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Autore: Sakura Hikari    04/08/2015    1 recensioni
Dalla sala delle torture, ad intervalli regolari, arrivavano i ringhi rabbiosi di Cas, il quale si trovava incatenato su una sedia e trattenuto sul posto da un cerchio di fuoco sacro. Per ogni suono che sfuggiva dalla bocca di Castiel, Dean percepiva un dolore sordo all’altezza dello sterno, più intenso del bruciore provocatogli a suo tempo dal Marchio di Caino, ormai rimosso. Anche quando si trovavano impegnati in una caccia o a scoprire quanto più possibile sull’Oscurità, il pensiero di Cas restava vivo in una parte del suo cervello, là dove aveva una sorta di spia rossa che si accendeva per ogni volta che Sam era nei guai, per assicurarsi che la sua piccola fosse in ottima forma oppure quando c’era una creatura nei paraggi. Adesso quella spia lampeggiava con il nome di Cas.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Rimettendo insieme i pezzi


Prompt di apollo41: Destiel, arrendersi non è una cosa che Dean fa facilmente.
Parole: 1420


Erano settimane ormai che Dean e Sam erano alla ricerca di un modo per spezzare la maledizione scagliata su Castiel, e ancora non erano riusciti a trovare niente di utile nella vasta biblioteca degli Uomini di Lettere. Dean aveva dormito solo cinque ore negli ultimi tre giorni, ignorando la stanchezza e leggendo quanto più materiale possibile, lasciando a Sam quei tomi scritti in un linguaggio a lui incomprensibile da tradurre; percepiva lo sguardo indagatore e comprensivo del fratello su di sé quando non guardava, ma faceva del suo meglio per ignorarlo, concentrando tutta la sua attenzione sulla loro ricerca.
Dalla sala delle torture, ad intervalli regolari, arrivavano i ringhi rabbiosi di Cas, il quale si trovava incatenato su una sedia e trattenuto sul posto da un cerchio di fuoco sacro. Per ogni suono che sfuggiva dalla bocca di Castiel, Dean percepiva un dolore sordo all’altezza dello sterno, più intenso del bruciore provocatogli a suo tempo dal Marchio di Caino, ormai rimosso. Anche quando si trovavano impegnati in una caccia o a scoprire quanto più possibile sull’Oscurità, il pensiero di Cas restava vivo in una parte del suo cervello, là dove aveva una sorta di spia rossa che si accendeva per ogni volta che Sam era nei guai, per assicurarsi che la sua piccola fosse in ottima forma oppure quando c’era una creatura nei paraggi. Adesso quella spia lampeggiava con il nome di Cas.
Di Rowena, la loro più probabile possibilità di riuscita, non avevano ancora trovato nessuna traccia, e nemmeno Crowley aveva avuto alcuna notizia - anche se Dean sospetta che il demone degli incroci abbia intenzione di tenere le distanze per un po’, dopo quanto successo durante la rimozione del Marchio.
Non che ci sperasse veramente, comunque: nella sua esperienza, se volevi sperare nella buona riuscita di qualcosa dovevi contare su te stesso e basta. E con questo pensiero in testa continuava a leggere un libro dopo l’altro, accantonando una pista sbagliata dopo l’altra e ignorando la pila di libri che aumentava sempre di più ogni giorno che passava.
 

