso. Non me ne andrei mai via! Vorrei che questa notte fosse interminabile...»
         «Anche per me è così.» disse lui con un sorriso. Dopodiché Jeri estrasse qualcosa dalla borsa «Vedi? Ho trovato questo prima nell’archivio. Uhm, la cosa peggiore che possano fare due ex-alunni: impicciarsi della vita privata della loro maestra. E’ qui che Asanuma confessa di aver immaginato LadyWizardmon.»...«Cos’è? E’ un suo diario...?»
         Così si fece più vicino alla ragazza, che aiutandosi con i raggi di luna gli mostrava le parole scritte su quelle vecchie pagine...


         ...in quel momento Leaf passò sotto la finestra, ed alzò gli occhi attonito “Ah! Ma quelli sono...
         ...Takato e Jeri! Come sono vicini...
         ...come sorridono, sono identici a quando erano bambini! Sarebbe dunque questo...
         ...ciò a cui stiamo per dire addio, con le nozze di domani?”



         «Queste...sono parole di Asanuma?!»...«Proprio così. L’avresti mi detto, Takato?»...«...nnn...no!» rispose lui lì per lì, ma poi si corresse «Forse un tempo...
         ...forse da bambino. Avrei immaginato con molta facilità che un Digimon si potesse distaccare dal nostro gruppo per tendere la mano a lei, più adulta. Ma da bambini si immaginano tante cose. E da grandi si viene smentiti.»...«A volte. Quando non si ha il coraggio e quel pizzico di incoscienza di questa...grande domatrice!» enfatizzò lei scherzosamente «Che incurante di avere una gamba zoppa si introduce nella sua vecchia scuola piena di scale. Che...
         ...incurante del fatto che è ricercata va a ripescare un diario scassinando un archivio. Che...
         ...anziché infilarlo in borsa e filare via, si mette a leggerlo al chiaro di luna...
         ...perché a dispetto della sua apparenza è rimasta romantica.»...«Bisogna fare tutte queste cose dunque, per poter conservare da adulti un’illusione simile?» e lei sospirò «...forse, Takato. Forse...
         ...bisogna rimboccarsi un po’ le maniche. Mettersi in gioco, e accettare che le cose come appaiono...possono essere diverse.» per poi lanciargli un’occhiata affettuosa «Ma questo non dovrei spiegarlo a te. Tu lo sai bene. Finora sei stato tu ad insegnarlo a me...»
         “Forse è vero...” pensava lui “...finora ho condotto la mia vita in questo modo. Ma cosa ne ho ottenuto? A volte, mi sembra, solo sofferenze. E arrivato ad oggi cosa dovrei fare?...
         ...averti così vicina...” scrutandola timidamente, mentre lei sfogliava il diario fingendo di non accorgersene “...nel luogo in cui ci siamo conosciuti e ti ho amata tanto...fa sorgere in me, ancora prima dell’alba, il sogno di compiere un’ultima sciocchezza. Ma quella sciocchezza costa cara, come tutte le sciocchezze, in generale, nella vita. Non potrei certo fare questo alla mia Digimon: non posso far soffrire colei...
         ...che è stata l’artefice della mia sopravvivenza, e di quella di tutti i miei sogni! Se non ci fosse stata Cindermon...
         ...la notte della mia vita mi avrebbe consumato. Non posso tradirla. Devo ripagarla! Il mio amore è il compenso per il suo impegno e la sua premura.”
         “Takato, amore mio...” pensava Jeri, mentre si guardavano senza dirsi nulla “...perché tutto quello che si sfoglia ha un termine? Un diario...
         ...una notte? La vita stessa...
         ...perché non si può restar fermi, sospesi là dove nessuno può disturbarti? Perché deve sorgere il sole del 1 agosto...? Forse perché un giorno...
         ...i tuoi figli abbiano una data da ricordare. E che sia per loro l’inizio di tante avventure. E magari anche di un amore come il nostro...
         ...che con questa notte sfumerà assieme al bagliore delle stelle, scivolando nell’eternità...”



         «Amico mio...» mormorava il rapper che li osservava parlare con tanta complicità «...attento ai tuoi passi. Oggi non è più come allora! Oggi un “sì” o un “no” possono scatenare un’esplosione! Ascolta il tuo cuore, ora che non puoi più ascoltare la mia voce...poiché le barriere della vita e del tempo si sono frapposte fra di noi. Takato...ascolta il tuo cuore.»
         Una risata innocente coinvolgeva Takato e Jeri, come due vecchi amici...



