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Autore: Nessa_hud_88    26/01/2009    1 recensioni
Zac e Vanessa soccorrono delle bambine vittime di un incidente stradale...cosa succederà???leggete!!!
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vanessa Hudgens, Zac Efron
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il mio sguardo incrociò per la prima volta quegli occhi azzurri e quel volto che mi ispirava fiducia. Quel volto della persona che adesso chiamo papà. Mi guardo intorno. Sono in un’ambulanza, e vicino a me c’è un giovane uomo. Alto, con i capelli biondo scuro. È un dottore, mi sta visitando. Cerco di rendermi conto di quello che è successo, e da quanto vedo c’è stato un incidente. Scontro frontale, ho sentito urlare così da fuori. La nostra macchina è in condizioni terribili, e l’altra ancora peggio. Poi torno a pensare a quello che stava succedendo. Le sue mani mi toccano dappertutto, controllano, si accorge della ferita all’addome e mi spoglia in fretta. Non c’era tempo, ne per pensare, ne di fare qualsiasi altra cosa. La mia vita era nelle sue forti mani e non ne avevo paura. Lancio un’occhiata al mio fianco sinistro. È scorticato e sta uscendo sangue. Si gira verso un piccolo scaffale e prende dell’ovatta. Mi guarda. Si infila dei guanti in lattice, gli ho sempre odiati. Sono così inquietanti…Bagna il cotone con dell’acqua e inizia a tamponare delicatamente ma con fermezza. La manica del suo camice bianco sfiora il mio ombelico, e io tremo. Un brivido di paura mi scuote. Guardo fuori, e vedo la macchina distrutta dall’incidente. Il medico che mi sta soccorrendo è molto dolce, me ne accorgo dal suo tono di voce. “quanti anni hai piccolina?” io rivolgo di nuovo lo sguardo al dottore. “ sei…tra poco sette…” lui sorride sempre concentrato a curarmi. “sembri già più grande…” mi guarda e sorride x darmi coraggio. “come ti chiami…?” “mi chiamo alice…” lui continua la visita. Ripenso all’incidente. Io e sofy stavamo dormendo e… mi viene una domanda improvvisa, e un nodo allo stomaco si fa sentire. “come sta sofy…?” lui mi guarda un po’ sorpreso “chi è sofy…?” “è la mia sorellina…” “non t preoccupare …è tutto apposto se ne sta occupando un altro pediatra…” io sospiro. Finisce di medicarmi, ora non sanguino più. “hai freddo?” mi chiede lui teneramente “un po’” prende una coperta e me la poggia dolcemente sul torace. “va meglio così…?” “si grazie dottore…” “puoi chiamarmi zac se vuoi…dottore è troppo serio” lui ride, anche io. Poi si passa la lingua tra le labbra e ritorna serio. “Con chi eravate in macchina…?” “guidava nostra zia…lei dov’è…?” Lui sta in silenzio. Non è il momento, si ripete lui nella mente. “La tua mamma dov’è…?” “lei è…è morta…quando Sofy era appena nata..” Zac mi sfiora il viso leggermente. È serio, più di prima. E stavo per scoprire quello che dalla sua bocca non mi sarei aspettata, o meglio, non avrei voluto aspettarmi. “La zia è entrata in coma, sono stati fatti vari tentativi di rianimazione…” respira profondamente. “ma…non ce l’ha fatta…mi dispiace piccola…” Io inizio a piangere, le lacrime mi sfiorano le guance. Il dottore si avvicina di più a me, e mi accarezza il viso, asciugandomi una lacrima. Si era tolto i guanti, e ora le sue mani profumavano di borotalco. Sospira, e toglie la coperta dal mio torace. Si alza in piedi, e con un gesto tenerissimo mi sorprende. Mi prende in braccio, senza nemmeno esitare un secondo. Io metto le braccia attorno al suo collo e mi rilasso sentendo il suo cuore che batte. Gira la testa verso il mio viso, e mi da un leggero bacio sulla fronte. Io tiro su con il naso. Riesco a calmarmi un pò. Quel medico era come se lo conoscessi da sempre. Mi ispirava quella fiducia che pochi dottori sanno dare alle loro pazienti. Soprattutto se le loro pazienti sono bambine. Mi addormento, tra le sue braccia. La mia testa è appoggiata sulla sua spalla sinistra e il mio orecchio è preso dal battito del suo cuore. Mi riappoggia dolcemente sul lettino. Quando mi risveglio vicino a me c’è un altro ragazzo. Si presenta subito. “Ciao…io sono Massimiliano…puoi chiamarmi Max…!” “io sono Alice…” ”sei una bimba bellissima, Alice, lo sapevi?” Io gli