***
 

“Dean, forse ho trovato qualcosa.”, disse finalmente Sam.
Dean sollevò stancamente la testa dal libro che stava leggendo e lo invitò tacitamente a continuare.
“Se ho capito bene, qui descrive lo stato delle persone afflitte della stessa maledizione che ha colpito Castiel e sotto dice che esiste un contr-incantesimo per guarirla, sempre che la vittima venga presa in tempo.”, spiegò Sam.
Sempre che la vittima venga presa in tempo. Cas era ridotto in quello stato da settimane e non aveva riportato alcun cambiamento degno di nota in quell’arco di tempo – il che era una buona cosa, sapere che l’incantesimo non era sufficiente per uccidere un angelo (se fosse il contrario, probabilmente Dean avrebbe raggiunto Cas in qualunque regno dell’Aldilà fosse finito per prenderlo a calci).
“Per me va bene.”, disse Dean. “Cosa bisogna fare?”
“Aspetta un attimo, Dean. Non sappiamo se funzionerà. Gli Uomini di Lettere non avevano fatto in tempo a provare la sua efficacia prima che…”, s’interruppe, ma non ci fu bisogno che completasse la frase.
Prima che arrivasse Abaddon.
Dean si passò una mano sulla faccia. “Non mi sembra che abbiamo trovato di meglio, o sbaglio? Per quel che ne so, è l’unica cura possibile, a parte rintracciare quella strega e convincerla a riportarlo ad uno stato in cui Cas non ringhi in faccia alle persone. Io dico che vale la pena di tentare.”
 

***
 

Nella sala delle torture, Cas gli parve immutato, sempre nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato l’ultima volta, gli occhi velati da una patina rossa e lacrime simili a sangue che gli scendevano dagli angoli.
“Cas, riesci a sentirmi?”, chiese.
Per tutta risposta, ricevette un ringhio. Dean lo prese come un sì. “Abbiamo trovato una cura, Cas. Presto starai bene.”, disse, esibendo tutta la sicurezza di cui era capace.
L’incantesimo era in una lingua antica, e Dean sperò di non fare casini con la pronuncia, mentre srotolava l’antica pergamena e cominciava a scandire le prime parole. Quello era il genere di cose in cui Sam riusciva meglio, ma questa volta Dean aveva insistito perché fosse lui a recitare l’incantesimo.
Castiel emise dei versi gutturali sempre più frequenti, e iniziò a strattonare le catene nel tentativo di liberarsi; Dean ignorò i suoi movimenti e proseguì nella lettura la formula. Non appena recitò l’ultima parola, Castiel emise un ululato più forte dei precedenti e si immobilizzò, lasciando cadere la testa in avanti, l’espressione sul viso immutata. Trascorsero alcuni lunghi silenziosi istanti, durante i quali l’unico rumore era  quello prodotto dai respiri pesanti dell’angelo; e quando Dean sentiva già lo sconforto abbattersi su di lui per quell’ennesimo fallimento, lentamente, i lineamenti di Castiel si distesero e l’angelo sollevò lo sguardo, completamente smarrito, ogni traccia di rosso svanito dai suoi occhi per lasciare il posto al suo blu naturale.
“Dean?”
Finalmente.
“Bentornato tra noi, Cas.”, disse Dean, stendendo le labbra in un sorriso sincero. Per un solo, folle istante, gli venne voglia di scoppiare a ridere e di fare un paio di salti per la stanza; invece, l’istante successivo stava già spegnendo le fiamme e rimuovendo i lucchetti dalle catene che lo trattenevano.
Non appena l’ultima catena fu tolta, Castiel lo cinse in un abbraccio e Dean si sentì incredibilmente leggero, come se ad un tratto gli fosse stato tolto dalle spalle un peso gravoso. Ricambiò l’abbraccio a sua volta e con il pollice della mano destra tracciò dei piccoli movimenti circolari alla base del suo collo, mentre qualcos’altro si faceva strada nel suo petto, una piacevole sensazione di calore che in qualche modo aveva cominciato a collegare a Cas ogni volta che si trovava vicino a lui.