         «Sai Terriermon, una volta ho visto un film. A me piacciono questi vecchi musical, e d’altronde Suzie ama ogni storia d’amore. Parlava di un fratello e una sorella: erano inseparabili, compagni sul palcoscenico...così come nella vita!»...«Compagni...come noi, Lopmon!» replicò il Digimon verdino «Già...» fece lei «...ma poi è arrivato l’amore. E minacciava di spezzare definitivamente le loro strade. Per questo inizialmente entrambi lo temevano.»...«Come è andato a finire?!»
         Lopmon si aprì in un sorriso «...che fratello e sorella...si sono promessi eterna unione, anche se fossero stati ai capi opposti del mondo, ciascuno con il proprio partner! Perché l’amore non spezza un legame profondo.»...«Momentai...è proprio così, Lopmon! E noi siamo come i protagonisti di quel film!»...«Siamo come quei due fratelli!» ne convenne la coniglietta, e lui di nuovo «Anche se avremo un cammino diverso e sposeremo due diversi Digimon...noi ci saremo sempre l’uno per l’altra!»...«Con i nostri ricordi in comune!»...«E con il nostro affetto che non si spezzerà mai!»...«Ti voglio bene, Terriermon! Fratellino...»...«Anch’io, Lopmon! Cara sorella...» intrecciando le loro orecchie e strofinandosi affettuosamente sul tetto della scuola...(fine-canzone)



         Le auto e gli elicotteri della polizia circondarono il grattacielo a due punte...
         La voce da un megafono intonò “Manifestanti, arrendetevi! Lasciate subito la sede del Governo! La vostra lotta è ormai inutile: non costringeteci a venirvi a prendere con la forza!

         All’interno dell’edificio, Mitsuo lanciava l’ultimo appello ai presenti «Vi preghiamo di pensarci ancora! I Digimon non ci hanno abbandonati...
         ...e noi possiamo darvi la prova...»
         Ma la gente con gli striscioni era stufa «La prova?! Ma per favore, siamo stufi degli artifici allestiti da voi tre!!»...«Sei solo un ciarlatano, Yamaki!»...«Hai messo la città in pericolo come hai potuto: dieci anni fa con i tuoi assurdi esperimenti! E oggi con il tuo ancora più assurdo tentativo di resistenza!!...
         ...non capisci che il governo può farci la festa ancor più di quei Digimon che all’epoca devastarono il quartiere?!»...«I Digimon servono a questo...
         ...a distruggere! Ma quando c’è bisogno di loro spariscono come fantasmi, vero?! Il D-Reaper stavolta chi lo scaccerà?! Noi e le nostre famiglie?! Perché se aspettiamo le vostre amate creature...
         ...possiamo anche farci vecchi cent’anni!!»
         Il biondo uomo chinò il capo «...non è così, e ve lo posso dimostrare...»
         «Come?!» qualcuno lo sfidava «Con qualcun’altra delle tue trovate?! Un vortice in cielo, un buco nero in strada?!»
         Ma una voce si intromise assieme a un bagliore «No!...(canzone: Claudio Baglioni - In un'altra vita)
         ...niente di tutto questo: semplicemente accompagnando uno spirito che ha ancora qualcosa da dire.»
         I manifestanti spalancarono attoniti i loro occhi...
         «Avete visto?!»...«Sembra il fantasma di un guerriero!»...«Sarà forse un Digimon?!»...«Ma no, cosa dite?! Di sicuro è uno stratagemma di Yamaki per trattenerci!»
         In quel momento la polizia sfondò i cancelli «Mani in alto!! Mitsuo Yamaki, lei è in arresto per...»
         Ma il guerriero lucente brillò più che mai «Per cosa?! Per aver creduto fino all’ultimo in noi?! Mi dispiace...» affermava puntando occhi diretti dietro la sua maschera «...ma non posso permettervi di arrestare un uomo tanto eroico. Questi tre onesti cittadini...» accennando a Mitsuo, Riley e Tally «...hanno messo a repentaglio tutto purché la città non deponesse la speranza!...
         ...io sono Guardianmon...lo spirito di un Digimon caduto in battaglia. Sono stato alla guardia del Digivarco per questi dieci anni! E sono qui per annunciarvi...» chinando il capo, mentre Riley versava lacrime...
          «...che è mia...la colpa di tutto il panico che si è sparso in città, in quanto ho tenuto lontani umani e Digimon! Lontani quanto basta...
         ...per alimentare la diffidenza di voi terrestri. E farvi dimenticare quello che un tempo i miei simili fecero per voi! In quel tempo che tutti rimpiangete...e che io vi ho strappato a forza, poiché vittima del panico come lo siete voi. Mi immolerei volentieri al posto di questa gente...se non fossi composto solo ormai di luce e di ricordi! Però vi prego!!...
         ...se è davvero così forte il vostro rimpianto del passato, se davvero amavate la città com’era allora, quando ogni cosa era più facile...
         ...compreso far sorridere i figli, con il giocattolo di uno di noi...
         ...dateci ancora tempo, dateci altre ventiquattro ore!! Una voce nel mio cuore afferma che i miei simili stanno arrivando! Domani li vedrete sfilare verso la luna con gli occhi...e a quel punto...non dovrete far altro che tifarli, con tutto il fiato che vi resta nei polmoni. Se così non sarà, questi manifestanti saranno i primi a costituirsi!» volgendosi verso di loro, e chiedendo «Vero?»
         A quel punto Mitsuo e le altre due risposero un convinto e inequivocabile «Sì!»
         Guardianmon fissò manifestanti e poliziotti, e nel tripudio di sirene affermò «Vi dò la mia parola di spirito...»


         ...ed in strada la gente era rimasta incantata «Guardate che luce iridescente sulla cima del grattacielo!»...«Forse ci siamo! Forse qualche anima buona si è ricordata di noi...»