sorrido dolcemente. “Sei un dottore anche tu…?” gli chiedo io, perché non avevo ancora notato che anche lui portava il camice. “Si…quanti anni hai?!” “ne ho sei” gli sorrido ancora. Lui si avvicina di più a me. Estrae il suo stetoscopio dalla tasca del camice, e me lo poggia sul petto. Faccio un piccolo sussulto, perché il timpano era gelido. Lui se ne accorge. “hai paura…?” ”No…”gli rispondo io. “è solo un po’ freddo…” ”lo so…ho fatto delle visite fuori finora…ho anche le mani fredde…” Mi guarda un secondo, poi torna a guardare lo stetoscopio per scegliere il posto dove lo avrebbe appoggiato dopo. Lo appoggia. Ormai il timpano si era scaldato un po’, era stato a contatto con la mia pelle. Tiene il timpano tra le dita della mano destra, tra il pollice e l’indice. Guardo le sue mani, sono molto curate. “Stai tranquilla…” Io inspiro, poi butto fuori l’aria. Lui è fermo lì con il timpano, è molto concentrato nella visita. Dopo circa un minuto, si toglie lo stetoscopio e attorciglia il tubo di plastica, quello che collega il timpano agli auricolari. Se lo appoggia sulle ginocchia e delicatamente mette la sua mano sinistra sulla mia fronte. Sta fermo un secondo, poi la toglie e mi sposta un ciuffo di capelli. Evidentemente lo stava disturbando mentre aveva la mano sulla mia fronte. Poi, riappoggia il palmo della mano. Io ero un po’ titubante, perché non sapevo cosa stesse facendo. Sicuramente stava sentendo se avevo la febbre, ma non ne ero sicura. “Stai tranquilla…Hai paura di me?” “No no…è solo che non sapevo cosa stavi facendo…” “comunque se hai paura, puoi dircelo, anche perché non ti facciamo male…ok?” mi sorride. “Ok…”io ricambio il sorriso. Toglie la mano dalla mia fronte. “Ahi……” sospira “mi sa che hai un po’ di febbre…hai preso un po’ di freddo…” ”ma non sono stata fuori…” “si ma con la porta dell’ambulanza aperta è arrivata un po’ d’aria…ma non ti preoccupare, non è alta…” La porta si apre di colpo, ed entra il Dr Zac. “Ciao Alice…come stai?” ”un po’ meglio, grazie…” Interviene Max . “Insomma…”mi guarda con una specie di sorriso malizioso “abbiamo un po’ di febbre…” Zac si avvicina, e appoggia leggermente la mano sulla fronte. Rimane un po’ lì, spostandola di pochi millimetri, prima avanti e poi indietro. “Si…c’è un po’ di febbrina……” dice lui, voltandosi verso Max “la frequenza respiratoria è un po’ elevata, anche il battito cardiaco…ma è dovuto alla febbre…” Intanto che Max parla; Zac, sempre guardandolo, prima mi solleva la copertina, poi tira fuori il suo stetoscopio. Era blu, il mio colore preferito! Se lo mette nelle orecchie, mentre parla con Max “e la ferita sull’addome…?” (Zac appoggia il timpano sul mio petto) “è tutto ok…” Io sussulto ancora per il timpano freddo. Zac mi guarda, e mi sorride. “Che c’è…? È freddo..?” “Si”io gli sorrido. “Respira bene…dentro…e poi fuori…” Io faccio quello che mi dice lui. Lo sposta in altri punti, un po’ come aveva fatto prima Max, solo che lui, mi metteva più fiducia. Se lo toglie e lo appoggia su un altro lettino che era nell’ambulanza. Si siede su una sedia vicino a Max, e mi sorride. Ad un tratto squilla il suo cellulare. Lo prende e risponde. “Hei Nessa…come va fuori?” Qualcuno dall’altra parte gli risponde. “Bene…e Sofia come sta?” Un’altra risposta. “Portala dentro che la visitiamo…baci…” Chiude la telefonata. Poi mi guarda e mi sorride. “Arriva la tua sorellina…!” Io gli sorrido dolcemente. “Era la tua fidanzata…?” “Si…” Sorrido di nuovo. Da quello che ho capito era arrivata mentre io dormivo, ed era rimasta fuori a prendersi cura di Sofia, insieme al Dottor Zac. Poi lui era entrato per vedere come stavo, e lei era rimasta fuori con Sofia. Intanto che io ricostruisco i fatti, Massimiliano e Zac parlano della mia salute e di quella di Sofia; scrivono qualcosa su un foglio, probabilmente le nostre cartelline sanitarie. Si apre di nuovo la porta. Entra Sofia, in braccio ad una ragazza bellissima. Occhi castani, capelli mossi e scuri, e un’espressione molto dolce. “ciao…” mi dice lei teneramente. “Ciao…”le sorrido. “Tu sei Alice, giusto…?” ”Si…” “io sono Vanessa, sono la fidanzata del dottor Zac…!” Io le sorrido. E guardo Zac, che mi sorride. Poi rivolgo lo