Gesù, si sentiva come in uno di quei ridicoli film d’amore dove puntualmente c’era la scena del ricongiungimento dei quei due idioti dei protagonisti. Quasi avesse percepito il suo improvviso imbarazzo, Cas si sciolse dal suo abbraccio, prendendogli il braccio destro tra le sue e sollevandogli la manica. “Il Marchio…”
“Andato, Cas. Ha funzionato.”, rispose Dean, mostrando l’avambraccio immacolato. “Ma non è di questo che devi preoccuparti ora.”
A quelle parole Castiel assottigliò lo sguardo e reclinò il capo. “Cosa intendi dire?”
“Te lo spiegherò dopo.” Dopo. Ci sarebbe stato tempo per le spiegazioni, e per i piani. Adesso, c’era qualcos’altro che doveva dire, e quelle parole gravavano su di lui già da parecchio tempo.
“Cas, mi dispiace.”, disse.
“Per cosa?”
“Per l’ultima volta. Io…”, s’interruppe, trasse un respiro profondo. Sarebbe stato molto più semplice addossare tutta la colpa al Marchio, ma Cas meritava di meglio di quelle stronzate preconfezionate. “L’unica cosa che desideravo in quel momento era uccidere. Era come una necessità vitale, che diventava sempre più forte dopo ogni persona che avevo ucciso. Credevo che una volta che avessi chiuso i conti con la famiglia Styne il Marchio si sarebbe placato, e invece continuava a bruciare. E tu eri là…”
“Dean.”, Cas lo  interruppe, prendendolo per una spalla. “Non devi scusarti. Se avessi voluto tenerti testa, l’avrei fatto. Avrei anche potuto metterti fuori gioco, ma non l’ho fatto, per paura che ciò alimentasse ulteriormente il Marchio, o peggio, che ti tramutassi di nuovo in demone. Soprattutto… non volevo ferirti.”
“Cas, no.”, disse Dean, scuotendo la testa. “Non tentare di giustificarmi, e non provare a dire di sapere cosa mi stesse accadendo in quel momento, perché non lo sai. Io ero ad un passo dall’ucciderti, e l’avrei fatto, e…” e non avrei provato alcun rimorso, completò mentalmente con rammarico.
“Ma non l’hai fatto”, gli fece notare Cas, pazientemente. “Forse penserai di sapere solo tu come siano andate le cose, ma credimi almeno quando ti dico che so cosa si prova a lottare contro una forza superiore che preme per avere il sopravvento della tua mente. E io, non ho mai dubitato che tu avessi la forza necessaria per opporti.”
Ecco, quando Castiel lo guardava in quel modo, con una tale intensità e fiducia nello sguardo, come se Dean fosse una persona migliore di quanto fosse in realtà per cui valeva la pena sacrificarsi anche mille volte se necessario, il cacciatore sentiva l’urgente bisogno di intavolare una qualsiasi conversazione che non riguardasse lui, pur di sfuggire all’incredibile disagio che quello sguardo e quelle parole gli provocavano.
Fortunatamente, per la seconda volta, fu qualcun altro a salvarlo con un ottimo tempismo.
“Allora? Ha funzionato?”, chiese Sam affacciandosi nella stanza, e illuminandosi una volta che si accorse che Castiel era tornato ad essere sé stesso.
“Sì, Sammy. Cas è tornato in città.”, disse Dean, rivolgendo all’angelo un sorriso d’intensa.
 






I pensieri profondi di Sakura Hikari
Questa storia era partita coll'essere una drabble o una flash-fiction al massimo (nello spirito dell'event organizzato sul gruppo "We are out of prompt"), ma si sa, a volte l'ispirazione giunge inaspettata ed è uscita fuori questa OS- la mia prima OS Destiel, tra l'altro. 
L'ultima frase è un rifacimento alla puntata in cui Cas indaga come agente dell'FBI insieme ai fratelli e dice "Cas is back in town".
Venendo alla storia in sè, questa idea mi frullava in testa già da un po', di Dean che s'impegna per trovare una cura per spezzare la maledizione di Castiel (Dean e i sentimenti, Gesù, domani nevicherà), e su un loro chiarimento una volta che Cas sarà tornato in sé. Spero anche in qualcosa di simile nella serie, o un accenno, ma qualcosa mi dice che li vedrò scambiarsi convenevoli e virili pacche sulla spalla.
Un grazie a te se sei arrivato fin qui a leggere i miei scleri le note.
Kisses!


 
  
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