         Il sole di quel 1 agosto si affacciò timidamente su Tokyo...
         ...carezzando il volto di quel giovane che si era addormentato presso la finestra della scuola, mentre una mano di ragazza scorreva tra i suoi capelli.
         Costei parlava al cellulare «Sì Beelzemon...mi trovo alla mia scuola. Scendo subito.» per poi riporre il telefono...
         ...e chinarsi su di lui, sussurrandogli all’orecchio «Devo andare, amore mio. Devo andare incontro al mio destino. Perdonami se me ne vado senza salutarti, ma ti lascio una parte di quella me stessa bambina.» estraendo il cane-marionetta...
         «Ha suggerito tante azioni sbagliate da arrivare a consumarsi. Ma sono sicura che vicino a te addolcirà la sua voce. E forse un giorno parlerà d’amore e giustizia, come quello di mio fratello.» incrociando i suoi occhi con il muso del cane, e sorridendogli «Addio, vecchio amico. Hai dato voce alle mie insicurezze e alla mia rabbia. Ma è tempo ormai anche per te di trovare un rifugio sicuro...» per poi adagiarlo delicatamente vicino al ragazzo.
         Jeri prese la sua borsa, e congedò con tenerezza la sua aula mentre il primo sole del mattino la irradiava. Soffermandosi sulla porta si rivide bambina...
         “Ho dimenticato il flauto!
         ...anche allora la classe era vuota, eccezion fatta per lo stesso ragazzo che ora vi dormiva.
         Accostò delicatamente la porta godendo fino all’ultimo spiraglio di quella dolce immagine...
         ...per poi allontanarsi lungo il corridoio con il suo passo claudicante e tenace...carezzando le finestre e lasciandosi travolgere dalla brezza, che assieme al mattino accendeva il campetto...
         “L’anniversario dei Digimon si prepara a essere festeggiato. Tutto è pronto, manca solo il mio contributo. Addio, Takato...
         ...ti ho amato con tutta me stessa, e forse è stato questo il problema: io non sono fatta solo di luce. Ma benché le ombre siano sempre state in agguato, io ti ringrazio per aver illuminato la mia vita, come il sole di una mattina d’estate. Tu sei stato questo per me, ma a volte giunge il momento di salutarsi...come per un bambino, quello di lasciare la vecchia scuola che ha ospitato tanti suoi giorni.”
         Con un pizzico di impegno riuscì a varcare l’entrata principale, ed uscire all’esterno “Addio...infanzia mia. Timidi sogni, profonde insicurezze...
         ...fresco entusiasmo, che splende come la rugiada.” pensava Jeri mentre si volgeva indietro, coprendosi il volto dal riflesso del sole che picchiava sui vetri.
         “Addio...
         ...piccolo...immenso amore! Che riempie i giorni. E che dà la forza. Io ti porterò sempre con me...
         ...lungo la linea del mio destino.”
         La sagoma di lui si confondeva nella luce. Jeri decise di volgere le spalle, ed oltrepassare il cancello là dove la attendeva quel motociclista in nero «Devo darti una notizia: le Autorità hanno concesso ancora una giornata ai manifestanti.» disse lui con voce velata dal casco «E’ giusto così: non occorre altro tempo.» replicò la ragazza «Sei sempre decisa?»...«...sì!» rispose lei convinta «Bene, allora salta su.»
         Jeri infilò così i suoi occhiali da sole, e prese posto sul retro della moto.
         Lanciando un’ultimo sguardo alla scuola, estrasse la chiave metallica decretando «Presto, Beelzemon! Raggiungiamo Arkanomon.»
         Il Digimon mise in moto, e trafisse l’aria del mattino con il rombo della sua moto...


         Quel rumore fece svegliare il ragazzo d’improvviso «O-Oh...! La moto di Beelzemon. E’ già mattina...
         ...devo raggiungere Cindermon!» ma «Oh?!...
         ...Jeri...» mormorò, quando si ritrovò tra le mani il cane-marionetta.
         Lo strinse così sul suo cuore, come l’ultimo frammento di un tempo felice, nel tempo di un sospiro profondo compiuto a occhi chiusi...
         C’era tanto sole che era impossibile distinguere il Digignomo a vegliare su di lui (fine-canzone)