sguardo a Sofia. Ha un taglio sul volto. Non deve essere profondo, però era parecchio grande. Lei non si rendeva conto di nulla, né dell’incidente, ne del fatto che era circondata da dottori. D'altronde era troppo piccola per capire qualcosa. Era dolcemente accoccolata nelle braccia di Vanessa, che intanto giocava con le sue manine. Poi si accorge di me. “Aice!!!” dice lei con la sua tenera vocina da bimba. “Ciao Sofi!” le ricambio il sorriso, e Vanessa fa una piccola risatina (isterica) rivolta a Zac. “Ma come sei carina!!!”le dice sorridendo. Sofia, le risponde in un modo che mi urtò parecchio. “Mamma!!!” Mamma?come mamma? Non volevo che Vanessa prendesse il posto di nostra madre…la conoscevo da poco, e già, dopo quella parola detta da Sofia, non la riuscivo a guardare. Quella parola ci lasciò tutti a bocca aperta. Io ero rimasta seria, Vanessa sorrideva con gli occhi quasi lucidi e Zac era sconvolto. “Mi ha chiamata mamma…” Vanessa non riusciva a credere a quello che aveva sentito, e i suoi occhi ormai, brillavano alla luce della lampada situata all’interno dell’ambulanza. Zac le risponde con un filo di voce. “Già…” Vanessa e Zac si girano verso di me. Io, penso di averla fulminata con lo sguardo. Perché Sofia l’aveva chiamata in quel modo? Non lo so…ma mi aveva dato fastidio. Eravamo tutti impietriti, ognuno con le proprie domande nella mente. Massimiliano prende la parola, cercando di far calmare un po’ gli animi . “L’avrà detto perché le ricordi la mamma…o forse perché con lei ti stavi comportando come tale…” Zac si alza dalla sedia e si avvicina a Sofia. Dà un bacio a Vanessa sulla guancia, sussurrandole qualcosa all’orecchio destro. Lei annuisce. Zac si avvicina all’altro lettino e prende lo stetoscopio. Va da Sofia e le solleva la magliettina, per visitarla. Sofia lo guarda con aria un po’ interrogativa, forse aveva capito che era un medico. Si mette lo stetoscopio nelle orecchie e appoggia il timpano sulla piccola pancia di Sofia. Lei si volta di scatto verso il seno di Vanessa, aggrappandosi a lei con le manine. “No mamma…no no…” Sofia aveva la voce da pianto, quella voce che aveva di solito quando non voleva fare qualcosa, o quando voleva che non le fosse fatto qualcosa. Zac lo riappoggia leggermente sulla sua schiena, in mezzo alle sue scapole. “no…”sospira. “No mamma no…” Sofia inizia a piangere. “Zac! Le dai fastidio…” Zac si aggancia lo stetoscopio intorno al collo. “Nessa…devo visitarla…come ho fatto con Alice…dai sdraiala sul lettino vuoto…” Si volta a guardare Max, e gli fa segno di avvicinarsi, per aiutarlo nella visita. Lui va verso Zac, e Vanessa adagia dolcemente Sofia sull’altro lettino. “No mamma…no voglio fare la nanna…” Sofia cerca di sollevarsi a sedere, tenendosi sulle maniche della maglietta di Vanessa. “Piccolina…il dottore è bravo…non ti vuole fare male…va bene tesorino?” Sofia si gira dall’altra parte, verso la fiancata dell’ ambulanza. Vanessa mette una mano sul bordo del lettino e l’altra vicino al fianco destro di Sofia, come per tenerla in caso cadeva. Zac e Massimiliano si avvicinano al lettino e iniziano a controllare il battito cardiaco e la respirazione alla bambina. Sofia si volta da una parte all’altra sul lettino, si infastidiva. Poi solleva le manine verso Vanessa. Lei le sorride. Z:“Vanessa, mettiti davanti a lei…falla giocare” Vanessa si mette davanti a Sofia, e le accarezza le guance. Sofia si calma, e Zac e Massimiliano riescono a finire la visita. Vanessa la riprende in braccio, e le dà un dolce bacio sulla fronte. Sofia sorride, poi con una manina si stropiccia l’occhio destro. “Amore hai sonno…?” “Si mamma…” Sofia gira il viso verso il seno della ragazza, chiudendo lentamente le palpebre e appoggiando la testa sul suo sterno. Vanessa la culla tra le braccia, intonandole una ninna nanna che sua mamma le cantava quando lei era piccola. Sofia si addormenta, e Nessa sorride. Basta…era definitivo. Sofia la adorava, e io no. Non era antipatica, non mi aveva fatto nulla…ma solo il fatto che Sofia la chiamava mamma mi infastidiva da morire. Dovevo capirlo subito…lei, sarebbe diventata la nostra nuova mamma.
  
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