         A testa bassa, Leaf varcò nuovamente la porta del panificio «Che poi io per la cronaca non ci ho concluso niente! Sono ancora più confuso di prima, non so cosa devo fare e si aggiunge il fatto che non ho dormito, così oggi per la cerimonia avrò due occhiaie da spaventare gli invitati! Meglio che vada a vedere se è avanzato qualcosa da mangiare...» avviandosi verso la cucina con passo strascicato...
         La signora Mie era già sveglia, e stava riordinando frettolosa ma soddisfatta «Perfetto, non potrebbe andare meglio! Inoltre con questo D-Reaper facciamo pure la figura dei coraggiosi! Che mi importa! Tanto mio figlio sposa una Digimon! Intanto quella mi pulisce la reputazione di Takato, POI la città dal D-Reaper e infine...
         ...la casa ogni qual volta ce ne sarà bisogno! Ci manca anche che mi metta a sgobbare quando c’è mia nuora: tanto quella ha i poteri!! Uhm, meglio che dia un’aggiustata al mio look: che stile potrei adottare...?» rifletteva...senza accorgersi che il giovane rapper si soffermava sulla porta «Ma sì, un po’ di buongusto classico non tramonta mai! Mi sono stufata di collanine metalliche e altri ammennicoli: quel rapper mi è stato utile, non lo metto in dubbio! Sembrava si fosse installato qui come un parassita, e invece è stato proprio lui a mettere una buona parola fra Takato e Cindermon! Comunque adesso la parentesi e chiusa, se devo scegliere chi voglio essere, preferisco tornare la donna rispettabile e seria di un tempo!» appoggiando rumorosamente la catenina sul lavandino «Fine dei travestimenti, si torna alla normalità! La permanenza di Leaf in questa casa è durata fin troppo...non permetterò a nessuno di intromettersi nel matrimonio di mio figlio: è un affare di mia personale gestione, è il mio trofeo!! Se un ficcanaso come lui scoprisse che sto simulando i miei sbalzi di pressione, e che in realtà non mi sono mai sentita più in forma...» ma prima che terminasse la frase, il rapper spalancò la bocca e uscì allo scoperto «Cooooooosa?!!»
         «Ihmp!!!» sussultò agghiacciata la donna «Leaf, sei pazzo ad apparire come uno spettro, s-sai che...sono molto malata...
         ...ahhh, mi sento svenire!»...«La smetta di fingere!!» gemette indignato il rapper «Guardi che l’ho sentita! Ho ancora orecchie buone, lei ha appena detto che non è malata! Che in realtà scoppia di salute, e che tutto questo è stata solo una messa in scena!!»
         La donna cercò di ridimensionare «Leaf...tu non puoi capire: sei un ragazzo, un rapper, mentre io sono una madre!»...«Posso capire...ECCOME, mi è passata mezza vita addosso!! Sono stufo di questi discorsi, è lei che non può capire quello che ho passato!!» gridando tanto forte da zittirla «N-Non posso crederci...
         ...eravamo tutti così preoccupati! Abbiamo fatto l’impossibile per non contrariarla! Tutti, Takato, Cindermon!! Ed io, io per primo sono stato zitto e buono per timore di turbarla!»...«E perché, cosa avresti detto se invece avessi saputo la verità? Eh???...
         ...ragazzetto con la lingua lunga...voi tutti siete bravi a criticare, ad accusare! Anche tu come Takato! Ma intanto a nessuno di voi balena per la testa il dolore e...l’amarezza che può comportare un ruolo come il mio!»...«E un ruolo come il mio, come il nostro?!» ribatté Leaf «Non lo capisce? Io mi fidavo di lei!! Avevo una grossa...
         ...stima, considerazione, maturata negli anni!!» (canzone: The Calling - Could it be any harder)
         Parole che dipinsero un dubbio negli occhi della donna...
         «Anche se si mostrava dura io la capivo e la giustificavo! E stamattina vengo a scoprire cosa? Che mi ha ingannato anche lei, certo che è incredibile!! Q-Quando sei troppo ingenuo...tutti ti raggirano, allora cerchi di diventare più duro! Di farti più furbo e spietato in modo da anticipare le mosse degli altri, però poi alla fine ti ritrovi solo terra bruciata attorno!! Dunque...
         ...c-cerchi con fatica di recuperare quello che eri...MA PROPRIO QUANDO CI SEI RIUSCITO ECCO CHE TI RIPUGNALANO ALLE SPALLE! IO MI SONO STANCATO!» picchiando con la testa sul muro «Fermo, stai dando completamente di matto!»...«N-Non mi tocchi!!» si ritirò lui di scatto «N-Non voglio neanche essere sfiorato da lei...» indietreggiando fino ad uscire dalla cucina...
         ...mentre con passo un po’ goffo, veniva giù dalle scale una sposina più o meno leggiadra «A me questo coso mi stringe da tutte le parti! O qualcuno gli dà un’allentata o il mio “sì” risuonerà come un grido soffocato! Leaf scusa hai visto dov’è la mia futura suocera?? Leaf ma...?!?!» afferrandolo per il braccio «Che cosa ti prende?!»...«Lasciami!!» la scrollò bruscamente il ragazzo «Non voglio parlare con nessuno, e la signora è di là!»...«Ma perché stai piangen...
         ...perché sta piangendo, signora?!» tuonò Cindermon un po’ imperiosa «Che le ha fatto questa volta, che lo fa piangere sempre?!»...«Pfff...ma niente Cynthia, quel ragazzo è instabile come tutti i coetanei! Guarda un po’ cheee...scena ha scatenato per il...solo...fatto di aver scoperto cheee...il primo album rap che ho acquistato in realtà è un cd pirata!»...«Pirata...?»...«Ma sì...» replicò Mie un po’ stufa «Un cd pirata?! Pfff, senta questa la racconti alla bambina che entra qui nel negozio e le chiede un biscottiiino!»...«Ma come ti permetti?!!» sobbalzò Mie tirandole il velo «Come se non bastasse il fatto che piombi giù dalle scale tutta vestita da sposa: e se ti vede mio figlio?! Lo sai che porta sfortuna vedere la sposa prima delle nozze?!»...«Ah porta sfortuna? Ci fanno il sedere a strisce in battaglia, traduzione! Senta io...
         ...mi vede in faccia, la vede questa Digimon?! Bene, ecco io sono stufa. STUFA! Che dopo aver combattuto e rischiato la vita infinite volte devo vedermi queste scene, di gente che grida e altri che piangono persino il giorno del mio matrimonio! ANCHE in un giorno così non si può stare tranquilli: sa che le dico?» sfilandosi il velo «Io non mi sposo più! Sono stanca di casini a destra e manca di cui io stessa non tengo più il conto!» ma Mie la afferrò per il polso «Ahia-che faaa, mi fa male!!»...«Rimettiti questo velo...» intimò con sguardo inceneritore «...piantala di fare la sciocca e realizza in breve la situazione, tu che hai un cervellino tanto sveglio!»...«Signora! S-Signora ma che cos’ha, è l’emozione del pre-matrimonio che la rende euforica?»
         Ma la futura suocera la strinse più forte «Auch!!»...«...se adesso tu indossi questo vestito, PUR STRETTO CHE SIA il merito è solo della sottoscritta! Se fosse stato per te non avresti combinato niente, nonostante i tuoi rinomati poteri digitali! Non avresti mai trovato il coraggio di importi a mio figlio, e saresti rimasta una povera zitella a firmare autografi, fino a che quel ciuffo non ti si fosse fatto bianco!!...
         ...per cui adesso non farti prendere dall’isteria di tutte le sposine nel tuo ambito ruolo, e se ci tieni a un posto in questa casa...sappitelo conservare...!!!»...«Cioè! No  scusi, forse è il fatto che ho dormito poco, e con questo stress il cervello non coordina!!...
         ...mi sta ricattando???» dilatò i suoi occhi azzurri, ma Mie assottigliò i suoi «Io pongo solo le regole...
         ...finora voi Digimon avete approfittato dell’infanzia dei nostri figli! Ma adesso che anche voi vi siete fatti grandicelli fareste meglio ad adattarvi! Siete troppo cresciuti per essere nascosti in casa!!» alludendo ironicamente alla statura della ragazza, per poi congedarsi bruscamente.
         «Non...posso crederci...» mormorava fra sè Cindermon «...ma che...caaavolo sto facendo, e se fosse la scempiaggine più GROSSA di tutta la mia vita??? La mia peggiore paura...è quella di trascinarci dentro anche Takato!» sicché un po’ mogiamente si avviò verso la vetrina, celandosi dietro agli scaffali per non mostrare ai passanti il suo abito bianco. Ma la sua mano scivolò oltre le bustine di bomboniere, per picchiettare sul vetro e attirare l’attenzione di Leaf, all’esterno.
         Con un’espressione amichevole, lei gli chiese senza parole cosa fosse successo. Il rapper scosse il capo ma lei insistette.
         Allora lui con la sua mano bendata tracciò un punto interrogativo sul vetro...
         ...e lei lo guardò dolcemente con i suoi occhi impeccabilmente truccati, annuendo per dirgli che si sentiva allo stesso modo. Così adagiò la sua mano smaltata di rosso sul vetro per chiedere sostegno, e lui appoggiò la sua bendata dall’altro lato. Si guardavano con pena e affetto, separati da una vetrina (fine-canzone)



         La luna di cristallo si svegliava in quel momento, e la luce del mattino incendiò i suoi occhi...
         «Uhmuhmuhmuhmuhm!!!» una risata echeggiò nel buio delle sue sale interne «Che il sole del 1 agosto risplenda nel buio!!! E dia il benvenuto alla nuova era digitale!»
         I raggi filtravano nel dischiudersi graduale degli occhi...illuminando una moltitudine di bambole disposte ovunque tra i pannelli della sala comandi.
         Quei Digimon iniziavano ad esibirsi in movimenti meccanici stentati, quando alla loro eco distorta si sovrappose il suono dell’ascensore «Buongiorno, popolo dei Digimon!!!»
         ...spalancò festante le braccia quella donna vestita di bianco «Oggi è l’inizio della nuova serie! La serie che durerà da qui, fino all’eternità, ahahahah! Mi sono vestita per l’occasione: l’anniversario dei Digimon...
         ...merita l’abito più bello di tutto il mio guardaroba! Lunga vita ai mostri digitali!!!»
        “Gloria e onore alla regina Violetta...” era la risposta macchinosa e lugubre di quel popolo di macchine.
         «Uhmuhmuhm!» sogghignava Violetta nel suo abito regale. Il sole picchiava sul ciondolo con la scritta Digimon composta da pietre preziose. Un cappello a forma di Digignomo si adagiava sui suoi riccioli lucidi e impeccabilmente pettinati «La ribellione di Starshipmon è stata inutile...ora di sicuro starà agonizzando tra i detriti, mentre io, dopo una notte insonne ho ridato vita a un popolo ancora più splendente!! Le mie bambole...scalpitano al pensiero di prendere il posto dei Digimon ancora in vita! Molto presto della Torre Digitale resterà solo un ricordo, i suoi frammenti si guardano con il microscopio! Ed il D-Reaper...
         ...attuerà la pulizia definitiva di questo mondo sporco!!»
         Orphanmon e i suoi compagni tremavano nascosti sotto i pannelli di controllo «E’ finita...la regina Violetta conquisterà il mondo! Dove sono gli altri Digimon...? Perché non intervengono?» gemeva il fascetto d’erba, mentre la nuvoletta affermava «Amici, non so a voi, ma a me fanno paura queste bambole con l’aspetto di Digimon!»...«Non hanno niente di umano...» commentava Stillymon «...sono diversi dai nostri simili, anche dai più scontrosi e antipatici! Solo a un essere crudele come lei possono piacere...»...«Ma tu non hai paura Orphanmon?» chiese la pentolina. Ma il tondeggiante Digimon rispose con occhi orgogliosi «No!...
         ...perché so che mamma Jeri verrà a salvarci. Lei è la mia eroina! Noi non siamo soli, ragazzi...» quando si udì il suono di un campanello.
         «Chi può essere, a quest’ora...?» si chiese candidamente Violetta, dopodiché si volse con fare vezzoso «Bambini...! Aspettate qui mentre vado ad aprire la porta! Tanto sarete eliminati per ultimi...
         ...siete talmente piccoli che i vostri dati non valgono niente! Ihihiii!» avanzando verso l’ascensore e discendendo, sotto gli occhi sospesi dei piccoli...

         ...una volta presso la cucina, Violetta esclamò «Ho sentito, arrivoooooo! Mamma mia, che insistenza!» riordinando qua e là durante il tragitto «Vorrei sapere chi è così maleducato da non sapere che oggi c’è una fest---!!!»
         Quando spalancò la porta, persino la sua incessante parlantina si bloccò di colpo alla vista di quell ragazza dagli occhiali da sole.
         «Ahah!...
         ...ahahahahahahahah!!! Non posso creeeeeeeeederci, la più bella delle sorprese! L’avevo detto che prima o poi saresti arrivata!»
         Jeri le sorrise.
         «Ma prego, entra, non fare complimenti! Come vedi è già tutto predisposto per i festeggiamenti! Sei arrivata nel momento più opportuno!»
         Col solo sguardo la ragazza chiese se poteva avanzare, e incoraggiata dal cenno lieto di Violetta fece ingresso con passo claudicante ma deciso. Dando un’occhiata attorno, Jeri sembrava alquanto compiaciuta dall’allestimento di quella festa.
          «Come vedi sono un po’ di fretta, ho dovuto organizzare tutto da sola perché Arkanomon ha fatto prestissimo! Non credevo la Torre Digitale avesse una resistenza tanto effimera! Ma siediti, prendi un biscot...
         ...uh? Ma cosa hai portato?» indicò Violetta quando Jeri sollevò un pacco incartato da un pregiato nastro «Un regalo??? Uh Jeri, non dovevi!!!» ma la ragazza sollevò le sopracciglia con aria sbarazzina.
         «In questo modo mi cogli di sorpresa!» osservò Violetta, mentre Jeri si sfilava gli occhiali da sole...
         ...contemplandola in silenzio mentre le dita dell’altra sfioravano il nastro rosso «Cosa sarà mai...? Comunque non ti saresti dovuta disturbare! La tua presenza...era già il regalo più immenso di tutti: con la tua grinta ora sì che faremo fuoco e fiamme!»
         Ma una voce dal pacco proruppe all’improvviso «BADDA-BOOOM!!!»
         «AAAAAAAAHHH!!!»
         ...centrando Violetta con una fiammata, e introducendo Impmon in un’agile capriola «Parlavi di fiamme?! Eccoti servita, Violetta!!!»
         Il volto annerito della donna si alzò attonito alla vista del folletto che si affiancava alla soddisfatta domatrice...



         Nel frattempo il parco di Shinjuku si riempiva di gente in abiti eleganti...
         «Eccoci qua, ragazzi.» disse Henry quando incrociò Ryo e Rika «Come state?» chiese quest’ultima, e Rea rispose «Uhh...! Cerchiamo di distraci, ma il pensiero della battaglia è duro da scacciare. Anche Benji è irrequieto da questa mattina.» alludendo al bambino tra le sue braccia.
         D’un tratto si udì una voce esclamare «Rikaaaaaaaaaaaa!» seguita da un tamburellio di tacchi rapido e frettoloso.
         «Ciao, Himi!» salutò cordialmente Rea, seguita dalla rossa domatrice «Entrata trionfale, per la nuova arrivata!»...«Scusate, ma ho fatto più in fretta che ho potuto!» spiegò la donna dai capelli neri «La città è in subbuglio! Le strade sono tutte intasate!»...«Ne sappiamo qualcosa.» sorrise Henry, e Ryo scherzò «Certo che siete proprio delle vere amiche, voi! Vi siete fatte le acconciature più strane giusto per ricordare a me che non ho capelli!»...«Ma zitto che stai benissimo!» rimbeccò Himi, aggiungendo «Comunque Takato è stato proprio gentile ad invitarmi! Vorrei ringraziarlo.» ed Henry «Scherzi? Tu sei una di noi! Guarda laggiù: vedi? Dove ora c’è il rinfresco, dieci anni fa c’eravamo tutti noi in cerchio. E dire che credevamo fosse la fine! E invece era solo l’inizio.»
         Himi, e anche Rea restarono assorte nel contemplare il ricco buffet su cui troneggiava la fastosa torta nuziale.
         Anche Rika era seria in volto, e si scostò il ricciolo che le discendeva sulla fronte.
         Fino a che Henry parlò «Comunque...se cerchi Takato è là in fondo. Sta parlando con Leaf.» ma al solo udire quel nome, gli occhi di Rea si dilatarono atterriti «H-Henry...! Vedo il bambino un po’ strano, non credi sarebbe meglio portarlo fuori?»...«Ahah, ma cara, cosa dici? Siamo già all’aperto.»...«Ah...scusa...l’avevo dimenticato! Sarà che qui fa un caldo, sto letteralmente soffocando!! Non sarebbe meglio andare al chiuso allora? Magari hanno messo l’aria condizionata!» Henry però descrisse compiaciuto «La cerimonia si terrà interamente all’aperto, Takato ha deciso così e trovo che sia splendido.»...«...DAVVERO MERAVIGLIOSO...!!» scandì Rea lanciandosi un’occhiata eloquente con Rika, la quale accennava un sorriso mentre il marito si grattava la testa calva «Mi sono perso qualcosa?»
         «Rea, tesoro: perché non andiamo a salutare Takato e Leaf intanto, che ne dici?» propose Henry, ma Rea «N-No Henry guarda...! Non è il caso! Takato sarà sicuramente molto nervoso, e io ricordo che al nostro matrimonio volevo uccidere chiunque si accostasse a salutarm-»...«Rea.» accennò ad un tratto una voce vellutata. La giovane dai capelli neri si volse «Muskmon!»...«Avrei bisogno di parlarti un secondo.» chiese l’elegantissima Digimon dalle sembianze umane.
         Rea non se lo fece ripetere «Ptsss, meno male che ci sei tu a salvarmi! Con tutta questa gente non puoi capire l’imbarazzo...!!!» Muskmon estrasse qualcosa dalla sua borsetta a fiori «Volevo farti sentire questo profumo. Che ne pensi?»
         Rea, dopo un paio di spruzzi sul proprio polso, esclamò «E’ davvero buonissimo!» per poi alludere con occhietti furbi «E’ un regalo di Terriermon? Sta diventando sempre più esperto di gusti femminili: gli ci voleva una domatrice donna, eh?»...«Veramente l’ho fatto io ieri sera.»...«Davvero??? Hai un grande talento!»...«Grazie...» replicò l’altra seria in volto, riponendo la boccetta «Ma questo profumo non è fatto per essere indossato...»...«Ah no...?» si stupì Rea, e istintivamente rivolse lo sguardo verso l’alto. Muskmon illustrò «L’ho preparato per oggi, Violetta è stata la mia domatrice, non potevo restare con le mani in mano: so che tutti voi avete problemi con la barriera, ma io ho parlato con Sandmon, e lui mi ha detto che suo figlio ha scoperto...che Arkanomon ha i sensi molto sviluppati. Forse non servirà a molto, ma un’essenza del genere dovrebbe risvegliare i ricordi. L’ho chiamata Musk’s Memory...
         ...quando sarete in battaglia, versatene un po’ nel vostro fluido analgesico. E poi spargetelo...
         ...se è vero che Arkanomon era una bambina avrà anche dei ricordi...e quelli saranno la chiave di volta, al di là di ogni tecnologia.» Rea le pose le mani sulle spalle «Sei davvero un’amica: il tuo contributo sarà fondamentale!»
         «Ecciù!»
         «Oh? Salute, Benji.» fece la madre. E Muskmon «Forse è stato il profumo...»
         In quel momento arrivò Henry «Ciao, Muskmon! Ptsss...il tuo fidanzato è nella mia borsa: mi dispiace dobbiate stare divisi, ma lui non ha una controparte umana.»
         Terriermon fece capolino «Amore mio: non sai quanto mi manchi!» ma Henry lo ammonì «Rientra dentro, Terriermon! Meglio essere prudenti, o rovineremo a Takato la cerimonia.»...«Momentai, Henry!» replicò il Digimon scomparendo nella borsa. Il suo domatore aggiunse «Rea? Scusami, sono arrivati i tuoi.»...«Oh? Ora sì che siamo al completo! Scusa amore tieni tu Benji, altrimenti mi uccidono perché non gli ho messo il cravattino!»
         Henry lo accolse fra le sue braccia «Allora campione...noi intanto andiamo a fare le nostre congratulazioni allo sposo.»...«Ecciù!!»...«Hai preso un po’ di raffreddore?»


         Entrambi con il gel nei capelli, il domatore e il rapper stavano parlando presso la torta nuziale «Dunque...ci siamo, allora.» fece quest’ultimo, ed il ragazzo «Sì, credo di sì.»...«Takato io...»...«Sì?»...«...no niente.»...«Dimmi, Leaf! Il fatto che mi sposi...
         ...non significa che siamo meno amici. O che tenga meno in considerazione la tua parola!»...«Amico mio, ma non sarà che tu lo fai per tua madre? Guarda che se temi per la sua salute...lei...potrebbe anche stare più in forma del previsto!»...«Questo lo so. Ne sono cosciente!»...«Cosa?!» sobbalzò il giovane.
         Takato socchiuse gli occhi «Conosco il carattere di mia madre, e penso che forse, a lungo andare, si è abituata ad accentuare alcuni sintomi. Ma non mi importa...
         ...io le voglio bene in qualsiasi modo sia. Con i suoi pregi e i suoi difetti. E’ sempre mia madre, e io...le devo molto. Le devo l’educazione che ho...
         ...i valori che mi hanno reso felice. Senza di lei io..
         ...non avrei potuto apprezzare i Digimon.»...«Ti riferisci a Cindermon?»...«Parlo anche di Guilmon.»
         Leaf spalancò gli occhi...
         Takato rivelò «Ci sono tanti ragazzi che crescono lontani dalla guida dei genitori. Forse, se non avessi conosciuto il calore della famiglia...che poi il vento della vita ha raffreddato...
         ...sarei cresciuto con un cuore gelido, e una fantasia dalle ali spezzate. Forse quel disegno non sarebbe mai nato dalla mia mano. Anche per rispetto a lui voglio compiere questo passo. Sarebbe a questo che Guilmon mi avrebbe instradato...
         ...se fosse ancora qui.»
         Il rapper abbassò il capo, ammettendo tristemente «...già, forse hai ragione. Nonostante tutto io lo conosco troppo poco.»
         Takato si volse sorridendogli «Saresti stato fortunato! Guilmon...rendeva felici coloro che aveva attorno.» ed il rapper gli pose una mano sulla spalla «Tanti auguri, Takato...»...«Grazie...»...«Vado a raggiungere gli altri invitati!»...«Sì, ci vediamo più tardi!» terminò il ragazzo, compiendo un respiro profondo dinanzi alla sua torta nuziale.

         Il rapper si allontanò dal rinfresco quando d’un tratto «Leaf!»...«Ah ciao Henry! Ciao anche a te, piccolo Benji!»...«Tu che hai parlato con Takato, come sta? Abbastanza nervoso...?»...«Takato? No! E’ convinto di ciò che sta per fare.»...«Takato è sempre convinto...
         ...ma a volte questo può mascherare un’apparenza.»...«Dici davvero, Henry...?» si fece dubbioso Leaf, ed il domatore gli disse «Non devi stupirti...io che lo conosco da tanti anni posso affermarlo. Un giorno neanche per te avrà più segreti.»...«Uhmuhm, lo spero!»...«Stavo andando da lui. Ci vediamo più tardi?»...«Sì, io sono seduto là in fondo!»...«Ah, vicino a noi! Perfetto, a dopo Leaf!» salutò Henry...
         ...ma Benji aggrappato a lui, quando vide il rapper allontanarsi, sovrappose ad uno starnuto l’esclamazione «GUILMON!!» al che Henry sussultò «Che cosa dici, Benji?!» ed anche Terriermon sbucò dalla borsa «Henry, ho sentito bene?! Tuo figlio ha nominato Guilmon!»...«Sì, ma quello che non capisco è...
         ...perché indica Leaf.»...«LEAF???» fece Terriermon, commentando «N-Non capisco...cosa mai potrebbe entrarci un giovane rapper, con un Digimon che non c’è più?»...«A-Aspetta un momento...»...«Che ti prende, Henry?» chiese il Digimon.
         Ma gli occhi grigiastri e osservatori del domatore non si staccavano dal ragazzo, che in quel momento stava salutando cordialmente l’appena arrivato Kenta con la variopinta Yuki.
          «Si rivolge...con estrema confidenza a tutti i Digimon, come se li conoscesse da anni. E quelle mani sempre bendate...»...«Henry, mica starai pensando...»...«Mi è venuta un’idea!» esclamò il giovane, compiendo una corsetta verso il rapper...
         «Sei fantastica così, Yuki!» scherzava Leaf, mentre lei si prendeva i pizzi della gonna «Secondo te mi sta bene questo vestitino rosso?» ed il marito «Guarda che è firmato da uno stilista internazionale! E’ un pezzo unico!»
         «Nessuno sospetterebbe della tua vera identità.» ammise compiaciuto il rapper, e la biondina «Fantastico: finché si è nascosti, si sta tutti più al sicuro! Almeno finché stiamo sullo stomaco a qualcuno.»...«A dopo!» fece Kenta, dopodiché si congedarono.
         Ma Henry si appostò dietro le spalle del rapper, alzando lentamente il suo pugno...
         ...nella sua mente si rivide al nascondiglio di pietra, a giocare a morra cinese con Takato e i loro Digimon...
         ...sicché scandì deciso le parole «...carta! Sasso!...
         ...forbici!!!» ma sull’ultima di esse, Leaf si volse di scatto aprendo la sua mano.
         Henry decretò «Vincono tutti tranne...
         ...Guilmon!!!» afferrandogli saldamente la mano.
         Il rapper sussultò, mentre Terriermon esclamava «CHE COSA?! Guilmon???»
   
 
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